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PubblicatoAlina Sasso Modificato 8 anni fa
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CARLO GOLDONI (1707-1793)
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“ Era in fatti corrotto a segno da più di un secolo nella nostra Italia il Comico Teatro, […]. Non correvano sulle pubbliche scene se non sconce Arlecchinate, laidi e scandalosi amoreggiamenti, e motteggi; favole mal inventate, e peggio condotte, senza costume, senza ordine, le quali, anziché correggere il vizio, come pur è il primario, antico e più nobile oggetto della Commedia, lo fomentavano, e riscuotendo le risa dalla ignorante plebe, dalla gioventù scapestrata, e dalle genti più scostumate, noia poi facevano ed ira alle persone dotte e dabbene, le quali se frequentavan talvolta un così cattivo Teatro, e vi erano strascinate dall'ozio, molto ben si guardavano dal condurvi la famigliuola innocente, affinché il cuore non ne fosse guastato. Carlo Goldoni 1750
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INCONTRI IMPORTANTI ➤ 1734 - Giuseppe Imer (Capocomico compagnia del teatro di San Samuele e Venezia). 1738 Momolo cortesan 1743 La donna di garbo ➤ 1747 - Girolamo Medebach (Capocomico del teatro Sant’Angelo a Venezia). 1752 Pubblicata la prima raccolta di commedie scritte. ➤ 1753 - Antonio Vendramin (Proprietario del teatro San Luca a Venezia). ➤ 1761 - Invitato a Parigi dalla Comédie italienne.
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“ Ecco quanto ho io appreso da' miei due gran libri, Mondo e Teatro. Le mie Commedie sono principalmente regolate, o almeno ho creduto di regolarle, co' precetti che in essi due libri ho trovati scritti: libri, per altro, che soli certamente furono studiati dagli stessi primi Autori di tal genere di Poesia, e che daranno sempre a chicchessia le vere lezioni di quest'Arte. La natura è una universale e sicura maestra a chi l'osserva. «Quanto si rappresenta sul Teatro» scrive un illustre Autore «non deve essere se non la copia di quanto accade nel Mondo. La Commedia» soggiunge «allora è quale esser deve, quando ci pare di essere in una compagnia del vicinato, o in una familiar conversazione, allorché siamo realmente al Teatro, e quando non vi si vede se non se ciò che si vede tutto giorno nel Mondo. Carlo Goldoni 1750
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I PUNTI PER UNA RIFORMA Cfr. Introduzione all’edizione delle Commedie (1750) ➤ Un continuo confronto e dialogo tra il libro del mondo e quello del teatro ➤ L’importanza del testo scritto ➤ Il passaggio dalla maschera al carattere ➤ Il compito morale della storia
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I PUNTI PER UNA RIFORMA ➤ Goldoni attua una riforma graduale, adattando i suoi testi a seconda degli attori che li avrebbero interpretati. Cfr. La Locandiera scritta per l’attrice Maddalena Mariani ➤ Pone particolare attenzione al tipo di linguaggio adottato. Tentativo di evitare un lessico troppo artificioso e letterario (evita arcaismi o termini iper-letterari che rendano il testo innaturale e poco comunicativo) per adeguarsi a uno stile colloquiale.
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LA LOCANDIERA (1753) ➤ é un’opera esemplare per conoscere le caratteristiche del teatro riformato di Goldoni. ➤ Rappresentata nel Carnevale del 1753 al teatro Sant’Angelo diretto da Girolamo Medebach. ➤ Goldoni scrisse il personaggio di Mirandolina ispirandosi a un’attrice della compagnia di Medebach.
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LA LOCANDIERA (1753) - TRAMA Mirandolina gestisce, dopo la morte del padre, una locanda a Firenze; ha dei clienti fissi, il nobile ma spiantato marchese di Forlipopoli e il conte d’Albafiorita, ricchissimo ma di nobiltà recente, che le fanno la corte, cosa che le riesce estremamente gradita. Quando alla locanda prende alloggio il misogino cavaliere di Ripafratta, Mirandolina si fa un punto d’onore di farlo innamorare; riuscita nell’impresa, per mettere al sicuro il proprio buon nome e i propri affari decide di sposare il servitore Fabrizio e di allontanare per sempre tutti i suoi spasimanti
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TEMATICHE DOMINANTI ➤ Rivisitazione del mito del giudizio di Paride (e di don Giovanni), la vicenda ne rovescia i contenuti: la donna da oggetto della scelta maschile diviene protagonista (serve i clienti ma di fatto ne è la dominatrice) e soggetto che sceglie, e lo fa ridicolizzando nobilità, ricchezza e passione per seguire il principio borghese dell’utile e del tornaconto. ➤ Nella prefazione all’opera stampata Goldoni insiste sulle finalità morali dell’opera, che intenderebbe smascherare gli inganni e le seduzioni femminili; in realtà sul piano etico Mirandolina è personaggio ambiguo: è scaltra, fredda e calcolatrice fino al cinismo; inoltre ha dei tratti di narcisismo, nascondendo dietro la vanità femminile
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METATEATRO La commedia può essere letta anche in chiave metaletteraria: i personaggi di Ortensia e Deianira (due attrici che, giunte all’improvviso alla locanda, si fingono dame per ottenere un trattamento migliore, ma vengono subito smascherate dalla padrona) danno vita a una vera scena di teatro nel teatro, in cui emerge la naturalezza di Mirandolina, capace di fingere dentro e fuori scena. Il suo rifiuto dei vari pretendenti e la scelta di Fabrizio si può intendere come allegoria del teatro goldoniano che, rifiutato il denaro dei mecenati e la protezione dei nobili, si affida esclusivamente, per sopravvivere, all’abilità degli attori e all’accoglienza da parte del pubblico.
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