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PubblicatoEnrichetta Tortora Modificato 8 anni fa
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Perché studiare le lingue straniere? “No man is an island, entire of itselfs” John Donne Presentazione del Liceo Linguistico Ariosto Ferrara
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STUDIARE LE LINGUE STRANIERE AL LICEO ARIOSTO SIGNIFICA COMPRENDERE CHE LE LINGUE SONO: STRUMENTO DI COMUNICAZIONE, indispensabile per STRUMENTO DI COMUNICAZIONE, indispensabile per diventare un cittadino europeo aperto e responsabile, capace di comprendere il mondo che ci circonda e di interagire in modo attivo con persone che appartengono ad altre culture.
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Le lingue sono anche PORTATRICI DI CULTURA, espressione delle comunità che le usano sia nelle varie manifestazioni della vita reale, sia negli ambiti artistico-letterari.
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Infatti la conoscenza delle espressioni più significative della civiltà di un popolo, ci rende al tempo stesso più capaci di riflettere sulla nostra lingua e cultura. Come scriveva il poeta tedesco Goethe, «Chi non conosce le lingue straniere non sa nulla della propria»
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Inoltre le lingue sono STRUMENTO DI DIALOGO TRA LE VARIE DISCIPLINE Per questo nel nostro Liceo, accanto alle lingue straniere, si apprende il Latino, che contiene in sé le proprietà universali e invarianti che caratterizzano ogni singola lingua
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Lo studio delle lingue è anche OCCASIONE DI AUTENTICHE ESPERIENZE INTERCULTURALI, che attraverso contatti e attività in comune con scuole di altri Paesi, anche via Internet, favoriscono l’acquisizione di una mentalità aperta e tollerante
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Una poesia di Ilse Kleberger: Qui è tutto sbagliato Il padre di Peter ha fatto un viaggio in Giappone e ha raccontato a Peter le sue impressioni. Il padre di Peter ha fatto un viaggio in Giappone e ha raccontato a Peter le sue impressioni. Peter dice al suo amico Klaus: Peter dice al suo amico Klaus: Lo zio di Take e di Yuki è stato per un periodo in Germania e ha raccontato loro le sue impressioni. Lo zio di Take e di Yuki è stato per un periodo in Germania e ha raccontato loro le sue impressioni. Take dice a Yuki: Take dice a Yuki:
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I Giapponesi devono essere brava gente, ma fanno tutto al contrario. I Giapponesi devono essere brava gente, ma fanno tutto al contrario. Quando scrivono una lettera, scrivono da destra a sinistra o dall’alto in basso. Quando scrivono una lettera, scrivono da destra a sinistra o dall’alto in basso. Un libro giapponese comincia dal retro. Un libro giapponese comincia dal retro. Quella che da noi è la prima pagina, da loro è l’ultima. Quella che da noi è la prima pagina, da loro è l’ultima. Se i Giapponesi contano con le dita, le piegano all’interno della mano, cominciando dal pollice. Se i Giapponesi contano con le dita, le piegano all’interno della mano, cominciando dal pollice. Questi Tedeschi devono essere brava gente, ma fanno tutto al contrario. Quando scrivono una lettera, scrivono da sinistra a destra e mai dall’alto in basso. Un libro tedesco comincia da quella che da noi è l’ultima pagina. Se i Tedeschi contano con le dita, le stendono una dopo l’altra, cominciando dal pollice.
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Quando si beve il tè, in Giappone è molto educato sorbire rumorosamente, per dimostrare che si gradisce la bevanda. Quando si beve il tè, in Giappone è molto educato sorbire rumorosamente, per dimostrare che si gradisce la bevanda. Quando è chiuso, l’ombrello in Giappone si porta per la punta e non per il manico. Quando è chiuso, l’ombrello in Giappone si porta per la punta e non per il manico. Quando in Giappone si entra in casa di altre persone, ci si toglie le scarpe, ma non il cappello. Quando in Giappone si entra in casa di altre persone, ci si toglie le scarpe, ma non il cappello. Dopo il bagno, in Giappone ci si asciuga con un telo umido. Dopo il bagno, in Giappone ci si asciuga con un telo umido. Quando si beve il tè, in Germania è molto maleducato sorbire rumorosamente. Come si fa a mostrare che si gradisce la bevanda? Quando si beve il tè, in Germania è molto maleducato sorbire rumorosamente. Come si fa a mostrare che si gradisce la bevanda? Quando è chiuso, l’ombrello in Germania si porta per il manico e non per la punta. Quando è chiuso, l’ombrello in Germania si porta per il manico e non per la punta. Quando in Germania si entra in casa di altre persone, ci si toglie il cappello, ma non le scarpe. Quando in Germania si entra in casa di altre persone, ci si toglie il cappello, ma non le scarpe. Dopo il bagno, in Germania ci si asciuga con un telo asciutto. Dopo il bagno, in Germania ci si asciuga con un telo asciutto.
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In Giappone i neonati vengono portati dalle mamme sulla schiena. In Giappone i neonati vengono portati dalle mamme sulla schiena. In Giappone una donna viene ammirata non per il suo seno, ma per la sua nuca aggraziata. Per questo i chimono sono chiusi davanti e aperti dietro. In Giappone una donna viene ammirata non per il suo seno, ma per la sua nuca aggraziata. Per questo i chimono sono chiusi davanti e aperti dietro. Il nome proprio di un Giapponese va messo sempre dopo il cognome. Il nome proprio di un Giapponese va messo sempre dopo il cognome. In Germania i neonati vengono portati dalle mamme in braccio. In Germania i neonati vengono portati dalle mamme in braccio. In Germania una donna viene ammirata non per la sua nuca aggraziata, ma per il suo seno. Per questo i vestiti sono chiusi dietro e aperti davanti. In Germania una donna viene ammirata non per la sua nuca aggraziata, ma per il suo seno. Per questo i vestiti sono chiusi dietro e aperti davanti. Il nome proprio di un Tedesco va messo sempre davanti al cognome. Il nome proprio di un Tedesco va messo sempre davanti al cognome.
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Che cosa è davvero sbagliato? Tu che ne pensi?
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Osserva la carta geografica: da quale punto di vista è stata disegnata?
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Ogni autentica esperienza di apprendimento di una lingua straniera è quindi: dare e ricevere, mettersi in gioco, cambiare prospettiva, leggere in modo nuovo la realtà, aprire la mente
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«Apprendere una lingua significa scoprire nuovi modi di osservare e capire l’universo, il mondo e noi stessi.» Jorge Luis Borges, scrittore argentino
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«La Cina fu l’occasione di incontrare tutte le complessità. In Giappone, credevo che l’umanità fosse composta da giapponesi, da belgi, Occasionalmente da americani appena intravisti. A Pechino, mi accorsi che bisognava aggiungere a questa lista non soltanto i cinesi, ma anche i francesi, gli italiani, i camerunesi, i peruviani e altre nazionalità ancora più stupefacenti. Una rivelazione anche della complessità nazionale: incontrai dei belgi che non parlavano francese. Decisamente, il mondo era proprio curioso. E c’era una gran quantità di lingue. Non sarebbe stato facile raccapezzarsi su questo pianeta.» Amélie Nothomb, scrittrice belga
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Se sei interessato a studiare le lingue al Liceo Ariosto prova a porti le seguenti domande: Quali lingue straniere hai studiato alla scuola media? Quali idee o sensazioni associ alle lingue che hai studiato? Conosci o hai avuto contatti con persone di madrelingua inglese/francese/tedesca/spagnola? Hai avuto occasione di soggiornare all’estero in vacanza o per studio?
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Hai mai ascoltato musica o visto programmi TV o film in lingua originale o navigato in siti in lingua diversa dall’Italiano? Hai mai letto giornali, fumetti, riviste in lingua straniera? Ti è mai capitato di usare le lingue straniere fuori dalla scuola? Ci sono aspetti del mondo inglese/francese/tedesco/spagnolo che ti interessano particolarmente? Che cosa significa per te sapere una lingua straniera? Come si impara secondo te una lingua straniera?
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« E’ un indirizzo molto impegnativo, i requisiti sono la predisposizione per le lingue e lo studio» « E’ un indirizzo molto impegnativo, i requisiti sono la predisposizione per le lingue e lo studio» «Bisogna essere sicuri della propria motivazione personale: credo sia una scuola particolarmente impegnativa, ma che possa dare una buonissima preparazione culturale se affrontata con convinzione» «Bisogna essere sicuri della propria motivazione personale: credo sia una scuola particolarmente impegnativa, ma che possa dare una buonissima preparazione culturale se affrontata con convinzione» «Se sarete pronti a ricevere, potrà darvi molto» ( tre studentesse di 4 W ) «Se sarete pronti a ricevere, potrà darvi molto» ( tre studentesse di 4 W ) Ecco come hanno risposto alcuni studenti del Liceo Linguistico Ariosto:
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«L’Europa presa nel suo insieme, nella sua aspirazione all’unità, dovrà concepire la sua identità come la somma di tutte le sue appartenenze linguistiche, culturali, religiose. Se non rivendicherà ogni elemento della sua storia, affermando chiaramente che i suoi futuri cittadini devono potersi sentire pienamente europei senza rinunciare ad essere tedeschi, francesi, italiani o greci, essa non avrà più nessuna ragione di esistere.» Amin Maalouf, scrittore libanese
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