2° CONGRESSO NAZIONALE DI OCEANOGRAFIA OPERATIVA

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Ancona, Dicembre2005 Progetto REQUISITE Realizzazione di un sistema di sorveglianza sulla qualità delle acque marine dell’Adriatico in particolare.
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2° CONGRESSO NAZIONALE DI OCEANOGRAFIA OPERATIVA (Cesenatico, 27-28 maggio 2010) Attività di monitoraggio e studio nell’Adriatico Nord-occidentale A. Rinaldi. ARPA Emilia - Romagna Presidente Centro Ricerche Marine di Cesenatico

Gli apporti fluviali Estratto da Marine Coastal Eutrophication Elsevier, 1992 (Vollenweider et al)

Lo stato trofico dell’Adriatico Estratto da UNEP/FAO/WHO MAP Tecnical Report, 106, 1996 (Rinaldi A.)

Distribuzione comparata della clorofilla “a” nelle stazioni costiere collocate a 0.5 km dalla costa - 2004

L’alto Adriatico è un sistema complesso con straordinarie dinamiche biologiche, fisiche e chimiche. Ne sono un esempio gli areali delle fasi riproduttive della fauna ittica

Marea colorata. Costa Emilia-Romagna/Marche Periodo: Agosto-novembre 1984. Gymnodinium sp

Effetti dell’anossia sugli organismi di fondo ….. dopo evento anossico ….. prima di un evento anossico

Estate 1989

La meridionalizzazione

Moria di Sardinella aurita (Alaccia). Febbraio 2010

DAPHNE

Tipologie di monitoraggio marino-costiero Condizioni igienico-sanitarie: qualità delle acque di balneazione, idoneita delle acque destinate all’acquacoltura, qualità degli alimenti (seafood); Qualità delle acque costiere: determinazione dei contaminanti, dei nutrienti, delle microalghe potenzialmente tossiche, delle specie aliene, ecc.. Il tutto anche in funzione della individuazione delle aree sensibili/vulnerabili; Qualità degli effluenti: contaminanti negli apporti fluviali, contaminanti nei reflui urbani e produttivi costieri; Biota e sedimenti: biooaccumulo di contaminantinegli organismi, riflessi sulla rete trofica, accumulo nei sedimenti; Comunità biologiche: caratterizzazione delle c. biologiche, individuazione di indicatori bioogici.

Definizione di una piano/rete di monitoraggio Commisurare il piano di monitoraggio al problema: ottimizzare sia in senso spaziale che temporale il numero e le frequenze di prelievo e misura. Possibilmente in sincronia con le ciclicità degli eventi da monitorare; Selezione delle stazioni di misura: individuare i siti più rappresentativi sia in funzione delle immissioni che della estensione dell’area da controllare; Selezione dei parametri da rilevare: individuazione dei parametri “chiave” da rilevare per una esaustiva “interpretazione” del fenomeno da monitorare; Adozione di metodiche standardizzate: utilizzare procedure e metodiche standardizzate; Analisi costi-benefici: valutare le funzionalità dei piani di monitoraggio anche ai fini di una ottimale analisi dei costi e dei risultati attesi; Estensione ai bacini idrografici afferenti: considerare le fonti diffuse e puntiformi degli “inquinanti. Questo anche al fine di definire i piani di risanamento e orientare le decisioni di governo del territorio.

Obiettivo del monitoraggio in ambiente marino Inquinamento nelle aree a rischio (hot spot): definizione delle fonti e dei fattori causali; Stato di conservazione delle risorse biologiche: per ridurre i danni alle comunità biologiche, alla biodiversità, per tutelare settori produttivi quali la pesca e l’aquacoltura; Tendenze evolutive dei carichi inquinanti: per testare l’efficacia degli interventi di risanamento attuati, cambiamenti negli usi (e abusi) nel tessuto socio-economico. Per individuare strategie alternative e più efficaci o razionalizzare/potenziare quelle adottate.

1984 – 1985 Area costiera Po-Ravenna (0,3 – 3,0 Km) Cl a DIN P-tot P-PO4 TRIX Portate Po μg/l μg/l μg/l μg/l m3/sec Media St. dev. N° dati 25.1 335.7 57.1 12.8 6.3 1537 52.9 439.5 54.9 26.2 1.0 939 379 282 282 242 279 730 2005 – 2006 Area costiera Po-Ravenna (0,3 – 3,0 Km) Cl a DIN P-tot P-PO4 TRIX Portate Po μg/l μg/l μg/l μg/l m3/sec Media St. dev. N° dati 8.7 383.5 31.7 5.0 5.6 801 8.4 411.4 17.7 8.1 1.0 447 642 642 642 642 642 730 2008 – 2009 Area costiera Po-Ravenna (0,3 – 3,0 Km) Cl a DIN P-tot P-PO4 TRIX Portate Po μg/l μg/l μg/l μg/l m3/sec Media St. dev. N° dati 10.6 458.5 33.3 6.8 6.1 1841 8.5 449.1 17.6 8.2 0.8 1294 356 356 356 356 356 730

La comunicazione: un obiettivo strategico, una vera mission per chi realizza piani di monitoraggio

CENTRO RICERCHE MARINE ARPA Emilia Romagna Struttura Oceanografica Daphne CENTRO RICERCHE MARINE LRN per le biotossine marine Università di Bologna Corso di Laurea in Acquacoltura e Igiene delle produzioni ittiche

Compiti del Laboratorio di Referenza Nazionale sulle biotossine marine: Assistere le Autorità competenti nella organizzazione del sistema di controllo Assistere le Autorità nella organizzazione del sistema di controllo Organizzare prove comparative fra i vari laboratori nazionali Organizzare prove comparative fra i vari laboratori nazionali Coordinare le attività dei vari laboratori nazionali incaricati delle analisi Coordinare le attività dei vari laboratori nazionali incaricati delle analisi Diffondere informazioni fornite dal Laboratorio di Referenza Comunitaria Diffondere informazioni fornite dal Laboratorio di Referenza Comunitaria

Caratterizzazione della tossicità nei molluschi in Adriatico: Tossine liposolubili Tossine idrosolubili Pseudo-nitschia spp. ASP PSP Alexandrium minutum Halim Alexandrium spp. OA DTXs PTXs Dinophysis spp. Protoceratium reticulatum (Claparède & Lachmann) Butschli Lingulodinium polyedrum (Stein) Dodge YTXs

Laboratori Italiani Regionali coordinati dal NRL Cesenatico NRL Ancona IZS Foggia Napoli Teramo Roma ISS e IZS Palermo Sassari Gorizia ARPA Ferrara Genova Padova

Distribuzione di allevamenti e banchi naturali di m.e.l. lungo la costa emiliano-romagnola

Monitoraggio biotossine marine Attività corrente Saggi biologici: PSP (Paralytic Shellfish Poisoning) dal 1976 DSP (Diarrhetic Shellfish Poisoning) dal 1989 fino a 2000 – 3000 test all’anno Monitoraggio fitoplancton: tossico e potenzialmente tossico da 1500 a 2000 campioni annuali dal 1976 Analisi chimiche:ASP (Amnesic Shellfish Poisoning) dal 1995 fino a 2000 analisi all’anno dal 1990 PSP (STX, NeoSTX, GTXs) e DSP (AOs and YTXs)

Ruolo del CRM nel monitoraggio delle biotossine in qualità di LNR collaborare ed interagire con - le Autorità Sanitarie Competenti (Ministero della Salute, Aziende Sanitarie Locali,…) - i produttori - l’industria (autocontrollo) coordinare le attività dei vari laboratori nazionali incaricati delle analisi organizzare prove comparative fra i vari laboratori nazionali diffondere le informazioni fornite dal Laboratorio Comunitario di Referenza

Priorità della ricerca Cosa causa risultati positivi? Identificazione chimica delle tossine. Quali fenomeni alla base della tossicità in mare? Ecologia, Oceanografia, Chimica delle Soatanze Naturali Marine, Eutrofizzazione. Come possiamo monitorare in modo più efficace? LC-MS, Saggi Immunoenzimatici, PP2A

Grazie per l’attenzione