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PubblicatoRosalinda Carella Modificato 8 anni fa
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Organizzazione corsoOrganizzazione corso Modalità di esameModalità di esame Libri di testoLibri di testo Ven Te Chow et al., Applied Hydrology, Ed. McGraw Hill, 1987.Ven Te Chow et al., Applied Hydrology, Ed. McGraw Hill, 1987. Kottegoda N., T., Rosso R., Statistics, Probability, and Reliability for Civil and Enviromental Engineers, McGraw Hill, 1998.Kottegoda N., T., Rosso R., Statistics, Probability, and Reliability for Civil and Enviromental Engineers, McGraw Hill, 1998. Moisello U., Idrologia Tecnica, La Goliardica Pavese, 1999.Moisello U., Idrologia Tecnica, La Goliardica Pavese, 1999. Maione U., Moisello U., Elementi di statistica per l'idrologia, La Goliardica Pavese, 1993.Maione U., Moisello U., Elementi di statistica per l'idrologia, La Goliardica Pavese, 1993. Ricevimento: lunedì 15-17Ricevimento: lunedì 15-17 Stefano Alvisi stefano.alvisi@unife.it tel: 0532 974849
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Ricadute pratiche: gestione e progettazione delle opere idrauliche approvvigionamento idrico irrigazione protezione idraulica del territorio navigazione interna controllo della salinità In generale contribuire alla definizione delle politiche di intervento necessarie: a soddisfare i fabbisogni di acqua per la vita, per la salute, per lo sviluppo, a prevenire la distruzione degli ecosistemi, a ridurre gli effetti dei disastri naturali. L’oggetto di studio dell’idrologia è costituito da tutte le fasi dell’acqua sulla superficie terrestre, ovvero dal ciclo idrologico Problemi di straordinaria rilevanza che si aggravano nel tempo con la diminuzione quantitativa e qualitativa della risorsa acqua, l’aumento esponenziale del territorio antropizzato da sviluppare, risanare, difendere dai fenomeni naturali. La forbice tra bisogni e disponibilità si amplia sempre di più. L’idrologo deve fornire gli strumenti predittivi necessari per decidere la gestione delle risorse idriche, la tutela della loro qualità, gli interventi di mitigazione del rischio. Deve perciò capire e conoscere i fenomeni nel maggior dettaglio possibile. Deve saperli descrivere con la maggiore precisione possibile. Deve essere in grado di riprodurre e simulare i fenomeni che si sviluppano a scala di versante e a scala di bacino sia quelli naturali sia quelli condizionati o comunque influenzati dall’azione dell’uomo.
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Il ciclo idrologico Leonardo da Vinci
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INQUADRAMENTO TERRITORIALE DEL BACINO DELL’ADIGE Con riferimento alla cartografia in scala 1:250.000 si riporta di seguito un inquadramento territoriale del bacino stesso. Il fiume Adige nasce da una sorgente nei pressi del lago di Resia a quota 1550 m s.l.m., ha una lunghezza di 409 Km ed un bacino imbrifero di circa 12.000 Kmq; sbocca nel mare Adriatico a porto Fossone. Il suo bacino idrografico interessa aree comprese nella regione Trentino Alto Adige, nella regione Veneto e, in piccola parte, nel confinante stato della Svizzera. La dorsale spartiacque settentrionale del bacino dal passo di Resia (a valle del quale si trovano le sorgenti) segue la linea di confine con l'Austria toccando: P.ta della Gallina (m 3142); la Palla Bianca delle Alpi Venoste (m 3736); P.ta di Finale (m 3514) le Cime Nere (m 3624); l'Altissima (m 3480); la Cima del Prete (m 3454); la Croda Alta (m 3287); il Gran Pilastro (m 3510); il Sasso Nero (m 3370); la Vetta d'Italia (m 2911) ed il Picco dei Tre Signori (m 3499). Partendo dal Picco dei Tre Signori e lungo la linea di confine con l'Austria, lo spartiacque orientale lungo la dorsale del: Pizzo Rosso (m 3495); Sasso Lungo (m 3237); Vedrette di Collalto (m 3354); Monte Quaira (m 2837); Monte Ripa (m 2774); Cornetto di Confine (m 2545); per poi abbandonare i confini di stato e passare a ovest di S.Candido, in provincia di Bolzano, che delimita il bacino imbrifero con il fiume Drava. Il limite prosegue quindi passando per: la Croda dei Baranci (m 2905); Croda dei Rondoi (m 2800); monte Paterno (m 2744); Tre Cime di Lavaredo (m 2999). Si sviluppa nel territorio della regione Veneto, rientra per una piccola parte in provincia di Bolzano nel comune di Marebbe, ritorna in Veneto e prosegue, a parte lievi tratti non coincidenti, lungo il confine Trentino - Veneto fin sulla Marmolada (m 3342). Dal Sasso di Valfredda (m 2994) segue per il: P.sso di S.Pellegrino (m 1918); P.sso di Valles (m 2033); Cima Vezzana (m 3192); P.sso Rolle (m 1792); M.te Cofrotondo (m 2530); M.te Cauriol (m 2494); C.ma Stellune (m 2605); M.te Croce (m 2490); Panarotta (m 2001);
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Posto EvapotraspirazioneVariazione complessiva di volume
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Se si focalizza l’attenzione sullo strato superficiale del terreno:
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