SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE E MODELLO EX D. L.GS. 231/01 14 ottobre 2011 I sistemi di Gestione Ambiente e Sicurezza sono perfettamente integrabili con il Modello previsto dal D. Lgs. 231/2001 perché entrambi prevedono la verifica della conformità legislativa, una definizione chiara di responsabilità, competenze e controlli operativi, nonché delle relative registrazioni documentabili.
L’estensione del D. Lgs. 231 ai reati ambientali è un incentivo all’adozione dei sistemi di gestione ambientale ….. Un’Organizzazione che abbia come riferimento uno schema di gestione ambientale secondo la ISO 14001 e/o EMAS risulta avvantaggiata in quanto tiene monitorate e controllate con continuità e sistematicità le proprie prestazioni ambientali, impegnandosi a migliorarle, diminuendo quindi la possibilità di incorrere in reati collegati, oltre a sottoporsi alla valutazione di un soggetto certificatore esterno, che ne verifica periodicamente il rispetto delle norme ambientali. Modello 231 basato sugli standard dei Sistemi di Gestione Ambientale, personalizzato alle esigenze dell’azienda. Il campo di applicazione del D.Lgs. 231/01 è stato esteso anche ai reati ambientali (art. 25 undecies) indicati dalla Direttiva Europea 2008/99/CE sulla “tutela penale dell’ambiente”, recepita con il D.Lgs. 121 del 07/07/2011. I reati ambientali indicati dalla Direttiva Europea 2008/99/CE sono: lo scarico, l’emissione o l’immissione illeciti di un quantitativo di sostanze o radiazioni ionizzanti nell’aria, nel suolo o nelle acque che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora; la raccolta, il trasporto, il recupero o lo smaltimento di rifiuti, comprese la sorveglianza di tali operazioni e il controllo dei siti di smaltimento successivo alla loro chiusura nonché l’attività effettuata in quanto commerciante o intermediario (gestione dei rifiuti), che provochi o possa provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora; la spedizione di rifiuti, qualora tale attività rientri nell’ambito dell’articolo 2, paragrafo 335, del regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2006, relativo alle spedizioni di rifiuti, e sia effettuata in quantità non trascurabile in un’unica spedizione o in più spedizioni che risultino fra di loro connesse; l’esercizio di un impianto in cui sono svolte attività pericolose o nel quale siano depositate o utilizzate sostanze o preparazioni pericolose che provochi o possa provocare, all’esterno dell’impianto, il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora; la produzione, la lavorazione, il trattamento, l’uso, la conservazione, il deposito, il trasporto, l’importazione, l’esportazione e lo smaltimento di materiali nucleari o di altre sostanze radioattive pericolose che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora; qualsiasi azione che provochi il significativo deterioramento di un habitat all’interno di un sito protetto; la produzione, l’importazione, l’esportazione, l’immissione sul mercato o l’uso di sostanze che riducono lo strato di ozono.
Sistemi di Gestione Ambientale UNI EN ISO 14001 Modello 231 basato sugli standard dei Sistemi di Gestione Ambientale, personalizzato alle esigenze dell’azienda.
I benefici dell’adozione di Modelli Organizzativi e Sistemi di Gestione Ambientale coerenti ed efficaci Dotare l’impresa di un modello organizzativo e di gestione atto a prevenire i reati, costituisce una scelta strategica per l’impresa, per i soci e per gli amministratori, poiché consente all’impresa di: essere esente da specifiche sanzioni o di contenerne la loro entità; evitare l’applicazione di misure cautelari; perfezionare la propria organizzazione interna, ottimizzando la suddivisione di competenze e responsabilità; assicurare il rispetto degli adempimenti previsti dal Decreto Legislativo ogni qualvolta ciò venga richiesto nell’ambito dei rapporti contrattuali; evitare sanzioni o pendenze giudiziarie nei certificati pubblici che potranno essere richiesti nell’ambito di rapporti commerciali e di pratiche amministrative. Efficienza dei processi aziendali La non responsabilità. Se il reato è stato commesso dalle persone indicate nell’articolo 5, comma 1, lettera a), l’ente non risponde se prova che: L’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del reato, modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; Il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli di curare il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo; Le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione; Non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo di cui alla lettera b) In pratica se l’ente: Pianifica e attua un modello organizzativo coerente con le prescrizioni del D. Lgs. 231/2001, specificate all’articolo 6 (commi 2, 3, 4)
Il rispetto legislativo implicito nei SGA, utile anche ai fini del rispetto della 231, si esplica attraverso: Analisi e valutazione degli aspetti ambientali Analisi e valutazione della conformità normativa e periodico monitoraggio Formalizzazione dei ruoli e delle competenze, nonché delle relative responsabilità gestionali Pianificazione delle risorse e degli investimenti aziendali finalizzata al miglioramento continuo ….. continua
Audit interno quale strumento di feedback alla Direzione …. segue Enfasi sul coinvolgimento e sulla partecipazione del personale, inclusa la responsabilizzazione dei livelli dirigenziali Estensione del “controllo operativo” alle persone che “operano per conto” dell’organizzazione Diversi livelli di rendicontazione delle prestazioni in grado di far pervenire “feedback” alla Alta Direzione Registrazioni di sistema, tese a garantire la tracciabilità e “documentabilità” delle responsabilità e delle operazioni effettuate e delle azioni compiute Audit interno quale strumento di feedback alla Direzione
Elementi qualificanti dei SGA ai fini del D. Lgs. 231/01 Integrare l’Analisi ambientale iniziale con una specifica “identificazione degli ambiti aziendali” di interesse rispetto ai reati ambientali e identificare chiaramente i rischi potenziali correlati Curare ed evidenziare maggiormente, nell’ambito dell’assetto organizzativo e delle responsabilità del SGA, la “separazione dei compiti e delle funzioni” per le attività a rischio, evitando l’eccessiva sovrapposizione su una sola persona Arricchire le procedure e gli strumenti di gestione ambientale e di controllo e monitoraggio con misure dedicate specificamente alla prevenzione dei reati Focalizzare le attività di auditing dedicate alla verifica della conformità normativa specificamente sui reati ambientali e utilizzare i risultati degli audit come elemento informativo delle attività dell’OdV Rispetto all’introduzione dei reati ambientali, l’aggiornamento del Modello 231 deve comprendere: l’analisi dei potenziali impatti ambientali sia diretti che indiretti la stesura di nuove procedure e istruzioni di lavoro l’aggiornamento delle procedure e le istruzioni di lavoro esistenti l’analisi tutti i processi aziendali relativamente ai nuovi reati ambientali, definendo per ogni processo aziendali quali reati ambientali possono verificarsi, il livello di rischio e definire le misure di prevenzione, facendo riferimento alle procedure del SGA l’attivazione di ulteriori attività di vigilanza relativamente al rispetto dei lavoratori delle procedure e delle istruzioni Realizzare una iniziale e una periodica analisi/valutazione di conformità normativa con riesame periodico di: analisi ambientali, procedure e istruzioni di lavoro la definizione formale di ruoli e competenze la definizione di un sistema di registrazione interno tale da rendere tracciabili e documentali le responsabilità, le operazioni/attività svolte la definizione di un sistema di reporting delle prestazioni ambientali (rispetto a obiettivi predefiniti) con feedback diretto sia all’Organismo di Vigilanza che alla Direzione aziendale l’aggiornamento del sistema disciplinare 231 con i nuovi reati ambientali
….. segue Inserire nel set di indicatori previsti dal sistema alcune “misure” del livello di attuazione e di conformità del modello organizzativo Rafforzare la formazione e il coinvolgimento dei ruoli e delle funzioni “sensibili” rispetto ai rischi potenziali di reato Potenziare i sistemi di incentivazione e prevedere però anche sistemi “disciplinari” per le violazioni delle procedure previste Porre maggiore attenzione alla gestione delle “risorse finanziarie” nell’ambito del SGA Rispetto all’introduzione dei reati ambientali, l’aggiornamento del Modello 231 deve comprendere: l’analisi dei potenziali impatti ambientali sia diretti che indiretti la stesura di nuove procedure e istruzioni di lavoro l’aggiornamento delle procedure e le istruzioni di lavoro esistenti l’analisi tutti i processi aziendali relativamente ai nuovi reati ambientali, definendo per ogni processo aziendali quali reati ambientali possono verificarsi, il livello di rischio e definire le misure di prevenzione, facendo riferimento alle procedure del SGA l’attivazione di ulteriori attività di vigilanza relativamente al rispetto dei lavoratori delle procedure e delle istruzioni Realizzare una iniziale e una periodica analisi/valutazione di conformità normativa con riesame periodico di: analisi ambientali, procedure e istruzioni di lavoro la definizione formale di ruoli e competenze la definizione di un sistema di registrazione interno tale da rendere tracciabili e documentali le responsabilità, le operazioni/attività svolte la definizione di un sistema di reporting delle prestazioni ambientali (rispetto a obiettivi predefiniti) con feedback diretto sia all’Organismo di Vigilanza che alla Direzione aziendale l’aggiornamento del sistema disciplinare 231 con i nuovi reati ambientali
La gap analysis quale strumento di verifica dei sistemi in essere, dei processi aziendali sensibili alla commissione di reati ambientali, e verificarne la rispondenza ai requisiti del Modello. individuazione delle attività e processi critici legati alla possibile commissione dei reati; individuazione delle responsabilità di conduzione di tali processi; determinazione dei gap (o carenze) all’interno del sistema di gestione ambientale rispetto ai requisiti del D. Lgs. 231/01. Art. 6 – … modelli di organizzazione dell’Ente In relazione all’estensione dei poteri delegati e al rischio di commissione dei reati, i modelli di cui alla lettera a), del comma 1, devono rispondere alle seguenti esigenze: Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati; Prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire; Individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a prevenire la commissione dei reati; Prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli; Introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello.
VERIFICA TECNICA DEI REQUISITI DEL D.LGS. 231/01 CAPITOLI ISO 14001:2004 VERIFICA TECNICA DEI REQUISITI DEL D.LGS. 231/01 4.2 Politica Presenza del Codice Etico e verifica della coerenza con la Politica aziendale 4.3.1 Aspetti ambientali Verifica dell’inclusione di tutte le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati ambientali di interesse (“reati ambientali 231”), e della corretta identificazione e valutazione degli aspetti ambientali legati a tali attività 4.3.2 Prescrizioni legali ed altre Verifica dell’identificazione dei reati ambientali 231 4.3.3 Obiettivi, traguardi e programma/i Verifica della congruenza degli obiettivi aziendali con gli obiettivi relativi agli aspetti ambientali legati ai reati ambientali 231
VERIFICA TECNICA DEI REQUISITI DEL D.LGS. 231/01 CAPITOLI ISO 14001:2004 VERIFICA TECNICA DEI REQUISITI DEL D.LGS. 231/01 4.4.1 Risorse, ruoli, responsabilità e autorità Verifica dell’organigramma per verifica del sistema di deleghe e dei poteri autorizzativi e di firma 4.4.2 Competenza, formazione e consapevolezza Verifica dell’adeguatezza del piano di formazione, dei ruoli coinvolti e dei contenuti 4.4.3 Comunicazione Verifica della presenza di strumenti di comunicazione e informazione ai diversi livelli aziendali 4.4.4 Documentazione Verifica della raccolta sistematica delle evidenze e registrazioni definite dai protocolli per la prevenzione dai reati ambientali 231 4.4.5 Controllo dei documenti 4.4.6 Controllo operativo Verifica della presenza di protocolli, istruzioni e procedure operative idonee a gestire in condizioni di normale operatività gli aspetti ambientali legati ai reati ambientali 231 4.4.7 Preparazione e risposta alle emergenze Verifica della presenza di protocolli, istruzioni e procedure operative idonee a gestire in condizioni di emergenza gli aspetti ambientali legati ai reati ambientali 231
VERIFICA TECNICA DEI REQUISITI DEL D.LGS. 231/01 CAPITOLI ISO 14001:2004 VERIFICA TECNICA DEI REQUISITI DEL D.LGS. 231/01 4.5.1 Sorveglianza e misurazioni Verifica della completezza e dell’accuratezza del piano di monitoraggio e delle procedure di sorveglianza e misurazione 4.5.2 Valutazione del rispetto delle prescrizioni Verifica dell’efficacia del sistema di verifica della conformità alle normative ed alle autorizzazioni 4.5.3 Non conformità, azioni correttive e preventive Verifica del sistema disciplinare mirato a sanzionare tutti i reati ambientali 231 4.5.4 Controllo delle registrazioni 4.5.5 Audit interni Verifica della completezza ed adeguatezza del piano di audit, della qualità dei rapporti di audit 4.6 Riesame della direzione Verifica dell’efficacia con cui i risultati dei controlli (monitoraggio, conformità ed audit) vengono riportati all’alta direzione. Verifica dell’efficacia delle misure correttive prese in sede di riesame. Verifica del sistema di informazione nei confronti dell’OdV