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PubblicatoFrancesca Carolina Miele Modificato 8 anni fa
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1 Copyright © 2014 Clitt, Roma Questo file è una estensione online del corso Rodato CIBO CHE NUTRE © Clitt 2014
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Obesità L’obesità è una condizione patologica caratterizzata da un enorme accumulo di grasso nell’organismo. Il soggetto obeso viene definito tale quando supera del 20% il proprio peso ideale, mentre si parla genericamente di sovrappeso per valori inferiori (compresi di solito tra il 10-20%). Oggi si considera, più precisamente, l’indice di massa corporea o IMC. 2
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Le cause dell’obesità nascono dalla combinazione di numerosi elementi fra i quali la predisposizione genetica, fattori di tipo psicologico, disturbi metabolici, situazioni ambientali. 3 Obesità
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L’obesità può assumere configurazioni assai diverse per cui possiamo distinguere: l’obesità di tipo androide (che predilige gli uomini), con grasso localizzato prevalentemente in sede addominale e viscerale; l’obesità di tipo ginoide (che predilige le donne), con grasso localizzato per lo più a livello delle cosce e dei glutei. 4 Obesità
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Obesità: regole dietetiche non scendere al di sotto delle 1200 kcal/giornaliere (è bene non perdere più di 1 kg di peso alla settimana); ridurre la quota di lipidi e zuccheri semplici; aumentare il consumo di fibra e privilegiare cibi a basso valore calorico; suddividere la razione alimentare in tre pasti alimentari, non bere alcolici e non mangiare fuori pasto; attenersi alle indicazioni del dietologo. 5
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Aterosclerosi L’aterosclerosi è una malattia che colpisce i vasi sanguigni in seguito alla deposizione di sostanze lipidiche nella parte interna delle pareti di vasi e arterie. Essa è all’origine di gravi disturbi circolatori e una delle maggiori cause che contribuiscono all’insorgenza delle malattie cardio-vascolari, quali infarto al miocardio e ictus cerebrale. 6
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Aterosclerosi È considerato desiderabile un valore plasmatico di colesterolo inferiore ai 200 mg/dl per i soggetti di età superiore ai 30 anni e di 180 mg/dl per quelli di età inferiore. 7
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Aterosclerosi Il colesterolo fattore di rischio per l’aterosclerosi è quello veicolato dalle LDL (Low Density Lipoprotein – detto colesterolo “cattivo”) che si deposita sulle pareti interne delle arterie; mentre il colesterolo veicolato dalle HDL (High Density Lipoprotein - detto colesterolo “buono”) tende a rimuovere tali depositi. Una giusta dieta dovrebbe favorire la formazione di colesterolo “buono”. 8
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Aterosclerosi: regole dietetiche Per prevenzione l’aterosclerosi bisogna seguire una dieta che: riduca il colesterolo totale introdotto con gli alimenti; riduca gli acidi grassi saturi; aumenti gli acidi grassi mono- e polinsaturi. Occorre ridurre la quantità di grassi di origine animale, preferire quelli di origine vegetale e praticare un’attività fisica costante. 9
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Ipertensione Con il termine ipertensione si intende l’aumento della pressione sanguigna nelle arterie e nelle vene oltre i valori medi normali. Le complicanze dell’ipertensione sono: ingrandimento del muscolo cardiaco; ictus cerebrale; aterosclerosi; danni renali; danni oculari. 10
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Ipertensione I valori considerati normali per la pressione dovrebbero oscillare: tra i 110 e 140 mm di mercurio per quanto riguarda la pressione massima (pressione sistolica quando il cuore si contrae); tra gli 80-90 mm di mercurio (Hg) per quanto interessa la pressione minima (pressione diastolica quando il cuore si rilassa). 11
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Ipertensione 12
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Ipertensione: regole dietetiche Per prevenire l’ipertensione occorre: ridurre il consumo di sale (Na) e incrementare l’apporto di potassio, diminuire le calorie di chi è in sovrappeso; ridurre l’apporto di grassi nei soggetti con colesterolo alto, controllare l’uso di zuccheri, bevande nervine e alcolici. È importante smettere di fumare, evitare il più possibile lo stress e praticare costantemente un’attività fisica non competitiva. 13
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Diabete Il diabete è una malattia del metabolismo glucidico e viene normalmente distinto in due forme: 1.Diabete mellito insulino-dipendente (IDDM); 2.Diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM). 14
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Diabete 1.Diabete mellito insulino-dipendente È caratterizzato dalla distruzione delle cellule beta del pancreas, responsabili della secrezione di insulina: ormone necessario perché i tessuti possano utilizzare il glucosio del sangue. 2. Diabete mellito non insulino-dipendente È la forma di diabete più diffusa in tutti i Paesi del mondo ed è correlata all’età, con massima incidenza tra i 60-80 anni. 15
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Diabete 16
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Diabete: regole dietetiche La pratica di una corretta alimentazione deve osservare: un basso apporto di zuccheri semplici (che non superi il 5% delle calorie totali); un apporto calorico complessivo proporzionale al peso; un apporto elevato di fibra solubile; grassi e proteine in funzione delle condizioni metaboliche. 17
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ALIMENTAZIONE E MALATTIE TUMORALI Gli studiosi concordano nel ritenere che l’80- 90% di tutti i tumori umani sono causati da fattori ambientali tra cui primeggiano l’alimentazione ed il fumo da sigaretta. 18
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Alimentazione e malattie tumorali Il termine tumore deriva dal latino “tumere” che significa “gonfiare”, proprio per indicare la tendenza che hanno le cellule cancerose ad accrescersi comprimendo e sostituendo quelle del tessuto normale. 19
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Alimentazione e malattie tumorali I tumori sono definiti neoplasie, cioè malattie caratterizzate da formazioni di nuovo tessuto costituito da cellule alterate nel loro funzionamento e che si rendono indipendenti dal metabolismo dell’organismo. 20
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Alimentazione e malattie tumorali In generale il rischio di tumori maligni è correlato con il maggior apporto calorico e con il maggior consumo di grassi e di proteine di origine animale. Tra i fattori cancerogeni attivanti ricordiamo: benzopirene; nitrosammine; pesticidi (malathion, parathion, DDT, ecc.); cloruro di polivinile (PVC); metalli pesanti (piombo, mercurio). 21
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Alimentazione e malattie tumorali Gli agenti anticancerogeni della dieta vengono suddivisi in: sostanze che prevengono la formazione di carcinogeni attivi (vitamina A, E, C); sostanze “bloccanti” che impediscono al carcinogeno di raggiungere i bersagli recettoriali dei tessuti; sostanze “soppressori” che sopprimono l’espressione tumorale in cellule con neoplasie in atto. 22
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