“Nella volontà di Dio non c’ è nessun male” (Tertulliano )

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Transcript della presentazione:

“Nella volontà di Dio non c’ è nessun male” (Tertulliano )

Nel Padre nostro lo sguardo è sempre fisso a Dio. È già una regola di preghiera questa, perché una stortura della nostra preghiera è spesso la tendenza opposta: lo sguardo sempre fisso su di noi. Questa invocazione del Padre nostro rappresenta da sola un intero programma di vita, perfetto e completo in estensione e in profondità. Il testo greco è stato tradotto con sia fatta la tua volontà, però l’ originale non ha il verbo fare ma il verbo divenire. La preghiera chiede che la volontà di Dio avvenga, divenga, vada avanti, proprio come si chiedeva per il Regno, quasi che la volontà di Dio sia un avvenimento che va avanti indipendentemente da noi, ma a cui noi siamo invitati a contribuire con la nostra debole collaborazione. Gesù dunque ci fa chiedere due cose: 1- desiderare di dare la nostra adesione alla volontà di Dio 2- desiderare un’ adesione perfetta (così in terra come in cielo).

Perché fare la volontà di Dio non è semplice, sovente è l’ opposto della nostra volontà; siamo più portati alla nostra volontà che alla sua; inoltre, aderire ad essa in modo perfetto è quasi impossibile alla debolezza dell’ uomo senza l’ aiuto della grazia. C’ è tutta una scala di generosità nell’ accettazione della volontà di Dio che rispecchia esattamente la nostra apertura a Lui. -L’ Accettazione risentita: quando si dice di si a Dio con malanimo. È un rigetto, perché è un’ accettazione obbligata. -L’ Accettazione rassegnata: ma non completa. È spesso la nostra debolezza che ci condiziona negli avvenimenti dolorosi che ci colpiscono -L’ Accettazione vera: risponde già a un grado elevato di amore a Dio. può essere unita al buio più fitto come fu per Gesù l’ accettazione del Getsemani

-L’ Abbandono pieno nelle mani di Dio: è un passo che va più avanti. È l’ atto con cui l’ uomo lascia mettere in discussione tutte le sue vedute per abbracciare nella fede i piani di Dio. -Infine c è la collaborazione attiva alla volontà di Dio: quando l’ uomo scende a fatti concreti, facendo il passaggio dagli atteggiamenti interiori alle decisioni responsabili e piene per assecondare con tutte le forze la volontà di Dio. La Sacra scrittura ci offre diversi versetti in cui contempliamo l’ adesione di Gesù alla volontà del Padre: è questa la sua spiritualità. Mio cibo è fare la volontà del Padre mio (Gv 4,34) Non sono venuto per fare la mia volontà, ma la volontà di chi mi ha mandato (Gv 5, 30) Padre, non la mia, ma la tua volontà sia fatta (Mt 26,39)

Non sempre è facile all’ uomo. Ci sono tre vie, una chiarissima, le altre due più nebulose e difficili. La prima via è la Parola di Dio: è una strada chiara, sempre a portata dell’ uomo. Gesù ha ancora semplificato questa via e ha unificato tutto ciò che attende da noi: la carità. La seconda via è segnata dagli avvenimenti della vita: Soprattutto quegli avvenimenti che sono al di là delle nostre possibilità di controllo. Sono tanti! La vita, la morte, spesso la salute, le doti e le deficienze, il successo e l’ insuccesso, le amicizie e le inimicizie. Poi ci sono gli avvenimenti da cui siamo condizionati, anche se non lo vogliamo: i contesti sociali, culturali e politici. Tutti avvenimenti che spesso l’ uomo non può determinare. Sono tunnel in cui l’ uomo deve passare con molto coraggio e molta fede, accettando quello che la sua coscienza gli dice di accettare, come voluto da Dio. “cammina alla mia presenza e sii perfetto” ha detto Dio al primo eletto, Abramo. Gesù lo insegna con la sua vita obbediente al Padre.

La terza via è l’ adempimento dei propri doveri: Mille dubbi, mille interferenze, mille debolezze nostre o degli altri possono intralciare il cammino e lasciarci dubbiosi. Qualche volta il dovere è semplice e chiaro, anche se non è mai semplice seguirlo a perfezione. Qualche volta ci lascia perplessi. Ma in tutto questo Dio non può essere lontano dall’ uomo di buona volontà.

Si, c’ è una tattica semplice a portata di tutte le persone di buona volontà: è quella che alcuni autori chiamano l’ ascetica del momento presente l’ unico attimo che possediamo è l’ attimo presente. Il minuto che è passato non è più mio, il minuto che verrà non è ancora mio. Si potrebbe dire che vivere bene il momento presente è la grande autostrada della santità per chi è debole e povero, per chi diffida delle sue forze. Per fare bene il proprio dovere momento per momento non occorrono molte cose: bastano un po’ di volontà e un po’ di amore. Le difficoltà spesso sono aggravate dalla nostra immaginazione che accumula i problemi aggiungendo a quelli presenti uno che non c’ è ancora, o uno che è già passato, e su cui la nostra volontà non ha più poteri di sorta. È la via dell’ eroismo per chi non si sente eroe. È la via della fede “il Padre vostro sa quello di cui avete bisogno prima ancora che glielo chiediate” (Mt 6,8). L’ ascetica del momento presente ci rimanda al grande insegnamento di Gesù: “non affannatevi, cercate prima il regno di DIO non angustiatevi per il domani; a ciascun giorno basta la sua pena” (Mt 6,34)

Concedici, Signore, di seguire questa divina regola di vita: volere quello che tu vuoi. Vieni in aiuto del disegno perverso della nostra volontà: essa desidera fare ciò che tu comandi, ma la debolezza del corpo le è d’ intralcio. Assistici con il tuo aiuto e quel che parrebbe impossibile diverrà facile. (San Giovanni Crisostomo)

Prossimo incontro 7 Marzo 2016 alle ore 20,00 presso la Chiesa di San Rocco “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”