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PubblicatoRaffaella Biondi Modificato 8 anni fa
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Sicuramente non tutti i turisti conoscono tutto del Salento, molto probabilmente non conosceranno il significato delle pozzelle di Castrignano dei Greci o la storia dell’acquedotto pugliese… Oggi grazie al professore Paolo Sansò vi posso raccontare un po’ di cose…
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Prima di tutto vi vorrei parlare del clima del Salento. Il clima del Salento è tipicamente marittimo-mediterraneo, caratterizzato da precipitazioni in inverno ed aridità in estate. La distribuzione delle precipitazioni nel Salento centromeridionale non è uniforme, tanto che possono essere riconosciute zone a piovosità diversa. Per cui nel tempo i salentini hanno dovuto ingegnarsi in vario modo per risolvere il problema dell’acqua.
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Per risolvere il problema della penuria d’acqua nella regione, fu avviata nel 1906, la costruzione di un complesso di infrastrutture acquedottistiche tra loro interconnesse chiamato «Acquedotto Pugliese». La prima importante realizzazione fu il «Canale Principale» alimentato dalle acque del Sele e, a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso, da quelle del Calore.
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Il serbatoio dell’acquedotto pugliese, situato sulla serra di Corigliano, è di forma cilindrica, ha un diametro medio interno di 30 metri. Può contenere oltre 22.000 metri cubi di acqua, proveniente principalmente dalla sottostante falda profonda della zona. E’ uno dei più grandi serbatoi idrici di superficie, nonché primo in Europa per grandezza.
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Nel Salento, da sempre assetato, in passato si escogitò un modo per immagazzinare le acque superficiali, che altrimenti finivano per evaporare e infiltrarsi nel sottosuolo: la costruzione delle POZZELLE Pozzelle di Castrignano dei Greci
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Le Pozzelle sono delle cisterne in cui vengono raccolte le acque superficiali. L’acqua cade nella dolina e si infiltra nelle pozzelle. Queste pozzelle, sono rimaste tutt’ora in ottimo stato di conservazione.
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Un altro luogo da visitare, oltre a Castrignano, è Carpignano Salentino, dove possiamo osservare la torre colombaia, il santuario di Santa Maria della Grotta e le neviere.
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La TORRE COLOMBAIA è la più grande nel Salento, con i suoi 12 metri di altezza e 62 metri di circonferenza. E’ stata realizzata alla fine del ‘400 e poteva contenere all’incirca 5000 coppie di colombi. L’allevamento dei colombi garantiva il continuo approvvigionamento di carne solo per i nobili.
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A due passi dalla torre colombaia si trova il santuario dedicato a SANTA MARIA DELLA GROTTA. Qui, secondo la tradizione, il 2 luglio 1568, la Madonna sarebbe apparsa a un vecchio cieco di nome Frangisco, esortandolo ad innalzare un altare, in cambio la Vergine avrebbe promesso protezione al popolo carpignanese. Il 2 luglio di ogni anno l’apparizione è ricordata con una grande processione.
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In passato l’uomo, per poter godere del privilegio di avere bevande e cibi freddi in mesi torridi, costruì le NEVIERE, importanti indicatori del cambiamento climatico. La neve veniva raccolta e conservata in luoghi esposti al nord, freschi ed umidi con della paglia situata sopra, che agisce da isolante termico. Le neviere assunsero forme e tipologie diverse in funzione della zona geografica in cui si trovavano.
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Quarta ed ultima tappa è Otranto. Oltre al bellissimo mare che ci offre possiamo visitare il lago Alimini e il lago di bauxite.
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Il lago Alimini Piccolo è generato da numerose sorgenti di acqua dette «Fontanelle». Il suo nome deriva dal greco «limini» che vuol dire «lago». Sul fondale del lago ci sono sedimenti di molti anni fa, i quali sono stati estratti con dei carotaggi e studiati da geologi inglesi. Si estende per 2 km e non supera la profondità di 1 metro e mezzo. Il lago ha le sponde basse e sabbiose e le sue acque venivano utilizzate per irrigare i campi.
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Il lago di bauxite, invece, è un laghetto artificiale con l’acqua color verde smeraldo a causa delle sue alghe ed è circondato dal color rosso della terra che ricorda il periodo di clima tropicale nel Salento. Un panorama a dir poco stupendo!!
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Insomma, il Salento ha molti luoghi stupendi da visitare e soprattutto è molto interessante conoscere la loro storia. Macrì Francesca
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