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Fig. 2.1 - Società ed ecosistema. a) Interpretazione socio centrata, b) Sistema bimodulare Fonte: Vallega A. in Conti, 1996, p 493.

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1 Fig. 2.1 - Società ed ecosistema. a) Interpretazione socio centrata, b) Sistema bimodulare Fonte: Vallega A. in Conti, 1996, p 493

2 Le prospettive etnografiche: Anderson e gli Hobo (1923) -Anderson segue Simmel nell’identificare una specifica tipologia di personaggio urbano. -L’hobo è un lavoratore itinerante precario (talvolta volutamente) è un nomade dello spazio urbano cambia spesso città spostandosi con le ferrovie. E’ un tipico prodotto dell’America che esalta la mobilità come forma di libertà. -Queste figure esistono ancora oggi, spesso vivono in roulotte o in camper, perché non possono permettersi altro. Chicago che era un grande terminal ferroviario è stata a lungo la capitale degli hobo, molti di loro vivevano in squallide pensioni nella “zona di transizione” entrando in contatto con altre realtà. La ricerca di Anderson era vissuta dall’interno visto che lui stesso era stato un hobo, per lui fu molto facile fare osservazione partecipante. Secondo i suoi calcoli ogni anno passava per Chicago quasi mezzo milione di Hobo e circa 75.000 vi vivevano in permanenza. L’hobo è un tipo specifico di vagabondo, diverso dal lavoratore stagionale, lavora il minimo indispensabile ma non è un senza tetto: quando non lavora passeggia, osserva, qualcuno beve o gioca d’azzardo, alcuni vivono al limite della devianza o della malattia mentale. Varie associazioni caritatevoli o sindacali si occupavano di loro. Avevano anche il loro giornale Hobo news, dove potevano trovare informazioni utili.

3 Park Park è un uomo interessato più alla ricerca sul campo che alla teoria: afferma che la società va considerata come il prodotto delle interazioni poste in essere tra gli individui. Park individua quattro processi interattivi fondamentali nello spazio urbano: - la competizione: in senso darwiniano è la forma più elementare di interazione sociale (“ordine biotico” della città). - il conflitto: è una conseguenza della competizione, riguarda le azioni del singolo individuo e ne determina la sua posizione e il suo status sociale, dominante o subordinato. - l’accordo: implica la cessazione del conflitto e l’assegnazione stabile delle posizioni e degli status di potere, definiti e consolidati da leggi e consuetudini. - l’assimilazione: è un processo di compenetrazione e di fusione che può seguire l’accordo, secondo Park è caratteristico della città che riesce a integrare economicamente e culturalmente i vari migranti e le sue varie componenti sociali, anche se tutti conservano la loro identità e status.

4 Park: la città come modo di vita Il primo importante saggio di Park risale al 1915: reduce dal soggiorno in Germania risente molto dell’influenza di Simmel. Egli ritiene che la città sia qualcosa di più di un insieme di persone, istituzioni, servizi, amministrazioni, più o meno organizzate: la città è uno stato d’animo, un insieme di atteggiamenti e sentimenti organizzati in costumi, tradizioni e modi di comportamento. Oltre che da Simmel, Park riprende questa concezione da un altro autore tedesco Spengler (ancora più pessimista di Simmel riguardo al futuro della civilizzazione urbana) che ritiene che la città produce una sua cultura specifica. La psicologia collettiva è un elemento chiave dell’analisi della città secondo Park. L’alta mobilità della popolazione comporta infatti anche un’instabilità complessiva delle masse che tra l’altro possono essere facilmente manipolate dai nuovi mezzi di comunicazione.

5 Park e la prospettiva ecologica La biologia evoluzionista – invece di quella di classe - costituisce la matrice teorica dei primi approcci di ricerca: la città è letta come una serie di ambienti naturali, dove gli individui si avvicendano attraverso storie di inserimento, sopraffazione, dominio, conflitto, accordo e assimilazione. Secondo Park, nella città diversificata e cosmopolita l’individuo può scegliere con “chi stare”, non è obbligato a seguire la tradizione ma può frequentare persone a lui più congeniali e la sua “compagnia” gli fornirà il sostegno morale e la giustificazione dei comportamenti da lui scelti. La città si divide così un una molteplicità di regioni morali (quella del vizio e quella borghese, quella bohemien, quella operaia, quella dei singles, ecc.) non sempre però la compagnia è “scelta” spesso ci si trova a vivere lì e ci si adatta.

6 La prospettiva ecologica Questo approccio naturalistico presuppone l’esistenza di uno spazio urbano lasciato al laissez-faire e ai meccanismi del mercato, così come legato a una forte divisione del lavoro e dei ruoli sociali. E alla quasi assenza di pianificazione urbana. Gli allievi della scuola di Chicago hanno dato origine a due filoni di ricerca : uno marco-sociologico interessato agli aspetti urbanistico territoriali e quindi ai cambiamenti strutturali della città. Uno microsociologico e antropologico, interessato all’analisi etnografica e specifica di alcuni aspetti dell’ambiente urbano. Burgess e McKenzie sono i principali rappresentanti del primo approccio Gli autori dell’approccio etnografico sono soprattutto: Anderson, Thrasher, Wirth, Zorbaugh, Cressey.

7 Burgess e Mckenzie Park, insieme ai suoi due allievi Burgess e McKenzie, scrive un libro chiave per la Scuola di Chicago: The City (1925). Gli autori propongono un modello astratto che vuole rappresentare l’espansione urbana “come processo” dinamico, per cerchi concentrici. Il modello è generale e presuppone che una città si sviluppi in maniera radiale a partire da un centro. L’espansione non produce solo un effetto fisico e materiale, ma crea anche delle precise aree sociali: la zona di transizione mescola industrie e quartieri abitati spesso con loro specificità etniche o di offerta commerciale (es i quartieri dei locali notturni). La città si estende perché ciascun anello interno tende ad espandersi e a invadere la zona circostante, questo processo viene spiegato ricorrendo alla metafora dell’ecologia vegetale. Espandendosi la struttura urbana tende a riprodursi come una pianta che crescendo forma foglie nuove ma sempre uguali.

8 Burgess sostenitore della prospettiva ecologica Sottolinea soprattutto l’aspetto ecologico e oggettivista, piuttosto che la ricerca sul campo Formalizza la prospettiva ecologica, ispirata alla scienze naturali, all’ecologia animale e vegetale, ma anche alle teorie della differenziazione sociale di Durkheim. Il suo è un approccio darwiniano e naturalistico del conflitto e della competizione, ben diverso dall’approccio marxista che mette in gioco la categoria del potere. La lotta violenta per l’esistenza : in aree dove si succedono popolazioni diverse ma sempre dedite prevalentemente ad attività illegali. Altre volte invece, proprio per l’evoluzione “ecologica” della città, un’area prima degradata viene recuperata e ritorna borghese (è il processo che oggi si chiama di gentrification) oppure viceversa un’area di classe media si degrada e diventa area marginale perché viene abbandonata dalla borghesia.

9 Fig. …. - Modello dell’ecologia sociale urbana per zone concentriche: Chicago anni venti secondo Burgess, Park, Mckenzie Fonte: (Carter, 1980) in Dematteis, 1993, p. 104

10 Burgess: il loop - la zona del centro detta anche il Loop è quella dei quartieri direzionali della city, della vita economica e politica della città, ma contiene anche sacche di povertà - la zona di transizione è ancora più mista mescola industrie e quartieri abitati spesso con loro specificità etniche o di offerta commerciale (es i quartieri del vizio e dei locali notturni, quartiere delle camere in affitto). Qui ci sono i quartieri etnici degli ultimi arrivati (stanno in case fatiscenti e a basso costo). - La zona residenziale operaia è solitamente modesta, ma più gradevole rispetto ai quartieri più degradati dell’area di transizione. Qui abita buona parte dell’aristocrazia proletaria, i bianchi anglosassoni o gli immigrati bianchi arrivati per primi (tedeschi, svedesi, ecc.). - L’area dei sobborghi borghesi è solitamente fatta di villette e prevede aree verdi e attrezzate, grande sicurezza pubblica. - La zona dei lavoratori pendolari è abitata da piccola classe media che non può permettersi un alloggio in città e non vuole abitare in zone degradate, si tratta di uomini che si fermano nelle camere ammobiliate in città durante la settimana.

11 La scuola di Chicago Il modello concentrico

12 Fig. …. - Modelli schematici del suolo urbano: a) per settori radiali secondo Hoyt; b) combinato per cerchi, settori e nuclei secondo Harris e Ullman Fonte: Hoyt, Harris e Ullman in Dematteis, 1993, p. 127

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14 Fig. …. – a) Il territorio di influenza delle Chicago’s gangland.

15 b) Particolare del Loop e delle zone limitrofe (b).

16 Il ghetto ebraico

17 Chicago tassi di delinquenza (mappa di Vera Miller 1937)

18 Fig. … - Chicago, tasso di delinquenza e sua distribuzione in relazione alle caratteristiche abitative e sociali, 1928-1937 (V. Miller) Fonte: http://www.csiss.org/classics/content/26

19 Fonte: Guerry A. M., 1833, Essai sur la statistique morale de la France, Crochard, Paris Fig…… – Mappa della distribuzione dei reati nei Dèpartement di Francia

20 Fonte: Davis, 2006b, pag. 17 Fig … - L’ecologia della paura (Modello dell’ecologia sociale urbana per zone concentriche secondo la rielaborazione di Mike Davis del 1998)


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