DIABETE CONTROLLO DELLA GLICEMIA CECITA’ AMPUTAZIONI MALATTIA SOCIALE 3^ CAUSA DI MORTE PER CORONAROPATIE ALTI COSTI DIRETTI E INDIRETTI PRINCIPALI OBIETTIVI CONTROLLO DELLA GLICEMIA PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE
CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO TIPO 1: - ETÀ<30 - FATTORI EZIOLOGICI: GENETICO IMMUNITARIO - AB - SCARSA INSULINA ENDOGENA - IPERGLICEMIA CHETOACIDOSI DIABETE MELLITO INSULINO DIPENDENTE 5-10% (DMID) TIPO 2: DIABETE MELLITO NON INSULINO DIPENDENTE 5-10% (DMID) - ETÀ>30 - FATTORI EZIOLOGICI: GENETICO e/o AMBIENTALI OBESITA’ - NON AB - DIETA ATTIVITA’ SPORTIVA - CHETOSI RARA
PATOLOGIE PANCREATICHE; CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO DIABETE MELLITO ASSOCIATO AD ALTRE PATOLOGIE: PATOLOGIE PANCREATICHE; SQUILIBRI ORMONALI; FARMACI;
II° O III° TRIMESTRE; EZIOLOGIA: ORMONI PLACENTARI: MACROSOMIA; DIABETE GESTIONALE II° O III° TRIMESTRE; EZIOLOGIA: ORMONI PLACENTARI: MACROSOMIA; 30/40% DIABETE CONCLAMATO ENTRO 5-10; FATTORI DI RISCHIO; 24^ E 28^ SETTIMANA PROVA TOLLERANZA AL GLUCOSIO; INTOLLERANZA AL GLUCOSIO PROVA DI TOLLERANZA GLIC. TRA 140 MG/DL E 200 MG/DL; DIABETE NEL 29%; COMPLICANZE; PRECEDENTI EPISODI DI INTOLLERANZA AL GLUCOSIO NORMALE METABOLISMO; IPERGLICEMIA PRECEDENTE; CONTROLLI; POTENZIALE INTOLLERANZA AL DIABETE NESSUNA STORIA DI INTOLLERANZA AL DIABETE; AUMENTATO RISCHIO DI DIABETE;
CELLULE BETA DELLE ISOLE DEL LANGERHANS PRODUCONO INSULINA CHE TRASPORTA IL GLUCOSIO AL TESSUTO MUSCOLARE AL FEGATO ED AL TESSUTO ADIPOSO
CELLULE ALFA DELLE ISOLE DEL LANGERHANS PRODUCONO SE LA GLICEMIA DIMINUISCE GLUCAGONE CHE LIBERA GLUCOSIO DAL FEGATO GLICEMIA COSTANTE
TRASPORTO E UTILIZZO DEL GLUCOSIO COME FONTE DI ENERGIA EFFETTI DELL'INSULINA TRASPORTO E UTILIZZO DEL GLUCOSIO COME FONTE DI ENERGIA IMMAGAZZINAMENTO DI GLUCOSIO NEL FEGATO E NEL TESSUTO MUSCOLARE (GLICOGENO) DEPOSITO DEI GRASSI DI ORIGINE ALIMENTARE NEL TESSUTO ADIPOSO TRASPORTO DEGLI AMINOACIDI DERIVANTI DALLE PROTEINE DELLA DIETA ALL’INTERNO DELLE CELLULE INIBISCE L’UTILIZZO DELLE RISERVE DI GLUCOSIO PROTEINE E GRASSI
MANIFESTAZIONI CLINICHE 3 P - POLIURIA - POLIDIPSIA - POLIFAGIA E POI AFFATICAMENTO DEBOLEZZA PERDITA DI SENSIBILITA’ MANI E/O PIEDI LENTA GUARIGIONE DI LESIONI INFEZIONI RICORRENTI DIAGNOSI GLICEMIA A DIGIUNO > 126 MG/DL GLICEMIA NEL CORSO DELLA GIORNATA > 200 MG/DL TRATTAMENTO DIETA, ATTIVITA’ FISICA CONTROLLO CONTINUO DEI PARAMETRI SIGNIFICATIVI TERAPIA FARMACOLOGIA EDUCAZIONE DEL PAZIENTE
IL PAZIENTE DIABETICO ANAMNESI SINTOMI DI IPERGLICEMIA SINTOMI DI IPOGLICEMIA FREQUENZA, TEMPI, GRAVITA’ RISOLUZIONI PRESENZA E GRADO DI EVENTUALI COMPLICANZE CRONICHE NEFROPATIE: MICROALBUMINEMIA RETINOPATIA: ESAMI DEL F.O. E FLURANGIOGRAFIA NEUROPATIA: SINTOMI COMPLICANZE MACROVASCOLARI: SINTOMI RISPETTO DEL REGIME DIETETICO REGIME DI ATTIVITA’ FISICA
ANALISI DI LABORATORIO OFTALMOLOGICA PODOLOGICA PRESSIONE ARTERIOSA PESO PIEDI POLSI- ESAME DEL FONDO OCULARE- LESIONI E EVIDENZA DI INFEZIONI- ESAME NEUROLGICO SENSAZIONE DI “PUNTURA DI SPILLO- RIFLESSI TENDINE! PROFONDI ANALISI DI LABORATORIO HGBA (OGNI TRE MESI) MICROALBUMINURIA (annualmente) PROFILO LIPIDICO A DIGIUNO (annualmente) VISITE SPECIALISTICHE OFTALMOLOGICA PODOLOGICA
FATTORI DI RISCHIO STORIA FAMILIARE OBESITA’ (>25%) GRUPPO ETNICO/RAZZIALE ETA’ >45 INTOLLERANZA AL GLUCOSIO A DIGIUNO IPERTENSIONE (>l4OmmHG)- COLESTEROLO HDL <35 MG/DL TRIGLICERIDI > 250 MG/DL STORIA DI DIABETE GESTAZIONALE O NEONATO MACROSOMICO
CATEGORIE DI INSULINA AZIONE NEL TEMPO INSORGENZA DELL’EFFETTO PICCO DURATA INDICAZIONI RAPIDA 10-15 MINUTI 1 ORA 3 ORE DIMINUZIONE RAPIDA GLICE MIA BREVE ½ -1 ORA 2-3 ORE 4-6 ORE 20-30 MINUTI PRIMA DEI PASTI INTERMEDIA 3-4 ORE 4-12 ORE 16-20 ORE DOPO IL PASTO PROLUNGATA 6-8 ORE 12-16 ORE 20-30 ORE PER CONTROLLARIE LA GLICEMIA A DIGIUNO
CONSIGLI DI USO PRATICO NO DISINFEZIONE CUTE CON SOLUZIONE ALCOOLICHE (EVENTUALE USO DI ETERE) CAMBIARE SEDE DELLE INOCULAZIONI LIPODOSTROFIA LIPOATROFIA LIPOIPERTROFIA ASSOCIAZIONE DI INSULINA AD AZIONE BREVE E INTERMEDIA QUALE ASPIRARE PRIMA? INSULINA IN FRIGORIFERO O NO? IN GRAVIDANZA SI SOLO ALL’INSULINA SAPER RICONOSCERE UN’IPOGLICEMIA.
COMPLICANZE ACUTE IPOGLICEMIA < 50-60 MG/DL SE LIEVE SI STIMOLA IL S.N. SIMPATICO ADRENALINA SUDORAZIONE TREMORE TACHICARDIA, PALPITAZIONI, AUMENTO APPETITO SE È PIU’ GRAVE IL TESSUTO NERVOSO CEREBRALE SOFFRE PER LA SCARSITÀ DI APPORTO NUTRITIZIO
CHETOACIDOSI DIABETICA GRAVE CARENZA DI INSULINA ALTERAZIONE METABOLISMO: • CARBOIDRATI PROTEINE E LIPIDI; DETERMINA: • DISIDRATAZIONE, PERDITA DI ELETTROLITI, ACIDOSI SE <INSULINA GLUCOSIO NO NELLE CELLULE GLICEMIA GLICOSURIA (CON H2O, Na+, K+) POLIURIA DISIDRATAZIONE E ELETTROLITI DEMOLIZIONE DEI LIPIDI IN GLICEROLO + ACIDI GRASSI NEL FEGATO IN CORPI CHETONICI ACIDOSI METABOLICA (NEL CIRCOLO) SINTOMI: ALITO ACETONICO-NAUSEAVOMITO-DOLORI ADDOMINALI
PIANO DI ASSISTENZA IL PAZIENTE CON DIABETE DI RECENTE DIAGNOSI ACCERTAMENTO • SEGNI E SLNTOMI DELL’IPERGLICEMIA; • FATTORI FISICI, SOCIALI, EMOTIVI; • VALUTAZIONE DI EVENTUALI: - DEFICIT VISIVI (SIRINGA - GIORNALE) - DEFICIT DI COORDINAZIONE MOTORIA - DEFICIT NEUROLOGICI (AFASIA, DIFFICOLTA’ DI COMPRENSIONE - PROBLEMI SOCIALI (TIPO DI LAVORO, CULTURA, SOSTEGNO FAMILIARE, MECCANISMI DI ADATTAMENTO)
PIANO DI ASSISTENZA IL PAZIENTE CON DIABETE DI RECENTE DIAGNOSI DIAGNOSI INFERMIERISTICA RISCHIO DI IPOVOLEMIA IN SEGUITO A POLIURIA E DISIDRATAZIONE; - ALTERAZIONE DELLO STATO MJTRIZIONALE DOVUTA ALLA MANCANZA DI EQUILIBRIO TRA QUANTITA’ DI INSULINA 5 OMMINI S TRATA, ALIMENTAZIONE, ATTIVITA’ FISICA; - INSUFFICIENTE CONOSCENZA DELLA PATOLOGIA DIABETICA E DELLE PRATICHE DI AUTO CURA; - POTENZIALE DEFICIT DI AUTOCURA PER PROBLEMI FISICI O SOCIALI; - ANSIA PER PAURA DELLE COMPLICANZE E SCARSA CONOSCENZA DELLA PATOLOGIA.
OBIETTIVI PER IL PAZIENTE: PIANIFICAZIONE OBIETTIVI OBIETTIVI PER IL PAZIENTE: RIPRISTINO/MANTENIMENTO DEL BILANCIO IDRICOSALINO CONTROLLO GLICEMIA PESO IDEALE AUTOCURA RIDURRE ANSIA E COMPLICANZE
INTERVENTI INFERMIERISTICI MANTENIMENTO DEL BILANCIO IDRICO-SALINO • CONTROLLO “ENTRATE ED USCITE” • CONTROLLO ELETTROLITI • PARAMETRI VITALI MIGLIORAMENTO DELL’APPARATO NUTRIZIONALE • CONTROLLO DELLA GLICEMIA CON LE DIETE PERSONALIZZATE • CONTROLLO ORARIO TERAPIA IN OSPEDALE RIDUZIONE DELL’ANSIA • CORREGGERE I COMPORTAMENTI ERRATI • FAR ESEGUIRE LA PROCEDURA MIGLIORAMENTO DELL’AUTOCURA • EDUCAZIONE — INSEGNAMEMNTO DELLE PROCEDURE INFORMAZIONE - COINVOLGIMENTO DEI FAMILIARI MONITORAGGIO E TRATTAMENTO DI POTENZIALI COMPLICANZE
SOVRACCARICO DI LIQUIDI: PER SOMMINISTRAZIONE DI GRANDI VOLUMI DI LIQUIDI PER IL TRATTAMENTO DELLA CHETO ACIDOSI; CONTROLLO DEI PARAMETRI VITALI, DIURESI, ENTRATE /USCITE IPOPOTOSSIEMIA: COMPLICANZE DELLA CHETOACIDOSI (REIDRATAZIONE, POLIURIA k+ DEL LIQUIDO INTERSTIZIALE ALL’AMBIENTE 1NTRACELLULARE TRAMITE INSULINA) UTILE: ECG-F.C. IPERGLICEMIA E CHETOACIDOSI: CONTROLLI EMATICI E TERAPIA ADEGUATA IPOGLICEMIA: NON RISPETTO DEGLI ORARI,ATTIVITA’ FISICA. DIGIUNO SEGNI E SINTOMI EDEMA CEREBRALE CAUSA NON NOTA FORSE PER TROPPO RAPIDA CORREZIONE DELL’IPERGLICEMIA CHE PROVOCA FLUSSO DI LIQUIDI, DA CIO’ SI DEVE RIDURRE L’ IPERGLICEMIA GRADUALMENTE.
VALUTAZIONE RISULTATI ATTESI RIPRISTINO DEL BILANCIO IDRICO - SALINO a) BILANCIO TRA ENTRATE ED USCITE b) ELETTROLITI NELLA NORMA c) P.V. NELLA NORMA 2. CORRETTO BILANCIO MATABOLICO a) EVITARE IPO O IPERGLICEMIA b) CORREZIONE RAPIDA DELL’IPOGLICEMIA c) MANTENERE IL PESO IDEALE 3. CONOSCERE LE TECNICHE PER IJN BUON CONTROLLO DELLE PATALOGIE a) CONOSCENZE SULLE FISIOPATOLOGIE: • DEFINIZIONE Dl DIABETE> 126 MG/DL • QUALI FATTORI DIMINUISCONO LA GLICEMIA • QUALI FATTORI AUMENTANO LA GLICEMIA • QUALI TRATTAMENTI POSSIBILI
b) MODALITA’ DI TRATTAMENTO: • SOMMINISTRAZIONE DELL’INSULINA E IPOGLICEMIZZANTI ORALI • TEMPI DI SOMMINISTRAZIONE E DI AZIONE • ROTAZIONE DEI PUNTI DI INFEZIONE (SE IN INSULINOTERAPIA) • CONOSCENZA DEGLI ALIMENTI • ORARI DEI PASTI • MISURAZIONE GLICEMIA AUTONOMA • ELIMINAZIONE DELLE SIRINGHE E/O AGHI USATI • VALUTAZIONE CORPI CHETONICI NELLE URINE e) COMPLICANZE ACUTE: • RICONOSCERE I SINTOMI DELLA IPOGLICEMIA • TRATTAMENTO APPROPIATO DELLA IPOGLICEMIA • SAPER IDENTIFICARE LE CAUSE DELL’ IPOGLICEMIA • PREVENZIONE DELL’IPOGLICEMIA • RICONOSCER I SINTOMI DELL’IPERGLICEMIA • TRATTAMENTO DELL’IPERGLICEMIA d) CONOSCENZE DI ORDINE PRATICO: • CONSERVAZIONE E PREPARAZIONE DELL’INSULINA • QUANDO SERVE UN CONTROLLO DEL DIABETOLOGO • INTEGRITA’ CUTANEA
COMPLICANZE MACROVASCOLARI COMPLICANZE CRONICHE DEL DIABETE PATOLOGIE MICRO VASCOLARI PATOLOGIE MACRO VASCOLARI NEUROPATIE COMPLICANZE MACROVASCOLARI ALTERAZIONE A CARICO DEI VASI DI MEDIO E GROSSO E CALIBRO (ALTERAZIONE ATEROSCLEROTICHE) CHE DANNO ORIGINE CORONAROPATIE, PATOLOGIE CEREBRO VASCOLARI, VASCULOPATIE PERIFERICHE: CORONOPATIE MAGGIORE INCIDENZA DELL’ INFARTO TIA – INFARTI CEREBRALI PATOLOGIE CEREBRO VASCOLARI VASCULOPATIE PERIFERICHE ARTERIOPATIE OCCLUSIVE PERIFERICHE (CLAUDICATIO)
COMPLICANZE MICROVASCOLARI LE ALTERAZIONI A CARICO DEI VASI MINORI SONO UNA PECULIARITA’ DEL DIABETE (MICROANGIOPATIA) ED E’ UN ISPESSIMENTO DELLA MEMBRANA BASALE CHE CIRCONDA LA SUPERFICIE DELL’ENDOTELIO CAPILLARE. RETINOPATIA DIABETICA PROLIFERATIVA O NO ALBUMINURIA> 30 MG/24ORE NEFROPATIA DIABETICA NEUROPATIE COLPISCONO I NERVI DI OGNI TIPO, CI PUO’ ESSERE UNA DEMIELINIZZAZIONE CHE COMPROMETTE LA CONDUZIONE NERVOSA. SINTOMI INIZIALI: PARESTESIA, BRUCIORI SINTOMI TARDIVI: PERDITA DI SENSIBILITA’ (SPECIE AI PIEDI)