PAGINA NOSTRA HOMINEM SAPIT LA POESIA DI MARZIALE
MARZIALE: DODICI LIBRI DI EPIGRAMMI (più di 1500) SCRITTI FRA L’86 E IL 102 d.C.
EPIGRAMMA (gr.: iscrizione): DALLA GRECIA ARCAICA, BREVE COMPONIMENTO USATO ORIGINARIAMENTE CON FUNZIONE COMMEMORATIVA (inciso su pietre tombali o offerte votive o monumenti) IN EPOCA ELLENISTICA NON MANTIENE LA FUNZIONE EPIGRAFICA, MA CONTINUA A ESSERE BREVE E OCCASIONALE (riproduzione di eventi, anche quotidiani, e contenuti vari: funebre e votivo, erotico, simposiaco, satirico e narrativo)
A ROMA LO PRATICA SOPRATTUTTO CATULLO (apprezzamento della brevitas) e altri neoterici NEL I SECOLO A.C. MARZIALE APPREZZA DELL’EPIGRAMMA LA DUTTILITÀ, CHE CONSENTE DI RIPRODURRE IL REALE; INOLTRE LO OPPONE ALL’EPOS E ALA TRAGEDIA ORMAI CONSUNTI
IL REALISMO DI MARZIALE RISULTA ORIENTATO IN SENSO SATIRICO, MA LA SATIRA NON È PERSONALE , MIRA A RAPPRESENTARE CARATTERI DEL TEMPO IN MODO COMICO (Lucilio) MARZIALE COSTRUISCE MECCANISMI COMICI CARATTERIZZATI TRA L’ALTRO DAL FULMEN IN CLAUSULA o APROSDÓKETON
LINGUAGGIO MOLTO VARIO: dal quotidiano all’osceno (lasciva est nobis pagina, vita proba), al parodisticamente aulico (documenta così il linguaggio manierato degli ambienti di corte e della cultura ufficiale).