SEMIOSI 2: SISTEMATICA DELLA SOLA FORMA Corso di Disegno del corso di Laurea Specialistica in Architettura dell’Università IUAV di Venezia Fabrizio Gay Comunicazione del 17 aprile 2008 SEMIOSI 2: SISTEMATICA DELLA SOLA FORMA
L’analisi di J. M. Floch dei marchi Apple e IBM introduzione L’analisi di J. M. Floch dei marchi Apple e IBM
Invarianti plastiche struttura Configurazione complessa Ripetizione Bande disgiunte Configurazione semplice Non ripetizione (a/b/b/a) Bande congiunte colore Monocromatici Freddi Policromatici Caldi forma Spessore (grassetto) Rettilineo iterato Contorno semplice Curvilineo Silouette unica
PRESUPPOSTI TEORICI FONDAMENTALI Il sistema plastico nell’immagine
Percezione è semiosi La risposta primaria ad uno stimolo qualsiasi: dare un nome a ciò che si prova Percezione come assegnazione di significato all’ignoto L’appercezione di una qualità primaria nel caso dell’immagine visiva
PROCESSI PERCETTIVI DATI DI BASE operano una selezione che estrae i dati pertinenti dal segnale in ingresso, selezione che avviene già con il tramite di un repertorio memorizzato PROCESSI COGNITIVI attraverso la memoria si produce il riconoscimento l’oggetto
Filtraggi differenziali Il sistema percettivo visuale integra e organizza già gli stimoli sul piano della spazialità, del cromatismo e della microtopografia superficiale accentuando le uguaglianze della stimolazione (produzione di similitudini) accentuando le differenze (produzione di contrasti).
Filtraggi differenziali CAMPO LIMITE RIDONDANZA FIGURA (percettiva) / SFONDO (percettiva) FORMA (tipo congitivo astratto) INFORMAZIONE
(percetto) campo, limite, figura il campo primo percetto spazialmente illimitato (riconoscimento della prima proprietà traslocale: la similitudine) il limite come modificazione di questa qualità translocale (contrasto). opposizione figura/sfondo prodotta dalla partizione del campo in regioni segregate dal limite che assume la funzione di contorno (limite di una figura percettiva).
Figura percettiva, forma e oggetto La figura percettiva è riconosciuta forma ovvero già come occorrenza di un tipo. Nel confronto di informazioni memorizzate da diversi canali sensoriali la forma è relazionata a un tipo di oggetto.
1° FIGURA percettiva 2° FORMA percettiva 3° OGGETTO Livello dell’elaborazione Statuto semiotico Base empirica 1° FIGURA percettiva Occorrenza non denominabile Proprietà visuali 2° FORMA percettiva Tipo cognitivo denominabile Proprietà visuali ritenute permanenti 3° OGGETTO Proprietà visuali + non visuali ritenute permanenti
(oggetto e segno) Iconico e/o Plastico Icono-plastico plastico FORMA DELL’ESPRESSIONE
Il significato plastico non potendo dare alcun valore prestabilito ad un elemento plastico fuori dalle relazioni sintagmatiche sul piano dell’espressione dello specifico enunciato Il significato può essere dell’ordine dell’indice o della traccia come il prodotto di una supposta e particolare disposizione fisica o psichica del ricevente. Ma anche dell’ordine dell’icona poiché se l’elemento plastico può coesistere con elementi iconici coi quali s’interpreta efficacemente. E anche dell’ordine del simbolo variando soggettivamente e secondo il contesto pragmatico dell’enunciato in una data cultura e in un dato contesto; il ripetersi di esperienze storiche dei valori permanenti possono essere attribuiti a un dato elemento a prescindere dalle sue attualizzazioni specifiche in un dato enunciato.
circolarità del sistema plastico (insieme processo e sistema) il sistema del contenuto plastico si stabilisce solo perché è significato processualmente da una espressione effettivamente percepita come sistema. In quanto sistema è modellizzabile come campo oppositivo, ma queste opposizioni espressive sono individuate solo perché hanno rapporti con opposizioni sul piano del contenuto.
(come se fosse) un sistema semi-simbolico La circolarità è inizialmente sospesa postulando che a categorie del piano dell’espressione (chiuso/aperto, continuo/discontinuo, centrale/periferico, …) corrispondano in qualche modo categorie del piano del contenuto (euforico/disforico, stabile/instabile, …) senza chiedersi da quali isotopie proiettate provengano.
Sistematica della sola forma
Una forma le nostre abitudini culturali ci portano a neutralizzare delle figure percettive e a considerale “fondo” (anche se hanno una forma oggettuale) rispetto alle quali ne evidenziamo altre come “forme” descrivibili teoricamente attravero tre tratti costitutivi: dimensione, posizione, orientazione.
posizione relativa al fondo (altra figura nel ruolo di fondo) relativa luogo geometrico focale (fuoco) della percezione che funge da origine di un sistema di orientamento da cui sorgono tratti quali /alto/, /centrale/, /sinistra/,…
dimensione relazione forma-fuoco-fondo in relazione a un dato angolo di prensione dell’immagine grande piccola grande
orientazione proprietà del contorno delle forme asimmetriche a due o tre dimensioni come effetto prodotto di un movimento virtuale nel o sul fondo.
Due forme compresenti 1) Nell’accoppiamento le posizioni, dimensioni e orientazioni reciproche delle due forme (orientazioni, posizioni e dimensioni) rende più complesso il rapporto che le singole forme intrattengono già con il fondo (significato in spazio conteso) e il fuoco (significato baricentro virtuale). 2) Le differenze specifiche delle due forme assumono senso specifico in rapporto ai tipi cognitivi delle forme stesse
1) Spazio conteso Per dar conto dell’effetto di senso di un puro sintagma plastico vi si proiettano spesso isotopie meccaniche (pesi plastici, tensioni plastiche) In architettura tali sensi sono generalmente considerati nell’ordine dell’affordance.
2) Nessi genetici tra due forme La possibilità di relazione trasformativa tra due forme manifesta l’esistenza di archiforme comuni (più generali) alle forme coinvolte che confermano l’esistenza di comuni tratti costitutivi individuali di queste. Ciò comporta spesso la costituzione di un nuovo tipo cognitivo (archiforma)
Diversi tipi di mediazione tra due forme
Mediazione geometrica
Mediazione geometrica narrativa una regolarità di progressione tra forme costituisce elementi di un repertorio ideale ciascuno ottenuto come trasformazione regolare del precedente. Due forme i cui tipi cognitivi sono generalmente riconosciuti distinti trovano categorizzazioni intermedie spesso inedite
Curve mediatrici
Traformazioni localmente omogenee
Sequenza di sezioni bidimensionali di una figura a tre dimensioni
Sezioni tridimensionali di una figura a quattro dimensioni
Mediazioni analogiche Implicano la copossessione di tratti iconici per cui i termini sono riconosciuti come ibridi (iconici). L’argomento è sviluppato nelle lezioni successive ma si ritenga qui la parte plastica del processo.
D. Hofstadter, Fluid Concepts and creative Analogies, New York, 1995
Esercizio di riepilogo da eseguirsi in sede d’esame
Addestramento sull’uso delle categorie della sola forma nell’immagine Si consideri l’esempio illustrato nel seguito; sulla sua traccia, al fine di disporre quattro sintagmi grafici semplici (composti da non più di due insiemi di elementi) leggibili come diversamente opposti tra loro, si costruiscano inizialmente due sintagmi semplicemente opposti in base a tratti che devono essere esplicitati per iscritto, infine, trovando termini mediatori, se ne costruiscano i due reciproci contaddittori.
/contrapposizione netta tra rettilineo e curvilineo/ Forme date /apertura asintotica/ /chiusura centralità/ Forme ibride /fusione tra rettilineo e curvilineo/