Slides dell’intervento Riccardo Padovani, Direttore SVIMEZ Le Leggi di Stabilità per il Sud e per la Sicilia. Dall’analisi della SVIMEZ alle proposte dei.

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Slides dell’intervento Riccardo Padovani, Direttore SVIMEZ Le Leggi di Stabilità per il Sud e per la Sicilia. Dall’analisi della SVIMEZ alle proposte dei protagonisti. Centro Studi Pio La Torre Palermo, 22 gennaio 2016

La crisi ha depauperato le risorse del Sud e il suo potenziale produttivo: la forte riduzione degli investimenti ha diminuito la sua capacità industriale, che, non venendo rinnovata, ha perso ulteriormente in competitività. La lunghezza della recessione, la riduzione delle risorse per infrastrutture pubbliche produttive, la caduta della domanda interna sono fattori che hanno contribuito a indebolire fortemente l’apparato economico del Sud colpendo non solo le imprese inefficienti, ma lambendo anche imprese sane e tuttavia non attrezzate a superare una crisi così lunga e impegnativa. Le migrazioni, specie delle classi di età più giovani e di capitale umano formato hanno solo in parte contemperato il calo dei posti di lavoro. Il rischio che occorre – ed è senz’altro possibile – contrastare è che il depauperamento di capitale umano, imprenditoriale e finanziario possa trasformare la lunga crisi in un nuovo equilibrio “al ribasso”, di minore sviluppo e minore benessere. Fig. 1. La crisi restituisce un Paese ancora più diviso e diseguale

Paesi Mezzogiorno 4,2-1,3-13,0-9,4 Centro-Nord 9,6-0,2-7,41,5 Italia 8,3-0,4-8,7-1,1 Unione Europea (28 paesi) 17,11,30,717,9 Area dell'euro (18 paesi) 14,60,8-0,913,6 Area non Euro 24,62,75,531,4 Germania 10,21,65,015,7 Spagna 27,71,4-5,021,4 Francia 13,80,22,316,3 Grecia 32,40,8-25,8-1,7 Fig. 2. Tassi di crescita annuali e cumulati del PIL in termini reali (%) (a) (a) Calcolati su valori concatenati – anno di riferimento 2010 L A FORBICE DELLA CRESCITA TRA I TALIA ED E UROPA

Fig. 3. Prodotto Interno Lordo (variazioni % annue e cumulate) (a) Ripartizioni Mezzogiorno 4,2-2,9-2,7-1,3-13,0-9,4 Centro-Nord 9,6-2,8-1,4-0,2-7,41,5 Italia 8,3-2,8-1,7-0,4-8,7-1,1 Sicilia 5,5-2,7-2,8-1,3-13,7-9,0 (a) Calcolate su valori concatenati – anno di riferimento : SETTIMO ANNO DI RECESSIONE ININTERROTTA PER L ’ ECONOMIA DEL M EZZOGIORNO

Fig. 4. PIL per abitante del Mezzogiorno e della Sicilia (indici: Centro-Nord = 100) (a) Anni Prodotto per abitante del Mezzogiorno Prodotto per abitante della Sicilia euro% % ,6054, ,552, ,8054, ,553, ,7055, ,754, ,6055, ,754, ,4056, ,956, ,6055, ,254, ,4054, ,952, ,3055, ,753, ,7054, ,752, ,7053, ,751,6 (a) Calcolati su valori a prezzi correnti N ONOSTANTE IL CALO DELLA POPOLAZIONE AL S UD, TORNA AD ALLARGARSI IL DIVARIO NEL PIL PER ABITANTE CON IL RESTO DELL ’I TALIA

Fig. 5. Previsioni SVIMEZ-IRPET, per alcune variabili macroeconomiche (variazioni %; dati aggiornati a settembre 2015) Variabili Centro- Nord Mezzo giorno Italia Centro- Nord Mezzo giorno Italia Prodotto Interno Lordo 1,00,10,81,50,71,3 Consumi finali interni 0,90,10,71,30,81,2 Investimenti fissi lordi 1,5-1,01,02,50,52,0 Unità di lavoro totali 0,70,30,60,90,60,8 Tasso di disoccupazione (%) 8,920,312,2 8,619,911,9 L E PREVISIONI : I L C ENTRO -N ORD IN RIPRESA DAL 2015; IL S UD, TORNATO STABILE NEL 2015, IN MODESTA RIPRESA NEL 2016

La debole dinamica degli investimenti totali pesa sulla performance delle regioni meridionali: sia perché gli investimenti, specie quelli in costruzioni, hanno una capacità moltiplicativa relativamente elevata, in grado di imprimere una forte spinta alla crescita aggregata dell’area; sia perché il mancato riavvio del processo di accumulazione impedisce gli adeguamenti necessari ad accrescere la produttività media dell’area, condizione ostativa ad una crescita più rapida. Fig. 6. La persistente debolezza del processo di accumulazione rappresenta nel Mezzogiorno il maggior fermo alla ripresa

Fig. 7. Tassi annui di variazione % dei consumi finali interni (a) Categorie Mezzogiorno Spese per consumi finali famiglie -0,4-13,2-9,7 Spese per consumi finali AAPP e ISP -1,7-6,8-0,5 Totale -0,8-11,3-7,1 Centro-Nord Spese per consumi finali famiglie 0,6-5,50,4 Spese per consumi finali AAPP e ISP -0,50,110,1 Totale 0,3-4,32,5 Sicilia Spese per consumi finali famiglie -0,4-13,2-8,6 Spese per consumi finali AAPP e ISP -1,7-5,95,2 Totale -0,8-10,9-4,5 2014: I CONSUMI ANCORA IN CALO NEL M EZZOGIORNO, MENTRE RIPRENDONO A CRESCERE NEL RESTO DEL P AESE (a) Calcolate su valori concatenati – anno di riferimento 2010

Fig. 8. Gli investimenti nei settori (tassi annui di variazione %) (a) Branche Mezzogiorno Agricoltura, silv e pesca-3,6-7,2-7,7-38,1-40,4 Industria-5,6-22,4-1,9-57,3-59,7 In senso stretto-5,9-23,5-1,7-59,3-61,7 Costruzioni-3,7-10,1-2,9-47,4-49,3 Servizi20,2-6,0-4,2-33,1-19,5 Totale economia13,2-9,5-4,0-38,1-29,9 Centro-Nord Agricoltura, silv e pesca8,6-9,2 -3,0 -10,8-3,1 Industria9,8-3,3 -2,6 -22,1-14,4 In senso stretto8,3-3,3 -2,4 -17,1-10,2 Costruzioni19,8-5,9 -4,2 -55,2-46,3 Servizi17,8-5,2 -3,4 -31,0-18,7 Totale economia17,4-4,8 -3,1 -27,1-14,4 Sicilia Totale economia6,5 -4,1-4,0-32,3-27,9 C ADONO NEI SETTE ANNI DI CRISI GLI INVESTIMENTI IN I TALIA : PER L ’ INDUSTRIA IN SENSO STRETTO AL S UD È CROLLO (a) Calcolate su valori concatenati – Anno di riferimento 2010

Fig. 9. Tassi di variazione % cumulati del valore aggiunto per settore e ripartizione (a) (a) Calcolati su valori concatenati – Anno di riferimento 2010 I L CALO DEL PRODOTTO È PIÙ FORTE AL S UD IN TUTTI I SETTORI Mezzo giorno Sicilia Centro Nord Mezzo giorno Sicilia Centro Nord Variazioni % Contributo alla crescita dei settori Agricoltura -10,9 -13,3 5,5 -0,4 -0,5 0,1 Industria -35,0 -42,4 -17,1 -7,4 -7,3 -4,9 In senso stretto -33,2 -40,8 -13,9 -4,8 -4,4 -3,1 Costruzioni -38,7 -45,2 -28,9 -2,5 -2,9 -1,8 Servizi -6,6 -7,6 -2,6 -5,0 -6,0 -1,8 Totale -12,8 -13,9 -6,6 -12,8 -13,9 -6,6

Fig. 10. Spesa della PA in conto capitale nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord (milioni di euro) (a) U N LUNGO DECLINO DELLA SPESA PUBBLICA IN CONTO CAPITALE, SOPRATTUTTO A DANNO DEL S UD (a) Valori a prezzi base 2014

Fig. 11. Valore aggiunto per occupato del Mezzogiorno per settore (Indici: Centro-Nord = 100) Agricoltura, silv. e pesca 54,953,953,848,549,049,3 Industria 79,771,674,969,665,863,9 In senso stretto 85,278,881,273,367,064,7 Costruzioni 70,564,069,070,571,570,1 Servizi 79,980,581,179,982,381,8 Totale economia 77,075,777,875,376,375,6 (a) Calcolati su valori concatenati – Anno di riferimento 2010 I L DIVARIO STRUTTURALE DI PRODUTTIVITÀ DEL M EZZOGIORNO RISPETTO AL C ENTRO -N ORD SI AGGRAVA NELL ’ INDUSTRIA IN SENSO STRETTO E IN AGRICOLTURA. R ESTA INVECE STABILE NEI SETTORI DELLE COSTRUZIONI E DEI SERVIZI

Fig. 12. Capacità produttiva (milioni di euro di valore aggiunto per abitanti). Numeri indici: anno 2007 = 100 (a) C ON IL CROLLO DEGLI INVESTIMENTI, DAL 2007 RIDOTTA DEL 30% LA CAPACITÀ PRODUTTIVA DELL ’ INDUSTRIA MERIDIONALE (a) Calcolati su valori concatenati – Anno di riferimento 2010

Fig. 13. Produttività, costo del lavoro per occupato e CLUP del settore manifatturiero MezzogiornoCentro-Nord 1. Valore aggiunto per occupato (a) -2,5 2,4-18,2-0,17,6-0,3 2. Costo del lavoro per occupato (b) 2,6 21,47,82,722,214,7 3. Costo del lavoro per unità di prodotto (2/1) 5,3 18,631,92,813,615,1 A) T ASSI % DI VARIAZIONE (annuali e cumulati) (a) Calcolate su valori concatenati – Anno di riferimento (b) Valori correnti Valore aggiunto per occupato (a) 74,570,964,959,658,2 2. Costo del lavoro per occupato (b) 79,679,174,674,474,3 3. Costo del lavoro per unità di prodotto (2/1) 106,9111,6114,8124,7127,8 B) M EZZOGIORNO IN % DEL C ENTRO -N ORD : DRASTICA CADUTA DELLA PRODUTTIVITÀ MEDIA DELL ’ INDUSTRIA MANIFATTURIERA DEL S UD E FORTE AUMENTO DEL DIVARIO DI COMPETITIVITÀ CON IL C ENTRO -N ORD

Media Var % Investimenti agevolati Mezzogiorno ,0 Centro-Nord ,3 Non classificabile ,4 Totale ,7 Totale al netto non localizzabili ,5 Agevolazioni/finanziamenti concessi Mezzogiorno ,3 Centro-Nord ,9 Non classificabile ,1 Totale ,3 Totale al netto non localizzabili ,6 Agevolazioni/finanziamenti erogati Mezzogiorno ,3 Centro-Nord ,1 Non classificabile ,6 Totale ,7 Totale al netto non localizzabili ,8 Quota % Mezzogiorno sul totale al netto non localizzabili Investimenti agevolati38,123,223,9-39,1 Agevolazioni/finanziamenti concessi63,533,239,9-47,8 Agevolazioni/finanziamenti erogati44,238,441,2-13,0 Fig. 14. Investimenti agevolati e agevolazioni/finanziamenti concessi ed erogati, per ripartizione territoriale nel periodo (milioni di euro, s.d.i.) I L TAGLIO DELLE AGEVOLAZIONI ALLE IMPRESE COLPISCE PRINCIPALMENTE IL S UD

Quota % del Sud su Italia (Agevolazioni concesse, s.d.i.) Aiuto alla crescita economica (ACE) 11,2 Nuova Sabatini 8,0 Fondo Italiano d'Investimento per le PMI (investimenti diretti) 3,0 Fondo Strategico Italiano (investimenti diretti) 0,0 Contratti di rete (n. imprese) 25,2 Piano per il Sud dell'ICE 100,0 Contratti di sviluppo 90,0 Fondo di garanzia per le PMI (importi garantiti) 31,1 Agevolazioni per l’internazionalizzazione (a) 2,9 Tab. 15. Quote % di accesso del Mezzogiorno ai principali interventi di rilievo per la politica industriale (a) L. 1083/1954 (Contributo per le esportazioni); L. 394/1981 (Contributi a Consorzi per sostegno alle esportazioni; L. 49/1987 (Società miste all’estero); L. 83/1989 (Consorzi import-export); L.100/1990 e L. 19/1991 (Crediti agevolati per imprese miste all’estero); D.Lgs (Credito agevolato all’esportazione); L. 133/2008 (Sostegno all’inserimento nei mercati esteri).

● Fondo Italiano di Investimento e Fondo Strategico Italiano: introduzione di canali di accesso riservati alle imprese meridionali ● Istituzione di fondi di finanza innovativa specifici per il Sud ● Contratti di rete: ripristino delle agevolazioni fiscali e misure aggiuntive nei POR delle Regioni meridionali ● Rafforzamento dei Cluster tecnologici del Sud, sul modello degli “Istituti Fraunhofer” tedeschi e degli “Istituti per l’Innovazione” statunitensi ● Introduzione di canali di accesso privilegiati per le PMI del Sud nelle misure di sostegno al credito per l’export e in quelle previste dal "Piano straordinario per la promozione del made in Italy” (es. voucher per l'assunzione di Temporary Export Manager) ● Estensione del “Piano per il Sud” dell’ICE a tutte le regioni meridionali Fig. 16. Politica industriale per il Sud: alcuni primi interventi per ripartire

in Italia al SUD (-9,0%) al SUD (-9,0%) al NORD (-1,4%) al NORD (-1,4%) 26,3% occupati 71,0% perdite 26,3% occupati 71,0% perdite 73,7% occupati 29,0% perdite 73,7% occupati 29,0% perdite Fig. 17. EMERGENZA LAVORO: PERSI AL SUD QUASI 600 MILA POSTI DI LAVORO I L MERCATO DEL LAVORO E ’ IL LUOGO DI MAGGIOR ALLARGAMENTO DEI DIVARI in Sicilia (-10,6%) in Sicilia (-10,6%) 5,9% occupati 19,3% perdite 5,9% occupati 19,3% perdite

MezzogiornoCentro-NordSicilia anni -622,0 (-31,9%) ,8 (-26,0%) -132,8 (-31,1%) anni -240,5 (-8,5%) -162,8 (-2,1%) -80,0 (-12,0%) 50 ed oltre 286,7 (17,5%) 1.231,9 (31,3%) 56,2 (14,6%) Totale -575,8 (-9,0%) -235,6 (-1,4%) -156,6 (-10,6%) Fig. 18. Occupazione per classi di età: variazioni Valori in migliaia N ELLA CRISI A PERDERE IL LAVORO SONO I GIOVANI

2014 – 2015 (III° Trimestre) posti di lavoro in Italia al SUD al SUD al NORD al NORD +2,3% +0,7% Fig. 19. L’andamento dell’occupazione: variazioni tendenziali L’ AUMENTO RECENTE DELL ’ OCCUPAZIONE SI REGISTRA SOPRATUTTO AL S UD in Sicilia in Sicilia +4,7%

2008 – 2015 (media primi 3 trimestri) in Italia al SUD (-7,8%) al SUD (-7,8%) al NORD (-1,0%) al NORD (-1,0%) 26,5% occupati 74,4% perdite 26,5% occupati 74,4% perdite 73,5% occupati 25,6% perdite 73,5% occupati 25,6% perdite Fig. 20. Il mercato del lavoro: distanza dai livelli pre-crisi L A RIPRESA DELL ’ OCCUPAZIONE IN ITALIA RIGUARDA ESSENZIALMENTE IL SUD in Sicilia (-9,2%) in Sicilia (-9,2%) 6,0% occupati 20,0% perdite 6,0% occupati 20,0% perdite

2008 – 2015 (dati trimestrali destagionalizzati; T = 100) Fig. 21. Il mercato del lavoro: distanza dai livelli pre-crisi L A RIPRESA DELL ’ OCCUPAZIONE IN ITALIA RIGUARDA ESSENZIALMENTE IL SUD

Lo Stato dovrebbe divenire responsabile come “regista”, e non come pura entità di spesa o solamente come garante del funzionamento dei mercati. L’esigenza di governare i mercati, per dare loro i segnali, fornire punti di appoggio ai quali affidare l’innesto di nuovi meccanismi di convenienza, è una estrema urgenza, finalizzata ad attivare processi che debbono essere inclusivi, capaci di rimettere in moto il sistema secondo una logica individuazione degli interessi convergenti delle parti. Non è certo per una preconcetta propensione a sostituirsi ai mercati che la strategia va definita, al contrario: è per creare spazio ai mercati del futuro che debbono essere oggi fissati i lineamenti di una politica di sviluppo. Fig. 22. Lo Stato “regista” di una politica attiva di sviluppo