LM in Economia e Management A.a. 2012/2013 Docente: domenico sarno Natura e limiti dell’impresa, 1: Coase, Williamson e i costi di transazione LM in Economia e Management A.a. 2012/2013 Docente: domenico sarno
Contenuti Coase e la natura dell’impresa Williamson e i costi di transazione Transazioni e forme contrattuali Pregi e limiti della teoria dei costi di transazione
1. Coase e la natura dell’impresa Ronald Coase (n. 1910 - Premio Nobel 1991) 2 contributi essenziali “The Nature of the Firm” (1937) “The Problem of Social Cost” (1960) “La natura dell’impresa”: buon punto di partenza per una discussione delle teorie dell’impresa. Perché? Tra i primi economisti, nel novecento, ad affrontare l’aporia dell’impresa nella teoria neoclassica Propone una concettualizzazione dell’impresa che ha ancora molta influenza I limiti della sua analisi sono anche quelli delle teorie successive
I punti di partenza: mercato e imprese Punto di partenza: la teoria neo-classica e i suoi limiti Ipotesi non chiare su che cos’è l’impresa Il prezzo è considerato il principale meccanismo di coordinamento delle azioni degli agenti economici Eppure, osserva Coase, il prezzo funziona sui mercati, ma non nelle imprese In realtà, l’impresa e il mercato costituiscono forme alternative di coordinamento Sul mercato, l’allocazione delle risorse è determinata dal prezzo Nelle imprese, , l’allocazione delle risorse è determinata dall’autorità gerarchica del dirigente/imprenditore
Due domande fondamentali Perché esiste la forma di coordinamento particolare che è l’impresa? Come si fa la scelta tra i due meccanismi alternativi di coordinamento? A queste domande Coase propone una risposta articolata, che è Ancorata nella realtà dei fenomeni economici Fondata sui concetti sviluppati nell’economia neo-classica, e in particolare il marginalismo
I costi di transazione Alla prima domanda, Coase risponde: esistono le imprese perché le transazioni di mercato sono costose Tre tipi di costi (costi legati alle transazioni) Costi di “scoperta dei prezzi adeguati” (di ricerca) Costi di “negoziazione e di conclusione di contratti separati per ogni transazione” Costi legati all’incertezza Tali costi possono essere ridotti, ma non eliminati Alternativa: contratti unici e coordinamento gerarchico
L’impresa, controllo e direzione Ricondotte nell’impresa, le transazioni vengono coperte da un contratto particolare, nel quale Alcuni contraenti (in particolare i dipendenti) scambiano una remunerazione fissa contro il dovere di eseguire gli ordini dell’imprenditore “entro alcuni limiti” A questo punto Coase può rispondere alla seconda domanda: si sceglie l’impresa invece del mercato perché conviene Così facendo vengono eliminati i costi di transazione di mercato Soprattutto quando esiste incertezza sul futuro
La crescita dimensionale dell’impresa e i suoi limiti A questo punto, però, ci si può chiedere: perché una sola impresa non si sostituisce ai mercati? In altre parole, ci sono limiti all’integrazione verticale delle aziende? L’integrazione (verticale o orizzontale) risulta dall’assorbimento delle transazioni di mercato nell’impresa
I rendimenti decrescenti del management Per rispondere, Coase riprende delle idee ampiamente diffuse all’epoca Ricorrere all’impresa costa. Tre costi: Costi di organizzazione (CO) Lo spreco di risorse (SR) L’aumento dei prezzi degli input I primi due sono anche chiamati “rendimenti decrescenti del management” Perché all’aumentare della dimensione dell’impresa, e quindi del numero di transazioni gestite, aumentano sia i costi di coordinamento interno all’impresa, sia gli errori dei dirigenti che creano uno spreco di risorse
L’approccio marginalista di Coase Per spiegare la crescita dimensionale delle imprese, Coase riprende l’analisi marginalista La scelta tra le due forme di coordinamento dipende dal confronto tra il costo di una transazione addizionale sul mercato e il costo dell’organizzazione interna della stessa transazione L’impresa smette di crescere quando: CO’>CT’ SR’>CT’ CO e SR sono correlati positivamente con la crescita dimensionale dell’impresa, associata con l’eterogeneità delle transazioni e la dispersione spaziale delle attività
Confronto con altre teorie Dobb e la divisione del lavoro Divisione del lavoro e specializzazione aumentano la complessità della produzione e ciò rende necessaria l’azione di una “forza di integrazione”, l’impresa Però Coase risponde che tale forza esiste già col prezzo Knight e l’incertezza In presenza di incertezza le funzioni vengono accentrate tramite il contratto (di lavoro) e l’imprenditore assume per intero il rischio Però secondo Coase il contratto non prende necessariamente la forma di un contratto di subordinazione e, quindi, non sempre è vero che l’intero rischio sia sopportato dall’imprenditore
Reazioni alle teorie di Coase L’articolo di Coase non ha suscitato molte reazioni per i successivi trenta - quarant’anni (fino a Williamson) Eppure Coase ha fornito tre contributi importanti alla teoria dell’impresa Concettualizzazione dei costi di transazione L’impresa e il mercato sono delle istituzioni concepite per facilitare le transazioni Basi della nuova economia istituzionale Superamento della teoria economica tradizionale In particolare con la visione dell’impresa come funzione di produzione
Due concezioni potenziali dell’impresa La visione transazionale di Coase può condurre a due concezioni dell’impresa – se vediamo i rapporti tra gli agenti che la costituiscono come rapporti di uguaglianza o gerarchici Da un lato, l’essenza del coordinamento dall’impresa consiste nell’esercizio di un potere di autorità Orientamento verso una concezione gerarchica dell’impresa Dall’altro, l’impresa è solo una soluzione contrattuale ad un problema di efficienza
I problemi teorici sollevati da Coase Ambivalenze Coase si oppone radicalmente alla teoria ortodossa focalizzata sul mercato Riprende l’apparato analitico marshalliano e si concentra sulle transazioni Ipotesi implicite nella teoria di Coase Il meccanismo del prezzo costituisce il benchmark, il punto di riferimento L’impresa consiste in, e risolve, un problema di coordinamento La “scelta” tra impresa e mercato è una scelta astratta (fatta da chi?) sulla base dell’efficienza
2. Williamson e i costi di transazione Oliver Williamson (1932 - Premio Nobel 2009) Sulla base dei lavori di Coase, e trent’anni dopo “la Natura dell’Impresa”, Williamson propone una lettura d’insieme delle relazioni contrattuali che presiedono all’esistenza dell’impresa Di nuovo, la questione centrale è: perché nasce l’impresa? Riprende il concetto di costo di transazione Integra l’approccio di Coase con altri contributi teorici
Radici intellettuali della teoria dei costi di transazione Oltre a Coase, le maggiori fonti d’influenza per Williamson sono: John R. Commons Transazioni al centro dell’analisi economica Herbert Simon Teoria della razionalità limitata Kenneth Arrow Importanza dell’informazione Alfred Chandler Importanza delle innovazioni organizzative Importanza, inoltre, del diritto dei contratti
Le varie fasi del percorso di Williamson Prima fase (fino agli anni 1975) Nella linea di Coase, contrapposizione stretta tra mercato e gerarchia 1975: “Mercati e Gerarchie” Seconda fase (dopo 1975) 1985: “Le Istituzioni Economiche del Capitalismo” Esistenza di forme intermedie tra gerarchia e mercato Analisi dei tipi di contratti e delle strutture di controllo Visione dell’impresa come “nodo di contratti”
Basi microanalitiche della teoria dei CT secondo Williamson: le ipotesi di comportamento W. considera, come Herbert Simon, che il realismo delle ipotesi di comportamento sia essenziale Propone 2 ipotesi di comportamento alla base della teoria dei CT L’ipotesi di razionalità limitata L’ipotesi di opportunismo
L’ipotesi di razionalità limitata Gli agenti non sono perfettamente razionali Hanno limiti cognitivi (H. Simon) In particolare, non possono prevedere tutto ciò che può accadere nel futuro Conseguenza: i contratti possono essere incompleti Altra intuizione di Coase ripresa da Williamson, che avrà conseguenze importanti per la teoria economica In questo contesto le condizioni dello sviluppo ex post di una relazione contrattuale sono molto rilevanti Necessità di analizzare il contesto nel quale si realizza il contratto Il grado di adattabilità di un’ organizzazione diventa un vantaggio
L’ipotesi di opportunismo Gli agenti economici, secondo Williamson, sono mossi dalla ricerca del proprio interesse, con furbizia “Self-interest seeking with guile” (opportunismo) Il problema dell’opportunismo sorge laddove esiste il rischio del suo manifestarsi In altre parole, l’opportunismo è sempre una potenzialità L’opportunismo crea dei costi di transazione, quindi incentiva l’ internalizzazione delle transazioni
Opportunismo e asimmetrie informative Perché l’opportunismo può creare nuovi CT? Perché incentiva la rappresentazione incompleta o falsa dell’informazione da parte degli agenti Basi della teoria delle asimmetrie informative 2 tipi di asimmetrie Asimmetria ex ante Problema della selezione avversa Asimmetria ex post Azzardo morale
L’analisi delle natura delle transazioni Williamson riprende l’osservazione di Coase sull’eterogeneità delle transazioni I costi di transazione variano in funzione della natura delle transazioni Quindi richiedono risposte organizzative (contrattuali) diverse In particolare, le transazioni si differenziano secondo tre dimensioni Specificità dell’investimento Incertezza Frequenza
a. Specificità dell’investimento L’analisi neoclassica standard si basa implicitamente su un tipo particolare di transazione Lo scambio istantaneo di beni o servizi standardizzati tra agenti anonimi Invece, Williamson osserva come molte transazioni non corrispondano a questo tipo Perché? Varia la specificità dell’investimento Un attivo (o investimento) è specifico quando è durevole e non è possibile riutilizzare quell’investimento in altri modi Esistono vari gradi di specificità
Specificità dell’investimento e transazioni Origini della specificità dell’investimento Localizzazione Capitale umano Capitale fisico … Transazioni idiosincratiche Con la specificità dell’investimento, cambia radicalmente la natura delle relazioni tra agenti Si crea un legame di dipendenza durevole tra le parti Effetti sui CT La specificità dell’investimento non ha effetti da sola Produce effetti sui comportamenti quando viene combinata con l’opportunismo e l’incertezza
b. Incertezza L’incertezza è inerente al futuro L’incertezza non è il rischio; non è riducibile a calcoli di probabilità L’incertezza è economica più che oggettiva (ambientale) Risulta dal comportamento degli agenti (opportunismo e razionalità limitata) L’incertezza produce effetti sulle transazioni a lunga durata o ripetute nel tempo Maggiore è l’incertezza, più alti sono i CT
c. Frequenza Un’ altra determinante della natura delle transazioni Può essere alta o bassa Maggiore è la frequenza, maggiori sono i CT Anche perché l’opportunismo si può manifestare più volte Non c’è una relazione univoca tra frequenza e CT In alcuni casi, la frequenza riduce i CT perché riduce i costi di ricerca In altri casi, la frequenza aumenta i CT perché, ad esempio, l’opportunismo può manifestarsi più volte Anche in questo caso, gli effetti sui CT derivano dalla combinazione della frequenza con opportunismo e specificità degli investimenti
Varietà di transazioni, varietà dei CT Esistono quindi molti tipi di transazioni; ad ogni tipo di transazione corrispondono costi di transazione più o meno elevati Le transazioni possono essere classificate sulla base di tre criteri: - frequenza (unica, occasionale e ricorrente) - specificità delle risorse-investimenti (non specifico, misto, idiosincratico) - incertezza (bassa, media, alta) Considerando una situazione con incertezza media e trascurando il caso delle transazioni uniche si possono individuare le seguenti transazioni assumendo come esempio l’acquisto di macchine o materiali da parte di un’ impresa
INVESTIMENTO NONSPECIFICO MISTO IDIOSINCRATICO FREQUENZA OCCASIONALE ACQUISTO MACCHINE STANDARD SPECIALIZZATE COSTRUZIONE IMPIANTO RICORRENTE MATERIALI SPECIALIZZATI TRASFERIMENTO PRODOTTI INTERMEDI PER STADI SUCCESSIVI
3. Transazioni e forme contrattuali Tale varietà nelle transazioni / nei costi di transazione si ritrova nella varietà delle soluzioni organizzative 2 argomenti: la diversità delle strutture di controllo può essere spiegata dalla natura delle transazioni La scelta della struttura di controllo segue un criterio di efficienza Sarà scelta la struttura che minimizza i costi (di produzione e di transazione)
Tipi di contratto e loro caratteristiche: 1 Il contratto classico Il contratto neoclassico Il contratto relazionale Il contratto di tipo gerarchico (relazioni idiosincratiche) Contratto classico: contratto completo e sottoscritto in assenza di incertezza, diritti contingenti a) irrilevanza dell’identità tra la parti b) esatta definizioni delle prestazioni c) contratto self-enforcing
Tipi di contratto e loro caratteristiche: 2 Contratto neoclassico: contrattazione di lungo periodo, incertezza,… a) impossibilità di prevedere tutte le contingenze b) impossibilità di prevedere gli adattamenti appropriati c) alta probabilità di insorgenza di controversie (necessità di prevedere meccanismi di enforcing esterno) Contratto relazionale: aumento della durata, complessità della relazione (ha come riferimento la relazione intera come si è sviluppata nel tempo)
Tipi di contratto e loro caratteristiche: 1 Relazione gerarchica-internalizzazione: continuità della relazione, non trasferibilità, presenza di investimenti specifici (effetto locked in), continuità della relazione - importanza dell’identità delle parti - fiducia tra le parti - investimenti specifici in capitale fisico o umano
4. Tipi di contrattazione e strutture di controllo Si possono considerare tre diverse strutture di controllo controllo NON SPECIFICO (MERCATO) controllo SEMISPECIFICO (con strutture organizzative semplici o complesse) controllo ALTAMENTE SPECIFICO Le ipotesi è improbabile che transazioni standardizzate richiedano strutture di controllo specifiche strutture di controllo specifico potranno essere sostenute soltanto da transazioni ricorrenti transazioni specifiche occasionali non richiedono strutture di controllo specifico, ma attenzione
(contrattazione classica) INVESTIMENTO NONSPECIFICO MISTO IDIOSINCRATICO FREQUENZA OCCASIONALE CONTROLLO DI MERCATO (contrattazione classica) CONTROLLO TRILATERALE (contrattazione neoclassica) RICORRENTE BILATERALE (contratto relazionale) UNIFICATO (internalizzazione)
1. Controllo non specifico (mercato) Caratteristiche delle transazioni Transazioni ricorrenti o occasionali Identità irrilevante Non ci sono incentivi a proseguire la relazione in caso di inadempienza Fin quando l’investimento non è specifico, i costi di transazione sono bassi Mercato = struttura di controllo più efficiente Con investimenti specifici, nuovi tipi di struttura diventano necessari
2. Controllo semispecifico - trilaterale Caratteristiche delle transazioni Investimenti specifici Frequenza bassa Identità rilevante C’è un incentivo per le parti a proseguire la relazione Caratteristiche del contratto Un arbitro risolve le eventuali controversie e verifica l’esecuzione del contratto (rischio di opportunismo elevato) Vantaggi comparativi del contratto neoclassico Contratto classico non basta (rischi di opportunismo – alti CT) Contratto bilaterale troppo costoso – non giustificato dalla bassa frequenza
3. Controllo specifico - bilaterale Caratteristiche delle transazioni Alta frequenza Investimento specifico / misto Le parti hanno interesse a proseguire nella relazione, ma si appropriano separatamente del surplus Caratteristiche del contratto Non sono previsti adattamenti contrattuali Relazione transazionale durevole e personalizzata Situazione tipica di monopolio bilaterale
4. Controllo specifico - internalizzazione Caratteristiche delle transazioni Frequenza alta Investimento molto specifico Relazioni di lungo periodo Caratteristiche del contratto Esistenza di ampie possibilità di adattamento incentivi a massimizzare il surplus congiunto Economie di scala
4. Pregi e limiti della teoria dei costi di transazione La teoria dei CT migliora di molto la comprensione teorica delle imprese Evoluzione rispetto alla visione neoclassica Inoltre, la teoria dei CT si distingue dagli altri approcci contrattuali (che vedremo dopo) Importanza attribuita al processo (intertemporale) di sviluppo delle relazioni contrattuali La scelta tra mercato e impresa oscilla tra: Forza incentivante del mercato Adattabilità fornita dal potere discrezionale della gerarchia
Implicazioni Integrazione verticale Problema centrale, perché riguarda la scelta tra coordinamento di mercato e coordinamento amministrativo La teoria tradizionale sottolinea i dati tecnologici (economie di scala e di varietà o inseparabilità tecnologica) Williamson dice di no, perché quelli che sono rilevanti sono i CT Risposta alle due domande poste da Coase: Cosa spiega l’esistenza dell’impresa? Quali sono i limiti dell’integrazione verticale?
Cosa spiega l’esistenza delle imprese? Minimizzazione dei costi di transazione La differenza totale tra i costi dell’internalizzazione (ci) e i costi del mercato (cm) è una funzione decrescente del grado di specificità (sp), in quanto, oltre ad una certa soglia di specificità, diventa negativa e l’integrazione verticale diventa necessaria. Ci-cm Integrazione verticale mercato sp
Cosa limita l’integrazione verticale? .1 Perché non esiste solo un’ impresa gigante? Risposta della letteratura: costi di gestione, rendimenti decrescenti del management Però l’aumento dei costi di gestione non è inevitabile La storia dimostra come innovazioni organizzative hanno permesso di gestire strutture sempre più complesse La razionalità limitata non basta: l’organizzazione dell’impresa mira precisamente a superare i limiti dovuti alla razionalità limitata
Cosa limita l’integrazione verticale? .2 La risposta fornita dalla teoria dei CT è Esistenza di problemi di incentivi e di burocrazia (il mercato fornisce automaticamente incentivi, l’impresa no) Ma non è possibile conservare, in seno alle imprese, meccanismi incentivanti simili a quelli di mercato? Second0 Williamson no perché nell’organizzazione c’è un intervento selettivo che tende ad annullare gli incentivi perché l’integrazione comporta distorsioni e costi specifici Perché, quindi, c’è un trade-off tra adattabilità e i costi dell’integrazione
I limiti della teoria dei CT. 1 Razionalità limitata, ma opportunismo illimitato Progresso rispetto alle ipotesi comportamentali neoclassiche Però ipotesi molto riduttive sulle motivazioni dei contraenti I limiti della visione contrattualista Impresa vista come un “nodo di contratti” Ignora i conflitti / problemi di potere che caratterizzano i rapporti economici I limiti di una visione basata su scelte astratte Chi sceglie di assorbire le transazioni dentro l’impresa?
I limiti della teoria dei CT. 2 4. I limiti di una visione basata sull’efficienza Poca rilevanza storiografica (non spiega bene l’emergere delle imprese) Inoltre, perché non ribaltare la domanda di Coase e Williamson: perché il mercato? 5. Come distinguere un’impresa da un’altra? La teoria dei CT non risponde a questa domanda Conclusioni: una teoria molto interessante, ma molto discutibile Interessante il confronto con un approccio più sensibile alla storia e ai conflitti