Il Risorgimento Italiano

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Transcript della presentazione:

Il Risorgimento Italiano

Definizione Con Risorgimento la storiografia si riferisce al periodo della storia d'Italia durante il quale la nazione italiana conseguì la propria unità nazionale, riunendo in un solo nuovo Stato - il Regno d'Italia - i precedenti Stati preunitari. Il termine designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione

Le figure del Risorgimento PERSONAGGI Le figure del Risorgimento

Mazzini e Garibaldi Giuseppe Mazzini Giuseppe Garibaldi

Giuseppe Mazzini Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872) è stato un patriota, politico e filosofo italiano. Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d'Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte. Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.

Giuseppe Garibaldi Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – Isola di Caprera, 2 giugno 1882) è stato un generale, patriota e condottiero italiano. Noto anche con l'appellativo di Eroe dei due mondi per le sue imprese militari compiute sia in Europa, sia in America meridionale, è la figura più rilevante del Risorgimento ed uno dei personaggi storici italiani più celebri nel mondo.

Vittorio Emanuele II e Cavour Camillo Benso conte Cavour

Vittorio Emanuele II Vittorio Emanuele II di Savoia (Vittorio Emanuele Maria Alberto Eugenio Ferdinando Tommaso di Savoia; Torino, 14 marzo 1820 – Roma, 9 gennaio 1878) è stato l'ultimo re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e il primo re d'Italia (dal 1861 al 1878). Egli, coadiuvato dal primo ministro Camillo Benso conte di Cavour, portò infatti a compimento il Risorgimento e il processo di unificazione italiana, guadagnandosi l'appellativo di "Padre della Patria".

Camillo Benso conte di Cavour Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, nobile dei Marchesi di Cavour, Conte di Cellarengo e di Isolabella, noto semplicemente come Conte di Cavour o Cavour (Torino, 10 agosto 1810 – Torino, 6 giugno 1861), è stato un politico e patriota italiano. Fu ministro del Regno di Sardegna dal 1850 al 1852, Capo del governo dal 1852 al 1859 e dal 1860 al 1861. Nello stesso 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, divenne il primo Presidente del Consiglio del nuovo Stato e con tale carica morì. Fu protagonista del Risorgimento come sostenitore delle idee liberali, del progresso civile ed economico, dell’anticlericalismo, dei movimenti nazionali e dell’espansionismo del Regno di Sardegna ai danni dell’Austria e dello Stato Pontificio.

Il 18 febbraio 1861 si riunì a Torino il primo Parlamento dell’Italia unita, che approvò la legge istitutiva del Regno d’Italia, promulgata il 17 marzo dello stesso anno. La nascita della Nazione rappresenta l’evento centrale di un lungo processo che, nonostante i forti conflitti culturali ed ideologici e le molte difficoltà emerse, permise di realizzare l’unità politica di cui si celebra, quest’anno, il 150° anniversario. 17 marzo 1861

La Resistenza Italiana Il secondo Risorgimento

Tratti principali Il movimento della Resistenza - inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazione nazifascista - fu caratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale i cui partiti componenti avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra. La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana: l'Assemblea Costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al CLN, i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche ed ispirandola ai princìpi della democrazia e dell'antifascismo.

La Lotta di Liberazione Il periodo storico individuato comunemente come Resistenza inizia dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 (il CLN fu fondato a Roma il 9 settembre) e termina alla fine del mese di aprile 1945. La scelta di celebrare la festa della Liberazione il 25 aprile 1945 fu riferito con la data dell'appello per l'insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano. La Resistenza italiana fu solo la prima parte del cosiddetto periodo costituzionale transitorio, che si concluse con la nomina del primo governo Parri del 21 giugno 1945, mentre la seconda parte terminerà il 1º gennaio 1948, giorno dell'applicazione della nuova Costituzione Italiana.

Composizione politica delle brigate partigiane Brigate d’Assalto Garibaldi Partito Comunista Italiano 575 Brigate Giustizia e Libertà Partito D’Azione 198 Brigate autonome guidate da militari, particolarmente attive in Piemonte 255 Brigate Matteotti Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria 70 Brigate Mazzini Partito Repubblicano Brigate del popolo Partito Popolare – Democrazia Cristiana 54

Le medaglie d’oro della Resistenza

Parma nella Resistenza Nella notte tra l'8 e il 9 settembre 1943 unità corazzate tedesche occupano Parma e i maggiori centri della provincia. Il 10 settembre a Villa Braga di Mariano, i dirigenti del Partito comunista (tra cui Remo Polizzi, Luigi Porcari , Giacomo Ferrari , Dante Gorreri , Umberto Ilariuzzi, Virginio Barbieri, Bruno Tanzi) si riuniscono e gettano le basi organizzative della resistenza armata contro l’occupazione nazista. Il 15 ottobre, nello studio notarile di Giuseppe Micheli, gli esponenti dei partiti antifascisti (Partito comunista, Partito socialista, Partito d’azione, Partito repubblicano, Democrazia cristiana e Partito liberale) danno vita al Comitato di liberazione nazionale (Cln) di Parma.

Le prime bande partigiane di montagna iniziano ad essere costituite dal Cln nell’autunno e alla vigilia di Natale del 1943 una di esse, il Distaccamento “Picelli”, sostiene vittoriosamente il combattimento con un più numeroso reparto fascista ad Osacca, nel Bardigiano. Altri gruppi partigiani si costituiscono sulle montagne della zona Ovest (il “Betti”, il “Penna”, la “Beretta”, il “Copelli”), e della zona Est (il “Griffith”) tra dicembre 1943 e marzo 1944. In pianura si formano le Sap (Squadre d’azione patriottica), addette al sabotaggio e al supporto logistico della guerriglia, e i Gap (Gruppi d’azione patriottica) per colpire i nemici in città.

Nell’estate 1944 il movimento della Resistenza, alimentato soprattutto dai giovani che rifiutano di arruolarsi nell’esercito della Rsi, ha la sua massima espansione, tanto che in giugno le forze partigiane controllano intere zone appenniniche nella Val Ceno e nella Val Taro (i “Territori liberi”). Nel mese di luglio la Wehrmacht sferra un’offensiva per colpire le basi della guerriglia partigiana sull’Appennino Tosco-Emiliano con tre grandi operazioni di rastrellamento, accompagnate da rappresaglie ed eccidi contro la popolazione civile (efferati quelli di Neviano degli Arduini e di Strela di Compiano), cui seguono i rastrellamenti di novembre (Est Cisa) e di gennaio (Ovest Cisa).

Alla vigilia della Liberazione il movimento partigiano è in grado di organizzare circa undicimila uomini, inquadrati in cinque grandi unità militari: le Divisioni “Ricci” e “Monte Orsaro” nell’Est Cisa, le Divisioni “Val Ceno” e “Val Taro” e “Cisa” nella zona Ovest. Alla loro testa il comandante “Arta” (Giacomo Ferrari) e il commissario politico “Poe” (Achille Pellizzari) nella zona Ovest, il comandante “Colonnello Gloria” (Paolo Ceschi) e il commissario “Mauri” (Primo Savani) , nella zona Est. La liberazione di Parma avviene la mattina del 26 aprile, mentre le operazioni di guerra si concludono il 29 con la resa di circa quindicimila soldati tedeschi e fascisti accerchiati nella “sacca” tra Fornovo e Ozzano Taro .