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PubblicatoArtemisia Di Giacomo Modificato 8 anni fa
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LA PESTE NEL MEDIOEVO JEREMY BIASIONI
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L’ARRIVO DELLA PESTE IN EUROPA La peste fu, prima di divenire una malattia dell’uomo, un male che colpiva varie specie di roditori (topi, ratti, marmotte). Era nota sin dall’antichità. Colpì anche l’impero romano sotto l’imperatore Marco Aurelio che ne rimase vittima La peste del medioevo arrivò nel Mediterraneo nel 1347 portata da navi genovesi provenienti dal Mar Nero I bacilli si trovavano all’interno di pulci da ratto situate sui cavalli e nelle bisacce dei militari delle truppe dell’Impero mongolo. La peste si muoveva seguendo le vie del commercio e gli itinerari militari euro-asiatici. Il tipo di peste che si diffuse maggiormente fu quella bubbonica. Nel giro di pochi mesi l’Europa fu interamente contaminata.
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I SINTOMI I primi sintomi della peste bubbonica sono cefalea, nausea, vomito, dolore articolare e generale sensazione di malessere. I linfonodi inguinali o, meno comunemente, ascellari e del collo, diventano all'improvviso dolenti e gonfi. La temperatura, accompagnata da brividi, sale a 38,5-40,5 °C. Il polso e la frequenza respiratoria aumentano e il soggetto colpito è esausto e apatico. I bubboni si gonfiano fino a raggiungere le dimensioni di un uovo. Nei casi non fatali la temperatura inizia a scendere in circa 5 giorni, tornando normale in circa 2 settimane. Nei casi fatali il decesso avviene entro circa 4 giorni. Ci sono vari tipi di peste,le più letali sono quella polmonare e quella setticemica.
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LA REAZIONE DEI MEDICI I medici dell'epoca rimasero disorientati di fronte a questo fenomeno, per loro incomprensibile. Allora la formazione del medico prevedeva una solida preparazione astrologica, che impegnava la maggior parte del loro studio. Le teorie mediche risalivano all'antichità, a Ippocrate e Galeno, secondo i quali le malattie nascevano da una cattiva miscela (discrasia) dei quattro umori del corpo: sangue, flemma, bile gialla e bile nera.
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LE CONSEGUENZE È probabile che appena prima dello scoppio dell'epidemia, la popolazione europea in epoca medievale avesse raggiunto il picco più elevato di livello demografico; gli effetti della peste dovettero dunque essere immediatamente evidenti: l'eccedenza di forza lavoro agricola si azzerò, alcuni villaggi si spopolarono e gradualmente sparirono, molte città persero di importanza, mentre crebbe il numero dei terreni rimasti incolti. Venne sterminata circa il 40% della popolazione italiana dove la peste si diffuse con maggiore efficacia.
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LA MEDICINA SI CONFRONTA CON L’EPIDEMIA La comparsa dell’epidemia (1347-1350) segnò subito una nota sconfitta alla medicina del tempo che nulla poteva contro il terribile male: mancavano le conoscenze e le attrezzature adatte. I grandi medici di Salerno e Parigi non sapevano come comportarsi, tutto ciò che sapevano derivava dalla medicina araba e da quella antica; a seconda di quale 'credo' il medico seguisse cambiavano i metodi di cura e di diagnosi. Molti inoltre ritenevano questo male derivante dalla posizione degli astri.
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LA PESTE IN TRENTINO Nel Trentino la peste si abbatté con tanta violenza che interi paesi furono cancellati. A Pergine, Pinè e Fornace vennero sterminate quasi 300 famiglie per un totale di quasi 1000 persone. A Trento, per l'affollamento il contagio divampò furioso. l'epidemia si manifestò in cinque forme, delle quali la più letale era la forma bubbonica. Tutte le famiglie di Trento persero almeno un componente stretto della famiglia
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I TOPI CI PROTTEGONO DALLA PESTE La Morte Nera, che durante il Medioevo ridusse la popolazione d'Europa a un terzo di quella esistente all'epoca, è ancora un problema in alcune zone dell'Africa e dell'Asia. La trasmissione dell'infezione avviene tramite le pulci che vivono normalmente nelle tane dei ratti. Uccidere in massa colonie di topi significherebbe alterare la catena biologica, tanto da indurre le pulci a cambiare comportamento. Non avendo più a disposizione il ratto, l'insetto cercherebbe un altro ospite e potrebbe scegliere l'essere umano, diffondendo il contagio.
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La peste come la conosciamo oggi La peste può essere classificata insieme alla febbre gialla e alla malaria nell’insieme delle malattie a trasmissione indiretta da vettori. Principale responsabile di questo tremendo male è il coccobacillo "Pasteurella pestis“,che è trasportato in maniera molto veloce da alcuni tipi di animali detti vettori quali le pulci dei ratti (Xenopsilla cheopis e Ceratopsyllus fasciatus) e anche alcune pulci dell’uomo (Pulex irritans).
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La peste fu isolata e scoperta nel 1894 ad Hong Kong dallo scienziato cinese Kitasato e dal medico svizzero Yersin in occasione di un'epidemia che stava colpendo il paese orientale proprio in quel periodo. Yersin mise a punto un siero ed in suo onore, il batterio P. pestis è stato in seguito ribattezzato Yersinia pestis. Si scoprì, che il bacillo responsabile della peste era molto resistente e addirittura in grado di vivere per alcune settimane nell’ambiente esterno, negli alimenti e nell’acqua. Un altro elemento della sua straordinaria capacità di diffusione è da ricercare nel fatto che questo batterio si trova in tutte le parti e in tutti i liquidi corporei di un individuo colpito.
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BIBLIOGRAFIA www.wkipedia www.sapere.it “La peste nera” di John Kelly
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