LA PROGETTAZIONE EDUCATIVA

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Transcript della presentazione:

LA PROGETTAZIONE EDUCATIVA Il lavoro sociale nei contesti educativi

Che cosa significa progettare? “Progettare” significa “Ideare qualcosa e studiare in rapporto alle possibilità e ai modi di attuazione”(Devoto,Oli). In base a questa definizione l’attività del progettare si articola in tre momenti distinti: Un momento presente di ideazione qui e ora; Un momento futuro nel quale l’attività viene avviata e se ne valuta la realizzazione nei limiti delle possibilità; Un momento passato,relativo al vissuto da cui scaturisce quell’ideazione particolare e specifica. Se le dimensioni del presente e del futuro appaiono evidenti nel progettare, meno evidente è il legame con il passato. Ma L’azione dell’ideare nasce proprio da un bagaglio di conoscenze ed esperienze che l’individuo ha acquisito nel passato attraverso strumenti diversi di relazione con gli altri, osservazione , studio e esperienza concreta. Quindi per fare un progetto è necessario allacciarsi al passato, alle esperienze di colui che progetta,e al significato che tali esperienze hanno per ciascuno.

La progettazione come strumento per vivere nella complessità Le realtà sociali vivono nella complessità, in quanto le differenti parti che le compongono(quella economica,politica, psicologica ,affettiva ecc) sono inseparabili, e c’è un rapporto interdipendente e interattivo tra le parti e il tutto e il tutto e le parti. L’educatore, in gioco con le persone che vivono nella complessità , non può basarsi solo sull’efficacia dei modelli, spesso a lui proposti, per gestire il suo lavoro. Ma deve porre attenzione alla specificità dell’utente, alla sua storia, e utilizzare come strumento la dimensione relazionale, per avere un modo nuovo di osservare,per descrivere i fenomeni in cui si è immersi, considerando non solo gli elementi descrivibili dei fenomeni stessi ma anche le loro intrinseche connessioni e i legami tra questi. Nell’agire educativo, quindi,sono importanti non solo le dotazioni tecniche,ma anche e soprattutto le risorse emozionali intrinseche al lavoro stesso.

Il progetto: risposta al bisogno e risposta al problema Di fronte ai bisogni dell’utente,l’Educatore può mette in atto due modalità di intervento: Risposta al bisogno In questo caso l’attività dell’educatore è orientata sul fare, cioè fornire prestazioni e servizi al paziente. Questa modalità operativa è tipica di quei servizi sociosanitari dove le prestazioni offerte sono poco flessibili e ben delineate . Così l’operatore si trova a volte , a non cogliere la domanda dell’utente, perché il servizio non prevede una risposta a quel tipo di richiesta, non tenendo conto della persona che ha formulato la domanda o delle esigenze che lo hanno portato a formularla, ma analizzando i bisogni in modo standardizzato,facilitando le decisioni operative. In questo modo però si crea un allontanamento tra utente e operatore in quanto la prestazione diventa un obbiettivo e non uno strumento per promuovere la crescita dell’utente stesso. Rapporto Lineare : EDUCATORE UTENTE

Risposta al problema Questa seconda modalità di intervento si caratterizza per l’analisi delle cause che generano la domanda dell’utente, percependo quindi l’utente nella sua globalità. L’educatore non è più orientato ad intervenire per la persona, ma con la persona. Coinvolgendo l’utente stesso (approccio partecipativo)nel processo educativo, e formulando progetti che partendo dall’analisi del problema , promuovano il miglioramento della qualità della vita dell’utente. L’educatore quindi prende in carico non il bisogno espresso, ma la persona che lo ha espresso, lavorando con l’utente e accompagnandolo nel suo percorso di cambiamento. Rapporto circolare- complesso: EDUCATORE UTENTE

Per fare un buon progetto … bisogna considerare: L’equità,recupero dei diversi punti di vista di ogni persona coinvolta nel progetto; La provvisorietà , capacità di indicare un termine del progetto stesso, senza far coincidere interventi che accompagnano l’utente per tanti anni con un unico progetto; La flessibilità, discutere su ogni tipo di intervento, prevedendo verifiche in itinere, per evitare di fare del progetto uno schema rigido poco incline ai cambiamenti; L’apertura, il progetto non è una strada senza uscita , gli obbiettivi del progettare devono prefigurare all’utente i possibili cambiamenti futuri; La perfettibilità, ogni azione del progettare può e deve essere migliorata, per evitare di arrivare ad avere progetti che con il tempo non rispondono più agli obbiettivi desiderati; La concretezza, ogni progetto deve essere realizzabile in concreto.

Il Luogo del progettare Il luogo del progettare rappresenta il luogo dove dar spazio a un confronto utile tra i vari professionisti di un’equipe, per costruire linguaggi e percorsi condivisi. Questo luogo può essere inteso come luogo …: dell’incontro della comunicazione dell’ideazione delle emozioni della presenza del tempo del sogno della memoria

Costruzione del progetto Le fasi della costruzione di un progetto sono: Qualificazione Definizione Realizzazione Chiusura

Qualificazione Presentazione del caso in equipe Osservazione Individuazione della situazione problema Definizione degli obbiettivi Verifica della fattibilità

2)Definizione Definizione delle attività Programmazione Declinazione delle azioni e dei loro collegamenti interni ed esterni

3) Realizzazione 4) Chiusura Realizzazione dell’attività Verifica in itinere Rilevazione costante di indizi e segnali 4) Chiusura Verifica finale Chiusura del progetto