Esperienze di Terapia di Gruppo con Uomini Maltrattanti

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Transcript della presentazione:

Esperienze di Terapia di Gruppo con Uomini Maltrattanti Gruppo Focus 12 Passi Relazioni d’amore e dipendenze: dal deserto alla speranza Esperienze di Terapia di Gruppo con Uomini Maltrattanti Dr. Andrea Cicogni Psichiatra ASF 10 Firenze Vice Presidente CAM (Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti) ONLUS

Dati ISTAT 2007 sulla violenza in Toscana Il 17% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della sua vita una violenza da un partner o ex-partner. Il 26,4% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della loro vita una violenza/molestia sessuale.

Dati ISTAT 2007 sulla violenza in Toscana Il 5,8% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito stupri o tentati stupri nel corso della loro vita. Mentre le molestie/violenze sessuali sono più di frequente opera di sconosciuti, l’inverso accade per gli stupri: Il 69,7% degli stupri, infatti, è opera di partner; Il 17,4% di un conoscente; Il 6,2% è stato opera di estranei.

Dati ISTAT 2007 sulla violenza in Toscana Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate, il sommerso raggiunge: il 95,3 % delle violenze da un non partner; il 92,5 % di quelle da partner. Solo il 20% delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale in famiglia considera la violenza subita come un reato: il 45% lo considera qualcosa di sbagliato ma non un reato; il 33,5% lo considera solo qualcosa che è accaduto. Più di un terzo delle vittime non avevano parlato con nessuno della violenza subita.

Dati ISTAT 2007 sulla violenza : ultimi 12 mesi Donne 16-70 anni che hanno subito violenza durante l’ultimo anno in: TOSCANA: - il 5,6% ha subito violenza fisica o sessuale - il 3,2% ha subito violenza fisica o sessuale dal partner o ex partner Se il 3,2% delle donne in Toscana tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza significa che: 41683 donne hanno subito negli ultimi 12 mesi violenza fisica o sessuale da un partner o ex-partner. FIRENZE Se il 3,2% delle donne di Firenze tra i 16 e i 70 anni (130.195) subisce violenza significa che: 4166 donne hanno subito negli ultimi 12 mesi almeno una violenza fisica o sessuale da un partner o ex-partner.

Omicidi femminili In Italia ogni 3 giorni viene uccisa una donna dal partner o ex-parter: Nel 2005 sono state 84 Nel 2006 sono state 101 Nel 2007 sono state 107 Nel 2008 sono state 113 Nel 2009 sono state 119 Nel 2010 sono state 127

Nei Servizi di Salute Mentale Facilmente si può minimizzare o spesso non identificare affatto la violenza. La diagnosi ed il trattamento del disturbo mentale può senza volerlo distrarre l’attenzione dal problema della violenza e da mettere in atto ciò che è utile per interromperla e creare un livello di sicurezza per la vittima. Rischi della eccessiva psicologizzazione data dalla convinzione che solo identificare e trattare la psicopatologia sottostante può portare ad una cessazione della violenza.

Trattamenti nei Servizi Sanitari e della Salute Mentale Spesso sono inefficaci o addirittura dannosi, frequentemente non riescono a diagnosticare e mettere a fuoco il problema della violenza domestica. Danno spesso il messaggio che le donne maltrattate sono malate e che “almeno in parte” la violenza è colpa loro. Portano all’uso (sbagliato o eccessivo) di farmaci per la donna, alla consulenza di coppia e non pongono attenzione alla sicurezza della donna.

Criticità nell’identificazione della violenza e dell’uomo maltrattante La negazione e la manipolazione messe in atto sono in genere ben condotte e seducenti. Il maltrattante può apparire molto razionale, sano, “together”. Qualora ammetta la violenza può apparire sinceramente pentito e scusarsi profondamente. può riuscire a far passare la violenza come momentanea o giustificata; o causata dall’uso di alcool o sostanze; o comunque problemi depressivi ecc.

Esempi di Minimizzazione e Giustificazione L’ho soltanto minacciata. Sono qui in quanto obbligato ma… Le ho solo dato uno schiaffo Non l’ho mai picchiata davvero Abbiamo avuto una scaramuccia da innamorati Le vengono i lividi facilmente Credo che si sia impaurita (senza motivo) La situazione si è un po’ riscaldata E’ stato solo un piccolo bisticcio

Giustificazione e colpevolizzazione della vittima Le cose sono andate fuori controllo Le ho dato un buffetto Ho solo un cattivo carattere Ero ubriaco Ha toccato i miei punti deboli Mi ha spinto troppo oltre Mi sono solo difeso E della SUA violenza allora che ne dice? Con me diventa sempre isterica

F.A.Q.:Chi sono i maltrattanti? Non esiste al momento (e forse non esisterà mai) un profilo preciso o una tipologia capace di predire il maltrattamento. Abbiamo un “PARADOSSO DELLA NORMALITA’ “ Tuttavia qualche tentativo di classificazione è stato fatto…

Gondolf 1988 Suggerisce un continuum tra Sporadico Cronico antisociale Sociopatico

Saunders, 1992 Family only: controllati e controllanti con alto livello di violenza psicologica Generally violent: patologia grave del Super Io, assenti sensi di colpa e coinvolgimento emotivo. Emotionally volatile: dipendenti dalla presenza della partner, aggressioni cicliche seguite da pentimenti.

Dutton, 1995 Molti hanno sintomi di un PTSD Mix di umiliazione, vergogna e abuso

Jacobson and Gottman, 1998 Pitt Bulls: (hot blooded maggior frequenza cardiaca ed emozioni durante l’abuso) comportamento violento con chi amano, gelosi, hanno paura dell’abbandono, si arrabbiano molto, stalker, aumento arausal, più trattabili in terapia riabilitativa. Cobra:(cold hearted battito cardiaco basso e meno emozioni durante la violenza) aggressivi verso tutti anche animali domestici, più emotivamente indipendenti, si calmano quando diventano aggressivi, uso più frequente di armi e coltelli, uso di sostanze, più facilmente pregiudicati, più difficili da trattare. Tendenzialmente sociopatici.Quando arriva la Polizia li trova calmi ed adeguati con la partner agitata ed urlante (talora arrestano la persona sbagliata o dual arrest..!)

Elisabeth Gilchrist et al. 2003 identifica due grossi gruppi: 1) BORDER-LINE/ DIPENDENTI EMOTIVI 2) NARCISISTICI/ANTISOCIALI

Border-line/Dipendenti emotivi: Alto livello di gelosia, alto livello di dipendenza interpersonale, alto livello di rabbia e bassa autostima, disforici, emotivamente volatili, possono più facilmente soffrire di ansia e depressione, incolpano sempre gli altri o le circostanze esterne (locus of control esterno), possono aver sperimentato abusi fisici e sessuali, hanno una modalità di attaccamento insicuro, pensieri autolesivi o suicidari, la rabbia viene vissuta come parte dell’intimità, se troppo confusi o distruttivi difficili da tenere in un gruppo.

Narcisistici/Antisociali Prevalentemente ANTISOCIALI: uso di alcool e droghe, tendenza a vestire i panni del macho, difficoltà ad essere empatici, patologia grave del SuperIo (assenza di colpa) Prevalentemente NARCICISTI: tendono ad essere paranoici e narcisisti, rispondono in modo socialmente desiderabile Gruppo a bassa patologia prevalentemente narcisistica, moderate attitudini macho, atteggiamenti socialmente desiderabili, bassa rabbia, assente ideazione suicidaria, non abusati nell’infanzia.

In conclusione tuttavia: Il livello di psicopatologia non predice la i nuovi episodi di maltrattamento Sebbene il livello di psicopatologia richieda un trattamento, non è probabile che questo risolva la violenza in sé. In alcuni casi la diagnosi puo’ essere tautologica (es. disturbi di personalità) Interventi inadeguati (individuali, o familiari o di coppia) che non abbiano una posizione chiara sulla violenza, che è prima di tutto un problema legale e non psicopatologico, possono essere non solo inutili ma iatrogeni e fortemente pericolosi.

F.A.Q. “..ma perché non lo lasciano?” Chi lavora con donne maltrattate sa che questo è spesso un obiettivo non un punto di partenza. “Ciclo della violenza”:1)relazione normale 2) scoppio della violenza 3) fase delle scuse rimorso pentimento (sottile richiesta di aiuto e colpevolizzazione della donna che non lo capisce ed inizio nuovo ciclo. Paura di ritorsioni, problemi pratici, mancanza di risorse o alternative. Impotenza appresa, “Donne che amano troppo” ma ATTENZIONE: parlare di masochismo, collusione ecc. per donne che non hanno alternative sociali ed economiche ecc. è spesso aggiungere violenza a violenza.

Il Ciclo della Violenza– Lenore Walker, 1979

F.A.Q. “..e gli uomini maltrattati? Esistono, anche se in numero esiguo e alcuni vivono la stessa situazione di vergogna, di impossibilità a lasciare il/la partner (tuttavia non appaiono terrorizzati, come le donne che vengono ferite più gravemente) ecc. Vi sono ricerche effettuate in Comunità specifiche (Esercito USA, gruppi gay/lesbian, dati raccolti dalla Polizia che interviene in emergenza “dual arrest”) False denuncie: esistono, ma in linea con gli altri reati. mentre di sicuro il 93% delle violenze fisiche e sessuali NON viene denunciato.

Creare una bilancia motivazionale basta sull’analisi Costo/Beneficio Benefici dell’Abuso Mi calma la tensione Sta zitta per un po’ Mi salva dal sentirmi ferito … Costi dell’Abuso Mia moglie mi può lasciare Non mi parla più Dopotutto mi sento in colpa I miei figli hanno paura di me …

Costo/Beneficio della Nonviolenza Benefici della nonviolenza Mi fa essere me stesso Mi fa vergognare di meno Sperimento l’intimità … Costi della Nonviolenza Mi sento vulnerabile Non faccio sempre ciò che voglio Devo ascoltare le critiche Richiede maggior sforzo …

Rabbia e stress ? Chiamare in causa la perdita di controllo, problemi di rabbia o di stress è una credenza comune. In realtà solo il 5-10% dei maltrattanti ha difficoltà a controllare la rabbia e l’aggressività. Più che essere “fuori controllo” il comportamento è “controllante”. Chiamare rabbia ogni sentimento è sbagliato, spesso c’è paura, sentirsi ferito, gelosia, sensazione di impotenza, preoccupazione ecc.

F.A.Q. “Cosa si fa nel mondo per trattare i maltrattanti?” Dai primi programmi negli anni settanta in USA (Emerge a Boston, Amend a Denver, Duluth in Minnesota) si sono sviluppati numerosi Programmi e Centri di trattamento nel mondo. Un’indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2003 ne censisce la presenza in almeno 36 nazioni del mondo. L’Italia sconta un ritardo culturale e legislativo, anche rispetto alle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa (2005) che incoraggia programmi d’intervento con gli autori. Cfr. Linee Guida CAM

MISSION DEL PROGETTO Nasce nel 2009 come progetto sperimentale promosso dall’Associazione Artemisia in collaborazione con la ASL 10 di Firenze e con il finanziamento del Cesvot Innovazione. Si costituisce in Associazione Onlus a Novembre 2009. L’obiettivo del lavoro con uomini maltrattanti é quello di eliminare la violenza maschile sulle donne attraverso: la promozione di programmi di cambiamento rivolti a maltrattanti; il miglioramento della sicurezza delle vittime della violenza; l’impegno nel promuovere il cambiamento sociale

Programmi internazionali ed europei di trattamento per maltrattanti a cui si ispira il Centro: Emerge, Boston Progetto MUVI - ATV, Oslo MRS – Men’s Referall System, Australia Fundación Instituto de Reinserción Social (IReS) –Barcellona Vir Es – Ginevra Linee guida internazionali ed Europee (ad es: Consiglio d’Europa – 2005) che incoraggiano programmi di intervento per maltrattanti

Linea telefonica dedicata con operatori specializzati I SERVIZI OFFERTI Sito web Linea telefonica dedicata con operatori specializzati Colloqui di valutazione individuali Contatto con la partner Gruppi psico-educativi, co-condotti (uomo-donna)

Lavorare con i maltrattanti: alcuni elementi chiave per un programma efficace Confrontare i meccanismi di negazione, minimizzazione. Cambiare la distorta concezione di mascolinità che favorisce la violenza. Accettare di essere i responsabili del proprio comportamento violento. Essere attenti alla sicurezza della vittima Gli altri professionisti che entrano in contatto con il maltrattante debbono dare un chiaro ed univoco messaggio che la violenza è inaccettabile e considerare i maltrattanti responsabili della propria violenza. Necessità di un lavoro in rete con i Servizi Pubblici e del Privato Sociale. Necessità di una crescente intolleranza della violenza domestica nella società civile.

Utilità del lavoro in gruppo Il riconoscimento in gruppo della violenza attuata in privato riduce i meccanismi di negazione e minimizzazione. Il gruppo permette meglio una decostruzione della visione e costrutti sociali relativi alla violenza domestica. Il gruppo massimizza il sistema di sostegno e permette di confrontare la violenza e gli atteggiamenti verso le donne senza diventare avversari.

Modalità e temi del lavoro in gruppo: Aiutare l’uomo a riconoscere il proprio comportamento violento ed abusante. (capire ciò che si intende per abuso e quali ne siano le forme) Analisi delle scuse e razionalizzazioni per ridurre il diniego, la negazione, la minimizzazione e attribuzione della colpa alla vittima Riconoscimento degli effetti della violenza sulla partner e sui bambini. Analisi dei Costi/Benefici della violenza Modifica delle convinzioni e valori sulla mascolinità Sviluppo di strategie per evitare la violenza futura Analisi delle modalità relazionali della famiglia di origine Check-in continuo dei sentimenti provati nella relazione con la partner nella settimana e poi nei confronti del gruppo: riconoscere ed esprimere sentimenti di vulnerabilità, timore dell’abbandono ecc.

F.A.Q. “ma in definitiva servono a qualcosa questi programmi?” La metanalitica di 302 ricerche, fatta da Lipsey e Wilson nel 1993, mostra, ad eccezione di 6 studi, risultati positivi statisticamente significativi. Scott nel 2004 analizzando i 40 programmi del Quebec stima che gli uomini sottoposti al trattamento non recidiva nei due terzi dei casi in termini di violenza “fisica”. Sebbene sia alti i tassi di abbandono durante il trattamento. Gondolf nel 2004 ha analizzato 40 ricerche di valutazione dei risultati apparse su riviste scientifiche che hanno mostrato come complessivamente tra 50 e 80% dei partecipanti non ha commesso violenze fisiche nel follow-up tra 6 mesi ed un anno. La “just put them in jail” response se utile come segnale forte e dissuasivo in alcune ricerche, in altre può da solo non servire anzi molti tornano a vivere dopo essere stati tolti di mezzo per un periodo con la vecchia partner o agiscono violenza con nuove partners (fino al 93% dei casi).

Conclusioni generali Fare un intervento “terapeutico riabilitativo” con i maltrattanti presenta complessità e problemi tali che rendono concrete le possibilità di fare interventi ingenui, inutili, francamente dannosi come pure di scivolare in grossolani errori. Nel mondo negli ultimi 30-40 anni si sono sviluppati modelli di trattamento, tecniche e teorie della tecnica che devono essere conosciute, diffuse, applicate e valutate anche nel nostro Paese. Sarà nostro obiettivo mantenere un atteggiamento scientifico, critico, “evidence based” volto allo studio e valutazione degli interventi come pure al loro miglioramento.

Tel. 339-8926550 Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti www.centrouominimaltrattanti.org Presso Fili e Colori/ Via E. Il Navigatore, 17 50127 Firenze Tel. 339-8926550 37

Grazie della cortese attenzione