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PubblicatoFlaviana Mattioli Modificato 8 anni fa
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CRITERI GUIDA PER LA SCELTA DEL MATERIALE VEGETALE :
VITIGNI PORTINNESTI
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VITIGNI PER LA REGIONE CAMPANIA
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Criteri guida per la scelta dei vitigni
La scelta varietale deve essere effettuata sulla base di criteri normativi, agronomici ed economici : Criteri normativi: ogni provincia dispone di elenchi di varietà consigliate e varietà ammesse, riportate nelle tabelle di seguito, mentre non è possibile l’utilizzo di altre varietà non in elenco. Nelle aree DOC va data la preferenza ai vitigni previsti dai relativi Disciplinari di produzione. Criteri agronomici: tenendo conto delle limitazioni normative poste, il vitigno deve essere scelto valutando la risposta potenziale del materiale vegetale all’ ambiente pedoclimatico del sito di coltivazione, di cui è opportuno disporre di informazioni accurate. Criteri economici: la scelta varietale deve essere riferita alla richiesta di mercato del prodotto trasformato per il medio-lungo periodo. Questa va verificata con le strutture di trasformazione, laddove esistono, alla luce degli indirizzi di mercato e delle potenzialità enologiche dei vitigni.
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SCELTA DELLA VARIETÀ La scelta della varietà è in funzione di: ♦ tipo di terreno ♦ clima ♦ obiettivo produttivo o enologico ♦ sensibilità alle malattie ♦ varietà raccomandate e autorizzate della zona ♦ tendenze di mercato ♦ calendario di raccolta aziendale
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Provincia di Avellino Vitigni a bacca nera Vitigni a bacca bianca
Consigliate : Aglianico, Piedirosso, Sciascinoso Ammesse : Aglianicone, Aleatico, Barbera, Cabernet Sauvignon, Merlot, Montepulciano, Primitivo, Sangiovese Vitigni a bacca bianca Consigliate : Asprinio, Biancolella, Coda di volpe, Falanghina, Fiano, Forastera, Greco, Verdeca Ammesse : Bombino bianco, Malvasia bianca, Moscato bianco, Trebbiano toscano
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Provincia di Benevento
Vitigni a bacca nera Consigliate : Aglianico, Montepulciano, Piedirosso, Sangiovese, Sciascinoso, Uva di Troia Ammesse : Aglianicone, Aleatico, Barbera, Cabernet Sauvignon, Lambrusco Maestri, Merlot, Primitivo Vitigni a bacca bianca Consigliate : Asprinio, Biancolella, Coda di volpe, Falanghina, Fiano, Forastera, Greco, Trebbiano toscano, Verdeca Ammesse : Chardonnay, Malvasia bianca di Candia, Moscato bianco
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Provincia di Caserta Vitigni a bacca nera Consigliate : Aglianico, Casavecchia, Piedirosso, Primitivo, Sciascinoso, Ammesse : Aglianicone, Aleatico, Barbera, Cabernet Sauvignon, Ciliegiolo, Merlot, Montepulciano, Pinot nero, Sangiovese, Uva di Troia Vitigni a bacca bianca Consigliate : Asprinio, Biancolella, Coda di volpe, Falanghina, Fiano, Forastera, Greco, Verdeca Ammesse : Bellone, Moscato bianco, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling, Riesling italico, Sylvaner verde, Traminer aromatico, Trebbiano toscano, Veltiner * I vitigni Pallagrello bianco e Pallagrello nero sono state inseriti tra quelli consigliati dei disciplinari delle DOC che afferiscono geograficamente al bacino viticolo Caiatino-Matesino in provincia di Caserta.
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Provincia di Napoli Varietà a bacca nera Consigliate: Aglianico, Piedirosso, Sciascinoso. Ammesse: Aglianicone, Aleatico, Barbera, Cabernet Sauvignon, Greco nero, Merlot, Montepulciano, Primitivo, Sangiovese. Varietà a bacca bianca Consigliate: Asprinio, Biancolella, Bombino bianco, Catalanesca, Coda di Volpe bianca, Falanghina, Fiano, Forastera, Greco, Guarnaccia, Verdesca. Ammesse: Montonico bianco, Moscato bianco, S. Lunario, Trebbiano toscano
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Provincia di Salerno Varietà a bacca nera Consigliate: Aglianico, Aglianicone, Barbera, Piedirosso, Sangiovese, Sciascinoso. Ammesse: Aleatico, Cabernet Sauvignon, Cesanese comune, Malvasia nera, Merlot, Montepulciano, Primitivo. Varietà a bacca bianca Consigliate: Asprinio, Biancolella, Coda di Volpe bianca, Falanghina, Fiano, Forastera, Greco, Moscato bianco, Verdeca. Ammesse: Bombino bianco, Malvasia bianca, Montonico bianco, Trebbiano toscano.
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Varietà a bacca nera consigliate nelle 5 province
Aglianico, Piedirosso, Sciascinoso Varietà a bacca bianca consigliate nelle 5 province Asprinio, Biancolella, Coda di Volpe, Falanghina, Fiano, Forastera, Greco, Verdeca.
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Dal 1968 il settore viticolo è regolamentato a livello europeo da una direttiva comunitaria recepita in Italia dalla legge 1164 la quale impone la certificazione obbligatoria di tutto il materiale di propagazione presente in commercio. Tale certificazione assicura la rispondenza del materiale viticolo a requisiti di qualità genetica, di assenza di patologie e di integrità merceologica. Il materiale in commercio è accompagnato da un etichetta di riconoscimento che ne attesta la provenienza e la rispondenza ai requisiti su accennati.
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La normativa italiana stabilisce l’iscrizione del materiale in commercio al catalogo nazionale delle varietà di vite e prevede tre categorie di materiale identificate dal colore del cartellino : materiale di base (identificato da un cartellino di colore bianco) ossia materiale clonale derivante da selezione genetica e sanitaria destinato all’allestimento di vivai per la produzione di marze e talee;
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materiale certificato (identificato da un cartellino di colore azzurro) derivante dal materiale di base da destinare all'impianto del vigneto con le migliori garanzie qualitative dal punto di vista genetico e sanitario. In etichetta è riportato il nome del portinnesto ed anche del nesto; materiale standard (identificato da un cartellino di colore arancione) derivato da selezione massale positiva. Esso non presenta garanzie sanitarie ed è impiegato soprattutto per vitigni minori quando non si dispone di selezioni clonali.
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Il viticoltore che intenda impiantare un nuovo vigneto deve accertarsi che il materiale vivaistico acquistato sia sano, esente da organismi nocivi definiti “da quarantena”. Le barbatelle poste in commercio devono sempre essere accompagnate dal PASSAPORTO DELLE PIANTE (Decreto ministeriale 31 gennaio 1996). PASSAPORTO DELLE PIANTE → Garantisce la sanità delle barbatelle relativamente alla presenza di organismi nocivi da quarantena PASSAPORTO DELLE PIANTE → Viene emesso dal vivaista al momento della messa in commercio del materiale di moltiplicazione. Deve sempre accompagnare il materiale in tutti i suoi spostamenti all’interno della Comunità europea.
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PORTINNESTI DELLA VITE
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SCELTA DEL PORTINNESTO
La scelta del portinnesto avviene in funzione di: ♦ tipo di terreno ♦ vitigno ♦ densità d’impianto che si vuole adottare ♦ obiettivo produttivo o enologico
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L’ammissione alla coltura dei portinnesti è in Italia regolata a livello Nazionale.
Nel Catalogo redatto dal MAF, aggiornato al 2005, se ne contano 38 fra cui i viticoltori possono scegliere. In realtà quelli effettivamente utilizzati su larga scala sono molti meno.
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Requisiti richiesti ai portinnesti :
resistenza al calcare (calcare attivo) resistenza alla siccità tolleranza all’umidità affinità d’innesto vigoria non elevata (la qualità migliore è legata ad una minor produzione) resistenza alla fillossera resistenza ai nematodi elevata capacità rizogena miglioratore dell’efficienza fotosintetica.
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I portinnesti più diffusi in Italia :
PORTINNESTO Sup. ha % Kober 5BB 389 19 SO4 306 15 420 A 107 5 Paulsen 1103 605 30 Paulsen 779 119 6 Paulsen 775 96 140 Ruggeri 410 20
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Le piante utilizzate attualmente sono piante bimembri con apparato radicale di vite americana (resistente alla Fillossera) e apparato aereo di vite europea. La prima generazione di portinnesti impiegati all’inizio del secolo erano specie americane pure (Vitis riparia – Vitis rupestris ). Questi erano resistenti alla fillossera ma mal si adattavano ai terreni europei (siccitosi, calcarei, poco fertili). Si ricorse quindi all’incrocio fra le viti americane (Riparia – Rupestris – Cordifolia – Berlandieri) o all’incrocio fra la vite americana e la vite europea (Vitis vinifera) . Si sono così ottenuti i portinnesti che ancora oggi si utilizzano.
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Le piante utilizzate attualmente sono piante bimembri con apparato radicale di vite americana (resistente alla Fillossera) e apparato aereo di vite europea. La prima generazione di portinnesti impiegati all’inizio del secolo erano specie americane pure (Vitis riparia – Vitis rupestris ). Questi erano resistenti alla fillossera ma mal si adattavano ai terreni europei (siccitosi, calcarei, poco fertili). Si ricorse quindi all’incrocio fra le viti americane (Riparia – Rupestris – Cordifolia – Berlandieri) o all’incrocio fra la vite americana e la vite europea (Vitis vinifera) . Si sono così ottenuti i portinnesti che ancora oggi si utilizzano.
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Le piante utilizzate attualmente sono piante bimembri con apparato radicale di vite americana (resistente alla Fillossera) e apparato aereo di vite europea. La prima generazione di portinnesti impiegati all’inizio del secolo erano specie americane pure (Vitis riparia – Vitis rupestris ). Questi erano resistenti alla fillossera ma mal si adattavano ai terreni europei (siccitosi, calcarei, poco fertili). Si ricorse quindi all’incrocio fra le viti americane (Riparia – Rupestris – Cordifolia – Berlandieri) o all’incrocio fra la vite americana e la vite europea (Vitis vinifera) . Si sono così ottenuti i portinnesti che ancora oggi si utilizzano.
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SPECIE PURE RIPARIE *Riparia gloire de Montpellier- *Riparia grand glabre- RUPESTRIS Rupestris du Lot Rupestris metallica BERLANDIERI Berlandieri Resseguier n.1
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Vitis riparia
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Vitis riparia originaria degli Stati uniti nelle zone dei grandi fiumi, in terreni alluvionali profondi e freschi caratteristiche : -elevata resistenza alla fillossera -buona affinità di innesto -buona capacità di radicazione -mediocre resistenza al calcare. originaria degli Stati uniti nelle zone dei grandi fiumi, in terreni alluvionali profondi e freschi caratteristiche : -elevata resistenza alla fillossera -buona affinità di innesto -buona capacità di radicazione -mediocre resistenza al calcare.
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Vitis rupestris originaria dei terreni sassosi delle regioni meridionali degli Stati Uniti . caratteristiche : -buona resistenza alla fillossera -buona affinità di innesto -discreta capacità di radicazione -buona resistenza al calcare.
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Vitis berlandieri
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Vitis berlandieri originaria delle regioni meridionali degli Stati Uniti (Texas) caratteristiche : -media-buona resistenza alla fillossera -buona affinità di innesto -bassissima capacità di radicazione -elevata resistenza al calcare e alla siccità
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*Riparia Gloire de Montpellier-
Fu uno dei primi portinnesti utilizzati a fine XIX secolo per arginare la piaga della fillossera. Oggi ha perso importanza causa la limitata resistenza al calcare (fino ad un massimo del 6-7% di c. a.) e per la sua scarsa adattabilità ai terreni difficili. La bassa vigoria determina un caratteristico ridotto accrescimento del portinnesto rispetto alla marza.
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*Rupestris du Lot – Caratterizzato da forte vigoria, consente un’ottima radicazione delle talee in vivaio e assicura un’elevata affinità d’innesto con tutti i vitigni principali. Resiste mediamente al potere clorosante (fino al 15% di calcare attivo). Si adatta bene anche ai terreni argillosi e sopporta fino allo 0,4 - 0,8 per mille di cloruro di sodio. Risulta però mediamente sensibile ai nematodi e ai virus del complesso dell’arricciamento.
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BERLANDIERI X RIPARIA → KOBER 5BB
il primo nome si riferisce alla vite porta seme (V. berlandieri); il secondo nome alla vite impollinante (V. riparia); il segno che li divide se è un per (X) indica che l’ibridazione è stata fatta artificialmente, se è invece una linea ( - ) indica che l’ibridazione è avvenuta naturalmente; segue il nome di colui che ha ottenuto l’ibrido ( Kober ); segue poi l’individuazione della parcella nel campo sperimentale dove si è ottenuto l’ibrido (5BB)
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IBRIDI RIPARIA X RUPESTRIS
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VI APPARTENGONO IL 3306 C, IL 3309 C, IL 101‑14 E LO SCHWARZMANN:
È UN GRUPPO DI PORTAINNESTI CON VIGORE MEDIO ADATTI A TERRENI FERTILI E FRESCHI. NON RESISTONO ALLE CONDIZIONI DI SICCITÀ NÉ A QUELLE DI ECCESSIVA UMIDITÀ
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*3309 Couderc – Resiste in terreni con un massimo del 10% di calcare attivo e non si adatta ai terreni difficili. La radicazione è medio buona, resiste mediamente alle carenze di Mg e al disseccamento del rachide, mentre è sensibile alle carenze di K ed ai nematodi. La vigoria limitata e l’induzione di una precocità di maturazione ne fanno talvolta consigliare l’impiego in impianti molto fitti. * – Risulta essere mediamente tollerante al calcare attivo, ma sensibile alla siccità ed inadatto per i terreni argillosi. Poco vigoroso e resistente ai nematodi, induce un certo anticipo di maturazione. Molto sensibile alle carenze di K.
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*Schwarzmann – Ibrido naturale selezionato in Moravia, è il più vigoroso di tutti quelli del suo gruppo e si adatta bene ai terreni freschi e piuttosto argillosi di collina. Dotato di una resistenza al calcare mediocre, induce un anticipo di maturazione.
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IBRIDI BERLANDIERI X RIPARIA
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Gruppo importante di portinnesti di vite americana caratterizzato oltre che da resistenza alla clorosi, da una buona affinità d’innesto con i diversi vitigni; tendono a conferire precocità nella fase di maturazione; sono da preferire in terreni fertili, sciolti, profondi, poco siccitosi. Sono maggiormente diffusi nelle regioni settentrionali e centrali. Tra i più utilizzati si citano : SO4, 420 A, 34 EM, C.
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*420 A – Resiste bene al calcare (fino al 20% di c. a.); di vigoria medio-bassa è abbastanza sensibile alla carenza di K. Anticipa la maturazione e, di solito, garantisce fruttificazioni abbondanti e costanti, pur producendo poco legno. Si adatta poco ad essere ripiantato in terreni precedentemente vitati. *Kober 5 BB – Selezionato da Kober dal Teleki 5, questo portinnesto resiste mediamente alla siccità e si adatta anche a terreni argillosi ed asfittici. Resiste fino al 20-22% di calcare attivo. Sensibile alle carenze di Ca, di K e al disseccamento del rachide, garantisce produzioni elevate ma incostanti; può causare ritardi di maturazione. *225 Ru. – Adatto a terreni mediamente siccitosi, anche lievemente clorosanti, purché non eccessivamente compatti. Diffusosi soprattutto nel sud Italia, risulta essere molto vigoroso ed ha una buona affinità di innesto.
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* Couderc – Resiste bene alla siccità e al calcare attivo (20-25%). Impiegato in Italia per le varietà del meridione, si adatta bene a terreni argillosi, ma non asfittici. S.O.4 – Si è diffuso negli ultimi decenni a spese del Kober 5 BB, grazie alla sua vigoria inferiore e alla attitudine a fornire produzioni abbondanti e di buona qualità. Si adatta anche ai terreni difficili e resiste fino al 20 % di calcare attivo. Resiste poco alla siccità ed è particolarmente sensibile alle carenze di magnesio, quindi al disseccamento del rachide. Induce un certo anticipo di maturazione ed assorbe in modo elevato il K.
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berlandieri x riparia
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berlandieri x rupestris
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riparia x rupestris
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BERLANDIERI X RUPESTRIS
IBRIDI BERLANDIERI X RUPESTRIS
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Sono caratterizzati in genere da una vegetazione meno lussureggiante degli ibridi Vitis berlandieri x Vitis riparia, anche se imprimono una maggiore vigoria alla marza. Sono particolarmente indicati per i terreni più difficili per quanto concerne il potere clorosante, l’aridità, il basso contenuto in elementi nutritivi . Pertanto il loro utilizzo ha maggiormente interessato le regioni meridionali. Tra i più diffusi abbiamo: 140 Ru, 1103 P, 775 P, 779 P
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*1103 P - Molto vigoroso, con ottima resistenza alla siccità e buona adattabilità alla compattezza del terreno. Radica facilmente e possiede una buona compatibilità all'innesto. Si adatta ai terreni argilloso-calcarei, mediamente clorosanti e leggermente salmastri. Ottima resistenza ai cloruri e ai nematodi del genere Meloidogynae, alla siccità e alla compattezza del terreno. Resistenza alla carenza di magnesio e al disseccamento del rachide. Resistenza al calcare attivo del 20%. É il portinnesto più diffuso in Italia. *140 Ru. – Caratterizzato da un’ottima resistenza al calcare (fino al 40%) e alla siccità. Inoltre, risulta ben adattabile ai terreni argillosi e acidi e soffre l’eccessiva compattezza del terreno, specie nei primi anni di impianto. Sensibile, inoltre, ai nematodi e all’Agrobacterium tumefaciens.
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*775 P. – Si adatta bene a terreni tendenti allo sciolto, profondi, anche se mediamente clorosanti. Sopporta poco la siccità. Ha una vigoria media e non modifica significativamente l’epoca di maturazione. *779 P. – Resiste meglio alla siccità e alla compattezza del terreno rispetto al 1447 P. Induce un certo ritardo nella maturazione dell’uva. *17-37 – Presenta una buona resistenza all’asciutto, alla clorosi, alla compattezza e alla superficialità del terreno. Discreta la vigoria, induce ritardo delle fasi fenologiche. *1447 P. – É il PIN più resistente al calcare attivo fra quelli ottenuti da Paulsen. Resiste discretamente alla siccità e presenta una vigoria media. Anch’esso ritarda la maturazione dell’uva e del legno.
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IBRIDI COMPLESSI
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*41 B – Ottenuto dall’incrocio fra Chasselas x V. berlandieri , è uno fra i più resistenti al calcare (fino al 40%) e alle clorosi. Resiste, inoltre, bene alla siccità, ma ha problemi di radicazione in vivaio e di attecchimento in vigneto. Fercal – Incrocio di 333 E.M. con B.C.1 (V. berlandieri x V.v. Colombard1) è il portinnesto maggiormente resistente al calcare attivo (fino al 43%) e alla clorosi ferrica. Dotato di buona resistenza alla siccità, ma poco vigoroso. Decisamente sensibile alle carenze di magnesio e di calcio, sembra anche poco adatto alla qualità. *Golia – Incrocio Carignan - V. riparia x V. rupestris, viene utilizzato in terreni argillosi, mediamente clorosanti. Grazie alla sua forte vigoria, viene impiegato per sostituire le fallanze nei vigneti.
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*1045 P. – È il risultato dell’incrocio berlandieri Rességuier n. 2 x Aramon x V. rupestris Gazin n. 1. Questo portinnesto, molto vigoroso, si adatta bene a terreni di medio impasto anche tendenzialmente argillosi, resiste bene alle clorosi e alla siccità. 106-8 – Incrocio V. riparia xV. cordifolia - V. rupestris, si adatta bene a terreni argillosi, compatti, in cui si verifica un forte ristagno idrico in inverno e una significativa siccità d’estate. Si adatta bene anche a terreni silicei e tufacei, purché non calcarei. Gravesac – Incrocio C. x 3309 C., è vigoroso e mediamente resistente al calcare. Si adatta particolarmente ai terreni subacidi e, per questo motivo, è autorizzato temporaneamente nel nostro Paese.
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ESEMPI DI SCELTA DEI PORTINNESTI
TERRENO POVERO E SOGGETTO ALLA SICCITÀ 1103 Paulsen, 779 Paulsen, 140 Ruggeri, 110 Richter (preferibile x impianti fitti perché meno vigorosi degli altri) - TERRENO CON VALORI ELEVATI DI CaCO3 ATTIVO (> %) E ANCHE SOGGETTO ALLA SICCITÀ 41 B, 1103 Paulsen e 140 Ruggeri TERRENO PIUTTOSTO FERTILE E FRESCO, POVERO DI K SO4, C, 420 A e C; SE CARENTE IN Mg 1103 Paulsen, Kober 5BB, 775 Paulsen
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ESEMPI DI SCELTA DEI PORTINNESTI
- TERRENO PESANTE O ARGILLOSO, SOGGETTO A RISTAGNO IDRICO SO4, Teleki 5C, C, Kober 5BB, 225 Ruggeri (tutti con apparato radicale superficiale) PIN IDONEI PER VITIGNI POCO VIGOROSI 1103 Paulsen, 779 Paulsen (piuttosto vigorosi) - PIN IDONEI PER VITIGNI VIGOROSI C, C e meglio ancora 420 A, e 3309 C
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Caratteristiche generali dei portinnesti di vite in relazione all'assorbimento minerale
Portinnesti ibridi Caratteristiche Berlandieri x Riparia ; 420A ; 34 EM ; SO4 Buon assorbimento di P, Ca e Mg ; ridotto assorbimento di K Berlandieri x Rupestris 140 Ru ; 775 P ; 779 P ;1103 P Buona alimentazione generale; elevato assorbimento di K e scarso di Mg
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Caratteristiche generali dei portinnesti di vite in relazione alla resistenza alla siccità
SCARSA MEDIA ELEVATA SO4 420A 140 Ru 34 EM 1103 P 779 P 775 P
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INDICE POTERE CLOROSANTE (*)
Caratteristiche generali dei portinnesti di vite in relazione alla resistenza al calcare PORTINNESTI CALCARE ATTIVO (%) INDICE POTERE CLOROSANTE (*) 1103 P ; SO4 17 30 420A ; 34 EM 20 40 140 Ru 90 INDICE POTERE CLOROSANTE (IPC) = (CaCO3 x 104)/(Fe)2
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Portinnesti Resistenza calcare % Vigoria Sistema radicale Resistenza carenza K Resistenza carenza Mg Kober 5BB 20 elevata semi profondo media SO4 17 medio alta semi superficiale scarsa 420 A medio bassa 1103 Paulsen profondo 140 Ruggeri 40 molto elevata 775 Paulsen 779 Paulsen medio elevata
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Adattabilità ai terreni
PIN siccitosi umidi compatti acidi salini Kober 5BB media scarsa SO4 420 A medio bassa 1103 Paulsen elevata 140 Ruggeri buona 775 Paulsen medio elevata 779 Paulsen
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