8. Territorio 8.1 Una urbanistica di qualità 8.2 Il piano regolatore generale del 2000 8.3 Il primo premio nazionale ENEA al PRG 8.4 Incentivi alla bioarchitettura 8.5 Arte e territorio 8.6 Il primo quartiere di biourbanistica: S.Rocco 8.7 Il Parco delle Arti e delle Scienze E.Torricelli 8.8 Il Piano Strategico del Centro Storico 8.9 Il Piano strategico del Quartiere Centro Nord 8.10 Il Piano di riqualificazione: Il Decumano Massimo 8.11 Il Sistema informativo territoriale (SIT) Una estensione territoriale di 215,69 Km2 per 55.504 abitanti con una densità di 257 ab/km2. Una quantità di servizi pubblici per abitante pari a 39,72 mq. Sede del Museo Internazionale delle Ceramiche e di una importante Pinacoteca con un centro storico che costituisce il più importante esempio di neoclassicismo italiano. Faenza occupa una posizione territoriale invidiabile; posta a cavallo della via Emilia e dell’asse viario che collega Ravenna a Firenze rappresenta un importante nodo ferroviario che ripete fedelmente quello della maglia viaria. Faenza, città delle ceramiche, è una città ricca in cui si fondono la grande industria e l’artigianato produttivo, l’agricoltura e l’industria di trasformazione, il commercio e le lavorazioni artistiche, le attività di ricerca e il turismo locale e ricreativo. Faenza occupa anche una posizione paesaggistica unica, sorgendo nel punto in cui la pianura, caratterizzata dal reticolo della centuriazione, si fonde con le prime propaggini collinari di grande effetto paesaggistico, in cui le artistiche lavorazioni dei campi si mescolano con importanti segni naturali. Un punto di eccellenza è rappresentato dalla storica tutela dell’ambiente rurale, che, a differenza di quanto è avvenuto nei Comuni limitrofi, non è stato interessato da quella diffusione di casette che ne avrebbe svuotato la percezione; questa caratteristica è visibile sia in ambito collinare che nella pianura centuriata tanto che il paesaggio extra urbano è un vero e proprio parco agricolo.
8.1. Una urbanistica di qualità La svolta degli anni ’80 Servizi Pubblici Verde pubblico Il PRG 1996 I nuovi insediamenti Il Peep di Benevolo rappresenta un momento di svolta nella urbanistica faentina; siamo agli inizi degli anni ’80 e sulla base del nuovo Prg approvato nel 1982 si avviano interventi urbanistici di qualità che privilegiano una maglia insediativa regolare, grandi strade alberate e un verde pubblico diffuso a diretto contatto con le abitazioni. Sono i servizi pubblici, per qualità e quantità, che caratterizzano Faenza (verde, parcheggi, scuole, centri civici e chiese): si passa da uno standard esistente di 10,52 mq. del 1982 con una ipotesi di progetto pari a 31,17 mq./ab. Negli insediamenti urbanistici si privilegia il verde pubblico, che passa da 3,78 mq./ab. esistenti del 1982 a 17,70 mq./ab. di progetto. Storicamente Faenza ha avuto una attenzione ai temi del territorio e una tradizione urbanistica di avanguardia; lo attestano i Piani Regolatori del passato: 1889, 1912, 1934, 1970, 1980; per giungere all’ultimo e innovativo Piano che ha radicalmente trasformato gli indirizzi urbanistici fino ad allora praticati: il Prg del 1996 (Nonni, Alboni, Benericetti, Emiliani, Ponti). Anche a livello di localizzazione dei nuovi insediamenti Faenza non si fa influenzare (negli anni ’70 e ’80) dalle teorie che prefigurano la costruzione di quartieri satelliti, come ad esempio è avvenuto ad Imola. La città rimane radicata alla propria tradizione, ampliando in modo compatto l’esistente entro confini definiti e mantenendo così intatto a livello percettivo il passaggio dalla campagna alla città. inizio sezione
8.2. Il Piano Regolatore Generale del 2000 8.2.1. I principi ispiratori 8.2.2. I grandi progetti 8.2.3. La viabilità 8.2.4. Le nuove aree residenziali e produttive 8.2.5. I servizi pubblici 8.2.6. Il centro storico e gli edifici di valore inizio sezione
8.2.1. I Principi Ispiratori Idee innovative Requisiti prestazionali Compatibilità ambientale Bioarchitettura Molte le idee innovative: spiccano l’abolizione delle zone omogenee, l’avere relegato ad un ruolo secondario i parametri urbanistici tradizionali, l’esame dei progetti con griglie di compatibilità e qualità, la perequazione edilizia, lo standard ceduto a distanza, norme specifiche per singole aree, i premi volumetrici, i premi funzionali, gli indirizzi progettuali per l’ambiente urbano e per il paesaggio extraurbano, il Prg del sottosuolo, le indicazioni progettuali in alternativa alle retinature, il progetto dei confini della città, i patti e gli accordi urbanistici con i privati ecc. Vengono tradotti a livello normativo alcuni requisiti a cui tutti devono adeguarsi; tali requisiti prestazionali per l’ammissibilità di qualsiasi progetto sono espressi sinteticamente sotto forma di 4 regole: 1) la fruibilità totale degli spazi privati mediante la non esecuzione di ostacoli architettonici (funzionalità); 2) la protezione acustica degli edifici e degli ambienti interni (benessere); 3) la massima permeabilità dei suoli e il recupero integrale delle acque (sicurezza); 4) gli spazi a verde privato e la qualificazione paesaggistica degli ambienti esterni (qualità). Senza la verifica preventiva delle 4 regole di trasformazione non è possibile procedere né alle residuali verifiche parametriche né all’accesso dei sistemi incentivanti. Tutte le iniziative urbanistiche sono state precedute da una analisi di compatibilità ambientale (primo Prg in Italia) Il nuovo quadro normativo può essere così sintetizzato: a fronte di uno standard edificato minimo è ammissibile una quota di incremento per chi si conforma ad ulteriori regole facoltative di compatibilità energetico ambientale. Per poter accedere agli incentivi, che, a seconda dei casi, incrementano notevolmente i volumi e le possibili destinazioni d’uso, l’intervento deve rispettare, in un’ottica di sperimentazione e qualificazione, alcune direttive progettuali fra le quali spicca soprattutto la bioarchitettura. Quello di Faenza è un Prg di opportunità ed incentivi, imperniato su una notevole flessibilità attuativa. Opportunità per la città di conseguire una più elevata qualità dell’abitare mediante progetti qualitativi; incentivi per il privato che vede tradotto in una gratifica economica l’impegno a realizzare un tipo di architettura di tono superiore. inizio sezione
8.2.2. I Grandi Progetti Il Parco fluviale Le nuove mura urbane Le piste ciclabili Il Parco delle Arti e delle Scienze Evangelista Torricelli - Faventia La Stazione di Faenza Il Nuovo Scalo Merci Il Parco Sportivo Nella foto è rappresentata l’area del fiume Lamone che taglia in due la città di Faenza Il parco fluviale ipotizzato nel Prg si pone l’obiettivo di creare un grande sistema lineare di verde in grado di cucire e rendere attraente un percorso che parte dall’Orto Bertoni ed arriva al ponte della Ferrovia. Tutto attorno a Faenza è previsto un grande parco alberato (le nuove mura urbane) al cui interno si snodano le piste ciclabili da realizzarsi congiuntamente agli interventi privati previsti per ricompattare i bordi della città. Il verde pubblico (al 2000 di 21,75 mq./ab.) viene portato a 31,17 mq./ab. I grandi progetti previsti dal PRG oltre ai sistemi del verde sopraccitato sono: Il Parco delle Arti e delle Scienze Evangelista Torricelli – Faventia - E’ la cittadella della ricerca scientifica e delle imprese innovative ubicata lungo il Naviglio vicino all’Autostrada, in un’area di circa 8 ettari occupata in minima parte già ora da Enea e Cnr. Oltre alle strutture di ricerca, immerse nel verde, troveranno spazio l’università, strutture ricreative, ricettive e produttive altamente innovative. La stazione di Faenza -E’ una delle previsioni del PRG 2000 che in una scheda normativa definisce l'area della Stazione ferroviaria il punto di interscambio per eccellenza, in cui si prevede la riqualificazione del piazzale centrale, lo sfondamento del sottopasso pedonale e un nuovo fronte di accesso su Via Filanda, l'eliminazione dello scalo merci per sostituirlo con spazi a parcheggio al cui interno spostare la stazione delle corriere (ora in via Tolosano) Il nuovo scalo merci - Lo scalo merci viene spostato dal centro della città e localizzato vicino al casello autostradale lungo la ferrovia Faenza/Ravenna. Trattasi di una posizione che favorisce l’interscambio ferro/gomma senza appesantire il traffico urbano. Il Parco sportivo - Nell’area della Graziola in cui già ora sono ubicate molte strutture sportive e il Palazzetto dello sport è ipotizzato un rilevante ampliamento per fare diventare, con l’aggiunta di attività ricreative, ricettive, sportive e una rinnovata viabilità, quella che ora è solo una area attrezzata un vero e proprio parco tematico dello sport. inizio sezione
8.2.3. La viabilità Gli ingressi alla città Gli attraversamenti La viabilità interna Le piste ciclabili Il sistema dei parcheggi I temi della viabilità sono stati progettati seguendo cinque tematiche strategiche: Gli ingressi alla città - Sono ambiti da ripensare sia a livello estetico/ambientale che come ingegneria del traffico. Di norma sono previsti rotatorie arredate con verde o con installazioni artistiche); l’area di fronte al casello autostradale, l’ingresso a Faenza nei pressi di Villa Bucci., l’ingresso da Forlì e le 4 porte di accesso al centro storico (Imolese, Ravegnana, Montanara, Chiavi) oltre alla prospettiva del Fontanone (in foto). Gli ambiti lineari da valorizzare e caratterizzare anche come architetture sono rappresentati invece dai tratti urbani della via Emilia e della via Granarolo Gli attraversamenti di Faenza - Le parti Nord e Sud della città, ora unite dal solo cavalcavia vengono rese permeabili attraverso la realizzazione di quattro infrastrutture carrabili (Via Medaglie d’Oro, via Risorgimento e via Boaria, provinciale Lughese). E’ prevista anche la nuova circonvallazione che dal Casello Autostradale attraverso la S. Silvestro arriva fino alla strada lughese, per proseguire poi sulla via Emilia. A sud della città la circonvallazione parte dalle Bocche dei Canali e si congiunge con via Risorgimento. La viabilità interna - Due importanti interventi per di collegare la parte Est con quella Ovest della città. Il primo è costituito dalla bretella viaria che dalla via Ravegnana si collega al Naviglio con una rotatoria e poi prosegue lungo la via degli Olmi per innestarsi sulla S. Silvestro. Il secondo è rappresentato dal proseguimento di via Filanda fino a congiungersi con una rotatoria in via Risorgimento. Le piste ciclabili - Decine di chilometri di piste ciclabili in fregio alle strade nuove ed esistenti avvolgono la città e si connettono con il sistema generale della mobilità. Sono previsti 3 ponti ciclabili sul fiume Lamone e 1 passerella sulla circonvallazione. Il sistema dei parcheggi - La gestione dei parcheggi oltre ad essere risolta attraverso il Put (Piano urbano del traffico) offre anche due nuove opportunità per la sosta. Il nuovo parcheggio della Stazione (ex scalo merci) e il nuovo parcheggio vicino al centro storico nell’area ora sede dei Vigili del Fuoco. inizio sezione
8.2.4. Le nuove aree residenziali e produttive L’alternativa all’esproprio Le nuove aree residenziali Le attività produttive incompatibili con il centro storico La Società di Trasformazione Urbana L’area residenziale pubblica S.Rocco, di cui alla foto, è un esempio di come sia possibile acquisire terreno a prezzi contenuti. Una invenzione urbanistica utilizzata per la prima volta a Faenza: nei grandi comparti di espansione residenziale, in alternativa all’esproprio, si prevede di riservare al privato un 20% dei diritti edificatori mentre l’80% rimanente viene acquisito dal Comune a prezzi già stabiliti nel Prg (circa € 41,32 al mq.). Questo sistema ha permesso al Comune di entrare in proprietà a costi contenuti di due grandi comparti di espansione (S.Rocco e via Piero Francesca). Le aree residenziali previste dal Prg sono tutte ubicate in modo compatto all’interno della città e coinvolgono, ipotizzandone la trasformazione, anche le attività produttive incompatibili con il centro urbano fra cui: la Neri, Sariaf, Apida, Marcucci. Complessivamente sono previsti 2.300 nuovi appartamenti in 20 anni. Le aree produttive nella quantità di circa 175 ettari sono poste prevalentemente lungo il Canal Naviglio fra il centro e l’Autostrada; in un grande comparto (denominato Cnr) è stata istituita, prima esperienza in Italia, una Società di Trasformazione Urbana (Stu) che vede il Comune compartecipe alla impresa con una rilevante quota di azioni (40%). inizio sezione
8.2.5. I servizi pubblici Lo sviluppo delle aree pubbliche L’alternativa all’esproprio Il parco botanico nel Peep Canal Grande di cui alla foto è il più importante servizio pubblico realizzato sulla base delle previsioni del Prg ’80. Con il Prg 1998 è proseguita la politica di previsione di aree per pubblici servizi che, a livello di intero territorio Comunale passa dai 39,72 mq./ab. attuali ai 53,26 mq/ab. di progetto così riportati: In mq. per abitante Attuale Previsto Parcheggi 5,43 7,40 Verde 21,75 31,17 Scuole 5,41 6,42 Attività religiose 4,83 3,90 Attività civili 0,53 2,83 Attività sanitarie 1,77 1,54 TOTALE 39,72 53,26 Al 1998 ci sono a Faenza 202 ettari di servizi pubblici. Con il nuovo Prg i servizi pubblici non vengono acquisiti tramite l’esproprio bensì sono il frutto di un accordo urbanistico con il privato, che a fronte di una quota edificatoria pari a circa il 40% dell’area, deve cedere il rimanente terreno (60%) per servizi pubblici. inizio sezione
8.2.6. Il centro storico e gli edifici di valore Le eccellenze della città La tutela e conservazione Le destinazioni d’uso Il centro storico di Faenza, unitamente a tutti i suoi edifici, è considerato di elevato valore monumentale, in quanto rappresenta in Italia l’esempio neoclassico più compiuto, sia per quanto concerne l’assetto urbanistico, sia per l’architettura dei fronti e degli affreschi interni. Il centro storico di Faenza è una sommatoria di eccellenze: - l’area monumentale della Piazza del Popolo - il sistema delle mura - i grandi contenitori pubblici museali - gli edifici neoclassici - il sistema dei cortili privati Nel centro della città vige, da sempre una rigorosa tutela, non vincolistica, ma attiva, in quanto si propone costantemente di rimuovere le situazioni anomale in un’ottica di conservazione ed ambientazione delle operazioni di restauro. Lo stesso criterio di conservazione è in vigore per gli edifici di valore presenti in periferia (edifici liberty ed architetture industriali) e per tutti gli edifici in campagna costruiti prima del 1937.Per agevolare la conservazione fisica degli edifici rurali sono consentite destinazioni d’uso vantaggiose in cambio di un restauro attento alle ragioni della contemporaneità. inizio sezione
8.3. Il primo premio nazionale ENEA al PRG Il Premio Le motivazioni I benefici Il 14 dicembre 1999 alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, del Ministro dell’Industria Pierluigi Bersani, del Ministro della Funzione Pubblica Angelo Piazza, del Ministro dell’Università e Ricerca Scientifica Ortensio Zecchino e del Presidente dell’Enea Carlo Rubbia è stato conferito al Piano Regolatore di Faenza il Primo Premio per la tutela dell’ambiente nell’ambito del Concorso nazionale promosso dall’Enea che ha visto la presenza di 1195 partecipanti. Queste le motivazioni della giuria presieduta dall’onorevole Antonio Ruberti: “Questo Piano Regolatore è innovativo per la considerazione e la promozione dei concetti di compatibilità energetico-ambientale.In particolare il Piano Regolatore premia, con la possibilità di aumentare gli indici di edificabilità, quei progetti che presentano soluzioni costruttive conformi alle regole della bioedilizia.Elementi caratterizzanti di questa candidatura sono l’applicazione di tecniche bioclimatiche di stampo tradizionale, l’adozione di procedure flessibili e comunque adattabili facilmente ad altre realtà locali, nonché l’innovazione e l’efficacia del sistema incentivante, attuato attraverso una capillare informazione propedeutica nei confronti della popolazione ed una pronta attivazione di azioni di monitoraggio. Sono previsti inoltre per gli stessi progetti riduzioni fino al 75% degli oneri di concessione. – Alcuni edifici pubblici e privati sono in corso di realizzazione.L’effettivo avvio di realizzazioni concrete, sia pubbliche che private, che stanno contribuendo allo sviluppo della città ha consentito un immediato riscontro della validità dell’iniziativa. L’innovativo piano, stimolo per la creazione di nuovi sbocchi occupazionali, si pone anche l’obbiettivo di conseguire, a lungo termine, importanti benefici in termini di qualità e benessere ambientali a favore di tutti i cittadini.” L'urbanistica faentina ha poi avuto numerosi altri premi e riconoscimenti, a validazione di un metodo progettuale di grande livello: - Il Piano è stato selezionato per la “4a Biennale delle città e degli urbanisti” e presentato a Rotterdam nel 2001. - Nello stesso anno è stato premiato a Parigi, con una menzione speciale, dal Consiglio Europeo degli urbanisti. - Nel 2003, nell’ambito della Fiera di Trieste, ha ottenuto il 1° premio nazionale per le città maggiori di 50.000 abitanti per le sue strategie di sviluppo della bioarchitettura. - Recentemente, nel 2004, il Ministro della Funzione Pubblica ha inserito la strategia faentina degli incentivi urbanistici per la qualità ambientale fra i 100 progetti premiati per l’innovazione al servizio dei cittadini. inizio sezione
8.4. Incentivi alla bioarchitettura Nuovo quadro normativo Incentivi volumetrici Direttive progettuali Gli elementi naturali Le regole della Bioedilizia In un’area Peep nella frazione di S. Lucia il Comune di Faenza ha avviato un progetto urbanistico/edilizio di bioarchitettura. E’ il primo grande intervento urbanistico (100 app.) sulla base del nuovo Prg ‘98. Tra le diverse innovazioni, anche sperimentali, fondamentale nel Prg è la svolta legata alla previsione degli incentivi volumetrici che incrementano l’indice edificatorio minimo, per progetti di architettura sostenibile. Il nuovo quadro normativo (che premia chi costruisce) è così sintetizzabile: a fronte di uno standard edificatorio minimo definito dalla norma, è ammissibile una quota incrementale per chi si attiene ad ulteriori regole di compatibilità energetico ambientale. Perché all’edilizia tradizionale si possa sostituire la “bio” edilizia, intesa come edilizia della vita, non bastano quindi le leggi giuste, ma si rendono necessarie delle misure coordinate di tipo normativo, a scale locale, che incentivino il ricorso ad interventi finalizzati al risparmio energetico. Quale era il meccanismo in grado di allettare i tecnici e gli imprenditori a valutare in termini fattibili interventi estranei alla pratica edilizia corrente? La risposta è stata quella degli incentivi volumetrici. In funzione delle diverse zone urbanistiche, sono stati proposti incentivi, che a seconda dei casi incrementano i volumi e le possibili destinazioni d’uso, a cui il privato può accedere qualora applichi al progetto le regole essenziali della bioedilizia, in un’ottica di sperimentazione e, anche, di riqualificazione degli spazi aperti. L’intervento deve rispettare, in tutto o in parte, le seguenti direttive progettuali: - il progetto edilizio ed urbanistico deve essere redatto nel rispetto delle regole della bioedilizia - l’intervento deve comprendere un progetto di valorizzazione delle corti esistenti, cortili ed aree di pertinenza dei fabbricati sugli immobili esistenti vanno effettuati interventi di riqualificazione e riordino. A seconda che l’intervento rientri nel paesaggio urbano o in quello extraurbano, è prevista una espansione degli elementi naturali quali aree boscate, viali, fasce arboree. Le regole della Bioedilizia, sempre associate a quelle sulla permeabilità degli spazi liberi (Indici di permeabilità o assorbimento e recupero delle acque di pioggia), a quelle della funzionalità (abbattimento generalizzato delle barriere architettoniche), a quelle del benessere (abbattimento dell’inquinamento acustico), possono essere applicate a tutti gli interventi nel territorio comunale e, in particolare, nelle zone di trasformazione. inizio sezione
8.5. Arte e territorio Urbanistica, Architettura e Arte Progetti di situazioni urbane Gli eventi e gli artisti I tre obiettivi Una città che da secoli è sempre stata considerata la culla dell’arte (non per niente veniva chiamata l’Atene della Romagna) doveva necessariamente sperimentare nuove frontiere nel rapporto fra arte-architettura-urbanistica. Rapporto difficile in quanto di norma l’urbanistica non si addentra nella architettura e quest’ultima tralascia l’arte; tutte e tre si ignorano. A Faenza invece pur con difficoltà, ma sulla spinta del Prg ’98 sono stati chiamati artisti a collaborare alla progettazione degli spazi pubblici abbandonando così un concetto di arte da museo avulsa dalla realtà. L’artista, con l’architetto, collabora al progetto ed alla ideazione di situazioni urbane da vivere nella quotidianità. Si citano gli eventi più significativi: - Ugo Nespolo: collabora alla ideazione, in un quartiere residenziale, di un grande spazio pubblico pedonale - Giuseppe Spagnulo: progetta 2 cabine Enel nell’area Peep di S.Lucia, progetta in ceramica il muro dello stadio e installa un grande disco di fronte alla Palestra Lucchesi. - Hidetoshi Nagasawa: progetta una piazza con fontana nel Peep di S. Lucia - Mauro Staccioli: ripensa per Tim le torri della telefonia mobile - Germano Sartelli: allestisce l’interno della medioevale chiesa di S. Lazzaro - Franz Stahler: caratterizza con una installazione l’ingresso a Faenza da Brisighella - Pablo Euchaurren e Giosetta Fioroni realizzano allestimenti artistici in un palazzo storico comunale. Obiettivo prioritario è quello di creare sinergia negli interventi sul territorio con il triplice obiettivo di far uscire l’arte dai musei, creare un percorso turistico contemporaneo e rendere più attraenti gli spazi. inizio sezione
8.6. Il primo quartiere di biourbanistica: S. Rocco 8.6.1. La Biourbanistica 8.6.2. I 10 punti della biourbanistica applicati nel quartiere 8.6.3. Il Progetto del quartiere inizio sezione
8.6.1. La Biourbanistica inizio sezione Nel dicembre 2001, con l’approvazione di uno dei progetti urbanistici più importanti degli ultimi decenni, un Piano di iniziativa pubblica su di un’area di 8 ettari nella zona nord della città, si è anche coniato il termine di biourbanistica, cioè quella disciplina che studia le condizioni, le manifestazioni, le esigenze di vita e di sviluppo delle città, concependo il territorio come organismo vivente, in cui viene rispettato il ciclo naturale delle risorse (acqua, energia, aria, materiali). La biourbanistica vede il territorio non come zonizzazione rigida, ma considera “l’organismo territorio” con la sua vita e quindi il suo metabolismo. Il metabolismo urbano presenta flussi di entrata (input) e flussi di uscita (output) ; gli input comuni a tutte le città urbane sono l’acqua, il cibo, il combustibile, gli output sono gli scarichi idrici fognari, i rifiuti solidi e l’inquinamento atmosferico. inizio sezione
8.6.2. I 10 punti della biourbanistica applicati nel quartiere La geobiologia Il clima acustico La sicurezza sismica La sicurezza idraulica La bioedilizia Tipologie libere, ma accorpate Le energie alternative Giovani e anziani: integrazione totale Un quartiere da scoprire Arte nel quartiere Il progetto urbanistico del quartiere S.Rocco tocca aspetti mai affrontati in passato che si ritiene opportuno evidenziare e sintetizzare in 10 punti: 1 - La geobiologia - Vale a dire un quartiere correttamente orientato secondo le regole del magnetismo terreste, tenendo conto della presenza di acque sotterranee dell’esposizione solare e della direzione dei venti, tutte soluzioni che incidono sul benessere degli abitanti. 2 - Il clima acustico - Il quartiere è protetto dai rumori provenienti dall’esterno (strada-ferrovia) da idonee barriere e all’interno sono presenti isole silenziose (la grande corte pubblica) preclusa totalmente alle auto. 3 - La sicurezza sismica - E’ la prima volta che un quartiere faentino viene progettato con grande attenzione alla sicurezza dei residenti in caso di evento sismico. Occorre sempre ricordare che Faenza è un comune sismico. Le tipologie edilizie del quartiere (case basse accostate) sono concepite tenendo conto della massima sicurezza in caso di evento sismico, questo è evidenziato in una simulazione che evidenzia le aree all’aperto sicure, gli allestimenti temporanei a e la viabilità dei mezzi di soccorso. 4 - La sicurezza idraulica -Un quartiere che recupera e riusa l’acqua. La urbanizzazione del quartiere non comporta un aggravamento idraulico degli scoli di bonifica dovuti alle acque di pioggia. Tutte le acque vengono raccolte con depressioni (laminazioni) all’interno del quartiere o contenitori interrati, per essere rilasciate lentamente o utilizzate per usi non pregiati (irrigazioni, scarichi ecc.) 5 - La bioedilizia – Le aree residenziali sono pensate per essere4 costruite con edifici in cui utilizzare le regole della bioedilizia; giusta esposizione solare, pannelli fotovoltaici, tetti in legno, materiali da costruzione naturali, terreni permeabili e recupero delle acque sono i principali temi per l’edilizia residenziale dei nuovi quartieri. 6 - Tipologie libere, ma accorpate -Il modernissimo quartiere S. Rocco guarda all’antico centro storico come modello ideale di grande integrazione funzionale: Per questa ragione le case basse e accorpate sono tutte diverse, anche per esaltare, come avveniva in passato, le esigenze individuali. 7 - Le energie alternative -Il teleriscaldamento esteso a tutto il quartiere consente di eliminare le caldaie individuali e i pannelli solari integrano le esigenze di energia all’interno delle abitazioni. E’ il primo intervento di bioarchitettura faentina che si spinge ad un così elevato livello di compatibilità ambientale. 8 - Giovani e anziani: integrazione totale - Un aspetto decisamente importante è la quantità degli spazi pubblici (prevalentemente a parco) che raggiungono la percentuale del 70% dell’intera area. In queste aree si trovano spazi gioco per i bambini, piste ciclabili e spazi coperti per il ritrovo. E’ uno concetto moderno di integrazione sociale attraverso soluzioni progettuali di alta qualità e pluralità di funzioni. 9 - Un quartiere da scoprire -Con i suoi 2,5 Km. di percorsi ciclabili e pedonali il quartiere presenta molti punti di attrazione quali: un percorso ginnico lungo circa 1 Km., una passeggiata tra le essenze dimenticate, una serie di piazze caratterizzate come luoghi di incontro a forte integrazione per gli abitanti del quartiere. 10 – Arte nel quartiere - Tutti gli spazi pubblici sono caratterizzati da una alta qualità stilistica e di materiali oltre che da installazioni pensate in collaborazione con artisti che ne fanno un naturale percorso di arte contemporanea; non ci sono aree di risulta da nascondere. Si sperimenta in quanto quartiere la stretta collaborazione fra architetti e artisti e quindi fra urbanistica e arte al fine di aumentare il tono e l’attratività delle nuove aree di espansione. inizio sezione
8.6.3. Il progetto del quartiere L’area residenziale è stata acquisita dal Comune di Faenza a prezzo concordato, grazie alle strategie innovative del nuovo PRG, poi codificate negli anni successivi, che consentono di raggiungere accordi urbanistici preventivi con i proprietari. Il progetto (architetti Ennio Nonni, Silvia Laghi, Fausto Cortini) si pone l’obiettivo di ricucire un pezzo di città non concluso (nel quartiere Centro Nord) e realizzare una maggiore integrazione fra gli abitanti con soluzioni innovative di piazze e corti pedonali su cui prospettano gli edifici. Un quartiere di architettura contemporanea che si ispira ai modelli sociali e aggregativi dei centri storici, quindi un sistema abitativo denso, fatto di case a basse, indipendenti e piccoli condomini. Nell’intero quartiere, si prevedono tra i 300 e i 350 appartamenti, con soluzioni di bioarchitettura e risparmio energetico. Lo schema progettuale urbanistico è caratterizzato da una viabilità locale ad anello con andamento curvilineo su cui si attestano 12 lotti edificabili dove gli edifici hanno fronti e accessi anche sulla corte pedonale, inoltre un sistema connettivo di percorsi ciclo-pedonali (circa 2500 m. tra ciclabili e pedonali) corre parallelo alla viabilità in sede protetta e si collega con i tracciati esistenti. Gli attraversamenti stradali sono tutti protetti con dossi. Nella zona centrale del quartiere c’è un vasto spazio pubblico, circoscritto dai muretti di recinzione privati, si tratta di una corte interna fatta di spiazzi alberati e piazzette liberamente fruibili da pedoni e biciclette, con arredo urbano di qualità, gazebo e sedute; su questo spazio si affacciano gli ingressi pedonali delle case ed i giardini privati. Nell’ambito di un Bando pubblico, i” Contratti di Quartiere II” cofinanziato da stato e regione, il Comune di Faenza si è aggiudicato una quota consistente dei finanziamenti, uno dei primi in Regione Emilia-Romagna, per la realizzazione di parte delle opere di urbanizzazione e di edifici destinati alla locazione a termine. Nel 2006 con l’approvazione del Progetto definitivo delle urbanizzazioni del quartiere residenziale S. Rocco contestualmente ai progetti definitivi dei primi 6 lotti edificabili, sono stati messi a Bando pubblico ed assegnati ad imprese i lavori da eseguire che inizieranno entro il 2007. inizio sezione
8.7. Il Parco delle Arti e delle Scienze Evangelista Torricelli - Faventia 8.7.1. L’obiettivo è il futuro tecnologico della città 8.7.2. Il progetto inizio sezione
8.7.1. L’obiettivo è il futuro tecnologico della città Nel gennaio 2005 è stato approvato un importante progetto urbanistico per lo sviluppo culturale ed economico della città di Faenza; in un’area di 7 ettari vicino al casello autostradale della A14 ed ai margini degli insediamenti del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e APC (Agenzia Polo Ceramico), sorgerà il quartiere della ricerca, fondato sui principi della sostenibilità degli edifici e degli spazi aperti. L’area, denominata “Parco delle Arti e delle Scienze Evangelista Torricelli – Faventia" rappresenterà una grande occasione di sviluppo per la città rivolto ad incoraggiare la nascita e la crescita di iniziative territoriali. L’obiettivo generale del progetto, è quello di creare un luogo, che veda la concentrazione e l’integrazione di risorse strategiche per lo sviluppo del territorio (ricerca, formazione, servizi avanzati, imprese innovative, laboratori privati), con particolare riferimento alle nuove tecnologie, prevedendo contemporaneamente la presenza di servizi di supporto (bar, ristoranti, alloggi, foresterie, servizi alle persone, sale convegni, ecc). L’obiettivo infatti è progettare, fin dalla scala urbanistica, non solo un insediamento altamente innovativo per la ricerca, bensì anche un agglomerato con al centro l’uomo e le sue relazioni inizio sezione
8.7.2. Il progetto inizio sezione Le principali linee guida progettuali per questo quartiere ecosostenibile, riguardano le modalità aggregative degli spazi liberi, costruiti come una filigrana di corti e ambienti protetti; il corretto orientamento solare dei nuovi edifici, per ridurre i consumi energetici ed una elevata densità edilizia associata al mix di funzioni e alla contiguità delle costruzioni. L’intero quartiere è suddiviso in ambiti tematici (l’incubatore d’impresa - la ricettività - le imprese innovative - ricerca, didattica e formazione - servizi generali e attrazioni), verrà realizzato secondo le regole edi principi della bioarchitettura e della biourbanistica, riassunte in 10 punti: 1. Clima acustico – 2. Sicurezza sismica e urbana – 3. Sicurezza idraulica e riuso delle acque – 4. Bioedilizia – 5. Tipologie libere e densità – 6. Spazi pubblici e integrazione sociale – 7. Energie alternative – 8. Viabilità a misura d’uomo e accessibilità totale – 9. Quartiere plurifunzionale – 10. Arte e qualità urbana. Innovativa anche la concezione degli edifici che sono pensati come “paesaggio” i cui tetti verdi rispondono al principio di ricostituire idealmente la dimensione globale del parco così da restituire l’intera superficie sottratta al verde dai nuovi fabbricati. L’intero comparto si presenterà così alla città come un vero e proprio parco pubblico, interamente fruibile dagli abitanti e da chi frequenterà il Parco delle Arti e delle Scienze per lavoro. Il quartiere, protetto ai margini da una quinta verde, è accessibile da quattro ingressi contrapposti carrabili ed è servito da una viabilità ad anello con andamento curvilineo, su cui si attestano gli edifici, con parcheggi distribuiti in grande quantità lungo la strada, al fine di ritagliare spazi costruiti il più possibile preclusi alle auto. Al quartiere si accede da due accessi principali contrapposti in asse con il parco e segnati da due porte a Est e Ovest, dedicate al tema dell’acqua (il canale Naviglio) ed al tema del lavoro (il nuovo scalo ferroviario); da due Piazze caratterizzate dalla torre solare che alimenterà l’illuminazione pubblica del quartiere e dall’albergo circolare contrapposte, che fungono da elementi di aggregazione e di incontro (in direzione Nord - Sud), e da diversi collegamenti secondari che interrompono la continuità edilizia. Il quartiere ha un suo centro: la strada/museo; questa è rappresentata da un grande parco, su cui si affacciano gli uffici, le abitazioni, le attività commerciali ed artigianali e si snoda sotto i portici, nell’area verde, nelle hall, mediante un sistema di piccoli volumi in vetro. inizio sezione
8.8. Il Piano Strategico del Centro Storico 8.8.1. I progetti in 300 schede tematiche 8.8.2. Le prime realizzazioni Uno sviluppo consapevole del centro storico Il Consiglio Comunale nel luglio 2000, ponendo particolare attenzione alle politiche del Centro Storico e mettendo tra gli obiettivi da raggiungere “la redazione di un piano-programma che tracci le linee entro le quali realizzare nel tempo, gli interventi di riqualificazione, in una logica di confronto con le associazioni di categoria e con i cittadini” ha ribadito il valore strategico, culturale ed economico che la parte storica della città possiede e ha deciso di promuoverne la qualificazione e farne uno dei parametri su cui si misura il livello di qualità della vita di una comunità. E’ stato redatto dal Settore Territorio, come proposta alternativa alla usuale pianificazione di settore. Il Piano, partendo da basi storiche ed approfondendo la conoscenza del presente, si prefigge lo scopo di parlare a tutti i livelli, pubblico e privato, con un unico linguaggio, fornendo idee e progetti, da utilizzare come strumento di lavoro per il gli interventi futuri nell’ottica dello “sviluppo consapevole del centro storico”. Obiettivo è l’integrazione fra le previsioni economiche, quelle urbanistiche e architettoniche. Il piano è strategico perché ha la pretesa, in quanto percorso condiviso e partecipato, di non essere soggetto a scadenze temporali. Nella seduta di Consiglio del 15 ottobre 2004 è stato approvato, dopo due anni di confronto serrato e lavoro tra gli operatori del gruppo promosso dalle Associazioni di categoria ed i quartieri. inizio sezione
8.8.1. I progetti in 300 schede tematiche L’approccio progettuale riguarda tutte le proprietà pubbliche, beni immobili e spazi scoperti, che complessivamente come dimensione fondiaria, rappresentano il 55% dell’intera superficie entro le mura storiche. Il vero spirito del piano è la nuova direzione in cui la città vuole andare: la messa a punto di un repertorio di progetti concreti per aree pubbliche scoperte come piazze, strade e anche di interi isolati con la presenza di palazzi storici; una forte integrazione fra pubblico e privato per un riuso sociale ed economico dei contenitori pubblici; un meccanismo di condivisione dell’estetica del centro storico in sostituzione dei disastrosi progetti di arredo urbano o di norme unicamente prescrittive dettate dai piani urbanistici. Il lavoro si è sviluppato attraverso la formulazione di 300 schede tematiche poi riunite in 3 volumi in formato A3, che con identica metodologia, trattano dell’analisi dello stato di fatto, evidenziando le carenze e sviluppando progetti, per palazzi pubblici, piazze, strade, porte della città, mura storiche, fronti stradali, aree a servizio della mobilità, indicando idee forti per la promozione e l’attrattività del centro. inizio sezione
8.8.2. Le prime realizzazioni Il primo progetto già realizzato di questo programma complesso ed impegnativo coinvolge il palazzo storico sede del Comune, con la riqualificazione dei locali al piano terra di Piazza Nenni, la pavimentazione in pietra di Via Pistocchi, e l’illuminazione di Piazza del Popolo e di Piazza Nenni, a cui si aggiunge il restauro delle facciate dell’ala dei Cento Pacifici e del teatro su via Pistocchi. La nuova pavimentazione il pietra di Via Pistocchi, già concordata con la Soprintendenza ai Monumenti, è la prova della validità ed esempio reale del progetto complessivo del Piano Strategico che comprende anche le principali strade del centro storico che saranno pavimentate nei prossimi anni con lo stesso criterio. inizio sezione
8.9. Il Piano Strategico del Quartiere Centro Nord 8.9.1. I Contratti di quartiere II e l’ambito di riqualificazione 8.9.2. Il degrado 8.9.3. Le finalità degli interventi inizio sezione
8.9.1. I contratti di quartiere II e l’ambito di riqualificazione Attraverso il Bando previsto dalla Legge n. 21 del 8 febbraio 2002 “Contratti di quartiere II” per il Comune di Faenza si presenta l’occasione di ampliare gli obiettivi politico programmatici per lo sviluppo del quartiere Centro Nord. Il Comune di Faenza ha partecipato al bando col Piano strategico del Quartiere Centro Nord, avendone un notevole riconoscimento (tra le prime 10 delle 45 proposte presentate in Regione) ed il cofinanziamento a fondo perduto (Stato-Regione) per 7 milioni di euro per la riqualificazione dell’area. Sono molteplici gli elementi di interesse di questa parte periferica di città. Il primo è la localizzazione, essendo situato in direzione della connessione autostradale, poi il fatto che l’asse stradale centrale sia uno dei più importanti accessi alla città e parallelo allo storico Canale Naviglio di origine settecentesca, oltre alla presenza in quest’ambito di gran parte delle attività industriali produttive consolidate di vecchio impianto ora dismesse o in corso di dismissione, che convivono con quartieri residenziali operai sorti, come consuetudine, nella prima periferia nelle aree lasciate libere attorno alle fabbriche. Esiste un diffuso degrado edilizio, causato principalmente dal fatto che è mancato fino ad ora uno sviluppo edilizio equilibrato. Il Piano Strategico, definisce un vasto ambito di intervento di 634 ettari su cui attualmente vivono 4.400 persone, che comprende tutta l’area produttiva (terziario, commerciale, servizi) che si affaccia su entrambi i lati della viabilità di collegamento tra il centro cittadino ed il Casello autostradale e quella residenziale compresa tra queste aree e la ferrovia limitrofa al centro. inizio sezione
8.9.2. Il degrado inizio sezione L’aspetto di maggior degrado, riguarda l’inquinamento ambientale. La presenza di fabbriche chimiche come la NERI e la SARIAF, che hanno ammalorato l’aria per anni, ed ora che sono iniziati i processi relativi alle dismissioni dei presidi industriali (almeno inizialmente per quanto riguarda questi due), resta il grande problema delle bonifiche dei siti. Unitamente a questo problema, esiste anche quello dell’inquinamento elettromagnetico; infatti tre linee di alta tensione (132 Kv) attraversano tutto il quartiere parallelamente alla linea ferroviaria, nella zona a più alta densità abitativa, fino a lambire il plesso scolastico del quartiere San Rocco. Altro punto critico è la viabilità e la sicurezza stradale: traffico anche pesante, incroci a raso e mancanza di piste ciclabili. inizio sezione
8.9.3. Le finalità degli interventi L’occasione dei “Contratti di Quartiere II” è quella di analizzare e progettare in modo complessivo la riqualificazione dell’intero quartiere Centro Nord. Le finalità degli interventi di riqualificazione si possono descrivere nei seguenti punti: La riqualificazione edilizia architettonica e urbanistica. Con i nuovi progetti proposti sulle aree industriali dismesse o dismissibili si libera il territorio di strutture fatiscenti ed incompatibili con il tessuto urbano, sostituendole con nuovi complessi edilizi polifunzionali capaci di integrarsi con il patrimonio edilizio esistenti . La riqualificazione ambientale e paesaggistica mediante la bonifica dei siti occupati dalle fabbriche incompatibili e con l’interramento delle linee ad alta tensione che attraversano tutto il quartiere. Tutti gli interventi programmati e che si affacciano sul fronte del Canale Naviglio (vincolato ai sensi del Testo Unico Dlgs n° 490/1999) sono progettati e realizzati in conformità alle prescrizioni definite in accordo con la Soprintendenza di Ravenna. Viene garantito, in questo modo, la qualità paesaggistica di uno dei più importanti accessi alla città. L’adeguamento e sviluppo delle opere infrastrutturali e messa in sicurezza dei percorsi per l’integrazione del quartiere con il resto del territorio urbano. Nuove strade, nuove piste ciclabili, nuove aree verdi, sono gli elementi previsti dall’Amministrazione per la riqualificazione delle infrastrutture del quartiere Centro Nord. La realizzazione, delle rotatorie del cavalcaferrovia, di quella del casello autostradale e di altre 3 lungo l’asta del Naviglio. L’incremento dei servizi pubblici e del piano del commercio. Lo sviluppo ipotizzato sull’asta stradale del Canale Naviglio, oltre a prevedere nuovi insediamenti produttivi, direzionali e per servizi con particolare riferimenti alla logistica, tiene conto di uno sviluppo commerciale, oggi non valorizzato nel quartiere. L’ integrazione sociale e la risposta al problema casa con il nuovo quartiere residenziale “San Rocco”, progettato con i criteri della biourbanistica e della bioedilizia, sull’area di proprietà comunale, che prevede tipologie edilizie diversificate per la costruzione di 300 alloggi di cui parte soggetti a locazione a termine. inizio sezione
8. 10. Il Piano di riqualificazione: il. Decumano Massimo 8.10. Il Piano di riqualificazione: il Decumano Massimo. Gli obiettivi e il progetto Nell’ambito del “Piano strategico del Centro Storico” si prefigura, in un arco temporale di lungo periodo, di elevare la città storica a luogo di eccellenza territoriale, ma il piano strategico che rappresenta la cornice di riferimento per il bilancio comunale, nella parte inerente gli investimenti in centro storico, necessita di essere reso operativo attraverso progetti mirati, da realizzare nel breve periodo con la convergenza di risorse pubbliche e private. L’Amministrazione Comunale di Faenza alla luce del Decreto Ministeriale 8 marzo 2006 ha deciso, nell’ambito del completamento del programma “Contratti di Quartiere II”, di promuovere alcuni progetti finalizzati alla riqualificazione ed implementazione delle dotazioni infrastrutturali del Centro Storico per fare dell’asse storico di accesso alla Piazza, il “Decumano Massimo”, in riferimento alle origini romane della città, una linea riqualificata. Con “Decumano Massimo” si identifica quel tratto storico di Via Emilia che collega Porta Imolese con il Ponte delle Grazie e che attualmente coincide con i Corsi Mazzini e Saffi. Il perimetro di questo ambito da riqualificare (attuativo del Piano strategico del Centro Storico) che si snoda lungo un’area di 1200 mt in cui si innestano una serie di azioni pubbliche e private inizia dall’incrocio di Porta Imolese e termina a quello del Ponte delle Grazie. Questo asse, oggi carente di relazioni funzionali, eccezion fatta per il suo alto valore simbolico di origine dell’insediamento, deve divenire il filo che unisce i due estremi EST e OVEST del centro, a cui sono aggregati, “a grappolo” tutti quegli interventi strategici rappresentati nel piano. Oggi la linea costituita dai Corsi Mazzini e Saffi divide il centro storico in due parti uguali, ma si intende che questo segno di attraversamento viario nella percezione collettiva, si trasformi in un segno lineare ideale che unisce e si inserisce con propaggini nel restante tessuto storico. I caratteri della proposta d’intervento sono molteplici e tutti sinergici fra loro; in primis l’attuazione dei quattro progetti, ripavimentazione Corso Mazzini, parcheggio sopraelevato Ospedale, ripavimentazione Via Torricelli e restauro di Casa Valenti, per i quali l’Amministrazione comunale ha inoltrato la richiesta di finanziamento pubblico nell’ambito del programma Contratto di Quartiere II, determinerà l’ideale contesto per la realizzazione di almeno altri ventiquatto interventi ad opera di soggetti pubblici e privati. In particolare l’ambito stradale del “Decumano” sarà oggetto di un’importante operazione di riqualificazione ambientale mediante la ripavimentazione in pietra naturale di Via Torricelli e Corso Mazzini, per quest’ultimo è prevista inoltre la realizzazione della rete di sottoservizi cablata. Con il “Decumano Massimo” si vuole incrementare con la determinante partecipazione di privati (per aumentare l’offerta di appartamenti, di negozi, uffici e laboratori con l’aggiunta di parcheggi privati) la dotazione infrastrutturale (parcheggio pubblico multipiano ai margini del centro storico) incluso l’adeguamento delle opere di urbanizzazione primaria (cablaggio del corso principale e ripavimentazione in pietra dell’asse principale di accesso alla piazza) e secondaria (realizzazione di un albergo della gioventù pubblico, ampliamento scuole pubbliche, realizzazione di spazi espositivi, ampliamento dell’ospedale). inizio sezione
8.11. Il Sistema Informativo Territoriale (SIT) Strumenti di programmazione e gestione Il collegamento con altri servizi La banca dati cartografica Il collegamento via internet Gli sviluppi futuri Dal 1997, presso il Settore Territorio, è operativo un Sistema Informativo Territoriale (Sit) composto da attrezzature (computer) e programmi informatici in grado di gestire una quantità enorme di dati, presenti negli archivi comunali, e di collegarli a riferimenti territoriali semplici come, ad esempio, il numero civico di una abitazione e la strada in cui questa si trova. Nel Sit, che non deve essere considerato solo come uno mezzo per disegnare mappe della città, sono stati raccolti i dati gestionali, statistici ed amministrativi esistenti nei diversi archivi comunali, per creare una grande banca dati in un unico sistema interattivo capace di elaborare, gestire e fornire informazioni in tempo reale sulla evoluzione delle dinamiche territoriali della città. La base di partenza alla quale sono stati riferiti tutti i dati del Sit, è una cartografia ottenuta con le mappe catastali digitalizzate e georeferenziate per creare un insieme cartografico in grado di coprire i 21.500 ettari del territorio comunale. Mediante la sola indicazione della via e numero civico è possibile ottenere le principali informazioni relative ad un particolare edificio o terreno: dalla superficie degli immobili alla destinazione urbanistica (Prg in vigore), dall’età dei residenti al numero degli abitanti e così via, secondo determinate tematiche. Per consentire la massima diffusione delle informazioni sul Prg e sul territorio, il sistema è stato recentemente “messo in rete” attraverso il sito internet comunale “www.comune.faenza.ra.it” in modo da consentire la navigazione e la consultazione di tutte le informazioni territoriali sulla città. Ogni utente collegato ad Internet può entrare nel Sit ed acquisire informazioni, ad esempio, sul Piano Regolatore Generale attraverso i tipici dati toponomastici (via e numero civico) o i riferimenti catastali: è questa la grande novità e la prima esperienza in Italia disponibile nella grande Rete. Al “Prg informatizzato” sono collegati ulteriori progetti: il trasferimento sulla cartografia del Sit dell’immagine reale del suolo con aerofotografie che consentiranno di vedere ed interpretare la città dall’alto. Inoltre verranno pubblicate tutte le informazioni relative ai Piani attuativi in atto e tutte le informazioni connesse al territorio ed alla lettura della propria città sotto tutti gli aspetti. Oltre a questo vi è anche la possibilità per i cittadini attraverso Internet di consultare lo stato della propria pratica edilizia, inoltrare una domanda, ricevere e trasmettere documenti; inoltre l'applicazione fornisce uno strumento agli operatori per la gestione delle pratiche edilizie (concessioni, autorizzazioni, denunce di inizio attività, etc. ). Le funzioni disponibili via internet sono: Ricerca e consultazione pratiche e verbali delle commissioni tecniche; Ricerca avanzata delle pratiche edilizie. Invio della richiesta di apertura pratica. La funzione è disponibile come modulo aggiuntivo soggetto a personalizzazione e può essere utilizzata come una pre accettazione o, tramite firma digitale, come richiesta con validità legale (attualmente ancora da attivare per Faenza); Comunicazioni al richiedente e al progettista (richiesta di chiarimenti o altra documentazione, avviso di ritiro dell’atto finale, ecc.) (attualmente ancora da attivare per Faenza). Funzioni di consultazione. Liste con raggruppamenti e ordinamenti svariati: per richiedente, progettista, localizzazione, responsabile, numero pratica. inizio sezione