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PubblicatoGerardina Ippolito Modificato 8 anni fa
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Ipertesto e Internet Sociologia delle comunicazioni 12.4.2011
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Lezione di venerdì 13: I nuovi media come espressioni attuali delle macchine cibernetiche astratte La macchina per comunicare imita il vivente usando la comunicazione come modo per controllare il suo rapporto con l’ambiente Comunicazione e controllo: interazione tramite il feedback (positivo e negativo) Il corpo fa macchina con le macchine: il cyborg o postumano
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Tecnologie dell’intelligenza: la mente/cervello come modello del computer/la rete Tecnologie dell’intelligenza, intellettualità di massa e capitalismo cognitivo
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Pierre Levy Tecnologie dell’intelligenza: Il futuro del pensiero nell’era informatica. Verona: Ombre Corte, 2000; Howard Rheingold Tools for Thought. The History and Future of Mind Expanding Technology. The MIT Press, 1985
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Il passaggio del computer da macchina calcolatrice a macchina comunicativa Il software come linguaggio logico- matematico (Russell, Wittgenstein) Lo sviluppo di una nuova modalità di scrittura e lettura nonlineare (ipertesto basato sulle associazioni o iperlink) Grace Hopper
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L'architettura di von Neumann è una tipologia di architettura hardware per computer digitali programmabili a programma memorizzato la quale si contraddistingue per memorizzare i dati del programma e le istruzioni del programma nello stesso spazio di memoria.architettura hardware computerdigitalia programma memorizzatodatiprogrammaistruzioni memoria L'importanza dell'architettura di von Neumann è notevole in quanto è l'architettura hardware su cui sono basati la maggior parte dei moderni computer programmabili. (http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura _di_von_Neumann)http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura _di_von_Neumann The computer and the brain (1958)
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Nel 1936 Alan Turing pubblica On Computable Numbers, in cui propone il disegno logico di un automa in grado di effettuare tutte le operazioni computabili… In altre parole, una macchina ‘teorica’ capace di elaborare informazioni in formato digitale sulla base di un programma composto da regole. L’automa, che diventerà noto con il nome di ‘Macchina di Turing’ rappresenta una prima ipotesi di computer programmabile’ (Ricciardi p. 170) Alan Turing 1912-1954
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Vannevar Bush (1890- 1974); Douglas Engelbart(1925- 1995); Theodor H. Nelson (1937- ) Tim Berners-Lee (1955-)
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Vannevar Bush ‘As We May Think’ (1945) a. il lavoro dello scienziato e del professionista come lavoro che necessità di nuove tecnologie dell’informazione (molte nuove scoperte, necessità di conoscerle etc) Vannevar Bush
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Vannevar Bush ‘As We May Think’ (1945) …la pubblicazione è stata estesa molto oltre la nostra attuale capacità di utilizzare realmente la documentazione. La somma dell’esperienza umana viene estesa a una velocità portentosa, e i mezzi che usiamo per orientarci in questo labirinto per arrivare all’informazione che ci interessa in quel momento sono gli stessi che si usavano al tempo delle navi con attrezzatura a vele quadre. (Bush in Ricciardi, p. 205)
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Vannevar Bush ‘As We May Think’ (1945) b. La mente umana è inadeguata a questo nuovo contesto, ma allo stesso tempo è il modello da usare
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Vannevar Bush ‘As We May Think’ (1945) La mente umana funziona per associazione. Con una sola informazione in suo possesso, essa scatta immediatamente alla prossima che viene suggerita per associazione di idee, conformemente a un’intricata rete di percorsi sostenuta dalle cellule del cervello… le informazioni non sono permanenti, la memoria non è stabile. Eppure la rapidità dell’azione, la complessità dei percorsi, il dettaglio delle immagini mentali, ispirano meraviglia più di qualsiasi altra cosa in natura. (Bush 1945 ‘As We May Think’ in Ricciardi p. 198)
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Vannevar Bush ‘As We May Think’ (1945) c. Una nuova macchina immaginaria (il memex) che può aiutare lo scienziato/professionista nel suo lavoro. http://www.youtube.com/watch?v=c539cK 58ees
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Vannevar Bush ‘As We May Think’ (1945) Considerate una futura apparecchiatura per uso individuale che sia a un tempo una sorta di archivio e biblioteca privati… Un memex è un apparecchio nel quale un individuo registra i propri libri, il proprio archivio e le proprie comunicazioni personali, e che è meccanizzato in modo da poter essere costituito con eccezionali velocità e versalità. E’ un’estensione privata della sua memoria. Un memex è composto da una scrivania e… esso è principalmente il suo posto di lavoro. (Bush 1945 ‘As We May Think’ in Ricciardi p. 200)
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Memex disegno
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Douglas Engelbart 1968 Fall Joint Computer Conference (San Francisco): prime interfacce grafiche http://www.youtube.com/watc h?v=JfIgzSoTMOs H-LAM/T (Human using Language, Artifacts and Methodology, in which he is Trained).
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H-LAM/T syste,
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Douglas Engelbart “Grande importanza viene attribuita all’utente ed alla sua interazione con la macchina. Engelbart sostiene, infatti, che ‘utente e computer sono componenti che mutano dinamicamente, sempre in simbiosi, con l’effetto di potenziare l’intelligenza iniziale dell’utente” (Ricciardi p. 207)
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Douglas Engelbart “E’ un rapporto biunivoco tra uomo e macchina: la macchina impara dall’uomo e, a sua volta, addestra l’uomo” (p. 210).
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Douglas Engelbart Engelbart afferma che il lavoro intellettuale è strategico per le nuove forme di lavoro industriale e che questo lavoro si valorizza enormemente se è lavoro associato, avviando quel rinnovamento del modello di organizzazione e di lavoro intellettuale che possiamo definire, secondo la formula di Marx nei Grundrisse, ‘general intellect’. (Ricciardi p. 213)
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Douglas Engelbart La maggior parte del suo tempo…sarebbe probabilmente occupata da lavori intellettuali di tipo più generale: stendere un piano o progettare un documento: dialogare con altri per iscritto o di persona o al telefono; studiare documenti; strutturare idee o altro materiale; formulare procedure per la risoluzione dei problemi; coordinare il lavoro con altri; e riferire sui risultati. (Engelbart, Watson e Norton cit in Ricciardi, p. 214)
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Ted Nelson ‘Il 24 agosto 1965 Nelson presenta alla conferenza nazionale dell’Association for Computing Machinery (ACM) un paper nel quale per la prima volta viene introdotto il termine ‘ipertesto’. Nelson si riferisce a un corpo di materiali scritti o iconici interconnessi in un modo così complesso da non poter essere presentati o rappresentati su carta’’ (Ricciardi p. 217)
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Ted Nelson ‘Per ipertesto intendo semplicemente la scrittura non sequenziale. La composizione di una rivista, con brani sequenziali, figure inserite, riquadri è quindi un ipertesto. E tale è la prima pagina di un quotidiano… I computer non sono intrinsecamente coinvolti nel concetto di ipertesto. Ma i computer saranno coinvolti, in ogni modo e in sistemi di ogni tipo, con l’ipertesto… l’ipertesto [è] fondamentalmente…parte della nostra tradizione letteraria (Nelson 1974 in Ricciardi p. 217)
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Ted Nelson e Xanadu Nelson immaginò di poter creare, sulla base di questo sistema innovativo di organizzazione dei documenti, una rete globale per l’interscambio e la condivisione di testi, documenti e informazioni, una sorta di ‘World Wide Web’ ante litteram (Ricciardi p. 218) Si tratta di un insieme in cui il documento non è un’unità isolata ma al contrario vive ed è fruibile per le relazioni che incessantemente rivela e produce… Il sistema a rete non può che riferirsi ad un universo continuamente mutante e continuamente attivo, ma non per virtù di un meccanismo…’ (p. 220)
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Tim Berners Lee e il WWW Il CERN di Ginevra negli anni 90: ‘Il Web è stato progettato non come un programma ma come un insieme di protocolli. Gli schemi ufficiali rendevano evidenti che queste specifiche –URL, HTTP, HTML, e altre – avrebbero formato una sorta di bus che collegava differenti tipi di programmi degli utenti (client) con differenti tipi di programmi fornitori di informazione. (server) (Berners Lee 1990 in Ricciardi p. 229)
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Tim Berners Lee e il WWW ‘Internet è cresciuta come sistema decentralizzato (…) Il web, come l’IP (Internet Protocol, il protocollo di comunicqazione usato per il traffico dei dati in Internet) è cresciuto perché era decentralizzato. Non c’era alcuna autoritò centrale per i siti web, cosicchè essi potevano nascere come volevano, spontaneamente…’ (Berners Lee in Ricciardi p. 231)
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