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PubblicatoDionisia Vecchi Modificato 8 anni fa
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IL PROGETTO E LA PROGETTAZIONE: COSA, COME E PERCHÈ Il lavoro del Coordinamento Pedagogico nelle scuole dell’infanzia statale di Parma” 3^ Convegno sul coordinamento pedagogico statale Anno scolastico 2011-2012 Parma, mercoledì 5 settembre 2012 Presso AULA MAGNA ITIS “DA VINCI” Via Toscana n° 10 con il patrocinio di: Ufficio XIII - Ambito Territoriale per la Provincia di Parma Viale Vittoria,33 PARMA
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A cura di Franzoni Simonetta Coordinatrice pedagogica della rete di Colorno e Traversetolo Cos’è il progetto pedagogico
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Cosa dicono le insegnanti: « Potrei paragonare questa scuola ad un albero con radici profonde, la cui identità è stata costruita nel tempo, e con forti rami che simbolizzano la crescita continua e l’apertura. I progetti sono la linfa, le radici sono il fondamento culturale; l’organizzazione della scuola ha sempre ruotato intorno alle idee ed alle relazioni che si moltiplicano»
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Il progetto è quello che si scrive insieme, mentre la progettazione si può adattare. È un contenitore che fissa a grandi linee gli obiettivi e i temi da trattare. È una traccia ampia, per avere i finanziamenti, e si sceglie un ambito, un settore. È formulato sulla base dell’idea di bambino e di quello che diventerà in futuro, è l’intenzionalità di promuovere percorsi di vita tenendo conto dell’idea di bambino. È uno strumento di lavoro del collegio docenti, finalizzato a rendere l’azione educativa mirata, efficace, continuativa e che risponde ai bisogni reali. Implica due aspetti: quello organizzativo e quello educativo.
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Il progetto è: “un’anticipazione per il venire - in essere di qualcosa che, rispetto al futuro, può essere qualificato come possibile”
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Il progetto pedagogico è: «L’intenzione di realizzare in un contesto educativo un piano di lavoro, dopo aver declinato in maniera specifica i traguardi formativi che si vogliono raggiungere. I traguardi formativi sono ciò che i destinatari dell’offerta formativa dovrebbero raggiungere alla fine del percorso ipotizzato in termini di capacità, competenze, atteggiamenti, apprendimenti specifici. Inoltre occorre dichiarare con quali mezzi (esperienze, attività, strategie) e risorse è possibile realizzare tali traguardi e specificare le modalità di valutazione degli esiti» (Becchi, Bondioli, Ferrari, 2002, p. 21).
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«Il progetto pedagogico costituisce il documento in cui si definisce l’identità e la fisionomia pedagogica del servizio, declinandone gli orientamenti e gli intenti educativi di fondo ed esplicitandone le coordinate di indirizzo metodologico. Il progetto pedagogico rappresenta un documento d’impegni con il territorio e un piano d’azione, contestualizzato e realizzabile, in cui sono precisate le finalità, i criteri e le modalità di organizzazione educativa del servizio» (Gariboldi, in corso di pubblicazione)
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Il progetto educativo è: «Il progetto educativo è il documento di pianificazione dell’attività educativa elaborato annualmente da ciascun gruppo di lavoro. Esso traduce a livello operativo le intenzioni educative e le linee metodologiche definite nel progetto pedagogico, descrivendo le ipotesi di lavoro concreto e flessibili che verranno privilegiate nell’anno di riferimento»
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«il documento elaborato dalle insegnanti di sezione, per quel gruppo specifico di bambini e con intenti educativi particolari che si intendono realizzare in quell’anno scolastico in modo concreto e specifico» (Gariboldi, in corso di pubblicazione)
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Elementi costitutivi del progetto: Le motivazioni (ossia il perché di un progetto) Gli obiettivi (ossia dove si vuole arrivare) L’oggetto (ossia il cosa del progetto) I soggetti (ossia il chi del progetto) Le procedure (ovvero il come del progetto) I tempi (ossia il quando del progetto) La documentazione (ossia la trasparenza/visibilità del progetto) La verifica/valutazione (ossia la rilevazione dei cambiamenti)
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Cosa è la progettazione A cura di Bernardi Maria Pia Coordinatrice pedagogica della rete di Fidenza e Traversetolo
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«Penso che la progettualità sia come un viaggio, cioè un treno, che deve raggiungere tre stazioni: stima di sé, autonomia, senso critico di pensiero».
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È la fase in cui si delineano i contenuti, i tempi, i metodi dell’esperienza educativa che si intende far vivere ai bambini. È meno sequenziale di una programmazione in quanto accoglie le “diversità” che si presentano. È la pianificazione del progetto calibrata sui bambini, da costruire strada facendo. È la messa in atto del progetto che tiene conto dei bambini e del contesto scuola. È il percorso concreto, la modalità con cui raggiungo gli obiettivi posti, in modo concreto e dinamico. È l’insieme dei percorsi che si concordano all’inizio dell’anno scolastico per raggiungere obiettivi e finalità. Cosa dicono le insegnanti:
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La progettazione esprime la volontà che sta alla base dell’atto educativo, che consente la realizzazione, la concretizzazione e il compimento del progetto pedagogico e educativo. È, conseguentemente, l’insieme delle attività volte a organizzare in modo sistematico le risorse umane e materiali, intellettuali e tecnologiche, disponibili o accessibili, finalizzate alla produzione di modelli operativi (o progetti esecutivi) di interventi didattici.
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La progettazione: è espressione di un modello reticolare o dell’autonomia, che tiene conto della complessità senza pretendere di determinare totalmente gli esiti; si fonda sui criteri della imprevedibilità; è quindi aperta al possibile e al futuro senza percorsi precostituiti; si concretizza in una ridefìnizione continua dei percorsi in base all’interpretazione della situazione, costruisce problemi. È ciò che consente di dare concretezza alle scelte della scuola.
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La programmazione è espressione di un modello lineare che propende al controllo mediante la riduzione della molteplicità delle variabili in gioco; tende a stabilire a priori i percorsi per raggiungere gli obiettivi e concepisce l’elaborazione, l’attuazione e la valutazione di un progetto didattico come un processo prevedibile e governabile; considera la valutazione come uno strumento per regolare in itinere i processi e ricondurli alla normalità; tende a chiudere i problemi.
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Elementi costitutivi della progettazione Elementi propedeutici: professionalità, collegialità, condivisione di intenti e di valori educativi coerenti. È uno strumento di lavoro con cui si esplica la professionalità e la collegialità del team dei docenti, è un’assunzione di impegni e di responsabilità e comporta che “ciò che si fa” sia coerente con “ciò che si scrive” e viceversa.
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1.Analisi della situazione 2.Individuazione dei bisogni e dei problemi 3.Motivazione 4.Scelta dei contenuti 5.Definizione degli obiettivi generali e specifici 6.Scelta di esperienze/situazioni motivanti 7.Scelta delle metodologie 8.Scelta delle strategie didattiche 9.Organizzazione dei tempi 10.Organizzazione degli spazi 11.Scelta degli strumenti 12.Scelta dei materiali 13.Individuazione dei criteri e degli strumenti di verifica/valutazione 14.Esplicitazione delle modalità di documentazione
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Stereotipi e difficoltà A cura di Polimeni Aurora Coordinatrice pedagogica della rete di Fidenza e di Traversetolo
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«Lanciare e raccogliere (come un pescatore) dai bambini per cogliere ciò che li appassiona. Per me è importante quando i bambini sono coinvolti in modo passionale e interessato, mi lascio travolgere dal loro entusiasmo. Io mi metto alla prova tutti i giorni, e uno non è mai uguale all’altro. Ho obiettivi chiari, ma non idee preconfezionate».
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Cosa dicono le insegnanti I progetti si trovano nel POF Non bastano le ore per programmare né i tempi per confrontarci e verificare le situazioni Nel gruppo docente è fondamentale comunicare per coordinare e interrogarsi sull’idea di bambino, sui processi costitutivi per la sua crescita, considerandolo soggetto attivo, responsabile e pensante. Sono fondamentali tre aspetti della professionalità docente: l’attenzione alla normativa, la coesione e collegialità, la formazione continua Il metodo è una serie di procedure Viene da chiamarli metodologia didattica e metodo educativo: vanno in coppia.
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La raccolta di riflessioni che sono elencate si orientano su tre versanti: Un primo aspetto è la relazione esistente tra Progetti e Piano dell’Offerta Formativa (POF )
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Il secondo aspetto si orienta sul tentativo di confrontarsi su cosa sia un metodo e cosa si intenda per metodologia.
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Un terzo ordine di problematiche e difficoltà tratta questioni complesse come la mancanza di tempi, ma anche di strategie per confrontarsi tra colleghe, sulla necessità di dare maggiore spessore alla professionalità docente e sul significato non solo organizzativo e comunicativo della collegialità.
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Il POF è la carta d’identità della scuola È il documento programmatico annuale che ne descrive l’identità attraverso la presentazione dell’offerta formativa che viene erogata e contiene al suo interno anche le motivazioni che sostengono le scelte metodologico-didattiche, gli obiettivi, i contenuti, l’organizzazione e il metodo di lavoro. È un documento aperto, suscettibile di modifiche e integrazioni, ed è un documento pubblico. Il POF è anche il contenitore di un’integrazione di progetti, chiamato Ampliamento dell’offerta formativa,
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Il metodo è come un “viaggio”, più o meno lungo e gravoso, attraverso vie costituite da ragionamenti, prove, tentativi ed errori finalizzati al raggiungimento di un obiettivo. “Il pensiero non è mai immobile né definito una volta per sempre. Il metodo arriva solo alla fine” (Nietzsche)
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«La realtà è complessa e piena di contraddizioni che sono una vera sfida alla conoscenza. Per affrontare tale complessità, non basta semplicemente giustapporre frammenti di saperi diversi. Occorre trovare il modo per farli interagire all’interno di una nuova prospettiva» (Morin 2001, 2007) Il “modo” con cui affrontiamo il viaggio e che deve farci riflettere quando agiamo, per non lasciare che il caso e la fortuna si impadroniscano di ciò che facciamo. La metodologia è
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Professionalità docente e collegialità Il cambiamento, in atto ormai da alcuni decenni, comporta, tra l’altro, che gli insegnanti assumano comportamenti professionali basati su responsabilità condivise e su un lavoro di squadra che a volte generano atteggiamenti di disagio, chiusura e rifiuto nei confronti degli impegni collegiali richiesti dalla funzione docente. Spesso ci si pone, a riguardo, alcune domande: Ma a cosa servono tante riunioni? Dove è finita la libertà d’insegnamento?
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Parallelamente sorge l’esigenza contrapposta di dare più tempo ai momenti di incontro con i colleghi: non bastano le ore per programmare, né i tempi per confrontarsi e verificare le situazioni: manca la possibilità di confrontarsi sia sui bambini che sulla didattica e, come sostiene un’insegnante, nemmeno la pausa caffè è più un’occasione! La collegialità va imparata!!!
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Professionalità e funzione docente sono aspetti centrali del lavoro delle insegnanti. Le competenze professionali richieste ai docenti sono molteplici e di diversa natura e sono i presupposti per svolgere quanto chiede la funzione docente.
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Si ritiene che sia prioritario creare un gruppo di lavoro che condivida valori, responsabilità e competenze professionali, che si impegni costantemente a riflettere sul proprio operato per risolvere problematiche attraverso una verifica costante, al fine di creare in primo luogo un’identità pedagogica riconosciuta da tutti i docenti, quindi una reale comunità professionale.
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«La regola è semplice: la serenità e il piacere dei bambini sta dentro alla serenità e al piacere degli adulti» Loris Malaguzzi
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Il coordinatore pedagogico statale A cura di Tanzi Viviana Tutor del coordinamento pedagogico
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Cosa dicono le insegnanti Punti di forza: Condividere esperienze Fare rete Mediatore delle divergenze Sostegno al confronto ed alla progettazione comune Supporto alla didattica Punti di debolezza: Sovraccarico di lavoro Poche indicazioni operative Scarso sostegno alle dinamiche di gruppo Poco incisivo Non ha migliorato l’offerta didattica ed il confronto
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Come lavora il coordinatore pedagogico Fa emergere la pedagogia implicita per costruire un’idea condivisa di scuola. Chiarisce i perché educativi prima di come e cosa si fa. Correla i principi educativi con gli obiettivi ed i metodi. Riposiziona il confronto dalle dinamiche relazionali del gruppo ai contenuti pedagogici.
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Le caratteristiche del C.P. statale È esclusivamente figura di supporto pedagogico. Ha ricevuto un mandato di sostegno alla professionalità docente. Lavora solo con le insegnanti e non ha la possibilità di fare osservazioni dirette.
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Prospettive per il futuro Dotarsi di un team stabile di figure professionali L’allargare l’esperienza di coordinamento a tutte le scuole. Trasformare il coordinatore pedagogico in un formatore – supervisore. Avere un chiaro e forte mandato istituzionale.
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