INTERVENTO PSICOLOGICO NEI CONTESTI EDUCATIVI

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Transcript della presentazione:

INTERVENTO PSICOLOGICO NEI CONTESTI EDUCATIVI ANNO ACCADEMICO 2013-2014 INTERVENTO PSICOLOGICO NEI CONTESTI EDUCATIVI PROF. DARIO BACCHINI 4 CFU + 4 CFU LABORATORIO

Carugati Felice – Prima lezione di Psicologia dell’educazione – Laterza, 2011, pp. 160. Inguglia Cristiano – La progettazione di interventi psicosociali – Carocci 2012 (capp. 1-2-3-4 6-7-8-12) Gini Gianluca, Pozzoli Tiziana – Gli interventi anti-bullismo – Carocci, 2011, pp. 119 n. 4 articoli pubblicati su riviste le cui modalità di reperimento verranno indicate dal docente durante il corso . Metodi didattici: Lezioni frontali e attività di laboratorio Modalità di verifica dell'apprendimento: la verifica avverrà attraverso esame orale ed eventuale pre-accertamento scritto. Lo studente per essere ammesso all’esame dovrà avere frequentato le attività di laboratorio ed essere risultato idoneo. Il prodotto delle attività di laboratorio potrà concorrere alla valutazione dell’esame finale.

Laboratorio: Il corso prevede un laboratorio pari a 4 CFU Laboratorio: Il corso prevede un laboratorio pari a 4 CFU. Le attività di laboratorio consisteranno in esercitazioni in aula e nella stesura di un progetto di intervento in un contesto educativo che richiederà anche lo svolgimento di attività sul campo. Le attività di laboratorio sono obbligatorie e propedeutiche al sostenimento dell’esame. Gli incontri di laboratorio saranno 9 nel corso dell’anno. Non sono ammesse più di 3 assenze. Non è prevista alcuna attività sostitutiva.

Prospettiva socio-costruttivista I processi di sviluppo e di insegnamento-apprendimento devono essere compresi alla luce della rete di relazioni sociali (famiglia, scuola, quartiere ecc.) nella quale avvengono gli scambi tra individui.

Critica ad ogni forma di “conoscenza decontestualizzata” - Psicologia Generale o scientifica - Psicologia Sociale - Psicologia dell’Educazione

Che cos’è la cultura? La nozione di cultura (Cole,1996) è legata alle attività quotidiane delle persone presenti in un determinato contesto. Ogni attività umana, finalizzata a uno scopo, è resa possibile attraverso l’uso di strumenti materiali (martello, penna) e/o simbolici (il linguaggio).

Questi strumenti sono chiamati ARTEFATTI CULTURALI e Cole ne evidenzia tre distinti livelli: I° Utensili (martelli, penne, telefono, ma anche il linguaggio e le forme di scrittura) II° Rappresentazioni di utensili e modelli di azione (regole d’uso, norme, modelli di funzionamento importanti da conservare e trasmettere) III° Sistemi di credenze (filosofie, ideologie, psicologie del senso comune, rappresentazioni sociali)

I tre tipi di artefatti consentono di descrivere una cultura Gli Artefatti sono quindi strumenti che permettono ai membri di una cultura, non solo di operare nel corso della vita quotidiana, ma anche di dare significati a essa, significati che sono almeno in parte condivisi e possono quindi essere comunicati e trasmessi alle generazioni successive

La prima psicologia dell’educazione inizi XX secolo Istruzione Programmata Prospettiva associazionista e comportamentista Elaborazione dell’informazione e e strategie di metacognizione Prospettiva cognitivista

La prima psicologia dell’educazione: esigenze applicative non studia i contesti di apprendimento approccio individualista

La seconda psicologia dell’educazione inizi XX secolo Prospettiva storico-culturale russa: il contributo di Vygotskij Le funzioni mentali che si sviluppano nel bambino devono essere studiate attraverso le attività pratiche nella vita quotidiana e cioè nel contesto sociale, storico e culturale nel quale si manifestano e si costruiscono

La mente è il risultato di una costruzione sociale Nel processo di insegnamento-apprendimento entrano in gioco due dimensioni: Il sistema scolastico (storia, cultura, politica, società) La relazione alunno-insegnante

L’apprendimento avviene nel quadro della ZOPED Vigotskij

Premessa Parole chiave del percorso: Prospettiva socio-costruttivista Motivazione Apprendimento Insegnamento attribuzione Dinamiche relazionali della classe Zona di sviluppo prossimale

ZOPED (ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE)

ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE(ZOPED) … La nozione di ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE(ZOPED) La distanza fra il livello di sviluppo attuale, definito dal tipo di abilità mostrata da un soggetto che affronta individualmente un compito e il livello di sviluppo potenziale di cui un soggetto dà prova quando affronta un compito del medesimo tipo con l’assistenza di un soggetto più esperto (adulto o coetaneo)

L’unità di analisi della Zoped È l’individuo studiato mentre svolge le attività di cui sta costruendo il significato, all’interno del contesto sociale e culturale in cui vive

Linee di sviluppo della prospettiva di Vygotskij: Strumenti per favorire la Zoped Zoped fra coetanei - apprendimento cooperativo - apprendimento reciproco Zoped e vita quotidiana

Gli strumenti dell’adulto per favorire la Zoped a scuola Osservazione dei comportamenti Utilizzo della contingenza Feedback Istruzioni sul compito Porre domande Strutturazione cognitiva Scaffolding

DAL CERVELLO ALLA MENTE CAP 1 DAL CERVELLO ALLA MENTE Perchè i livelli di apprendimento non sono uguali in tutte le parti del mondo? Compito OECD-PISA Prove ammissione Università

MITI DELLO SVILUPPO Primi anni di vita basilari per l’acquisizione delle abilità cognitive Periodo critico Intervenire sul cervello Neuromania Apprendimento basato sulla memoria riproduttiva (trasmissione di conoscenze e abilità) Fotografare il cervello che apprende è la risposta? Rappresentazione ingenua della mente

Di quale mente parliamo? La conoscenza avviene in un contesto di relazioni. Cosa comprende il soggetto dei compiti che proponiamo? Quale è l’influenza del contesto sulla esecuzione dei compiti? Quali sono i fattori extra logici della conoscenza? Dalla mente logica alla mente sociale

Cap 2 – Sviluppo, educazione,. socializzazione I nostri pensieri sono guidati dalle regole o convenzioni sociali 2 modelli teorici di riferimento: La teoria dei sistemi sociali di Bronfenbrenner La teoria della mente come costruzione sociale di Doise: individuale; 2. interindividuale; 3. status; 4. rappresentazioni sociali

Il postulato del sociale Studiare i contesti Il postulato del sociale Molti autori appartenenti alla seconda psicologia sono concordi nel ritenere che la mente, il pensiero, lo sviluppo umano hanno un’origine nelle condizioni storiche e sociali nelle quali gli individui vivono (Doise, 1982)

socio-costruttivista La prospettiva socio-costruttivista le interazioni sociali sono all’origine della costruzione di abilità individuali Possedere abilità individuali di una certa complessità permette all’individuo di partecipare successivamente a interazioni sociali più complesse, che consentono a loro volta di costruire abilità di complessità superiore

Una sintesi di queste ricerche è offerta da Doise (1982): i 4 livelli di analisi LIVELLO DELLE NORME E DELLE RAPPRESENTAZIONI SOCIALI LIVELLO POSIZIONALE (status) LIVELLO INTERINDIVIDUALE (i diversi punti di vista) LIVELLO INTRAINDIVIDUALE (abilità cognitive)

La conoscenza non è trasmissione Concetto di riproduzione interpretativa (Corsaro) I bambini (gli individui) sono costruttori attivi di cultura Educazione come accompagnamento, trasmissione, acculturazione, passaggio da una generazione alla successiva

Come apprende il bambino? Nel quadro di una fitta rete di relazioni (vedi asilo nido) nella quale il bambino apprende i concetti di ruolo, status, in altri termini impara il mestiere di figlio, di bambino. In questa cornice nasce la cultura dei coetanei (vedi social network, ecc.)

Come si apprende a scuola? Certamente con la mente logica ma anche…. Scambi insegnanti-alunni Lezioni quotidiane Sistema della classe Sistema della scuola Nelle routine Il sistema è soggetto ad elevata variabilità: il sistema scolastico è una organizzazione a legami deboli (si possono introdurre una quantità di variazioni sul tema…)

Le routine Costituiscono lo schema nel quale vengono interiorizzate le regole di funzionamento sociale (pag. 28) Nascono gli schemi pragmatici di ragionamento

Teoria del conflitto socio-cognitivo Cosa sa realmente il soggetto? Come può giungere alla sua area di sviluppo prossimale?

Concezioni ingenue dell’apprendimento Bello da credere! Perché mio figlio va male a scuola? Non è intelligente? La scuola non è all’altezza? Difficoltà di apprendimento possono dipendere dalle condizioni organizzative e relazionali in cui si svolge l’attività didattica o la vita quotidiana familiare. Conflitto tra teorie individualistiche e sociali dell’apprendimento.

Cap 3 Come si impara! Il risultato ad un compito può essere messo in relazione alle capacità cognitive di un soggetto MA Entrano in gioco diversi livelli di analisi: Stato psicologico del soggetto, storia di studente, reputazione, comportamento del valutatore, ecc.

La memoria e l’attenzione sono influenzate dalla cornice sociale? Nella vita quotidiana in classe opera un confronto sociale! Quali sono i criteri di valutazione? Che ruolo ha il confronto con gli altri studenti? Attese di successo, percezione diversa del compito tra studente e docente, ricordo (memoria) di come è andato in passato.

Ogni studente costruisce una storia di sé in termini di successo/insuccesso. In uno studio condotto con alunni francesi sono state manipolate tre variabili: Status di alunno bravo/mediocre Visibilità dello status Prestigio della materia Il confronto sociale consiste nel fatto che in ogni situazione di valutazione si mette campo lo schema di sé come alunno meritevole/non meritevole Essere considerato “bravo”, pubblicizzare questo status e informare preventivamente che si sarà interrogati potenzia le performance. (nello studio sperimentale la prova era un “riconoscimento di figure”) Variabili chiave: 1. status; 2. visibilità; 3. occasioni per l’esibizione

Cosa vuol dire migliorarsi a scuola. Meglio di me stesso Cosa vuol dire migliorarsi a scuola? Meglio di me stesso? dei miei compagni più bravi? Di quelli bravi come me? Serve la meritocrazia? (articolo di Butera) In teoria il merito serve a non creare preclusioni di classe sociale: uguali opportunità per tutti!!! Ma, hanno tutti le stesse condizioni di partenza? Non c’è il rischio che il merito non faccia altro che far perpetuare le disuguaglianze di base? Migliorarsi può non servire a nulla se quelli che erano davanti rimangono davanti!

Il sistema scolastico è basato sul confronto con i compagni. I risultati individuali sono interpretati attraverso il riferimento ad una norma sociale: il significato di un voto non è in relazione a ciò che si è imparato ma in relazione ai voti dei compagni. Prendere 7 se tutti prendono 8 è vissuto come fallimento Prendere 4 se tutti prendono 2 è vissuto come successo La tendenza ad autovalutarsi è propria della mente umana (Festinger) Alcune qualità possono essere valutato solo in funzione del confronto sociale: ad esempio «quanto sono bello?» Ma chi sono gli altri? Li abbiamo scelti? Confronto con chi è leggermente più in alto di noi e dello stesso livello sociale.

Perché è così importante il confronto sociale? Teoria dissonanza cognitiva: Festinger. Tendenza spontanea degli esseri umani a fare valutazioni. Con chi ci confrontiamo? Con quelli simili a noi ma di livello un po’ più alto. Il processo dell’imparare è stato analizzato considerando 3 variabili: Competenza del discente Competenza del docente Minaccia per il sé

Imparare è l’effetto di una sorta di influenza sociale (conflitto) Chi insegna deve modificare qualcosa nella mente di chi apprende. D’altra parte anche lo studente che non apprende è una fonte di minaccia per chi insegna. È opportuno eliminare nel processo di insegnamento-apprendimento la “minaccia per il sé” Perché minaccia? Imparo per obbedienza Confronto con altri (se l’obiettivo è il voto si attivano dinamiche strumentali di apprendimento di scarsa efficacia) deresponsabilizzazione

In una strategia costruttivista, potere ed obbedienza sono di ostacolo al processo di apprendimento. Non si apprende solo memorizzando le informazioni ma trasformando le conoscenze. «responsabilizzarsi»

Teoria dell’autodeterminazione

3. Apprendimento cooperativo Strategie altre: 1. Modello della autodeteminazione di Deci e Ryan (motivazione autonoma). 2. Tecnica dell’impegno progressivo (attivare la libertà di impegnarsi) 3. Apprendimento cooperativo Perché la competizione?

Cap 4 – giudizi sociali e valutazioni «The classroom as a courtroom» Actus reus e mens rea Weiner, 2003

1 2 3 4 5 6 7 8 VOTO A B IMPEGNO ABILITA’ Voto soggettivo da + 5 a -5 Modello Weiner: Successo-Insuccesso 1 2 3 4 5 6 7 8 VOTO A B IMPEGNO ABILITA’ Voto soggettivo da + 5 a -5

Concetti chiave del modello di Weiner: Locus of control interno/esterno Controllabilità La severità della punizione è in funzione di obiettivi utilitaristici o retributivi Come valutano gli insegnanti italiani e quelli americani?

Come giustificarsi davanti al docente? Come giustificarsi davanti ai compagni? La classe è un luogo dove difendere la propria reputazione!!!!! Come mettere i voti? Norma criterio-dipendente o Norma di riferimento sociale ? Norma di riferimento individuale

Obiettivo miglioramento: Norma di riferimento sociale – successo è stare al di sopra del 50% La probabilità per i bravi di restare al di sopra e altissima e viceversa è alta la probabilità di restare al di sotto per i meno bravi Norma di riferimento individuale: tutti hanno il 50% di possibilità di migliorarsi indipendentemente dalle condizioni di partenza.

Quali punizioni? Strumenti didattici: compiti aggiuntivi; mandare fuori dall’aula Trattenere in aula oltre orario In sintesi: Allontanare, ignorare Incoraggiare favorire Pag. 77

Cap 5 Effetto scuola effetto classe Successo e insuccesso variano in funzione della scuola frequentata?

Tre studi Coleman – 1964 Rutter – 1979 Mortimore - 1988

Studio di Coleman Interesse al construtto di “Efficacia della scuola” La variabile principale è la classe sociale ma la scuola può fare la differenza.

Studio di Rutter Ricerca longitudinale: prende in esame una quantità di variabili: Importanza data dagli insegnanti alle attività a scuola e a casa Pianificazione organica attività didattica Corretta impostazione rapporti insegnanti e alunni Stabilità rapporti all’interno della scuola Si può dare una risposta alla domanda: è brava la scuola o è bravo l’alunno?

risposte Le scuole non sono tutte uguali Più che una singola variabile conta l’intreccio tra più variabili

Studio Mortimore 1988 Tre tipi di misure: Misure di ingresso Misure relative ai risultati scolastico Misure relative alla scuola o alla classe frequentata NB: quando si misura la scuola o la relazione, sono necessarie più fonti di informazioni. La scuola è il fattore più rilevante.

Il concetto di ethos scolastico e di curriculum implicito Per ethos si intende il complesso dell’atmosfera, delle relazioni, dei rapporti di potere, delle concezioni implicite ed esplicite dell’insegnamento

Fattore classe Scopi e ricompense: pag. 102 Struttura competitiva Strutture cooperativa Struttura individuale Relazioni di ruolo e potere: Grado di autonomia attribuito agli studenti Sistemi di comunicazione di risultati e valutazioni Materie forti – materie deboli Simboli di identità propri di una classe

Cap 6 – la vita quotidiana delle organizzazioni educative Trasformazioni delle vita dei minori: mondo familiare con meno coetanei – maggiore impegno delle famiglie per sviluppare relazioni all’esterno. Dati ISTAT Modifica ruolo padre-padre Ruolo dei nonni Ruolo dei servizi educativi Attività svolte in casa dai figli Letture > femmine Differenze sociali e di opportunità: geografiche e socio-economiche (es. uso computer)

Tipologie geografiche Maschi - Centro nord – SES alto – liceo – attivi culturalmente Femmine - SUD – SES basso – cultura – scuola OK Maschi Nord-est – SES medio – buona socializzazione – alcol Maschi – SUD – socializzazione Ok – cultura modesta – sport Maschi SUD – marginalità sociale Risultati scolastici – voti scuola media – binge drinking

La vita sotterranea delle istituzioni educative Citaz. Attimo fuggente (123) Cosa accade a casa? Compiti a casa? Pag. 125

Cap 7 – la vita morale della scuola Come la scuola prepara alla educazione a legalità, morale, cittadinanza? Concetti noti di Piaget , Kohlberg e Turiel Una regola è tanto più trasgredita quanto più si allontana dal prototipo (script) Routine: regolarità + regole: rappresentano una base per la costruzione di un sistema di regole>>> schemi pragmatici di ragionamento. Regole di obbligo – regole di permesso

regole Schema di obbligo Se A allora B Se NON A allora B o NON B Se B allora è possibile A Se NON B allora NON A Se guido la vettura allora devo avere 18 anni È morale o convenzionale?

Regole scuola Puntualità – correzione compiti –sono regole morali o convenzionali? Da ciò deriva l’atmosfera scolastica. Gli insegnanti si rivolgono a tutti nello stesso modo o diversamente verso i più bravi? (pag. 136) È giusto trattare diversamente le persone in funzione del risultato? L’alunno non bravo impara il mestiere di alunno “mediocre”

Ethos scolastico Buon ethos: coesione, attese positive, valori condivisi, ecc. Demoralizzazione (Damon) – pag 141 Requisiti del docente: imparzialità, sincerità, responsabilità Tipologie: disimpegnati, dilettanti, sognatori, determinati.

Temi morali della scuola Copiare in classe Curriculum implicito ed esplicito Assenteismo violenza