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PubblicatoSalvatore Campana Modificato 8 anni fa
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Donne “Smart”: per i diritti delle donne e dell’umanità intera
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EMMELINE PANKHURST Emmeline Pankhurst proviene da una famiglia di alta borghesia inglese. Nel 1903 fondò in Inghilterra una organizzazione chiamata “Suffragio Universale Femminile”, le cui seguaci furono dette suffragette in modo dispregiativo. Successivamente il termine suffragette fu usato per indicare coloro che lottavano o si adoperavano per ottenere il riconoscimento della piena dignità delle donne.
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MALALA YOUSAFZAI È un attivista pakistana che all’età di undici anni è diventata celebre per il blog curato per la BBC nel quale documentava il regime dei talebani contrari ai diritti delle donne. Il 9 ottobre 2012 è stata colpita gravemente alla testa da uomini armati. Il 12 luglio 2013 parlò al palazzo di vetro a New York lanciando un appello all’ istruzione dei bambini. Il 10 ottobre è stata insignita del premio SAKHAROU per la libertà di pensiero. Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio Nobel per la pace diventando la più giovane vincitrice del premio Nobel.
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LEYMAH GBOWEE Leymah Gbowee è un’attivista e pacifista liberiana, organizzatrice di un movimento pacifista che condusse alla fine della guerra civile in Liberia nel 2003. Nel 2011, assieme a Ellen Johnson Sirleaf e Tawakkul Karman, è stata insignita del Premio Nobel per la pace, con la motivazione: "per la loro battaglia non violenta a favore della sicurezza delle donne e del loro diritto alla piena partecipazione nell'opera di costruzione della pace"
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NOUZHA GUESSOUS “Tutti gli uomini arabi sono moderni, fino a quando non si parla delle loro mogli”. Attivista marocchina, si è laureata in biologia chimica ed è ricercatrice e consulente per i diritti umani e la bioetica. Ha dato vita ad un nuovo codice della famiglia che garantisce i diritti delle donne e, allo stesso tempo, il diritto di essere in armonia con l’islam. “Il cambiamento doveva evolvere dall’interno della religione”.
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WANGARI MAATHAI In occasione della giornata internazionale della donna, l’Africa ricorda alcune delle donne africane che hanno lasciato il proprio segno nella storia, trovandosi spesso a lottare contro un contesto culturale, discriminante o addirittura depressivo. WANGARI MAATHAI fu la prima donna africana (Kenya) a ricevere il prestigioso riconoscimento nel 2004 per il premio Nobel per “il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace”.
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NKOSAZANA DLAMINI- ZUMA Nata in una famiglia zulu del Natal, è un medico e un’ attivista politica sudafricana, che dopo aver lottato contro l’Apartheid nelle file dell’Africa National diventò il primo ministro della sanità ed è attuale presidente della Commissione dell'Unione africana
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Shirin Ebadi “Saranno le donne a cambiare l’islam e io tornerò a fare l’avvocato in Iran.” L’Iraniana, Nobel per la pace nel 2003 per le sue battaglie legali in difesa dei diritti umani, in particolare delle donne, vittime degli abusi della Sharia, è stata costretta all’esilio. Attualmente vive in segreto forse in America o in Gran Bretagna.
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LE SORELLE MIRABAL “ Se mi ammazzano,tirerò fuori le braccia dalla tomba e sarò più forte “. Le sorelle Mirabal, dominicane, erano quattro, ma tre furono uccise perché si opponevano alla dittatura Trujillista. La quarta non partecipò alla ribellione perché era troppo giovane.
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MARIA JUANA MORALEZ CAIZA Maria Juana Moralez Caiza ha 48 anni. Quando aveva 27 anni divenne presidente dell’associazione femminile Unorcac che si batte per il diritto dell’istruzione delle donne in Ecuador. Il primo obiettivo è il diritto alle donne di frequenza scolastica, dalle elementari all’università, fino a vent’anni fa riservato ai maschi. Quito in Ecuador, ha un triste primato: circa il 70% delle donne è vittima di violenze e abusi sessuali domestici.
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FRANCA VIOLA Franca Viola è stata la 1^ donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. Divenne simbolo della crescita civile dell’Italia nel secondo dopoguerra e dell’ emancipazione delle donne italiane.
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Federica,Noemi,Julia,Daniel,Alessia,Anahi,Stella e Camilla (3D 3C), scuola media “2 Giugno” ISA2
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Ricordando Berta Càceres, attivista per i diritti degli indigeni in Honduras, uccisa il 3 marzo 2016
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