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Convegno CODAU 2016 Gruppo di Lavoro Didattica ed accreditamento Sintesi dei lavori Pietro Di Benedetto Ottobre 2016.

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Presentazione sul tema: "Convegno CODAU 2016 Gruppo di Lavoro Didattica ed accreditamento Sintesi dei lavori Pietro Di Benedetto Ottobre 2016."— Transcript della presentazione:

1 Convegno CODAU 2016 Gruppo di Lavoro Didattica ed accreditamento Sintesi dei lavori Pietro Di Benedetto Ottobre 2016

2 AVA – l’impatto sulle Università La particolare complessità del sistema AVA, ha fatto sì che, sin dall’inizio, venisse percepito dagli Atenei come un ulteriore aggravio burocratico, richiedendo a tutti di confrontarsi con la necessità di produrre tutti i documenti richiesti secondo modalità e standard predefiniti. Peraltro un sistema di qualità si basa proprio su una corretta gestione del processo ed una chiara definizione dei ruoli e dei documenti che lo compongono e può sicuramente dirsi che uno dei risultati garantiti dal sistema AVA è stato quello di far prima riflettere e poi abituare gli Atenei alla necessità di confrontarsi con le sue regole.

3 AVA – le critiche: cosa si sente dire AVA 1 - criticità possibile deriva burocratica eccessiva frammentazione di Requisiti, Indicatori, PA tanti adempimenti rigidità del sistema di valutazione meccanismo di composizione del voto finale poco soddisfacente scadenze rese note solo in prossimità delle stesse proliferazione di richieste tra loro sovrapponibili

4 AVA – il nucleo del problema AVA 1 – principale criticità Eccessivo orientamento al processo più che al prodotto Tendenza alla rigidità e alla burocratizzazione

5 AVA 2 – la genesi Il sistema AVA nel documento ANVUR attualmente in fase di discussione pubblica (AVA2) è stato rivisto all’insegna di:  una semplificazione generale  un alleggerimento delle procedure  una maggiore aderenza agli standard europei ESG 2015, approvati nella Conferenza ministeriale di Yerevan

6 AVA 2 – le novità La revisione del sistema AVA incide in modo sostanziale sull’accreditamento periodico, principalmente attraverso:  la definizione di un nuovo cruscotto di indicatori quantitativi, per il monitoraggio a distanza dei CdS e per l’individuazione delle aree di sofferenza  la riformulazione dei Requisiti e degli Indicatori di Qualità

7 AVA 2 – le novità  la semplificazione dei punti di attenzione  l’esplicitazione di un glossario unico per AVA, CdS e altri adempimenti (comunque ritenuto ancora insufficiente dalla CRUI e dal CUN)  la semplificazione del rapporto di riesame annuale  la ridefinizione della periodicità del rapporto di riesame ciclico, dei relativi contenuti e della forma di presentazione

8 AVA 2 – le novità  una più puntuale definizione del ruolo e dei compiti degli attori della valutazione interna  una differente modalità di selezione dei corsi di studio da visitare  l’eliminazione del voto finale ai corsi di studio visitati  la diversa composizione del giudizio finale

9 AVA 2 – considerazioni conclusive – punti di forza La semplificazione del Rapporto di riesame annuale, la predisposizione del Rapporto di riesame ciclico con una cadenza meno frequente, la riduzione del numero di Requisiti e Indicatori di qualità, la previsione di un glossario condiviso, sono tutti fattori che concorrono ad un sostanziale snellimento del lavoro per tutti i soggetti coinvolti nel processo di accreditamento, sia nell’Ateneo sia nelle CEV, e che rendono più facilmente assimilabile il sistema. Se il programma di supporto sarà anch’esso maggiormente user friendly, l’effetto di semplificazione sarà amplificato. Ma tutto questo è davvero un bene?

10 AVA 2 – considerazioni conclusive – punti di forza Il Rapporto di riesame annuale è il nucleo di AVA: la sua semplificazione comporta il rischio di un potenziale svuotamento di significato di questo passaggio, che potrebbe essere ridotto ad un mero adempimento burocratico da risolvere con un non-riesame basato sulla circostanza, solo apparentemente rassicurante, della collocazione del corso al di sopra delle mediane

11 AVA 2 – considerazioni conclusive- criticità La principale criticità è stata ravvisata proprio nella circostanza che a poca distanza dall’avvio de sistema AVA e quando sono state completate solo 16 visite in sede da parte delle CEV si stiano cambiando le regole. Il punto nodale nel sistema AVA è nel tentativo di cambiare l’atteggiamento e le abitudini degli Atenei nella progettazione dei corsi di studio e nella verifica dell’opportunità del loro mantenimento o di introdurre modifiche. Inoltre, la modifica in itinere dei criteri di valutazione adottati comporta la possibilità di una disparità di trattamento tra le Università già visitate e quelle ancora da visitare.

12 AVA 2 – considerazioni conclusive - criticità L’eliminazione della previsione di un voto finale ai singoli CDS visitati e quindi dello spettro della conseguente sanzione rende più debole il sistema e chi si adopera per renderlo efficiente: avere un enforcement esterno aiuta a indurre un cambiamento di mentalità. Come osservato anche dalla CRUI, sarebbe poi importante che ci fosse un allineamento tra gli indicatori utilizzati dal MIUR per l’attribuzione di risorse, specie premiali, e quelli utilizzati dall’ANVUR per la valutazione, per consentire agli Atenei di programmare e perseguire con efficacia taluni obiettivi strategici

13 AVA 2 – considerazioni conclusive - criticità In questo senso suscita dubbi il fatto che l’opinione degli studenti non compaia più espressamente nel novero degli indicatori, proprio dopo che per molti Atenei questo ambito era stato uno di quelli di maggior impegno negli anni precedenti, con notevole dispendio di risorse, per migliorare i propri comportamenti. Del resto gli studenti non valutano i docenti ma sono forse la principale e più attendibile fonte di segnalazione di problemi, specie a livello di microdato, problemi le cui motivazioni devono essere indagate da altri per trovare possibili soluzioni.

14 AVA 2 – considerazioni conclusive - criticità Molto delicato appare l’indicatore riguardante l’utilizzazione dei risultati della VQR per la valutazione della qualità dei CDS. La sottostante idea che negli Atenei ricerca e didattica debbano essere strettamente interconnessi non è contestabile, ma non appare come un indicatore che si possa inserire nel sistema immediatamente, senza una fase preliminare di progressivo adeguamento e senza effettuare alcune differenziazioni (le lauree di primo livello dalle magistrali, in relazione agli anni di corso di ogni laurea…)

15 AVA 2 – considerazioni conclusive - criticità Va poi considerato che il dato VQR per sua natura non agevola il compito di progettazione del corso di studi (si vedano i problemi già riscontrati per i collegi di dottorato), né quello di controllo degli organi di ateneo deputati. In una prospettiva di consolidamento dell'anagrafe nazionale della ricerca, potrebbe al limite essere più utile usare indicatori quali-quantitativi, tipo quelli dell'abilitazione scientifica nazionale

16 AVA 2 – considerazioni conclusive - criticità La ponderazione dei Punti di Attenzione, che viene proposta come “possibile” e a cura esclusivamente delle CEV, potrebbe portare ad una disomogeneità di comportamento tra le varie CEV. E’ condivisibile che sussista una discrezionalità lasciata alle CEV sulla ponderazione dei punti?

17 AVA 2 – considerazioni conclusive - criticità All’interno di range predeterminati probabilmente non è un male, perché introduce una possibilità di recuperare elementi di valutazione soggettiva che altrimenti sarebbe impossibile far emergere. In un periodo di competizione e di ricerca di percorsi formativi nuovi per rispondere alle nuove sfide poste dalla società e dal mercato del lavoro, gli Atenei devono poter progettare in maniera innovativa e cercare elementi di peculiarità, anche e soprattutto incrociando competenze in modo nuovo, e questo sforzo può essere valorizzato solo dalle CEV. D’altro canto sarebbe auspicabile che tale ponderazione fosse sempre prevista e non meramente eventuale e si basasse su elementi noti a priori, così come del resto suggerisce il CUN.

18 AVA 2 – considerazioni conclusive - criticità Un punto di equilibrio potrebbe individuarsi in un sistema che preveda un set di indicatori, di cui una quota obbligatori per tutti ed una quota, minore, a scelta del singolo Ateneo, con i quali l’Università “scommette” sulla sua virtuosità, un po’ come avviene per l’attribuzione delle risorse del Piano Triennale. Il punteggio soprattutto dei secondi potrebbe avere una ponderazione da parte delle singole CEV entro limiti e con criteri predefiniti.

19 “ E debbasi considerare come non è cosa più difficile a trattare, né più dubbia a riuscire, né più pericolosa a maneggiare, che farsi capo ad introdurre nuovi ordini. Perché lo introduttore ha per nimici tutti quelli che delli ordini vecchi fanno bene, et ha tepidi defensori tutti quelli che delli ordini nuovi farebbono bene. La quale tepidezza nasce, parte per paura delli avversari, che hanno le leggi dal canto loro, parte dalla incredulità delli uomini; li quali non credano in verità le cose nuove, se non ne veggono nata una ferma esperienza. Donde nasce che qualunque volta quelli che sono nimici hanno occasione di assaltare, lo fanno partigianamente, e quelli altri defendano tepidamente; in modo che insieme con loro si periclita. È necessario pertanto, volendo discorrere bene questa parte, esaminare se questi innovatori stanno per loro medesimi, o se dependano da altri: cioè, se per condurre l’opera loro bisogna che preghino, o vero possono forzare. Nel primo caso capitano sempre male e non conducano cosa alcuna; ma quando dependano da loro proprii e possono forzare, allora è che rare volte periclitano.” Niccolò Machiavelli “Il Principe” Capitolo VI“ De principatibus novis qui armis propriis e virtute acquiruntur”


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