2. La svolta del 1917 e la fine del conflitto La “grande guerra” 2. La svolta del 1917 e la fine del conflitto
La svolta del 1917 Nel 1917 gli imperi centrali avanzano proposte di pace, respinte dall’Intesa. L’appello di papa Benedetto XV (1914-22) a fermare l’ “inutile strage” resta inascoltato. Due fatti segnano la svolta del conflitto: L’intervento americano (6 aprile) La rivoluzione bolscevica in Russia (novembre)
L’intervento americano I rifornimenti degli Imperi erano impediti dal blocco imposto dall’Inghilterra. Non potendo prevalere sul piano navale i tedeschi rispondono con la guerra sottomarina indiscriminata. Gli USA scendono in campo in difesa della libertà di navigazione e per difendere i loro interessi di finanziatori dei paesi dell’Intesa.
La rivoluzione bolscevica Carta La rivoluzione bolscevica …facilitata anche dai rovesci subiti dai Russi nel 1916-17, conduce alla pace separata di Brest-Litovsk (3 marzo 1918). Già da prima gli imperi centrali possono spostare le truppe sugli altri fronti. Il 24 ottobre del 1917 gli austro-tedeschi sfondano le linee a Caporetto, e avanzano fino al Piave.
Il Piave mormorava, calmo e placido, al passaggio dei primi fanti, il ventiquattro maggio; l'esercito marciava per raggiunger la frontiera per far contro il nemico una barriera... Muti passaron quella notte i fanti: tacere bisognava, e andare avanti! S'udiva intanto dalle amate sponde, sommesso e lieve il tripudiar dell'onde. Era un presagio dolce e lusinghiero, il Piave mormorò: «Non passa lo straniero!»
Carta La fine della guerra La disfatta di Caporetto resta un fatto isolato. Nell’autunno del 1918 le potenze alleate di Germania e Austria sono costrette alla capitolazione: La Bulgaria si arrende il 30 settembre. La Turchia il 30 ottobre. Il governo del Sultano sarà presto rovesciato dal nazionalista Mustafà Kemal “Ataturk” che instaurerà la repubblica (1923).
Il Genocidio Armeno Dopo il Congresso di Berlino inizia la persecuzione turca della minoranza cristiana armena che culmina nel massacro del 1915 e degli anni seguenti (1 o 2 milioni di vittime)
Il crollo dell’Austria Le nazionalità dell’Impero, fomentate dall’Intesa e dal presidente USA Wilson, premono per l’indipendenza. Carlo I (1916-18) tenta senza successo di trasformare l’Austria in una federazione (ottobre 1918). La controffensiva italiana sul Piave ha successo (Vittorio Veneto). Gli austriaci sono costretti all’armistizio (3 novembre).
Armando Diaz (1861-1928) comandante dell’esercito italiano dopo la destituzione di Cadorna nel 1917
Il crollo della Germania Carta Il crollo della Germania Le offensive della primavera-estate del 1918 non sono decisive. All’interno crescono le forze contrarie al conflitto, mentre l’esempio bolscevico comincia a trovare consensi anche tra le file dell’esercito. Una rivoluzione socialista costringe Guglielmo II ad abdicare. Il nuovo governo ottiene l’armistizio (11 novembre).
10 milioni di morti 8.567.609 Nazione Caduti Russia 1.700.000 Francia 1.357.800 Inghilterra 908.371 Italia 680.000 Stati Uniti 126.300 Giappone 300 Romania 335.000 Serbia 45.000 Belgio 13.716 Grecia 5.000 Portogallo 7.222 Montenegro 3.000 Totale Intesa 5.181.409 Nazione Caduti Germania 1.773.700 Austria-Ungheria 1.200.000 Turchia 325.000 Bulgaria 87.500 Totale Imperi centrali 3.386.200 TOTALE 8.567.609
La Conferenza di Parigi (1919) La pace fu decisa dai vincitori e imposta ai vinti che non furono consultati. Vi ebbe un notevole peso il presidente statunitense Wilson, le cui posizioni determinarono contrasti tra gli alleati. Il tentativo di applicare il principio di nazionalità produsse spesso esiti infelici (Cecoslovacchia, Jugoslavia).
Carta Le decisioni Umiliazione della Germania, considerata responsabile della guerra. Smembramento dell’impero asburgico. “Cordone sanitario” attorno alla Russia. Spartizione delle colonie tedesche e di parte dell’Impero Ottomano. Nascita della Società delle Nazioni (proposta da Wilson; però gli USA non ne fecero parte).
Otto Dix, Triptychon Der Krieg (1929-32)
Otto Dix, Die Skatspieler (1920)