Eucarestia in Luca Eucarestia in Luca
Eucarestia in Luca Quanti banchetti e nozze Gesù è stato presente Cosa vuol dimostrare ! Dio non ha nulla contro l’uomo È Misericordioso Rimette i peccati Vorrebbe diventare una cosa sola con tutti
Eucarestia in Luca Ci fa capire chi siamo noi Il banchetto elimina l’estraneità La relazione sta al centro Il banchetto eucaristico vuole metterci in relazione con quegli uomini che non abbiamo scelto noi Non siamo noi a sceglierci fratelli e sorelle siamo semplicemente in comunione con loro
Eucarestia in Luca Nel Vangelo di Luca abbiamo di fronte una ricchissima tipologia di persone che mangiano con Gesù un Pubblicano / Levi un Fariseo / Simone e la Peccatrice Sorelle / Marta e Maria un Fariseo / di Sabato “due Fratelli” / Figliol prodigo un Pubblicano / Zaccheo Discepoli / l’ultima cena Emmaus /
Lc 5.27-32 Vocazione di Levi [27] Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: Seguimi!". [28] Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. [29] Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. [30] I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?". [31] Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; [32] io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi".
Lc 5.27-32 Il primo banchetto è con un pubblicano (La vocazione di Levi) Motivazione “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”
Lc 5.27-32 L’Eucarestia non è una ricompensa per chi è santo e senza peccato è mezzo di salvezza per i malati è cambiamento (Levi – Matteo) x il pane e il Vino x i partecipanti
Lc 5.27-32 Dalla parte di Levi è ringraziamento per la chiamata è segno della seguela “ha abbandonato tutto” è gioia e festa
Lc 7.36-50 Nella casa di Simone [36] Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. [37] Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; [38] e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. [39] A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice".
Lc 7.36-50 [40] Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, dì pure". [41] "Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. [42] Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?". [43] Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene". [44] E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.
Lc 7.36-50 [45] Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. [46] Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. [47] Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco". [48] Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". [49] Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: "Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?". [50] Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; và in pace!".
Lc 7.36-50 Il secondo banchetto è nella casa di Simone il Fariseo è un credente un praticante un devoto Gesù sceglie accoglie la peccatrice (capelli disciolti) Parla con lei “l’acqua” la lode “il bacio” la perdona “il profumo”
Lc 7.36-50 L’eucarestia In noi stesso c’è il peccatore e il fariseo è aperta a tutti devoti e peccatori è il luogo in cui peccatori e i devoti sperimentano in eguale misura la bontà di Dio In noi stesso c’è il peccatore e il fariseo In noi celebriamo la misericordia di Dio
Lc 10.38-42 Marta e Maria [38] Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. [39] Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; [40] Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". [41] Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, [42] ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".
Lc 10.38-42 Il terzo banchetto Marta e Maria Non basta l’accoglienza fare del bene agli altri il rischio della Chiesa, – una Società per azioni – Solidarietà fine a se stessa L’eucarestia ci invita a fare del bene a se stessi
Lc 10.38-42 Siamo invitati a Contemplare Ascoltare Diventare una cosa sola con Gesù L’eucarestia approfondisce questo diventare una cosa sola con Gesù Non solo ascolto Gesù lo mangio mi fondo con Lui
Lc 14.1-24 A casa di un Fariseo [1] Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. [2] Davanti a lui stava un idropico. [3] Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: "È lecito o no curare di sabato?". [4]Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. [5] Poi disse: "Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?". [6] E non potevano rispondere nulla a queste parole. [7] Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: [8] "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te [9] e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.
Lc 14.1-24 [10] Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. [11] Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato". [12] Disse poi a colui che l'aveva invitato: "Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. [13] Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; [14] e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".
Lc 14.1-24 [15] Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: "Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!". [16] Gesù rispose: "Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. [17] All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. [18] Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. [19] Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. [20] Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire.
Lc 14.1-24 [21] Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. [22] Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. [23] Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. [24] Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena".
Lc 14.1-24 Il quarto banchetto (ancora un Fariseo) di Sabato Abbiamo di fronte una guarigione Idrofisia = leucemia Gesù restituisce l’integrità del corpo (lo toccò) L’eucarestia è Guarigione Medicina per i malati
Lc 14.1-24 C’è una seconda malattia la corsa ai primi posti C’è pure un peccato grave contro l’eucarestia, gli assenti Troppo occupati Troppo preoccupati Comprendiamo l’Eucarestia solo quando ammettiamo la nostra fragilità ciò che è povero e zoppo, cieco e storpio
Lc 14.1-24 Ritorna la salute Dobbiamo portare se abbandoniamo il mondo esteriore e ritorniamo alla interiorità Dobbiamo portare le nostre debolezze tutto ciò che è disprezzato, storpiato perché possa immergersi nella vita divina
Lc 15.1-32 Due fratelli [1] Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. [2] I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro". [3] Allora egli disse loro questa parabola: [4] "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? [5] Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, [6] va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. [7] Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
Lc 15.1-32 [8] O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? [9] E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. [10] Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte".
Lc 15.1-32 [11] Disse ancora: "Un uomo aveva due figli. [12] Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. [13] Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. [14] Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. [15] Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. [16] Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. [17] Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!.
Lc 15.1-32 [18] Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; [19] non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. [20] Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. [21] Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. [22] Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. [23] Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, [24] perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Lc 15.1-32 [25] Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; [26] chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. [27] Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. [28] Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. [29] Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. [30] Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. [31] Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; [32] ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato".
Lc 15.1-32 Il quinto banchetto i due fratelli Mormorazioni: “costui riceve i peccatori e mangia con loro” Lc.15,2 Si giustifica con tre parabole sono tre immagini dell’eucarestia La pecorella smarrita è la nostra libertà perduta cfr Gregorio di Nissa Nell’eucarestia Gesù ci ritrova ci carica sulle spalle ci porta a casa
Lc 15.1-32 La dramma perduta una dramma – il mondo interiore Il Figliol prodigo È festa se si ricompone la fraternità In noi c’è Uno che sperpera Uno che non fa festa L’eucarestia ci invita a Chiedere perdono Dare perdono
Lc 19.1-10 Zaccheo [1] Entrato in Gerico, attraversava la città. [2] Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, [3] cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. [4] Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. [5] Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". [6] In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. [7] Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È andato ad alloggiare da un peccatore!".
Lc 19.1-10 [8] Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". [9] Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; [10] il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".
Lc 19.1-10 Il sesto banchetto a Gerico ancora un pubblicano Zaccheo “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” Due particolari: basso di statura (denaro) Sicomoro (l’albero delle colpe)
Lc 22.14-20 L’ultima cena [14] Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, [15] e disse: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, [16] poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio". [17] E preso un calice, rese grazie e disse: "Prendetelo e distribuitelo tra voi, [18] poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio". [19] Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". [20] Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi".
Lc 22.14-20 Il settimo banchetto L’ultima cena Gesù si dona senza condizioni “Questo è il mio corpo questo è il mio sangue”
Lc 24.15-35 Emmaus … [28] Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. [29] Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro. [30] Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. [31] Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. [32] Ed essi si dissero l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?". [33] E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, [34] i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone". …
Lc 24.15-35 L’ottavo banchetto / Emmaus “Resta con noi Signore perché si fa sera” “Allo spezzar del pane lo riconobbero”
Grazie Don Arnaldo