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PubblicatoEvaristo Cappelli Modificato 8 anni fa
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Un giorno, quando i miei figli saranno cresciuti a sufficienza per comprendere la logica che guida i padri e le madri, potrò dire loro: “Vi ho amato tanto da chiedervi ogni volta dove andavate, con chi andavate e a che ora rientravate”.
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“Vi ho amato tanto da non starmene zitta, ma da dirvi (sebbene ciò vi infastidisse) che quel nuovo amico non era una buona compagnia per voi”
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Vi ho amato tanto da farvi pagare le caramelle che avevate preso in un negozio facendovi dire: “Ieri abbiamo preso delle caramelle, ma oggi vogliamo pagarle”. Vi ho amato tanto da restare due ore in piedi davanti a voi mentre pulivate la vostra stanzetta, mentre io l’avrei potuto fare in un quarto d’ora.
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Vi ho amato tanto da lasciarvi trasparire, oltre all’amore che avevo per voi, la delusione e le lacrime che scorrevano dai miei occhi. Vi ho amato tanto da farvi comprendere la responsabilità delle vostre azioni anche se nel castigarvi mi si spezzava il cuore.
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E soprattutto vi ho amato tanto da sapervi dire di no anche se sapevo che in alcuni momenti mi avreste odiato per questo. Queste sono state le battaglie più difficili.
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Sono contenta perché alla fine dei conti ho vinto e con me avete vinto anche voi. E quando un giorno, i miei nipoti chiederanno ai loro padri e alle loro madri se la loro madre era buona o cattiva, sopportabile o insopportabile, risponderanno:
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Sì, nostra madre non è stata una buona madre. Fu la madre peggiore del mondo. Gli altri bambini bevevano coca cola e mangiavano patatine fritte e gelati, mentre noi dovevano mangiare minestra, pane, carne, verdura e frutta.
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Voleva sempre che le dicessimo con chi andavamo, e che cosa favevamo, anche quando restavamo fuori solo per un’ora. Insisteva perché le dicessimo sempre la verità e solo la verità. E, non sappiamo come, ma riusciva sempre a leggerci nei pensieri. La nostra vita è stata proprio una tortura
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Mentre tutti potevano tornare a casa quando volevano all’età di dodici anni, noi dovemmo aspettare di averne sedici prima di poter rientrare dopo le dieci di sera, e quando rientravamo era lì in piedi ad aspettarci per chiederci come era andata la festa.
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Per colpa di nostra madre non abbiamo potuto fare un sacco di esperienze durante la nostra adolescenza. Nessuno di noi fu coinvolto in questioni di droga, di furto, in atti di vandalismo, in crimini di nessun genere. TUTTO PER COLPA SUA
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Ora che siamo adulti onesti ed educati facciamo anche noi del tutto per essere “GENITORI CATTIVI ED INSOPPORTABILI” come lo fu nostra madre.
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Credo che questo è uno dei mali peggiori del nostro tempo: NON VI SONO A SUFFICIENZA MADRI CATTIVE ED INSOPPORTABILI
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