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PubblicatoFabiano Lazzari Modificato 8 anni fa
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Progettare e valutare l’intervento sociale
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Una precisazione semantica Piano - Programma – Progetto I tre termini, spesso utilizzati come sinonimi, hanno in realtà una precisa connotazione che ne indica : i SOGGETTI competenti, i CONTENUTI, le FINALITA’ PIANO: attiene all’individuazione degli obiettivi generali, con la definizione delle strategie, delle politiche e dei programmi per conseguirli; PROGRAMMA: attiene all’individuazione degli obiettivi specifici da conseguire attraverso un efficiente e appropriato uso delle risorse disponibili al momento e nel futuro; PROGETTO: attiene a un insieme di attività predisposte per realizzare un obiettivo specifico entro un lasso di tempo prescritto e un numero di risorse definito.
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Il PROGETTO (individualizzato) di intervento “SI CARATTERIZZA per la sua delimitazione di attività, di finanziamenti, di obiettivi, e quindi assume il carattere di STRUMENTO, di unità minima della programmazione da realizzarsi all’interno di un piano prestabilito” (S. Tonon Giraldo, 2005). In altre parole il progetto ha come cornice progetti che affrontano unitariamente i temi comuni della persona nelle aree di rischio e disagio, costruendo un continuum in grado di ricomporre programmi più ampi, esito di una pianificazione di comunità locale.
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Il progetto è Un processo di tipo cognitivo che si caratterizza per: - Parzialità – valorizzazione dei punti di vista - Co-costruzione di ipotesi e strategie - Flessibilità: aggiornamento e modifica di obiettivi e scelte operative - Ampliamento delle opportunità: offerta alle persone di una varietà di alternative
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Il progetto è un processo di tipo cognitivo che si caratterizza per: - Fattibilità: analisi realistica di vincoli (economici, normativi, organizzativi, temporali) e risorse - Co-progettazione con tutti gli attori coinvolti nel progetto e con le persone e/o la sua rete - Confrontabilità e riproducibilità - Intenzionalità: il percorso è possibile se è voluto da tutti gli attori e i soggetti coinvolti - Verificabilità e valutatività
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IL PROGETTO nella metodologia professionale: sviluppa percorsi di aiuto personalizzati “lanciando antenne” sugli ambienti di vita, sui cosiddetti mondi vitali trova coerenza con i principi e valori propri del servizio sociale, come l’autodeterminazione, la personalizzazione, la pluridimensionalità della presa in carico (modalità d’intervento sempre più richiesta dal welfare mix locale che esige la compresenza, la partenership di risosrse formali e informali) dà centralità al “contratto” tra la/e persona/e per co-costruire un aiuto condiviso, responsabile, trasparente e verificabile ogni passo, ogni azione (circolarità del processo di aiuto)
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Mappa del progetto individualizzato ProgettazioneMisurazioneVerifica e valutazione Registrazione della domanda e storia della persona Analisi della domanda (analisi dei BISOGNI) Condizione iniziale Definizione delle Ipotesi sul problema Definizione degli obiettiviRisultati attesi Verifica Programmazione degli interventi (Piano operativo) Valutazione out - come efficacia Attuazione PIANO OPERATIVO, (interventi) Risultati ottenuti Risorse utilizzate Condizione alla conclusioneVerificaValutazione -output -efficienza -qualità del processo
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IL progetto come processo individualizzato di intervento: Impedisce la predisposizione di interventi standardizzati Assicura la differenziazione delle attività e delle prestazioni Integra e promuove le potenzialità/capacità residue della persona Integra le risorse delle reti comunitarie Assicura la verifica e il controllo degli interventi di ciascuno Assicura la condivisione delle responsabilità e dei risultati
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Lo schema diventa quindi prassi-teoria-prassi: - si parte dall ’ analisi di un problema/fenomeno evidenziato (prassi), - lo si inserisce in una mappa di significati che si rifanno alle teorie sociologiche, psicologiche, antropologiche, giuridiche, di politica sociale e al modello teorico di riferimento utilizzato (nonché alle proprie teorie personali) così da categorizzare, generalizzare, analizzare, valutare, attribuire senso e significato all ’ evento (teoria), - si formulano ipotesi operative rispetto al problema/fenomeno evidenziato (prassi)
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L ’ utilizzo di uno stesso schema concettuale di analisi permette: l ’ attivazione di circolarità tra le azioni, i saperi, le competenze, le pratiche professionali; l ’ integrazione tra i processi di aiuto all ’ utenza e formulazione degli obiettivi di politica sociale, in particolare locale; il passaggio da una logica di autoreferenzialità istituzionale alla referenzialità comunitaria;
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La valutazione nel servizio sociale
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Valutazione del caso, diagnosi, assessment strettamente legato all’analisi dei bisogni dell’utente e, in quanto riferito al singolo caso ed orientato ai processi piuttosto che ai risultati, è essenziale nel guidare l’intervento professionale dell’operatore. (Mc Namara) Si riferisce alla raccolta di informazioni e all’analisi effettuata rispetto alla situazione di una singola persona o di una famiglia. Significa valutazione e ‘accertamento’ dei fatti in vista di un giudizio discrezionale e di una successiva decisione ponderata (Folgheraiter)
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Analisi di alcuni manuali di servizio sociale Termini utilizzati Definizioni (processo, comprensione, giudizio professionale, sintesi) Caratteristiche - direttiva/relazionale Come si costruisce Strumenti
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Tabella di comparazione tra autori italiani
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Attenzioni metodologiche
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cosa si intende per valutazione la valutazione rappresenta una funzione strategica di conoscenza e apprendimento E’ un processo nel quale si raccolgono dati e informazioni si analizzano si esprimono giudizi si identificano linee di cambiamento si mettono a punto strategie migliorative si documentano i risultati ottenuti
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Valutare significa garantire senso alle azioni intraprese avviare processi di riflessione e consapevolezza Se ricorriamo all’etimo della parola dal latino valére: dare valore è una costruzione di significato …detto in altri termini 19
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IL CIRCUITO VIRTUOSO DELLA VALUTAZIONE Lavorare in un’ottica progettuale efficace significa progettare, valutare e riprogettare sulla scorta delle valutazioni realizzate, tenendo sotto osservazione gli esiti dei propri interventi e i processi che conducono a determinati esiti. Attraverso questa strada è possibile realizzare un miglioramento continuo degli interventi.
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L’OTTICA PROGETTUALE E STRATEGICA Progettazione Osservazione Valutazione
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VALUTAZIONE E CONTROLLO La valutazione non si limita a individuare gli errori o a ratificare l’esistente, ma in quanto processo di ricerca, cerca quanto non era prevedibile a priori, considerandolo un possibile plus valore dell’intervento. Pertanto consente di: correggere il tiro da eventuali disfunzioni valorizzare quanto è emerso di nuovo Utilizzare ciò che è emerso come risorsa. Se il controllo è un’azione sostanzialmente statica, finalizzata a verificare qualcosa stabilito a priori… la valutazione è un processo dinamico, finalizzato a “costruire correggendo”.
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Cosa si guarda quando si valuta (1) Si guarda la qualità, che è Relativa (influenzata dal contesto socio culturale e organizzativo in cui avviene) Complessa (pluralità degli attori in campo interessati dall’intervento dell’AS - e nella definizione di qualità) Multidimensionale - equità (evitare discriminazioni) /sensibilità (rispondenza alle aspettative del destinatario; appropriatezza (adegutao al bisogno da soddisfare) accessibilità (distribuzione spaziale delle risorse (Civenti, 2007)
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Cosa si guarda quando si valuta (2) Out put - risponde alla domanda “cosa è stato fatto?” Out come - risponde alla domanda “come è stato fatto?” Esito - risponde alla domanda “quello che è stato fatto è servito?” (De Ambrogio, 2003)
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Rigore del metodo: disegno della valutazione la valutazione deve essere guidata da un piano, disegno della ricerca valutativa “c’è bisogno di un percorso, di un progetto valutativo, che leghi il contesto in cui si situa ciò che viene valutato, i vari attori sociali che hanno a che fare con esso, gli scopi della valutazione….la valutazione non può essere un’industria standardizzata, ma è un artigianato che lavora sempre su misura, se vuole lavorare bene” (Bezzi C. 2006) 25
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Rigore del metodo: le tappe del disegno della valutazione 1. Individuazione della finalità della valutazione 2. Identificazione dello scopo (la mission) dell'evaluando 3. Identificazione delle dimensioni da valutare. 4. Identificazione dei criteri di valutazione 5. Identificazione degli indicatori 6. Identificazione degli Strumenti e delle Fonti informative 7. Rilevazione sul campo 8. Analisi dei dati e delle informazioni raccolte. 9. Valutazione vera e propria (espressione di un giudizio) 10. Individuazione delle strategie di miglioramento 11. Restituzione dei risultati della valutazione agli stakeholders (De Ambrogio U. 2007)
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Scopo o mission E’ il paradigma di valore a carattere generale che orienta l’attività e i comportamenti di una politica, un servizio, un intervento nel suo complesso La mission esprime e definisce la funzione e gli indirizzi di fondo /dell’intervento sul caso
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Criteri Si intendono i paradigmi di qualità che orientano i valutatori nel formulare il giudizio. Il criterio definisce che cosa è qualità per il valutatore. Esso rappresenta l’articolazione delle dimensioni secondo scelte di valore che dipendono dal quadro di riferimento condiviso dai valutatori
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Indicatori Servono per misurare il grado di realizzazione dei criteri Consistono in elementi descrittivi della realtà la cui presenza o assenza oppure maggiore o minore rilevanza, sono in grado di evidenziare se, e in che misura, un criterio sia positivamente rappresentato.
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Indicatori Un indicatore può essere: quantitativoed è rappresentato da un rapporto numerico o comunque da un valore numerico qualitativo e si esprime tipicamente tramite domande sull’esistenza o meno di un requisito del percorso assistenziale o di una precisa pratica organizzativa o di una competenza relazionale
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Strumenti e fonti informative Consentono di raccogliere i DATI e le INFORMAZIONI utili per dare un valore agli indicatori identificati
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Testi di riferimento Campanini A. (2006), La valutazione nel servizio sociale, Carocci Faber, Roma De Ambrogio U., Bertotti T., Merlini F. (2007), L’assistente sociale e la valutazione, Carocci Faber, Roma Rovai B., Zilianti A. (2007) Assistenti sociali professionisti, Carocci Faber, Roma
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Vissuti psicologici e relazionali nel processo di valutazione
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Non si può non valutare Valutazione come “ parere professionale ” necessario a fondare il senso e la coerenza del successivo intervento Il giudizio pregiudizievole: il giudizio espresso ‘ pre ’ Un “ corto circuito ” con l ’ assioma della sospensione del giudizio ” due livelli: il giudizio relativo alla persona Il giudizio relativo alla situazione specifica in cui la persona si trova in quel momento Un giudizio sul fare non sull ’ essere
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Valutazione e relazione Il processo di valutazione ci coinvolge nella relazione con l ’ utente Un doppio ruolo: valutati e valutatori L ’ utente ci valuta come professionisti e decide in che misura si può fidare di noi “ lasciarsi guardare ” (Berne): solo da questa valutazione può nascere la fiducia nella relazione che si va a costruire
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Tra valutato e valutatore: gioco di specchi Sentirsi intrusivo in casa d ’ altri Sentirsi ‘ giudice sanzionatore ’ Davanti a qualcuno che vuole nascondere qualcosa Controllore Un operatore nel posto e luogo sbagliato Sentirsi giudicato come persona Sentirsi davanti un giudice sanzionatore Sentirsi controllato
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Strumenti Contratto Comunicazione chiara, semplice e onesta Accoglienza, ascolto, dare spazio Le comunicazioni poco chiare amplificano i vissuti di impotenza e le reazioni difensive Supervisione Èquipe
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