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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE BOTRUGNO
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO DI BOTRUGNO CLASSI SECONDE
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Il silenzio è il vero crimine contro l’umanità.
Sarah Berkowitz (sopravvissuta ad Auschwitz)
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I GIUSTI DELL'ISLAM
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Quando il cielo dell’Europa era coperto dalle nuvole nere del nazismo che scendevano per terra come una nebbia velenosa, infiltrandosi nella vita privata dei popoli, spuntava qualche singola stella di disobbedienza, di resistenza agli ordini folli di sterminio del popolo ebraico.
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Quelle stelle che oggi ricordiamo, erano individui, persone che seguivano soltanto il richiamo della propria coscienza׃ cattolici, ortodossi, evangelici, ma anche musulmani, anche non credenti, anche atei.
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come Giusti tra le Nazioni dallo Stato di Israele,
Tra questi musulmani, riconosciuti come Giusti tra le Nazioni dallo Stato di Israele, compaiono anche delle donne.
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AISHE KADIU e LIME BALLA
figlia
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Aishe Kadiu, musulmana albanese, con il marito Besim ospitò due ebrei greci, i fratelli Jakov e Sandra Batino, il cui padre era già internato in un campo di concentramento italiano.
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Quando arrivarono i tedeschi, Besim portò Jakov e Sandra in un remoto villaggio e la sua famiglia provvide alle loro necessità fino alla liberazione.
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Merushe, la figlia di Aishe e Besim, è stata invitata, nel 1992, per ricevere il premio “Giusti fra le Nazioni“ in memoria dei genitori. Aishe e Besim agirono secondo il besa ("mantenere la promessa"), un codice d'onore che regola la fede islamica e implica il prendersi cura della vita di una persona o di una famiglia.
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Lime Balla, anche lei musulmana albanese, con il marito Destan salvò la vita a tre fratelli ebrei venuti al loro villaggio durante il periodo di Ramadan.
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Nonostante fossero poveri, i coniugi Balla li ospitarono per quindici mesi, non facendo loro mancare nulla.
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Quarantacinque anni dopo, nel 1990, due di loro si misero in contatto da Israele con Lime e Destan, che diventarono "Giusti fra le Nazioni".
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Talmud: "Chi salva una vita, salva il mondo intero".
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Corano: “Per questa ragione abbiamo intimato ai figli di Israele: chi ammazzerà un uomo innocente dell'altrui sangue e che mai non aveva commesso delitti sulla Terra, sarà considerato come se avesse ammazzato tutti gli uomini, e chi salverà anche un solo uomo sarà considerato come uno che avrà salvato la vita a tutta l'umanità” (Sura V).
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Khaled Abdul Wahab, arabo tunisino che salvò alcuni ebrei durante la Shoah.
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In Tunisia, passarono subito le “leggi razziali”che imponevano agli ebrei di portare la stella gialla e disponevano la confisca dei loro beni.
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sua moglie Odette, e la loro figlia di 11 anni, Anny.
La persecuzione nazista colpì immediatamente Jakob Boukris, sua moglie Odette, e la loro figlia di 11 anni, Anny.
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La famiglia e due dozzine di ebrei trovarono rifugio in una produzione d'olio vicina, ma alcuni giorni più tardi un altro visitatore apparve all'improvviso a mezzanotte.
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Si trattava di Khaled Abdul Wahab,
figlio dello storico più eminente della Tunisia, che li avvisò di andarsene immediatamente. Il giovane faceva da tramite fra la popolazione locale e gli occupanti nazisti e usava questa posizione per ingraziarsi i tedeschi, con la stessa tattica di Oskar Schindler in Polonia, offrendo spesso ai funzionari nazisti pranzi e interminabili bevute.
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Khaled Abdul Wahab è stato il primo arabo presentato a Yad Vashem per l'assegnazione dell'onorificenza di Giusto fra le Nazioni.
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Ismail Necdet kent ( settembre 2002) è stato un diplomatico turco che ha rischiato la propria vita per salvare gli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
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Mentre era console a Marsiglia, tra il 1941 e il 1944, ha dato la cittadinanza turca a decine di ebrei turchi che vivevano in Francia, per salvarli dalla deportazione nelle camere a gas naziste.
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Abdol Hossein Sardari (C ) è stato uno statista iraniano e diplomatico che ha salvato la vita di molti ebrei durante l'Olocausto.
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Sulla base di un accordo tra Germania e Iran, che tutelava tutti i cittadini iraniani contro gli atti di aggressione tedesca, Sardari fu in grado di proteggere questi ebrei iraniani, le cui famiglie erano state presenti in Iran dai tempi dell'impero persiano.
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Il Pontificio Istituto Missionario ha ricordato i Giusti dell’Islam con una mostra itinerante.
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Questa mostra aiuta a ragionare e a superare lo stereotipo, spesso diffuso anche dai media, dell’arabo cattivo e terrorista.
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I giusti non hanno bandiera, né religione
I giusti non hanno bandiera, né religione. Purtroppo, ancora oggi, in Palestina, si continua a morire in nome della religione.
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