Infezioni Ospedaliere L’Ospedale rappresenta un ambiente particolarmente a rischio
L’alto rischio dipende Elevata concentrazione nello stesso ambiente di molti individui (personale, visitatori, malati) Pressione selettiva esercitata dai disinfettanti e dalle terapie antibiotiche, cui consegue lo sviluppo di resistenze batteriche Indagini diagnostiche più o meno invasive
Definizione di Infezioni Ospedaliere Si manifestano durante l’ospedalizzazione e non erano presenti né erano in incubazione al momento del ricovero Anche le infezioni insorte dopo la dimissione sono considerate ospedaliere nel momento in cui i patogeni infettanti sono stati acquisiti durante il ricovero
Infezioni ospedaliere e infezioni comunitarie Convenzionalmente, in assenza di un periodo di incubazione preciso, si ritiene che le infezioni insorte nelle prime 48 ore dal ricovero sono da considerarsi comunitarie mentre quelle che si sviluppano dopo le prime 48 ore sono definite ospedaliere
Le infezioni ospedaliere determinano Rischio per la salute; Prolungamento del ricovero; Aumento dei costi ospedalieri; Minore disponibilità di posti letto; Allungamento liste di attesa; Perdita giornate lavorative; Perdite di tempo a carico dei familiari
Per la insorgenza di una infezione ospedaliera è necessario avere: Una sorgente di microrganismi infettanti Un ospite suscettibile Un mezzo di trasmissione per i microrganismi
portatori cronici di agenti infettanti Sorgenti di infezioni Sorgenti umane: pazienti, personale od occasionalmente visitatori e possono comprendere: persone con malattie acute; persone con malattie in incubazione; persone colonizzate da un agente infettante ma apparentemente sane; portatori cronici di agenti infettanti
Altre sorgenti di infezione Ambiente nel caso in cui i microrganismi sfuggiti alle procedure di asepsi riescono a moltiplicarsi e ancora macchinari, farmaci, vitto ecc.
Suscettibilità degli Ospiti La resistenza ai microrganismi patogeni varia molto da soggetto a soggetto Soggetti immuni a determinate infezioni o capaci di resistere alla colonizzazione da parte di agenti infettanti Soggetti che reagiscono stabilendo una relazione di commensale con il microrganismo (portatori asintomatici) Soggetti suscettibili
Condizioni favorenti l’insorgenza di I.O. Affollamento dei reparti Uso improprio antibiotici Scarsa igiene strumentazioni Scarsa igiene del personale Scarsa igiene ambientale
Terapie e procedure favorenti l’insorgenza di I.O. Terapie immunosoppressive Tecniche diagnostiche e terapeutiche invasive (manovre endoscopiche, intubazioni ecc.) Terapie antibiotiche pre-operatorie Interventi chirurgici Cateteri a dimora
Soggetti maggiormente a rischio di I.O. Immaturi e prematuri Anziani Ustionati gravi Immunodepressi Pazienti neoplastici Traumatizzati
Vie di trasmissione delle I.O. La principale via di trasmissione delle infezioni ospedaliere è il contatto, che può essere diretto ed indiretto
Trasmissione per contatto diretto Comporta un contatto diretto da superficie corporea a superficie corporea ed un trasferimento fisico di microrganismi fra una persona infetta o colonizzata ed un ospite suscettibile (durante la mobilizzazione del paziente, mentre gli si fa l’igiene personale o durante l’assistenza)
Trasmissione per contatto indiretto a mezzo veicoli Comporta il contatto di un ospite suscettibile con un oggetto contaminato, che fa da intermediario, di solito inanimato come: strumenti contaminati, aghi, indumenti, farmaci, vitto
Trasmissione per contatto indiretto tramite vettori Avviene quando vettori come topi, zanzare, mosche, ed altri insetti nocivi trasmettono microrganismi
Microrganismi responsabili di I.O. Nel 95% dei casi si tratta di BATTERI quali streptococchi e stafilococchi e pseudomonas, salmonelle, escherichia coli ecc. caratterizzati da una notevole resistenza nell’ambiente. Essi costituiscono la cosiddetta FLORA NOSOCOMIALE Seguono miceti (3%), virus (1%)
Le infezioni ospedaliere colpiscono dal 5 all’8% dei pazienti ricoverati maggiore frequenza tra i pazienti chirurgici (40% dei ricoverati) che sviluppano il 70% delle I.O. seguono i pazienti delle terapie intensive che pur rappresentando solo il 5-10% dei ricoverati sviluppano I.O. nel 20-30% dei casi
Localizzazioni più frequenti delle I.O. Uno studio italiano condotto dall’ISS nel 2001 su 34.577 pazienti, ha evidenziato un tasso di I.O. pari al 6.8% 30.2% a carico dell’apparato urinario 17.4% basse vie respiratorie 13.7% ferite chirurgiche 8.9% apparato gastrointestinale 7.1% alte vie respiratorie
Infezioni urinarie Durante la degenza oltre il 10% dei pazienti ricoverati viene sottoposto a cateterismo uretrale per un periodo variabile con elevato rischio di incorrere in infezioni delle vie urinarie batteriuria batteriemia secondaria
Cataterismo uretrale Più spesso nei pazienti chirurgici nel post-operatorio, oppure per il trattamento dell’incontinenza o il controllo della diuresi in pazienti critici La durata media di permanenza del catetere è di 4 giorni Enterobatteri e pseudomonas sono responsabili dell’80% delle infezioni ma anche streptococchi, stafilococchi e candida elevate percentuali
Infezioni Respiratorie Per frequenza sono seconde alle infezioni urinarie ma presentano una elevata mortalità (30%) Stafilococco aureo, streptococchi, haemophilus, aspergilli sono i microrganismi più frequentemente responsabili Fattore predisponente per l’ insorgenza di una infezione respiratoria è l’intubazione endotracheale
Infezioni chirurgiche Rappresentano la complicanza più frequente nel paziente ricoverato in chirurgia L’incidenza delle infezioni da ferita chirurgica varia (dal 5 al 40%) a seconda del grado di contaminazione dell’intervento I microrganismi più frequentemente responsabili sono escherichia coli, pseudomonas, stafilococchi ecc. ai quali si aggiungono microrganismi appartenenti alla flora endogena dell’individuo stesso
Criteri diagnostici di infezione della ferita chirurgica Segni locali quali comparsa di eritema, dolore, indurimento dei margini della ferita; più tardivamente si ha fuoriuscita di pus e possibilità di deiescenza della ferita Il dolore del post operatorio, normale nei primi giorni, deve attenuarsi in seguito altrimenti deve far sospettare una infezione
Sporco: perforazione di un viscere, contaminazione fecale Tipi di interventi Puliti: non vi sono focolai infettivi vicino al campo operatorio, non sono interessati né l’app. digerente, né il respiratorio, né il genito-urinario Pulito/contaminato: viene aperto il digerente senza eccessiva contaminazione, o anche le vie biliari o genitourinarie senza infezioni,(appendicectomie e colecistectomie non complicate) Contaminato: apertura digerente abbondantemente contaminato, delle vie biliari e genitourinarie con infezione Sporco: perforazione di un viscere, contaminazione fecale
Profilassi delle infezioni da ferita chirurgica Per prevenirle è necessario aumentare le capacità di difesa dell’organismo ad es. ristabilendo prima dell’intervento un corretto equilibrio metabolico dei pazienti con diabete, insufficienza epatica o renale ridurre o abolire la contaminazione batterica mediante una meticolosa antisepsi sia in fase di preparazione che di esecuzione dell’atto chirurgico
Corretta antisepsi preparatoria Rasatura della cute senza creare soluzioni di continuo dell’epidermide Preparazione della cute con soluzione disinfettante efficace Esecuzione dell’atto chirurgico con la minima contaminazione possibile Preparazione e pulizia meccanica del tubo digerente, per diminuire la contaminazione da parte dei germi contenuti entro i visceri che vengono aperti durante l’atto operatorio
Chemioprofilassi Deve essere sempre effettuata prima di interventi contaminati, puliti-contaminati e sporchi, avendo cura che l’antibiotico raggiunga concentrazioni plasmatiche e tessutali efficaci al momento della incisione chirurgica Non va eseguita negli interventi puliti salvo rare eccezioni quali interventi eccessivamente lunghi (sono frequenti le infezioni dopo interventi puliti protrattisi per oltre 3 ore), o interventi di protesi
Modalità di diffusione delle infezioni chirurgiche Sono differenti a seconda della natura dell’agente infettivo, della sede d’infezione, della capacità di difesa dell’organismo Le infezioni localizzate tendono a generalizzarsi quanto più alta è la carica batterica e la virulenza del microrganismo e quanto più bassa è la capacità di difesa dell’organismo
Vie di diffusione delle infezioni Via linfatica con comparsa di linfoadenite Via ematica che può determinare una batteriemia (transitoria presenza di batteri nel sangue) o una setticemia (presenza di batteri patogeni molto virulenti che si moltiplicano attivamente liberando tossine) La setticemia o sepsi rappresenta la principale causa di morte
è quindi necessario ridurre al minimo la permanenza di cateteri, Meccanismi di alterazione delle barriere anatomiche nel paziente chirurgico Manovre strumentali ripetute Sondini nasogastrici Tubo endotracheale Drenaggi è quindi necessario ridurre al minimo la permanenza di cateteri, drenaggi, sondini
La catena epidemiologica delle I.O. non segue i canoni classici poiché: la fonte di infezione è spesso una persona sana o anche oggetti contaminati l’oggetto di infezione quasi sempre un soggetto malato
I microrganismi si impiantano più facilmente in Ambienti umidi e di difficile pulizia Attrezzature e strumenti difficilmente sterilizzabili Reparti dove si usano disinfettanti blandi, troppo diluiti o scaduti
Prevenzione delle I.O. Corretta disinfezione e sterilizzazione degli strumenti Appropriate terapie Igiene ambientale Formazione costante del personale soprattutto relativamente all’igiene delle mani
Le precauzioni standard Si applicano quando si ha a che fare con: sangue e tutti i liquidi corporei, secreti ed escreti, eccetto il sudore, indipendentemente dal fatto che contengano o meno sangue visibile cute non integra mucose
Quali sono le precauzioni standard? Igiene delle mani Utilizzo dei guanti Utilizzo di mascherina con o senza visiera e di occhiali protettivi Utilizzo dei camici o delle divise Corretta manipolazione di strumenti/oggetti taglienti Corretto smaltimento dei rifiuti Corretto smistamento della biancheria sporca Corretta movimentazione dei campioni biologici Pulizia e disinfezione ambientale
Strategia primaria per il controllo delle I.O. Attuazione delle precauzioni standard durante l’assistenza dei pazienti ospedalizzati indipendentemente dalla loro diagnosi o da un presunto stato di infezione
Ministero della Sanità Per assicurare una operatività continua in materia di I.O. il ministero ha emanato 2 circolari la n. 52/85 e la n. 8/88 Circ. 52/85 afferma che in ogni presidio ospedaliero venga istituita una commissione tecnica responsabile della lotta alle I.O. Circ. 8/88 riporta la definizione di I.O. e infezione comunitaria, i criteri di selezione dei pazienti da arruolare negli studi epidemiologici
Comitato di controllo delle I.O. Coordinato dal D.S. comprende: Microbiologo Igienista Farmacista Specialista in malattie infettive Caposala Infermieri epidemiologici