Responsabilità amministrativa società Lorenzo Benatti Parma, 12 marzo 2013
D. lgs. 8 giugno 2001 n. 231 l Detta la disciplina della responsabilità amministrativa delle perone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica. l Per capirci, facciamo un esempio: lAmministratore Delegato dellimpresa Zeta paga una mazzetta per ottenere un appalto dalla P.A., con conseguente vantaggio/interesse per Zeta l Il Pubblico Ministero (che già indaga sullamministratore) aprirà una indagine parallela anche sullimpresa ZETA ex 231/01. Zeta viene trattata come una persona fisica quindi: indagata, sottoposta a misure cautelari- interdittive, processata. l Lindagine del Pubblico Ministero / Giudice Penale è intesa ad accertare: –se vè stato vantaggio/interesse per lENTE, –in caso affermativo se lEnte prima del fatto l ha adottato MODELLI ORGANIZZATIVI IDONEI (con certe caratteristiche) a prevenire i fatti per i quali, ad es., si procede contro lAmministratore Delegato l ha istituito un EFFICIENTE ORGANISMO DI VIGILANZA (con le caratteristiche individuate dalla legge).
Presupposti responsabilità l Devono essere stati commessi alcuni reati a vantaggio e/o nellinteresse dellente, da parte di: –persone fisiche poste in posizione apicale, –persone fisiche sottoposte allaltrui direzione e controllo, –soggetti esterni che, operando nellinteresse dellEnte, si sostituiscono al vertice per il compimento di atti nei confronti dellesterno.
Reati presupposto (1) l I reati la cui commissione dà luogo alla responsabilità dellente sono numerosi (ad oggi, a seguito delle varie integrazioni, sono più di 100, lelenco che segue comprende solo i principali) : –REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (corruzione in atti giudiziari; corruzione di persona incaricata di pubblico servizio; istigazione alla corruzione; peculato, concussione, etc.. Truffa a danno dello Stato o di altro ente pubblico; truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; frode informatica). –REATI SOCIETARI (false comunicazioni sociali; false comunicazioni sociali in danno della società, dei soci o dei creditori; falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle società di revisione; impedito controllo; indebita restituzione dei conferimenti; illegale ripartizione degli utili e delle riserve; formazione fittizia del capitale; indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori; illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante; operazioni in pregiudizio dei creditori; illecita influenza sullassemblea; aggiotaggio; ostacolo allesercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza; omessa comunicazione del conflitto di interessi.)
Reati presupposto (2) l Altri reati la cui commissione dà luogo alla responsabilità dellente sono: –REATI TRANSNAZIONALI con riferimento ai reati di: associazione per delinquere; associazione di tipo mafioso, etc. –REATI DI TERRORISMO (tutti i delitti commessi con finalità di terrorismo o di eversione dellordine democratico) –REATI CONTRO LA VITA E LINCOLUMITÀ INDIVIDUALE NONCHÉ CONTRO LA PERSONALITÀ INDIVIDUALE (schiavitù) –REATI COMMESSI CON VIOLAZIONE DELLE NORME ANTINFORTUNISTICHE E SULLA TUTELA DELLIGIENE E DELLA SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO (omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime ex Decreto Legislativo 81/08 -Testo Unico Sicurezza). –REATI DI RICICLAGGIO, RICETTAZIONE, IMPIEGO DI DENARO O DI BENI DI PROVENIENZA ILLECITA –REATI DI ABUSO DI INFORMAZIONI PRIVILEGIATE, MANIPOLAZIONI DEL MERCATO –REATI CONTRO LA FEDE PUBBLICA (falsificazione di monete, spendita, etc.) –REATI INFORMATICI –REATI CONTRO LINDUSTRIA E IL COMMERCIO –REATI IN MATERIA DI VIOLAZIONE DEL DIRITTO DAUTORE –Altri reati stanno per essere inseriti, quali la corruzione tra privati, autoriciclaggio, reati ambientali.
Responsabilità ente l In presenza di tali presupposti lEnte risponde con il proprio patrimonio e la propria responsabilità è autonoma rispetto a quella dellautore del reato. l LEnte risponde anche se lautore materiale dellillecito non sia individuato o non sia imputabile, ovvero nel caso in cui il reato si sia estinto per una causa diversa dallamnistia.
Sanzioni l PECUNIARIE (si applicano sempre e vanno da un minimo di a oltre ) l INTERDITTIVE (divieto di contrattare con la P.A.; sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dellillecito; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e leventuale revoca di quelli già concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi) l CONFISCA (del prodotto che lEnte ha tratto dal reato o di beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al profitto del reato) l PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA (disposta quando nei confronti dellEnte viene applicata una sanzione interdittiva)
Misure cautelari l il Pubblico Ministero, già in fase di indagini, può richiedere al giudice per le indagini preliminari ladozione di misure cautelari interdittive (esempio: sospensione della attività con la P.A. o di concessioni di licenze). l La frequenza con la quale vengono adottate le misure cautelari è il vero pericolo per lEnte che può così trovarsi (in assenza di un Modello Organizzativo idoneo e di un Organismo di Vigilanza realmente operativo) impossibilitato a difendersi da questa evenienza le cui conseguenze possono essere di assoluta gravità.
Difesa dellEnte l Esso deve dimostrare –di avere adottato - con specifica delibera dellEnte antecedentemente alla commissione del reato- presupposto - un idoneo Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (il c.d. Modello Organizzativo); –di aver verificato lefficacia del Modello Organizzativo attraverso un organismo interno dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo (lOrganismo di Vigilanza - OdV).
Modello organizzativo l È un documento che contiene un insieme coerente di principi, regole, protocolli/procedure che incidono sulla struttura, sul funzionamento dellEnte e sulla sua modalità di rapportarsi allinterno e con i terzi, tutte volte a dimostrare che lEnte ha predisposto un sistema idoneo a prevenire la commissione dei reati-presupposto. È fondamentale che venga adottato in forma scritta; deve essere mantenuto costantemente aggiornato sia in relazione alle novità normative che ad ogni modifica dellEnte e/o della sua attività che comporti una diversa valutazione in ordine alla possibilità di commissione di reati-presupposto. Il contenuto del Modello, nella pratica, dovrà essere specifico per ogni singolo Ente proprio perché ne descrive le modalità di funzionamento e deriva dalla mappatura delle attività e dei rischi ex D.Lgs. 231
Lorganismo di vigilanza l Ha il compito di (in via esemplificativa): –di vigilare sul funzionamento e sullosservanza del Modello Organizzativo (ad es. verifica idoneità delle procedure adottate ai fini di prevenire ai reati presupposto) –curare laggiornamento del Modello Organizzativo l Lart. 14, 12°c., D. Lgs. 183/2011 (legge stabilità) ha stabilito che: «nelle società di capitali il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione possono svolgere le funzioni dellorganismo di vigilanza»
Riflessi sulla resp. Ammin./sindaci l Gli amministratori (o i soggetti apicali aventi il potere/facoltà di adeguarsi al Decreto 231/2001) potrebbero essere oggetto di azioni di responsabilità da parte dei soci dellEnte in quanto, in caso di responsabilità amministrativa di questultima, lEnte subirebbe un danno patrimoniale. l Anche il Collegio Sindacale che è anche organismo di vigilanza, se omette di controllare se esiste un Modello Organizzativo e di verificarne il o funzionamento, potrà incorrere a responsabilità civili e penali.
Responsabilità amministrativa società Lorenzo Benatti