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PubblicatoLivio Lentini Modificato 8 anni fa
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IL CONTRIBUTO DELLA VALUTAZIONE ESTERNA AL MIGLIORAMENTO EDUCATIVO DIDATTICA PER COMPETENZE
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CONCETTO DI COMPETENZA Il concetto di competenza ha numerose sfaccettature difficilmente riconducibili ad una sintetica definizione. Nel tempo comunque si è giunti, a livello di Unione Europea, a dare una definizione condivisa, adottata in genere dalla legislazione italiana. OCSE 2003, competenza è “la capacità di adempiere alle richieste complesse in un particolare contesto attivando prerequisiti psicosociali (incluse le facoltà cognitive e non cognitive)”; dunque “possedere una competenza significa non solo avere le risorse che la compongono, ma anche essere capaci di attivare adeguatamente tali risorse e di orchestrarle, al momento giusto, in una situazione complessa.” [D.S. Rychen – L.H. Salganik, Agire le competenze chiave [traduzione italiana delle conclusioni del progetto DeSeCo], Franco Angeli, Milano 2007, p.85]
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CONCETTO DI COMPETENZA UNIONE EUROPEA 2006, le competenze sono definite come una “combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti appropriati al contesto” [Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE)] UNIONE EUROPEA 2008, la competenza è “la comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo personale e professionale” [Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (2008/C111/01)]
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MALINTESI Qualunque definizione si scelga di adottare è bene sgombrare il campo da alcuni malintesi di fondo: Per sviluppare le competenze non è necessario, anzi sarebbe dannoso, rinunciare a trasmettere conoscenze, ma è chiaro che per lavorare sull’acquisizione delle competenze a scuola è necessario sottrarre del tempo alla semplice trasmissione delle conoscenze. Come pure sarebbe riduttivo pensare alle competenze esclusivamente come frutto di una specifica esperienza professionale, ma è altresì vero che possiamo considerare competente colui che è in grado di valutare rapidamente una situazione e richiamare consapevolmente le conoscenze necessarie per fronteggiarla, se essa è nota, o è capace di riorganizzare i suoi schemi d’azione per affrontarla se la situazione è completamente nuova.
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MALINTESI Qualunque definizione si scelga di adottare è bene sgombrare il campo da alcuni malintesi di fondo: Le competenze non sono necessariamente pluridisciplinari o interdisciplinari, vi sono infatti situazioni che richiedono risorse provenienti prevalentemente da un’unica disciplina, altre che richiedono l’utilizzo di conoscenze e abilità riconducibili a più discipline ben identificabili e altre ancora che non utilizzano alcuna conoscenza disciplinare specifica. “Una competenza non è mai la pura e semplice messa in pratica ‘razionale’ di conoscenze, di modelli d’azione, di procedure. Mirare allo sviluppo delle competenze non vuol dire girare le spalle all’assimilazione delle conoscenze. Tuttavia, l’appropriarsi di conoscenze non si traduce, ipso facto, in un loro utilizzo in situazioni reali.” [Philippe Perrenoud, Costruire competenze a partire dalla scuola, Anicia 2010, p.9]
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IL COSTRUTTO DELLA COMPETENZA L’iceberg della competenza* Prestazioni osservabili del soggetto Componente latente che richiede un’esplorazione di dimensioni interiori connesse ai processi motivazionali, volitivi, socioemotivi *Castoldi,2009
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L’iceberg della competenza* *Castoldi,2009
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Il processo di certificazione delle competenze: esempi
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MIUR USR Profilo dell’allievo e traguardi nazionali: Linee guida Indicazioni nazionali Istituzione scolastica Rubrica delle competenze Matrice competenze/discipline Valutazione Modello di certificazione delle competenze Registri e Pagella Certificato delle competenze Prove per la certificazione delle competenze LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE Curriculum
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Commissione di progetto Dipartimenti per ambiti disciplinari Dipartimenti per assi culturali Definizione matrice Competenze /Discipline Predisposizione e revisione modelli per le schede per la programmazione, la valutazione e la certificazione delle competenze. Definizione processo per la valutazione delle competenze. Monitoraggio e valutazione processi attivati e modelli adottati. Redazione Curriculo ( e Pecup). Compilazione e revisione della Rubrica delle competenze: declinazione di competenze, abilità e conoscenze, definizione di indicatori, descrittori e livelli. Proposta e definizione di prove per la valutazione delle competenze. Studio e valutazione linee guida e/o indicazioni nazionali. Analisi prove standardizzate nazionali. Libri di testo. Rivalutazione, integrazione e correzione della Rubrica delle competenze, per la parte di suo interesse. Proposta e definizione di UDA e prove multidisciplinari per la valutazione delle competenze. Consiglio di classe Definizione della programmazione di classe, sulla base di una Scheda di programmazione disciplinare annuale. Definizione e attuazione di UDA. Rinvio di output ai dipartimenti tramite i suoi componenti. Certificazione competenze Flussi diretti Flussi di ritorno LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE: ESEMPI DI STRUMENTI
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Il contributo delle prove Invalsi Processo di costruzione di una prova
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La finalità delle rilevazioni INVALSI Fornire alle scuole uno strumento di confronto a livello nazionale, a livello di macro-area, a livello regionale Fornire alle scuole uno strumento di confronto con scuole che hanno un background socio-economico e culturale(ESCS) simile (valore aggiunto della scuola) Fornire alle singole scuole uno strumento di diagnosi per migliorare il proprio lavoro e individuare le aree di eccellenza e quelle problematiche nelle discipline oggetto della rilevazione. Sono una FOTOGRAFIA dei LIVELLI MEDI sugli apprendimenti in Lettura e Matematica
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Scopo delle misurazioni : Le prove INVALSI hanno lo scopo principale di misurare i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti italiani relativamente ad alcuni aspetti di base di due ambiti fondamentali: la comprensione della lettura e la matematica. La letteratura dimostra che la conoscenza in alcune discipline fondamentali (lettura, matematica) ha un ruolo di primo piano nell’ avanzamento individuale e dell’intera società gli ambiti oggetto di misurazione delle prove INVALSI non esauriscono di certo i saperi e le competenze prodotte dalla scuola. NON Valutare!!!
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Quadro teorico di riferimento : è connesso alle Linee Guida e alle Indicazioni Nazionali definisce gli ambiti, i processi cognitivi e i compiti oggetto di rilevazione, delimitando quindi il campo rispetto al quale sono costruite le prove. permette di definire e circoscrivere il valore informativo delle prove che in base ad esso vengono costruite, chiarendone la portata e i limiti. Costituisce il documento fondamentale per gli autori delle prove, per gli esperti che ne curano la revisione, per i docenti che sono chiamati a interpretare i risultati dei loro allievi e per i cosiddetti stakeholder che utilizzano i risultati delle rilevazioni standardizzate nazionali per valutare i livelli di apprendimento garantiti dal sistema educativo nel suo complesso.
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RIFERIMENTI NAZIONALI: ASSE MATEMATICO COMPETENZE DI BASE LINEE GUIDA PER ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI INDICAZIONI NAZIONALI PER I LICEI INDICAZIONI NAZIONALI PER IL PRIMO CICLO RIFERIMENTI INTERNAZIONALI: QUADRI DI RIFERIMENTO PISA E TIMSS ADVANCED EQF QUADRO DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE La struttura del Quadro di Riferimento
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1 (2012). Concetti e procedure, Rappresentazioni, Modellizzare, Argomentare 2. (2014) Formulare, Interpretare, Utilizzare (PISA 2012) 3. (2015) Conoscere, Risolvere problemi, Argomentare La struttura del Quadro di Riferimento
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Formulazione dei quesiti ca 200 AUTORI Messa a punto delle prove di pretest ca 10 ESPERTI per livello e RICERCATORI INVALSI PRE TEST ca 5000 STUDENTI Analisi dei risultati del PRE TEST ca 10 ESPERTI per livello e RICERCATORI INVALSI Composizione delle prove di main study ca 10 ESPERTI per livello e RICERCATORI INVALSI revisione L08 Organizzazione delle rilevazioni DURATA: 2 o 3 anni
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Analisi di una domanda
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Numero dei rispondenti (Cases for this item): numero di alunni sottoposti al test. Indice di discriminatività (Item-Rest Cor): esprime quanto la domanda sia in grado di distinguere fra gli alunni più abili e quelli meno abili; dovrebbe essere > 0.30. Indice di difficoltà (Item Threshold): esprime la difficoltà della domanda in relazione a tutte le altre domande del test; ha generalmente un valore compreso fra – 2 e + 2, in ordine crescente di difficoltà; il valore 0 indica che un alunno ha il 50% di probabilità di rispondere correttamente alla domanda. Indice di correlazione totale (Item-Total Cor): esprime la correlazione tra la domanda e il resto del test; dovrebbe essere > 0.20. FIT (Weighted MNSQ): esprime quanto i dati effettivamente rilevati su un dato item siano aderenti al modello complessivo determinato sui dati dell’intero test; dovrebbe avere un valore compreso fra 0.9 e 1.1. La domanda è poco discriminante Analisi di una domanda
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Punto biseriale (Pt bis): Correlazione tra la probabilità di scegliere una data opzione e l’abilità complessiva del rispondente; dovrebbe essere >0 per la risposta corretta e <0 per tutte le altre opzioni; un valore positivo su una risposta errata indica che anche alunni con un livello di abilità elevato scelgono quell’opzione errata. Significatività della correlazione puntobiseriale (p): dovrebbe essere < 0.05 Casi possibili (Label): 1 A, 2 B, 3 C, 4 D, 9 Mancanti. Punteggio assegnato (Score): punteggio assegnato in caso di risposta corretta; negli item dicotomici è 0 o 1. Frequenza assoluta (Count) e Frequenza percentuale ( % of tot) Anche alunni con un alto grado di abilità scelgono il distrattore D e il distrattore A è attrattivo tanto quanto la risposta corretta. Analisi di una domanda Abilità media (PV1Avg:1): abilità media degli studenti che scelgono quell’opzione di risposta
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Potenzialità prove Invalsi E’ dall’errore che buona parte dell'apprendimento ha origine, in particolar modo per quel che riguarda la matematica. E’ importante riconoscere sempre nell'errore un'occasione di apprendimento per tutti (chi l'ha compiuto, chi non l'ha compiuto e l'insegnante) per cercare il misconcetto o la lacuna che l'ha generato e quindi realizzare un recupero autentico. 21
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http://www.gestinv.it/ gestinv: uno strumento per la didattica
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23 Per migliorare occorre conoscere la situazione: “valutare” Per migliorare occorre conoscere la situazione: “valutare” Idee chiave 1
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24 La preoccupazione non deve essere Come preparare i ragazzi alle prove Invalsi quanto Come usare le prove Invalsi per migliorare i risultati del nostro lavoro La preoccupazione non deve essere Come preparare i ragazzi alle prove Invalsi quanto Come usare le prove Invalsi per migliorare i risultati del nostro lavoro Idee chiave 2
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Un capovolgimento di prospettiva : Cosa devo fare per preparare le Prove Invalsi il mio percorso di insegnamento piegato al fine del miglioramento nelle prove Invalsi Passare da: a: Come posso usare le Prove Invalsi le prove Invalsi utilizzate per il miglioramento del mio percorso di insegnamento
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NON IL TEACHING TO THE TEST! Quali attività potrebbero migliorare i risultati dei miei alunni nelle prove Invalsi?
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Per intervenire sui processi di apprendimento dei nostri allievi Per il raggiungimento dei nostri obiettivi formativi Per acquisire consapevolezza delle caratteristiche del nostro insegnamento I metodi e i risultati delle valutazioni esterne possono essere utilizzati
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Queste prove esterne sono uno strumento in più in mano all’insegnante per arrivare ad una valutazione complessiva dell’allievo Coltivare una cultura della valutazione che risulti organica e coerente tra i diversi livelli scolastici può aiutare anche nel superamento di alcuni ostacoli che molti studenti incontrano nel passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado e così via Ci sono molti aspetti dell’apprendimento che possono essere valutati (e in qualche modo misurati) attraverso prove esterne
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Sulla terminologia, sulla costruzione delle frasi, sui simboli, sull'uso delle rappresentazioni si costituisce a poco a poco un lessico familiare d'aula in base al quale i ragazzi interpretano le domande Ogni insegnante impara a leggere (e talvolta decodificare) gli elaborati degli allievi alla luce sia delle caratteristiche personali di ognuno, sia delle precedenti prestazioni Quando un insegnante prepara una prova per i propri allievi, inevitabilmente si pone all'interno di un preciso contratto didattico L'obiettività della valutazione interna è una chimera
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Non è raro che gli studenti desumano le modalità con cui affrontare la valutazione fatta dal loro insegnante in base al modo in cui questa viene esposta o ancora che ritengano che il proprio docente voglia che determinati compiti siano svolti in un certo modo L'uso di strumenti di valutazione non preparati dall'insegnante ha il vantaggio di svincolare l'alunno da quelle clausole del contratto didattico che riguardano la verifica (che siano più o meno esplicite) Un test standardizzato realizzato da un organo nazionale (o anche internazionale) può essere lo strumento adatto per abbattere certi pregiudizi e valutare abilità e conoscenze epurandole (almeno in parte) dai comportamenti che questi dettavano
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Potenzialità prove Invalsi I test standardizzati sono impersonali e possono essere usati per l’autovalutazione. Esplicitare agli studenti i nuclei e/o i processi a cui determinati quesiti fanno riferimento permettono loro di comprendere quali siano i loro punti deboli e i loro punti di forza, di diventare consapevole della loro preparazione, ma soprattutto del lavoro da farsi (processi di natura metacognitiva). L'insegnante può aiutare ad esplorare uno o più nuclei fra quelli trattati da INVALSI e cogliere l'occasione per ricomporre conoscenze pregresse e magari aprire la strada per nuove.
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Potenzialità prove Invalsi
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