L’UOMO, ESSERE MORALE.

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Transcript della presentazione:

L’UOMO, ESSERE MORALE

Male fisico e male morale L’essere umano, a differenza degli altri esseri viventi, non soltanto può avere dei mali, ma può star male dentro L’uomo è un’unità indissolubile di anima e corpo  è costituito da organi fisici e da facoltà spirituali (intelligenza, volontà, sentimento) che sono in armonia e cooperano.

Male fisico e male morale Il dolore fisico (“il male che si ha”): può essere rimosso o alleviato  es. disinfettare la ferita, mettere un cerotto, prendere un anti-dolorifico ha una sua logica: è prodotto da cause naturali perlopiù comprensibili e prevedibili  es. il bambino è caduto dalla bicicletta e si è graffiato il ginocchio sull’asfalto ha durata e intensità in buona misura prevedibili e controllabili  es. non muovere la gamba lesa per una settimana, la ferita rimarginando farà meno male

Male fisico e male morale Il dolore morale (“il male interiore”): non ha un facile rimedio  per contrastarlo l’uomo cerca i piaceri, ma non sono tutti e sempre efficaci  es. ubriacarsi o scatenarsi in discoteca per una delusione d’amore; non c’è una pozione magica! non ha durata e intensità prevedibili, perché dipende dall’impatto che ha sulla persona (profondità, reazione, coinvolgimento altrui) può essere causato da un’azione compiuta in prima persona  il pentimento non è sufficiente per eliminarlo  es. la menzogna detta ai genitori per ottenere un permesso altrimenti negato

Male morale: il pentimento Dinamica del pentimento Considero un mio atto volontario ed emetto tre giudizi: 1. è male 2. l’ho fatto io speranza e consolazione 3. Non voglio farlo più rimorso e disperazione

Male fisico e male morale può essere causato dall’ azione di un’altra persona  il comportamento altrui è imprevedibile, non c’è tutela  es. il tradimento di un amico genera un cambiamento interiore  es. l’amico traditore si pente e si scusa, ma la fiducia nei suoi confronti non sarà più completa Mi tradirà di nuovo? Non posso più fidarmi … Ho capito il mio errore. Ti chiedo perdono!

Male fisico e male morale Il male morale ferisce di più del male fisico! E coinvolge gli atti liberi dell’uomo e la relazione fra persone Chiama in causa una serie di esigenze morali, ovvero di valori oggettivi che concernono il rispetto dei diritti fondamentali e dei diritti particolari di ciascuna persona (es. giustizia, verità, libertà) Le esigenze del vivere personale e sociale sono studiate dall’etica

Che cos’è l’etica? L’etica o morale descrive i costumi e i modi di agire? stabilisce le leggi che regolano i sentimenti morali delle culture? è una logica del discorso morale? è una disciplina di carattere normativo degli atti umani? Contengono elementi utili a rispondere ma non sono esaustive Individua l’oggetto proprio e il metodo della disciplina etica Gli atti umani (oggetto) richiedono un’analisi sistematica (metodo) per poter essere compresi e orientati  l’etica vuole spiegare i comportamenti umani e guidare l’azione

Che cos’è l’etica? È una scienza, perché è sistematica e ha un oggetto e un metodo propri È speculativa, perché studia le regole e i principi che governano il giudizio morale È pratica, perché è rivolta all’azione È normativa, perché propone regole e ammonimenti per indirizzare l’uomo al “vivere bene” OBIETTIVO Che cosa significa “vivere bene”? Significa vivere secondo ciò che conviene all’uomo, cioè che realizza pienamente la natura umana  l’etica studia ciò che è bene per l’uomo e indica ciò che deve fare per realizzarlo è strutturalmente aperta alla verità e al bene L’etica è una scienza che si occupa degli atti umani

l’etica è una scienza categoricamente normativa Che cos’è l’etica? L’etica è la scienza di ciò che l’uomo deve fare per vivere come deve, ovvero per realizzare ciò verso cui e per cui esiste = fine supremo l’etica è una scienza categoricamente normativa L’etica o morale è la scienza categoricamente normativa degli atti umani, secondo la luce naturale della ragione

A che cosa serve l’etica Che cos’è l’etica? ? Quando nasce l’etica È sempre esistita, perché ha a che fare con la coscienza naturale e spontanea dell’uomo: l’uomo si interroga sul senso di quello che è e che fa. Implicitamente, l’uomo accede all’etica attraverso problemi particolari, che lo richiamano al senso della sua esistenza: si domanda il perché dell’amore, del dolore, della morte ecc. A che cosa serve l’etica ? a riflettere sul nostro agire a comprendere meglio quello che ci accade a migliorare il nostro comportamento a conoscere e a usare sempre meglio la nostra libertà come base per imparare l’arte di decidere

Gli atti umani Operazioni della vita vegetativa, gesti istintivi o irriflessi: non sono atti esclusivi dell’uomo in quanto simili a quelli degli altri esseri viventi Gesti compiuti sotto costrizione, suggestione ipnotica, demenza: sono atti imposti dalla volontà di altri (manca il fine liberamente scelto) Alcuni atti spirituali come pensare, avere evidenze, essere spontaneamente attratti dal bene: derivano direttamente e automaticamente dalla natura umana Nell’atto umano entra in gioco la volontà, ovvero la scelta libera, che abbraccia vari elementi: oggetto dell’atto (che cosa voglio) fine dell’atto (perché lo voglio) mezzi (come lo voglio) circostanze (quando e dove lo voglio)

Sono molti gli atti umani QUINDI L’atto veramente umano è quello che l’uomo pone in quanto uomo e che porta quindi l’impronta della sua differenza specifica. È solo l’atto libero, cioè quello compiuto attraverso la volontà del soggetto. Sono molti gli atti umani ? Sì, sono molti, perché avvengono a catena: un atto umano di decisione, di promessa, d’impegno, determina una serie di atti (umani) conseguenti per mantenere la propria volontà coerente con il primo atto: una volta scelti il fine e i mezzi si accettano anche le conseguenze. Es. Prometto alla mamma di riordinare tutta la mia camera: la promessa implica la rinuncia a uscire con i miei amici e la messa in opera di una serie di azioni.

Come si giudicano moralmente gli atti umani ? Come si giudicano moralmente gli atti umani L’azione dell’uomo è qualificata moralmente dall’intenzione con cui viene condotta  una medesima azione dal punto di vista esterno può essere in realtà profondamente diversa perché animata da intenzioni opposte Es. Un ragazzo decide di aiutare un’amica a studiare; sa che questo lo rallenterà, ma i due sono legati da una vera amicizia. Es. Un ragazzo decide di aiutare un’amica a studiare; sa che questo lo rallenterà, ma spera di far colpo su di lei! Per agire in modo moralmente buono è necessario dunque volere il bene ed evitare il male

Il bene e la felicità L’ideale della realizzazione piena della natura umana – che l’etica persegue - si accorda con l’aspirazione universale alla felicità ≠ piacere, utilità, vantaggio svincolati da ogni principio e indipendenti dai mezzi VS = adesione al bene oggettivo dell’uomo = realizzazione della propria natura  per l’uomo non è sempre spontanea, ma va conosciuta e voluta  il bene è il “da farsi” dell’uomo. La percezione del bene cresce e si educa: più l’uomo riflette su se stesso e sul mondo, più capisce ciò che lo realizza in quanto uomo  ciò che egli deve fare per essere pienamente se stesso non è un dovere estrinseco (una legge positiva), ma un dovere intrinseco nella sua natura, ovvero una legge interiore.

Il bene e la felicità ? Legge morale naturale = legge interiore che indica i precetti per ordinare l’azione al bene  l’uomo è in grado di scoprirla con l’intelligenza e di rispettarla con la volontà Ma allora a che cosa servono le regole (descritte dall’etica) ? LEGGE MORALE NATURALE Devono sorreggere dall’esterno l’instaurarsi o il permanere dell’ordine morale interiore  funzione pedagogica delle leggi e dipendenza del diritto positivo dal diritto naturale

Il bene e la felicità Legge morale naturale I suoi precetti caratterizzano trasversalmente e universalmente le culture e i tempi  sono fondamentali per la costruzione di una società ordinata Le religioni Ebraica e Cristiana, per esempio, li riassumono nei 10 comandamenti, che prescrivono di: Non avrai altro Dio fuori di me Non nominare il nome di Dio invano Ricordati di santificare le feste Onora tuo padre e tua madre Non uccidere Non dire falsa testimonianza Non rubare Non desiderare la roba d’altri Non commettere atti impuri Non desiderare la donna d’altri essere fedele rispettare la famiglia e la libertà religiosa non fare volontariamente male ad alcuno rispettare la giustizia dando a ciascuno il suo non essere schiavo delle passioni sensuali

Libertà e responsabilità Per scegliere e perseguire il bene oggettivo promosso dalla legge interiore, l’uomo impegna la sua libertà = è la possibilità di scegliere il bene o il male, di agire o non agire esercitando le facoltà dell’intelletto e della volontà Scegliere il bene e il vero rende maggiormente liberi, perché più capaci di non dipendere da condizionamenti interiori (le passioni) o esteriori (le conseguenze delle passioni) “ La dipendenza dai propri impulsi rende l’uomo tanto poco libero quanto la dipendenza dalla volontà altrui ” (John Dewey) La libertà rende l’uomo responsabile dei suoi atti

È libero l’uomo che sa esercitare le virtù naturali = “abiti morali” dell’uomo buono, attitudini ferme dell’intelligenza e della volontà che regolano gli atti dell’uomo, ne ordinano le passioni e ne guidano la condotta verso la sua piena realizzazione Sono il frutto di atti moralmente buoni  vengono acquisite nel tempo L’uomo virtuoso è colui che liberamente e agevolmente pratica il bene Sono 4 le virtù cardinali (hanno funzione di cardine e tutte le altre si raggruppano intorno a esse) e sono disposte in gerarchia: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. “Virtù” non è sinonimo di “correttezza” o “costumatezza” di una singola azione, ma si riferisce alla totalità dell’agire umano: l’uomo virtuoso è giusto.

Le virtù naturali PRUDENZA Dispone la ragione a riconoscere in ogni circostanza il bene (comprensione della situazione) e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo  guida il giudizio di coscienza: permette di applicare i principi morali alle situazioni particolari. La conoscenza oggettiva della realtà diventa normativa per l’azione  ogni altra virtù dipende dalla prudenza. Solo l’uomo prudente può essere buono. Es. Dormire un’ora in più al mattino (mezzo) se la sera sono rientrato tardi di certo è un bene per me (fine: riposarmi), ma se implica saltare una lezione importante (circostanza reale), diventa un bene secondario.

Le virtù naturali GIUSTIZIA Consiste nella costante e ferma volontà di dare a ciascuno ciò che gli è dovuto  dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire l’armonia nelle relazioni umane  promuove l’equità e il bene comune. È la forma più alta e più autentica della bontà. Es. Un datore di lavoro è giusto se retribuisce i suoi dipendenti proporzionalmente alla mansione loro affidata e non in base alla simpatia personale.

Le virtù naturali FORTEZZA Assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene  rende capaci di vincere la paura, di affrontare le prove e di resistere alle tentazioni. È legata per natura alla volontà della giustizia: una volta riconosciuto il bene (prudenza) e aver impegnato la propria volontà per perseguirlo (giustizia), ci si dispone a realizzarlo accettando la possibilità di riportare delle ferite (fortezza)! Es. La mia nonna vive sola e ha piacere ad avere visite. Decido di andare a trovarla e non mi lascio sedurre dalla proposta di andare al cinema, né mi lascio scoraggiare dal fatto che il motorino è senza benzina!

Le virtù naturali TEMPERANZA Modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell’uso dei beni materiali  assicura il dominio della volontà sugli istinti e li orienta al bene. È la più “privata” fra le virtù cardinali, perché riguarda il rapporto dell’uomo con le sue passioni. Es. Tipico delle discussioni animate è offendere l’interlocutore, spesso con affermazioni e argomenti che “non c’entrano niente”!

“C’è una voce nella mia vita, che avverto nel punto che muore; voce stanca, voce smarrita, col tremito del batticuore” (G. Pascoli “La voce”)