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PubblicatoAdelina Basso Modificato 8 anni fa
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César Borbor 1°A
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La barriera corallina La barriera corallina è una formazione tipica dei mari e oceani tropicali, composta da formazioni rocciose sottomarine biogeniche costituite e accresciute dalla sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, animali polipoidi facenti parte della classe antozoa. Questo tipo di ambiente è unico in quanto le barriere hanno creato delle isole e delle lagune in mari profondi, modificando sia il fondo sia le coste (ricoperte di sabbia finissima, frutto dell'erosione marina sui coralli e dell'azione di alcuni pesci che si cibano dei polipi).
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DESCRIZIONE Nell'immaginario collettivo e non solo, le barriere coralline rappresentano un mondo sommerso variopinto e altamente ricco in biodiversità. Le caratteristiche uniche dell'habitat che si crea a ridosso dei reefs (altro modo, anglosassone, per riferirsi alle barriere) sono dovute alla presenza dei coralli stessi che offrono riparo e protezione a migliaia di specie di pesci, crostacei, molluschi ed echinodermi. La parte superiore delle barriere coralline, termine oggi riservato esclusivamente a quelle di maggiori dimensioni e poste lontano dalla costa, fino a 5 m di profondità, è un ambiente ad alto o altissimo irraggiamento solare. Pochi cm al di sotto della superficie dell'acqua si possono raggiungere i 100.000 Lux, un valore indicante la quantità di luce che una fonte luminosa di 1 Watt produce a distanza di 1 m su una superficie bianca di 1 m2. Ma già a 50 cm di profondità, la quantità di luce si dimezza, attestandosi intorno ai 50-70.000 Lux nella fascia dei 3–5 m. La luce è il “carburante” della barriera, in quanto viene catturata dai pigmenti fotosintetici delle zooxantelle, le alghe che vivono in strettissima simbiosi con i coralli, detti per questo zooxantellati, all'interno dei loro tessuti, stimolandone la crescita e favorendo la costruzione dei loro scheletri calcarei. A questa grande quantità di luce in natura si aggiunge un notevole idrodinamismo (movimento dell'acqua), percentuali bassissime di nutrienti in soluzione e una buona quantità di plancton.
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I pericoli per l’ecosistema Le barriere sono minacciate, direttamente o indirettamente, dall'attività umana. Pesca a strascico e ancore possono danneggiarle significativamente, mentre l'uso indiscriminato (fortunatamente bandito anni fa) del veleno per stordire i pesci e il commercio in acquariofilia ha causato in alcune zone una morìa a macchia di leopardo dei polipi che si trovavano nella zona. È recente l'allarme degli scienziati riguardo alle barriere coralline presenti nell'Oceano Indiano: qui più di ogni altra parte si registra un aumento delle temperature specialmente nelle aree interessate dal fenomeno di El Niño come le isole Seychelles, presso le quali si è osservata nel 1998, in concomitanza al fenomeno meteorologico, la perdita del 90% dei coralli. Una previsione conservativa è quella di alcuni scienziati dell'Università Australiana del Queensland, che prevedono la morte della Grande Barriera Corallina entro 50 anni a causa dell'innalzamento delle temperature medie dell'acqua (previsti incrementi da 2 a 6 °C).
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Barriere coralline nel passato geologico Per tutta la storia della Terra, poche migliaia di anni dopo il primo sviluppo di scheletri o gusci mineralizzati, e quindi solidi, da parte di organismi marini, si sono quasi sempre costituite delle biocostruzioni tipo barriere coralline oggi rinvenibili fossilizzate nei sedimenti che si depositavano negli antichi mari, sempre in condizioni di acque calde temperate, senza apporti di sedimenti terrigeni. I periodi di massimo sviluppo di queste costruzioni sono stati nel Cambriano medio (513-501 Ma), Devoniano (416-359 Ma) e Carbonifero (359-299 Ma), principalmente ad opera dei tetracoralli che si estinsero alla fine del Permiano, Cretaceo superiore (100-65 Ma) e Neogene (23 Ma - attuale), ad opera degli Scleractinia. Non tutte le barriere biocostruite nel passato sono state formate da coralli: nel Cambriano (542-513 Ma) furono prodotte da alghe calcaree e archaeocyatha (piccoli animali con forma conica, probabilmente affini ai poriferi) e alla fine del Cretaceo (100 - 65 mA), quando esistevano barriere formate da un gruppo di molluschi bivalvi chiamate rudiste, in cui una delle due valve costituiva la principale struttura conica e l'altra, molto più piccola fungeva, da opercolo.
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Grande barriera corallina La Grande barriera corallina è la barriera di corallo più grande del mondo, composta da oltre 2 900 barriere coralline singole e da 900 isole, si estende per 2 300 km, su di una superficie di circa 344 400 km². È situata al largo della costa del Queensland, nell'Australia nord- orientale. La Grande Barriera Corallina può essere vista dallo spazio ed è la più grande struttura fatta di un unico organismo vivente. La struttura è composta da miliardi di minuscoli organismi, noti come i polipi del corallo. La barriera ha una grande biodiversità, ed è stata inclusa come Patrimonio dell'Umanità nel 1981. La CNN l'ha inclusa nelle sue sette meraviglie del mondo. Una grande parte della barriera corallina è protetta dal Parco Marino della Grande Barriera Corallina, che contribuisce a limitare l'impatto umano, come ad esempio il sovrasfruttamento e il turismo. Altre pressioni ambientali per la barriera corallina e il suo ecosistema sono la qualità delle acque di deflusso, il cambiamento climatico insieme allo sbiancamento dei coralli.
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Curiosità della Grande Barriera Corallina La Grande barriera corallina fu scoperta dal capitano James Cook nel 1770, durante un viaggio nell’emisfero meridionale. Prima dell’arrivo di Cook, la barriera era nota solo alle tribù locali dell’area, gli aborigeni. Oggi la barriera è nota ai turisti appassionati di snorkeling (l'attività di nuotare a pelo d'acqua con maschera e boccaglio), che lì vedono vedere con i propri occhi i pesci pagliaccio come Marlin e Nemo. È lunga ben 2.600 km ed è la più grande struttura vivente sulla Terra, visibile persino dalla Luna. Il sistema della Grande barriera corallina consiste di quasi 3.000 scogli le cui dimensioni variano da 1 ettaro a oltre 10.000 ettari. Nella Grande Barriera Corallina vivono circa 400 tipi di coralli duri, 4.000 specie di molluschi, oltre 1.500 di pesce, 134 specie di squalo e razze, oltre 200 tipi di uccelli e circa 20 tipi di rettili, fra cui tartaruga di mare e molluschi giganti che possono vivere fino a 120 anni. Le barriere coralline proteggono le popolazioni umane che vivono lungo le coste da onde e tempeste, agendo da cuscinetti fra l’oceano e le comunità di persone che vivono nei villaggi in prossimità delle spiagge.7. Il cambiamento climatico, l’inquinamento, la pesca e le creature ostili a quell’ambiente, quali la stella corona di spine, grande divoratrice di coralli, rappresentano le minacce principali alla salute della barriera corallina. Altri pericoli alla sua incolumità sono costituiti dagli incidenti delle imbarcazioni, dalle fuoriuscite di petrolio e dai cicloni tropicali.
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