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PubblicatoMatteo Leonardi Modificato 8 anni fa
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CONFRONTO DELACROIX - GERICAULT
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DELACROIX (Francia, 1798-1863) Famiglia altoborghese, formazione neoclassica,ma studia anche Michelangelo, Tiziano e Rubens. 1815: allievo di Guérin, conosce e diventa amico di Géricault 1830: dipinge “La libertà che guida il popolo” che lo consacra pittore ufficiale della monarchia costituzionale Soggiorna in Inghilterra (in contatto con la tradizione di Constable e Turner), Marocco, Algeria (Nordafrica è un vasto repertorio di soggetti esotici) e Spagna (conosce opere di Goya) 1840: rivisita il mondo antico e realizza grandi imprese decorative: è un pittore colorista Amico di Dumas, Hugo e Baudelaire scrive il diario “Jurnal”.
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La caccia al leone (1861, olio su tela 76,5x98,5 cm, Chicago Art Institute)
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La caccia al leone Terminato nel 1861, viene esposto solo nel 1885 Il tema della caccia al leone è frequente nella produzione matura dell’artista. Il pittore dichiara il suo debito nei confronti delle cacce di Rubens L’opera riceve fredda accoglienza (a parte i giudizi di Gautier e Baudelaire) Vi è una chiara distribuzione delle figure che non sacrifica l’animazione. La struttura compositiva ad ellisse conferisce chiarezza e movimento alla scena nella tela La composizione è dominata dal cavaliere all’apice dello schema ellittico e ruota intorno alle quattro figure in lotta. E’ integra l’identità delle singole parti esaltando il ritmo che le unisce e fa muovere nello spazio
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C’è un rapporto di necessità tra uomo e natura (figure e paesaggi sono in completa armonia) C’è una lotta “alla pari” tra uomo e leone: una lotta per la sopravvivenza. Uomini e animali sono infatti legati da un identico destino.
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Géricault (Francia, 1791-1824) Famiglia altoborghese,studia negli atelier di Vernet e Guérin(dove conosce Delacroix) i grandi maestri del ‘500 e ‘600: Raffaello, Tiziano, Rubens e Caravaggio E’ un pittore indipendente per le notevoli risorse economiche familiari 1816-1817: soggiorna a Roma (studia Michelangelo) 1818-1819: a Parigi affronta il tema della “Zattera della medusa”, ma amareggiato dalle critiche parte per Londra (conosce Constable e la pittura inglese del periodo) Tornato in Francia, alterna momenti di intensa attività a momenti di degenza lunghi e dolorosi: muore a soli 33 anni
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La corsa dei Berberi (1816, olio su carta trasportato su tela 45x60cm, Parigi, Louvre)
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La corsa dei Berberi La scena è ispirata dalla manifestazione conclusiva del Carnevale, la corsa dei cavalli bradi nel momento iniziale quando i popolani trattengono a fatica i focosi animali prima della partenza L’uomo e il cavallo sono due forze che si scontrano: c’è l’ossessiva ricerca dell’artista della contrapposizione tra forza dell’uomo con quella animale Quest’opera è l’ultima di una lunga serie di disegni e dipinti che indicano con quale tensione emotiva Gericault ricostruisce la semplice festa cittadina I suoi soggetti preferiti sono i cavalli, tema ricorrente che denota la sua grande passione
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La concentrazione è posta sul groviglio delle figure e sul contrasto chiaroscurale che contribuiscono a dare alla scena un aspetto fortemente dinamico e realistico Gli spettatori affollati sulle tribune completano il clima di eccitazione
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Analogie e differenze Entrambe i dipinti ritraggono la contrapposizione tra uomo e belva come fossero due forze che si scontrano Il contrasto luce-ombra contribuisce a dare ad entrambe le scene un aspetto dinamico. In Delacroix la scena è ben definita, mentre in Géricault le figure sono tutte aggrovigliate In Delacroix la lotta tra uomo e leone si svolge in un paesaggio ostile (mare in burrasca, cielo plumbeo); in Géricault il paesaggio è tutt’altro che ostile Il carattere non pienamente nitido delle composizioni si accorda con l’ispirazione romantica; ma, mentre Géricault è espressione di un romanticismo ancora agli inizi, Delacroix ne esprime la piena maturità.
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