NIETZSCHE (il superuomo) prof. Michele de Pasquale
la morte di Dio coincide con il tramonto del platonismo che per Nietzsche è la metafisica per eccellenza dell’Occidente 1. Il mondo vero, attingibile dal saggio, dal pio, dal virtuoso, - egli vive in esso, lui stesso è questo mondo. (La forma più antica dell'idea, relativamente intelligente, semplice, persuasiva. Trascrizione della tesi "Io, Platone, sono la verità"). 2. il mondo vero, per il momento inattingibile, ma promesso al saggio, al pio, al virtuoso ("al peccatore che fa penitenza").(Progresso dell'idea: essa diventa più sottile, più capziosa, più inafferrabile - diventa donna, si cristianizza ... ). 3. Il mondo vero, inattingibile, indimostrabile, impromettibile, ma già in quanto pensato una consolazione, un obbligo, un imperativo. (In fondo l'antico sole, ma attraverso nebbia e scetticismo; l'idea sublimata, pallida, nordica, kónigsbergica). %
4. Il mondo vero - inattingibile. Comunque non raggiunto 4. Il mondo vero - inattingibile. Comunque non raggiunto. E in quanto non raggiunto, anche sconosciuto. Di conseguenza neppure consolante, salvifico, vincolante: a chi ci potrebbe vincolare qualcosa di sconosciuto?... (Grigio mattino. Primo sbadiglio della ragione. Canto del gallo del positivismo). 5, Il "mondo vero" - un'idea, che non serve più a niente, nemmeno più vincolante - un'idea divenuta inutile e superflua, quindi un'idea confutata: eliminiamola! (Giorno chiaro; prima colazione; ritorno del bon sens e della serenità; Platone rosso di vergogna; baccano indiavolato di tutti gli spiriti liberi). 6. Abbiamo tolto di mezzo il mondo vero: quale mondo ci è rimasto? forse quello apparente?... Ma no! col mondo vero abbiamo eliminato anche quello apparente! (mezzogiorno; momento dell'ombra più corta; fine del lunghissimo errore; apogeo dell'umanità; INCIPIT ZARATHUSTRA). (Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, Storia di un errore)
in Così parlò Zarathustra (1883-85) il pensiero di Nietzsche trova il suo compimento: i tre grandi insegnamenti fondamentali contenuti (la dottrina del Superuomo, dell’Eterno ritorno all’uguale, della Volontà di potenza) sono la realizzazione estrema dello spirito libero
sono fuorvianti le interpretazioni scientifico-naturalistiche di tipo darwiniano che fanno del superuomo un supereroe soggetto di potenza e di forza frutto di un’evoluzione per cui dall’homo sapiens si sviluppa una razza di individui superiori lo stesso Nietzsche mosse obiezioni aspre contro l’evoluzionismo del suo tempo: i deboli, più che i forti, prevalgono nella lotta per la vita; l’influenza dell’ambiente nella selezione della specie non è così determinante; l’umanità oggi sembra aver subito un processo di regressione più che di progresso come sostengono gli evoluzionisti conseguenti sono le sue critiche verso una ingiustificata fede nel progresso: individua nel cristianesimo (Provvidenza), nell’idealismo (storia come sviluppo dei valori migliori, realizzazione razionale del bene), nella scienza i responsabili di questa fede
il superuomo nietzscheano sta al di là dell’uomo del presente (Uebermensch = oltreuomo) la sua figura oscilla tra quella della “bella individualità” e quella dell’avventuriero: in lui c’è una disposizione dionisiaca verso la vita (è uomo di questo mondo che sa dire sì alla vita sapendo che non c’è nulla al di là di essa) è animato da un fatalismo gioioso e fiducioso e da un pessimismo coraggioso che lo mette in grado di non chiudere gli occhi di fronte alle verità più orribili (la sua grandezza sta nel sapere accettare la vita come transizione e tramonto) è colui che pecca di hybris (la tracotanza, l’indifferenza di chi è al di là del bene e del male) è senza morale da queste caratterizzazioni il superuomo risulta essenzialmente una figura mitica: ha più il tratto dell’individuo cosmico-storico che i caratteri dell’uomo concretamente possibile
il legame con la terra è la grande occasione di guarigione: sul piano più strettamente filosofico il superuomo si caratterizza per la sua fedeltà alla terra: poichè Dio è morto, l’unica realtà è ora la vita terrena (consapevole della perdita dell’al di là, il superuomo riconosce in questo al di là solo l’utopica immagine riflessa della terra) il legame con la terra è la grande occasione di guarigione: nella terra, da cui ebbero origine tutte le cose, il superuomo ritrova la sua natura più propria ed originaria ( la terra prende il posto di Dio)