L’ITALIA E LE MIGRAZIONI

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Transcript della presentazione:

L’ITALIA E LE MIGRAZIONI MIGRAZIONI INTERNAZIONALI MIGRAZIONI INTERNE Due grandi esperienze emigratorie Grande emigrazione Emigrazione Europea 1950 – ‘60 Emigrazione più difficile alla fine della Prima Guerra Mondiale per cause esterne. Stati Uniti: “Quote” America Latina: situazione economica Australia: meta di diverse aspirazioni

Politica “anti – urbanesimo” del fascismo Cause: squilibrio tra popolazione e risorse squilibrio tra disponibilità di terra e numero di contadini Politica “anti – urbanesimo” del fascismo Politici e studiosi caldeggiano l’ emigrazione per il Mezzogiorno (fine anni ’40) : Mete AUSTRALIA AMERICA LATINA BELGIO FRANCIA, SVIZZERA Tragedia di Marcinelle Nuove mete europee Svizzera, Germania

ANNI ‘50 AUMENTO MIGRAZIONI Sviluppo industriale di alcuni paesi: EFFETTO RICHIAMO Forte sviluppo del mezzogiorno: EFFETTO SPINTA Apice emigrazione verso l’ Europa all’inizio degli anni ’60 Emigrazione in GERMANIA Caratteristiche della popolazione migrante: modello “rotatorio” frequenti rientri rimesse ricongiungimento familiare in patria maschi giovani celibi o coniugati senza coniuge

industria catena di montaggio (Germania) edilizia SVIZZERA OCCUPAZIONI: industria catena di montaggio (Germania) edilizia settore terziario (Germania e Svizzera) : bassi livelli lavori pubblici maggiore carattere temporaneo permessi stagionali

FASI DEL PROCESSO DI INSERIMENTO LAVORATIVO E SOCIALE Primi arrivi: giovani - M Flusso allargato a persone meno giovani e coniugate Richiesta di assistenza e di politiche sociali Maturità dell’ immigrazione: ricongiungimenti familiari da lavoratori a CITTADINI

Com’ è stato scelto il canale migratorio? Svizzera o Germania? CATENA MIGRATORIA Differenze: OCCUPAZIONALI GARANZIE (Germania CEE) LE FASI DELLE MIGRAZIONI SONO DETERMINATE DALLE POLITICHE DEI PAESI D’ ARRIVO

EMIGRAZIONE IN GERMANIA flussi massicci ma temporanei flussi condizionati dalla situazione economica tedesca metà anni ‘60 calo causa nuove provenienze (Turchi) emigranti e forza lavoro sviluppo sistemi di welfare

ANNI ’60 Paesi del centro-nord Europa ampliano la dimensione dei flussi ed estendono l’area di provenienza. Sviluppo economico ed esaurimento delle risorse di manodopera dell’ Europa meridionale e insediamento della collettività di origine extraeuropea a seguito di processi di indipendenza e di liberazione nazionale delle ex colonie. per chi parte EFFETTI POSITIVI per i contadini che restano per flusso rimesse

FORZA LAVORO PIU’ GIOVANE E COMPETITIVA, MAGGIORE CAPITALE URBANO MIGRAZIONI INTERNE più lunghe (‘55 – ’57) ammontare maggiore dei flussi carattere definitivo Origine del fenomeno: sviluppo diverso tra Nord e Sud esodo agricolo sviluppo industria concentrato territorialmente diversi progetti e modelli rispetto alle migrazioni esterne FORZA LAVORO PIU’ GIOVANE E COMPETITIVA, MAGGIORE CAPITALE URBANO aumento esodo rurale anche nel mezzogiorno edilizia, pubblica amministrazione

Fattori che hanno incentivato l’ integrazione: scolarizzazione di massa strutture associative (sindacati) L’ integrazione interna è caratterizzata da minore precarietà e maggiori garanzie di quella esterna La migrazione interna rallenta con la crisi del settore industriale (anni ‘70) RITORNI (MITO DEL RITORNO PRODUTTIVO) effetti di spinta e richiamo ridotti

META’ ANNI ’70 Modificazione dei meccanismi di attrazione verso l’ Europa Centrale: Stretta economica manovre economiche per assicurare l’ autosufficienza ai sistemi produttivi e trasformarli e aumento crescita di coscienza sociale e politica introduzione di politiche migratorie più restrittive nei paesi di tradizionale immigrazione - Immigrazione nel Sud Europa - Aumento clandestinità EFFETTI

Alla fine degli anni ‘70 svolta in concomitanza con la riduzione dell’ occupazione nell’industria Dagli anni ‘80 flusso in partenza ridotto e con più connotazioni. Cambiano gli assetti produttivi Nord/Est – Centro piccole imprese maggior flessibilità part – time, occupazione temporanea minor occupazione stabile, regole sindacalmente protette Primi arrivi di lavoratori dal Terzo Mondo

MODELLO DI IMMIGRAZIONE MEDITERRANEO Nei paesi di nuova immigrazione (Italia, Spagna, Grecia) immigrazione da pvs MODELLO DI IMMIGRAZIONE MEDITERRANEO ‘70 inizia l’ immigrazione, diminuisce l’emigrazione; convivenza quindi con “basse” emigrazioni. sbocco occupazionale significativo (soprattutto agli inizi) del settore agricolo stagionale. iniziale assenza regolamentazioni, successiva emananazione leggi restrittive sugli interessi concentrazione nel settore terziario (servizi alle persone). scarsa capacità di accesso degli immigrati alle politiche sociali. prossimità geografica: l’ immigrazione nei paesi del mediterraneo è anche immigrazione da altri paesi del mediterraneo.