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PubblicatoAnna Maria Mauro Modificato 8 anni fa
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La transizione scuola-lavoro prime riflessioni su come impostare l’attività
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Questo tema è importante per più motivi: attuare modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l'esperienza pratica arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l'acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile correlare l'offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio
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Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; introdurre forme di maggiore flessibilità nell’organizzazione della didattica al fine di permettere un modello formativo duale/in alternanza in cui le esperienze in azienda siano parte strutturale del curriculo di studi; introdurre stabilmente nei percorso attività di formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così da evitare che per i tirocini questa attività ricada sui soggetti ospitanti, nonché alcune nozioni in materia di contrattualistica, diritto del lavoro e previdenza complementare; incentivare tra le possibili esperienze di alternanza, anche la partecipazioni a challenge (competizioni) internazionali in cui i ragazzi, in team anche con ricercatori universitari e delle fondazioni di ricerca del territorio, rispondano a bisogni concreti delle aziende e delle amministrazioni. I challenge sono occasioni importanti per far lavorare in team i ragazzi, allenarli per diventare innovatori di domani e diffondere atteggiamenti imprenditivi; promuovere e utilizzare gli strumenti istituiti a livello nazionale dal sistema della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, così come previsto dalla “Buona Scuola”, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili a mettersi in gioco con le scuole (con almeno indicazioni sul numero massimo degli studenti ammissibili nonché i periodi dell'anno in cui è possibile svolgere l'attività di alternanza); attivare, in linea con l’obiettivo del trilinguismo nella scuola trentina, una serie di iniziative, anche grazie ai fondi europei Erasmus+ o i fondi FSE, per favorire occasioni di alternanza in aziende straniere Obiettivi di legislatura
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Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università far entrare nei compiti istituzionali dell’istituzione scolastica e formativa da cui esce il ragazzo, che può anche organizzarsi in rete tra scuole, imprese e operatori pubblici /privati del mercato del lavoro, l’orientamento professionale e l’incontro domanda e offerta introdurre al fine della realizzazione di queste attività presso le istituzioni del secondo ciclo una figura responsabile dell’orientamento in uscita (placement) almeno parzialmente sgravato dall’attività didattica, eventualmente in collaborazione anche con le istituzioni del primo ciclo, soprattutto nei territori, e adeguatamente formato (attivazione di uno specifico percorso presso IPRASE) istituire presso le scuole di uno spazio fisico corner per il placement in cui possano incontrare il referente della scuola e trovare materiale informativo a supporto anche in merito ad opportunità occupazionali e a cui possano rivolgersi anche le imprese organizzare momenti di incontro in cui le aziende possano presentare offerte di lavoro o offerte di stage retribuito e stabilire un contatto diretto con i candidati far accreditare le istituzioni scolastiche e formative, anche in rete e anche con la collaborazione di soggetti terzi privati, nella rete provinciale dei servizi per il lavoro ai sensi della deliberazione della Giunta provinciale n. 607 del 17 aprile 2014, così che possano loro stesse fornire nei confronti dei propri studenti che decidono di non proseguire nel percorso di studi o ex studenti (fino a due anni dal conseguimento del titolo), un percorso di servizi articolato, centrato sulle specifiche esigenze e caratteristiche del singolo studente, in cui lo studente sia profilato sulla base delle conoscenze sui punti di forza e debolezza emersi durante il percorso scolastico e le occasioni di alternanza lavorativa Obiettivi di legislatura
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Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; introdurre forme di maggiore flessibilità nell’organizzazione della didattica al fine di permettere un modello formativo duale/in alternanza in cui le esperienze in azienda siano parte strutturale del curriculo di studi; introdurre stabilmente nei percorso attività di formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così da evitare che per i tirocini questa attività ricada sui soggetti ospitanti, nonché alcune nozioni in materia di contrattualistica, diritto del lavoro e previdenza complementare; incentivare tra le possibili esperienze di alternanza, anche la partecipazioni a challenge (competizioni) internazionali in cui i ragazzi, in team anche con ricercatori universitari e delle fondazioni di ricerca del territorio, rispondano a bisogni concreti delle aziende e delle amministrazioni. I challenge sono occasioni importanti per far lavorare in team i ragazzi, allenarli per diventare innovatori di domani e diffondere atteggiamenti imprenditivi; promuovere e utilizzare gli strumenti istituiti a livello nazionale dal sistema della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, così come previsto dalla “Buona Scuola”, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili a mettersi in gioco con le scuole (con almeno indicazioni sul numero massimo degli studenti ammissibili nonché i periodi dell'anno in cui è possibile svolgere l'attività di alternanza); Obiettivi di legislatura fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università Prevede 200h nei licei e 400h negli istituti tecnici di alternanza durante il triennio (trattasi quindi di esperienza da programmare in una prospettiva pluriennale), da inserire nei POF/Progetto di istituto, i ragazzi devono portare al colloquio di maturità tali esperienze. Si parte dai ragazzi attualmente iscritti alla III^ Nelle linee guida nazionali è specificato che: “Il giovane mantiene lo status di studente, la responsabilità del percorso è in capo alla scuola e l’alternanza è presentata come una metodologia didattica e non costituisce affatto un rapporto di lavoro. Le attività nella struttura ospitante possono essere realizzate anche in periodi di sospensione della didattica, all’estero, nonché con la modalità dell’impresa formativa simulata (=curricolare non pagata, salvo volontà del datore di lavoro). Per i soggetti disabili i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono dimensionati in modo da promuovere l’autonomia anche ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro” http://www.istruzione.it/allegati/2015/Guida_Operativa.pdf La possibilità di stipulare convenzioni per lo svolgimento di percorsi in alternanza anche con gli ordini professionali e con enti che svolgono attività afferenti al patrimonio artistico, culturale e ambientale o con enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI. La previsione dell’emanazione di un regolamento con cui è definita la “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola lavoro”, con la possibilità, per lo studente, di esprimere una valutazione sull’efficacia e sulla coerenza dei percorsi con il proprio indirizzo di studio LA BUONA SCUOLA:
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Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; introdurre forme di maggiore flessibilità nell’organizzazione della didattica al fine di permettere un modello formativo duale/in alternanza in cui le esperienze in azienda siano parte strutturale del curriculo di studi; introdurre stabilmente nei percorso attività di formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così da evitare che per i tirocini questa attività ricada sui soggetti ospitanti, nonché alcune nozioni in materia di contrattualistica, diritto del lavoro e previdenza complementare; incentivare tra le possibili esperienze di alternanza, anche la partecipazioni a challenge (competizioni) internazionali in cui i ragazzi, in team anche con ricercatori universitari e delle fondazioni di ricerca del territorio, rispondano a bisogni concreti delle aziende e delle amministrazioni. I challenge sono occasioni importanti per far lavorare in team i ragazzi, allenarli per diventare innovatori di domani e diffondere atteggiamenti imprenditivi; promuovere e utilizzare gli strumenti istituiti a livello nazionale dal sistema della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, così come previsto dalla “Buona Scuola”, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili a mettersi in gioco con le scuole (con almeno indicazioni sul numero massimo degli studenti ammissibili nonché i periodi dell'anno in cui è possibile svolgere l'attività di alternanza); Obiettivi di legislatura fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università Previsione di un ruolo forte del Dirigente scolastico che ha il compito di individuare le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili per l’attivazione di percorsi di alternanza scuola lavoro e di stipulare convenzioni finalizzate anche a favorire l’orientamento dello studente. Analoghe convenzioni possono essere stipulate con musei e altri luoghi della cultura, nonché con gli uffici centrali e periferici del Ministero per i beni e le attività culturali; il compito della stesura di una scheda di valutazione finale sulle strutture convenzionate al termine di ogni anno scolastico, in cui sono evidenziate le specificità del loro potenziale formativo e le eventuali difficoltà incontrate nella collaborazione http://www.istruzione.it/allegati/2015/Guida_Operativa.pdf Nei percorsi di istruzione per gli adulti l’alternanza scuola lavoro, in quanto metodologia didattica, rappresenta un’opportunità per gli studenti iscritti, rimessa all’autonomia delle istituzioni scolastiche L’alternanza può essere facilitata dalla presenza di poli tecnico specialistici sul territorio che consentono di sottoscrivere convenzioni in rete, sfruttando anche le relazioni della IfP. Le scuole devono comunque chiarire al proprio interno ed esplicitarlo quali sono gli ambiti professionali rispetto cui offrono competenze Gli accordi che vengono stipulati tra la scuola e i soggetti esterni devono tenere conto di due elementi in particolare: le vocazioni degli studenti e le indicazioni del mercato del lavoro.
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Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; introdurre forme di maggiore flessibilità nell’organizzazione della didattica al fine di permettere un modello formativo duale/in alternanza in cui le esperienze in azienda siano parte strutturale del curriculo di studi; introdurre stabilmente nei percorso attività di formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così da evitare che per i tirocini questa attività ricada sui soggetti ospitanti, nonché alcune nozioni in materia di contrattualistica, diritto del lavoro e previdenza complementare; incentivare tra le possibili esperienze di alternanza, anche la partecipazioni a challenge (competizioni) internazionali in cui i ragazzi, in team anche con ricercatori universitari e delle fondazioni di ricerca del territorio, rispondano a bisogni concreti delle aziende e delle amministrazioni. I challenge sono occasioni importanti per far lavorare in team i ragazzi, allenarli per diventare innovatori di domani e diffondere atteggiamenti imprenditivi; promuovere e utilizzare gli strumenti istituiti a livello nazionale dal sistema della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, così come previsto dalla “Buona Scuola”, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili a mettersi in gioco con le scuole (con almeno indicazioni sul numero massimo degli studenti ammissibili nonché i periodi dell'anno in cui è possibile svolgere l'attività di alternanza); Obiettivi di legislatura fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università Altro esempio di alternanza è costituito dalle esperienze di Scuola impresa, che si sono sviluppate soprattutto in alcuni indirizzi dell’istruzione tecnica e professionale. Le scuole già oggi possono commercializzare beni o servizi prodotti durante le attività didattiche. Alcune lo fanno saltuariamente, altre in modo più stabile e ricorrente, tutte reinvestono i loro utili a scopo didattico. Vari istituti, per consentire ai propri studenti di formarsi attraverso esperienze di lavoro organizzate all’interno della stessa istituzione scolastica, hanno costituito un’impresa formativa strumentale. Ne sono un esempio le aziende agrarie annesse agli istituti tecnici e professionali agrari o i ristoranti didattici attivati da alcuni istituti alberghieri. L’impresa didattica funziona come una vera e propria azienda, con un proprio bilancio e i relativi registri di contabilità, di magazzino ecc. In essa i giovani non simulano ma apprendono attraverso esperienze reali di lavoro in un’azienda che vende i prodotti secondo le norme previste per legge e reinveste gli utili nell’attività di impresa, con finalità, come si è detto, didattiche. Per incentivare la diffusione di queste esperienze, sono all’esame ulteriori interventi normativi per semplificare e rivedere le norme contabili che governano le scuole, anche per introdurre forme più “moderne” di commercializzazione dei prodotti e dei servizi, come, ad esempio, la vendita on line. http://www.istruzione.it/allegati/2015/Guida_Operativa.pdf
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Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; introdurre forme di maggiore flessibilità nell’organizzazione della didattica al fine di permettere un modello formativo duale/in alternanza in cui le esperienze in azienda siano parte strutturale del curriculo di studi; introdurre stabilmente nei percorso attività di formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così da evitare che per i tirocini questa attività ricada sui soggetti ospitanti, nonché alcune nozioni in materia di contrattualistica, diritto del lavoro e previdenza complementare; incentivare tra le possibili esperienze di alternanza, anche la partecipazioni a challenge (competizioni) internazionali in cui i ragazzi, in team anche con ricercatori universitari e delle fondazioni di ricerca del territorio, rispondano a bisogni concreti delle aziende e delle amministrazioni. I challenge sono occasioni importanti per far lavorare in team i ragazzi, allenarli per diventare innovatori di domani e diffondere atteggiamenti imprenditivi; promuovere e utilizzare gli strumenti istituiti a livello nazionale dal sistema della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, così come previsto dalla “Buona Scuola”, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili a mettersi in gioco con le scuole (con almeno indicazioni sul numero massimo degli studenti ammissibili nonché i periodi dell'anno in cui è possibile svolgere l'attività di alternanza); Obiettivi di legislatura fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università È necessario che vi sia co-progettazione dell’esperienza e quindi: un accordo tra i soggetti (scuola/impresa o altra struttura ospitante) la progettazione dell’intero percorso, sia delle attività in aula che dei periodi di permanenza nella struttura ospitante, condivisa e approvata non solo dai docenti della scuola e dai responsabili della struttura stessa, ma anche dallo studente, che assume così una consapevolezza e una responsabilità diretta nei confronti del proprio apprendimento; la rilevanza delle attività previste dal progetto di alternanza rispetto al percorso individuale di apprendimento, anche quando queste sono realizzate in situazioni che prevedono il coinvolgimento dell’intera classe o di gruppi di studenti, con particolare attenzione alla promozione dell’autonomia del giovane coerentemente con il progetto personalizzato; un flusso costante di informazioni tra i vari soggetti coinvolti, ciascuno dei quali non si limita solo alla realizzazione delle azioni di sua competenza, ma deve preoccuparsi anche del collegamento con le attività realizzate da altri soggetti. http://www.istruzione.it/allegati/2015/Guida_Operativa.pdf Il periodo in contesti lavorativi nella struttura prescelta è in genere preceduto da un periodo di preparazione in aula, con la partecipazione di esperti esterni e successivamente accompagnato da momenti di raccordo in aula tra i percorsi disciplinari e l’attività formativa esterna; si conclude con la valutazione congiunta dell’attività svolta dallo studente da parte del tutor interno e dal tutor esterno.
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Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; introdurre forme di maggiore flessibilità nell’organizzazione della didattica al fine di permettere un modello formativo duale/in alternanza in cui le esperienze in azienda siano parte strutturale del curriculo di studi; introdurre stabilmente nei percorso attività di formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così da evitare che per i tirocini questa attività ricada sui soggetti ospitanti, nonché alcune nozioni in materia di contrattualistica, diritto del lavoro e previdenza complementare; incentivare tra le possibili esperienze di alternanza, anche la partecipazioni a challenge (competizioni) internazionali in cui i ragazzi, in team anche con ricercatori universitari e delle fondazioni di ricerca del territorio, rispondano a bisogni concreti delle aziende e delle amministrazioni. I challenge sono occasioni importanti per far lavorare in team i ragazzi, allenarli per diventare innovatori di domani e diffondere atteggiamenti imprenditivi; promuovere e utilizzare gli strumenti istituiti a livello nazionale dal sistema della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, così come previsto dalla “Buona Scuola”, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili a mettersi in gioco con le scuole (con almeno indicazioni sul numero massimo degli studenti ammissibili nonché i periodi dell'anno in cui è possibile svolgere l'attività di alternanza); Obiettivi di legislatura fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università Data la dimensione curricolare dell’attività di alternanza, le discipline sono necessariamente contestualizzate e coniugate con l’apprendimento mediante esperienza di lavoro. La descrizione degli esiti di apprendimento, viene condivisa sin dalla fase di progettazione, accogliendo anche gli elementi forniti dai tutor al consiglio di classe, ed è alla base del riconoscimento dei crediti anche per un eventuale passaggio dello studente in percorsi di apprendistato o in altri indirizzi di studi. La progettazione definisce pertanto la procedura e gli strumenti per la certificazione finale. http://www.istruzione.it/allegati/2015/Guida_Operativa.pdf La certificazione delle competenze sviluppate attraverso la metodologia dell’alternanza può essere acquisita negli scrutini intermedi e finali degli anni scolastici compresi nel secondo biennio e nell’ultimo anno del corso di studi. In tutti i casi, tale certificazione deve essere acquisita entro la data dello scrutinio di ammissione agli esami di Stato e inserita nel curriculum dello studente. La valutazione di tali competenze concorre alla determinazione del voto di profitto delle discipline coinvolte nell’esperienza di alternanza e, inoltre, del voto di condotta, partecipando all’attribuzione del credito scolastico. In esito ai risultati degli esami di Stato, a conclusione del percorso triennale di alternanza, l’istituzione scolastica attesta le competenze acquisite dallo studente, all’interno del certificato rilasciato ai sensi dell’articolo 6 dei dd.PP.RR. nn. 87 e 88 del 2010, per gli istituti professionali e tecnici, e dell’articolo 11 del d.P.R. 89 del 2010 per i licei. All’uopo, può ricorrere al modello allegato all’Ordinanza annuale sugli esami di Stato, indicando le competenze acquisite in alternanza.
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Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università fornire ai ragazzi quelle competenze trasversali e comportamentali promuovendo esperienze di alternanza rivolti a tutti i ragazzi dei trienni (liceali e tecnici). Questa alternanza può essere sia di tipo curriculare, sia di tipo estivo e può prevedere anche periodi all’estero; introdurre forme di maggiore flessibilità nell’organizzazione della didattica al fine di permettere un modello formativo duale/in alternanza in cui le esperienze in azienda siano parte strutturale del curriculo di studi; introdurre stabilmente nei percorso attività di formazione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così da evitare che per i tirocini questa attività ricada sui soggetti ospitanti, nonché alcune nozioni in materia di contrattualistica, diritto del lavoro e previdenza complementare; incentivare tra le possibili esperienze di alternanza, anche la partecipazioni a challenge (competizioni) internazionali in cui i ragazzi, in team anche con ricercatori universitari e delle fondazioni di ricerca del territorio, rispondano a bisogni concreti delle aziende e delle amministrazioni. I challenge sono occasioni importanti per far lavorare in team i ragazzi, allenarli per diventare innovatori di domani e diffondere atteggiamenti imprenditivi; promuovere e utilizzare gli strumenti istituiti a livello nazionale dal sistema della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, così come previsto dalla “Buona Scuola”, in cui sono visibili le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili a mettersi in gioco con le scuole (con almeno indicazioni sul numero massimo degli studenti ammissibili nonché i periodi dell'anno in cui è possibile svolgere l'attività di alternanza); Obiettivi di legislatura far entrare nei compiti istituzionali dell’istituzione scolastica e formativa da cui esce il ragazzo, che può anche organizzarsi in rete tra scuole, imprese e operatori pubblici /privati del mercato del lavoro, l’orientamento professionale e l’incontro domanda e offerta Rafforzare il ruolo delle scuole nell’attività di placement e nell’orientamento in uscita dal secondo ciclo, così da accompagnare sia le transizioni scuola-lavoro, sia le transizioni scuola-università Necessità di individuare i referenti interni per il placement (eventualmente anche sulla base di accordi di rete tra scuole) Definire un chiaro profilo di competenze di questi referenti e avviare un percorso di formazione anche grazie ai fondi FSE-PON in IPRASE Chiarire in modo forte che i referenti per il placement sono anche “recettori” di istanze formative/curvature dei percorsi da parte del mercato del lavoro Nuova edizione del progetto FiXO, non più a supporto dei tirocini, ma a supporto dell’orientamento in uscita (non può essere altrimenti perché Italia Lavoro opera su fondi Garanzia Giovani). Questo permette di avere sul territorio 3 risorse specialistiche full time che possono supportare i referenti interni per il placement Adesione di tutte le scuole al progetto AlmaDiploma e stimolo del suo legame con FiXO e con altra progettualità sul tema Provare a definire dei percorsi di specializzazione di ciascun istituto o comunque di presentazione rispetto al mercato del lavoro, così che anche Trentino Sviluppo nell’attività di attrazione d’impresa possa tener conto delle competenze di ciascuna istituzione formativa Creazione dei corner fisici interni alla scuola per l’orientamento ….una volta diventate mature le competenze di ciascuna istituzione scolastiche, anche in rete con altre, rispetto a questi temi, si potrà lavorare per l’accredimento nella rete dei servizi per il lavoro (alcune attività rispetto ai propri studenti)
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