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PubblicatoPAOLO CANDATEN Modificato 7 anni fa
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Le basi della Logistica. Il magazzino, i trasporti e la logistica distributiva.
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Oggi qualsiasi impresa si pone l’obiettivo di essere presente sul mercato da protagonista, in modo dinamico, flessibile, vincente. Per raggiungere questo traguardo non bastano la produzione o la distribuzione di prodotti di alta qualità, con caratteristiche migliori di quelle dei concorrenti. L’azienda deve saper sviluppare un rapporto preferenziale con i clienti, proponendogli prodotti di qualità e un servizio che lo rendano davvero consapevole dei vantaggi derivanti dall’aver scelto quel bene e quell’azienda produttrice. In poche parole, deve curare la qualità totale disponendo di un’organizzazione interna razionale per il soddisfacimento delle esigenze del mercato.
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In questa situazione, i fattori determinanti di successo sono: la capacità di approvvigionarsi delle materie prime e delle merci necessarie al processo di trasformazione; la possibilità di disporre di un’organizzazione logistica e commerciale attraverso la quale collocare sul mercato, nei luoghi e nei tempi richiesti, il prodotto finito o le merci. La logistica aziendale rappresenta l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nelle aziende i flussi dei materiali dall’acquisto delle materie presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post – vendita. Le funzioni della logistica sono quelle di programmare, gestire e controllare in maniera efficiente ed efficace il flusso dei beni, dei servizi e delle relative informazioni, dal punto di origine fino al punto di consumo.
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La logistica ha un ruolo centrale nella catena produttiva e distributiva aziendale, ponendosi come attività di collegamento tra le altre aree dell’impresa. L’ approvvigionamento, la produzione, il marketing, la distribuzione e la finanza costituiscono diversi passaggi di un’unica catena, da fare crescere in modo collegato e complementare al fine di massimizzare l’efficienza dell’intero sistema. Solo da quindici anni la logistica assume un significato più ampio, fino a diventare la funzione alla quale l’impresa affida la realizzazione del valore aggiunto del proprio prodotto: il servizio al cliente.
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Negli ultimi anni gli scenari nei quali le aziende hanno operato sono mutati in modo radicale, imponendo alle stesse imprese rapidi e continui adattamenti operativi e gestionali. Tra i fattori che hanno determinato l’evoluzione della gestione logistica aziendale possiamo ricordare: il processo di globalizzazione che ha modificato i flussi delle merci e delle reti distributive. Oggi le imprese acquistano dove vogliono, producono dove più conviene, vendono dove è più possibile, in tutto il mondo. le nuove tecnologie informatiche: l’avvento di internet ha modificato la struttura della logistica aziendale, l’e-commerce ha cambiato i livelli e le abitudini di vita dei consumatori. l’evoluzione del concetto di prodotto inteso in senso più ampio di bene concreto e tangibile.
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Ciclo di vita di un prodotto.
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Il magazzino e la sua gestione.
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Il magazzino è la parte più importante della logistica aziendale e svolge la funzione di raccordo tra gli acquisti dell’impresa e i suoi processi di trasformazione tecnico – economica garantendo: la continuità del processo produttivo e la tempestività nel soddisfacimento dei bisogni della clientela; la separazione dei processi dell’attività aziendale. Con il termine magazzino si individuano: le scorte (stock) di materie, merci, semilavorati e prodotti finiti presenti nell’azienda per essere utilizzati e venduti. le strutture (fabbricati, attrezzature, materiali vari, accessori) e il personale in grado di ricevere, custodire e consegnare le scorte.
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Per quanto riguarda il secondo punto, il magazzino pone all’impresa problemi di: gestione degli spazi generali (layout aziendale) e specifici (layout di magazzino); qualifica e motivazione del personale addetto alla ricezione, allo stoccaggio e all’utilizzo delle scorte. Nel magazzino si inglobano anche le problematiche gestionali collegate al corretto ed efficiente utilizzo delle scorte. Queste problematiche in un’impresa commerciale sono diverse da quelle di un’impresa industriale.
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Il magazzino nelle imprese commerciali. Le imprese commerciali non effettuano la trasformazione tecnica delle merci, limitandosi al più a modificarne l’aspetto esteriore per la presentazione finale al cliente. Svolgono una trasformazione economica dei beni, attraverso la loro conservazione e distribuzione. Nel magazzino di queste imprese si conservano le merci destinate alla distribuzione e il materiale di consumo (imballaggi, cancelleria, materiali per confezioni varie). Disporre di un magazzino ampio e ben strutturato per la conservazione delle merci permette all’impresa di gestire con maggior elasticità i rapporti con i fornitori e clienti, sfruttando condizioni favorevoli di acquisto e garantendo una regolare evasione degli ordini.
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Il magazzino nelle imprese industriali. Il magazzino ha la funzione di consentire lo svolgimento del processo tecnico – produttivo in modo indipendente dalla gestione degli approvvigionamenti e della domanda di mercato. In relazione alle diverse fasi di lavorazione dei beni si distingue tra: Il magazzino delle materie prime, sussidiarie e di consumo: consente all’impresa la gestione degli approvvigionamenti in funzione della loro convenienza e opportunità; è possibile che si effettuino acquisti rilevanti anche in periodi di produzione non elevata. Il magazzino dei semilavorati; Il magazzino dei prodotti finiti: svolge un ruolo fondamentale perché consente di mantenere regolari e costanti i processi produttivi, separando i ritmi della produzione dall’andamento del mercato.
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Logistica di magazzino. Le scelte che il management deve compiere per dotare l’impresa di magazzini efficienti e funzionali si distinguono in cinque aree di intervento: 1.Utilizzo degli spazi fisici dell’azienda; 2.Movimentazione di merci e materiali in azienda; 3.Organizzazione degli spazi di magazzino; 4.Conservazione delle scorte. 5. Sistema informativo.
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Le scorte di magazzino.
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Il termine scorta (rimanenza o stock) indica la quantità di materie, semilavorati e prodotti finiti presenti in magazzino in un determinato momento, pronte ad essere utilizzate nel processo produttivo e distributivo. Le scorte sono classificate in base a diversi criteri : per natura (ad esempio merci, materie prime, materie sussidiarie, materie di consumo, ricambi, semilavorati) in base alle caratteristiche fisico / merceologiche (ad esempio scorte solide, liquide, gassose); secondo l’utilizzo e la funzione nel processo produttivo.
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Classificazione delle scorte. scorta esistente : quantitativo realmente presente in magazzino in un certo momento, rilevato dai programmi di gestione dello stock. scorta virtuale : scorta esistente aumentata delle quantità ordinate ai fornitori e diminuita di quelle già impegnate per i clienti; scorta normale : scorta media normalmente in magazzino nel corso dell’anno: scorta massima : scorta da non superare per mantenere l’equilibrio tra efficienza produttiva e limitazione dei costi. scorta minima o di sicurezza : livello di stock al di sotto del quale l’impresa rischia il blocco della produzione o della distribuzione in caso, ad esempio, di variazioni improvvise di mercato. scorta speculativa : scorta costituta in particolari situazioni di mercato, quando si originano aspettative circa un rialzo a breve termine del prezzo di acquisto delle materie o delle merci.
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La gestione delle scorte richiede una precisa classificazione degli articoli e la loro classificazione, affinché ogni bene venga individuato in modo certo e oggettivo sia all’interno che all’esterno dell’azienda. La classificazione consiste nel frazionamento delle scorte in classi omogenee, per esempio in base all’appartenenza a un settore merceologico.
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La codifica delle scorte. La codificazione consiste nell’ attribuzione a ogni articolo di un nome che può essere un numero o un insieme di lettere e numeri (codice numerico o alfanumerico). In questo modo si determina una relazione biunivoca tra l’articolo e il codice assegnato che rende veloce e certa l’identificazione. La costruzione del codice prodotto richiede l’individuazione di classi, sottoclassi, gruppi e sottogruppi, determinati a uso interno.
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La logistica integrata e la supply chain. L’utilità della logistica è risultata evidente nel moneto in cui lo sviluppo di questa funzione ha varcato i confini dell’azienda, ponendosi nella logica della customer satisfaction. Le aziende hanno sviluppato un sistema di logistica integrata, attraverso il quale ricercare la combinazione più razionale tra i settori dell’approvvigionamento, dello stoccaggio e dell’evasione degli ordini ricevuti dai clienti. Per poter raggiungere i livelli di organizzazione ed efficienza desiderati, l’impresa deve rispettare due passaggi fondamentali: la fase che precede la gestione del magazzino deve essere svolta in modo specializzato e qualificato e, in secondo luogo, le procedure interne e di trasmissione dei dati devono essere tempestive ed aggiornate.
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La supply chain. La supply chain rappresenta una rete di entità organizzative connesse, interdipendenti e operanti in modo coordinato con l’obiettivo di gestire, controllare e migliorare il flusso dei materiali e delle informazioni che, partendo dai fornitori e dopo aver attraversato le fasi di approvvigionamento, trasformazione e distribuzione interne nell’azienda, raggiungono i clienti finali. Il suo sviluppo può essere considerato un’evoluzione della terziarizzazione dei servizi logistici, cioè dell’accordo con fornitori esterni per lo sviluppo di alcune fasi del processo logistico aziendale. Lo sviluppo di una significativa rete di esternalizzazione è sostenuto dalla ricerca di ridurre i costi da parte delle imprese che vi ricorrono.
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Esternalizzazione e outsourcing. Accade che intere fasi del processo gestionale aziendale non vengano più concepite come un fattore interno alla singola impresa, ma si estendono all’intera catena di fornitura, produzione e distribuzione, coinvolgendo sia i fornitori che i clienti. La supply chain ha ampliato il concetto tradizionale di logistica, estendendo la rete operativa e ponendo tra le priorità dell’impresa l’ottimizzazione dei rapporti gestionali con fornitori e clienti. In questo modo la catena della fornitura viene ampliata fino ad incorporare fasi del processo logistico a monte e a valle della produzione, pur se giuridicamente collocate all’esterno dell’impresa.
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Nel modello operativo della supply chain, l’obiettivo dell’eccellenza aziendale viene perseguito attraverso: la comprensione delle esigenze del mercato soprattutto rispetto alla capacità di indurre le esigenze della clientela prima che esse siano evidenti; la capacità di adattamento del sistema aziendale alle richieste del mercato evitando l’aumento dei costi; la capacità di produrre output di qualità con il minor impiego di input possibile, limitando sprechi, perdite ed inefficienze.
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La riorganizzazione della logistica secondo la supply chain consente all’impresa di raggiungere importanti obiettivi: migliorare il proprio core business; ottenere maggiore flessibilità operativa contenendo i costi; sincronizzare le richieste del cliente con l’emissione di materiale da parte del fornitore; fornire un servizio efficiente e puntuale ottenendo un vantaggio competitivo sulla concorrenza grazie all’incremento del customer service.
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Gestione del magazzino.
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Che cos’è un magazzino? Il magazzino è il luogo dove vengono gestite le spedizioni e gli ordini, le attività di produzione, ma anche la ricezione degli stessi prodotti ; è, quindi, lo spazio fisico connesso sia ai processi produttivi che a quelli di vendita. La grandezza di un magazzino dipende dal tipo di attività che l’azienda svolge, dai suoi volumi trattati e dal grado di sviluppo dell’impresa stessa nel proprio mercato di riferimento. http://www.ilgazzettino.it/nordest/belluno/luxottica_amplia_stabil imento_logistica_di_150mila_metri_quadrati_sedico-1569860.html
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I principali obiettivi che un magazzino si prefigge di raggiungere sono la conservazione di giuste quantità di prodotti in un luogo il più possibile adeguato, sia per le dimensioni che per l’organizzazione, cercando di minimizzare i costi operativi. Alcuni autori sono soliti distinguere i magazzini in: magazzini di materie prime contengono al loro interno tutti i materiali e i prodotti che servono per ottenere semilavorati o prodotti finiti; magazzini di semi-lavorati: contengono materiali che non sono considerati né materia prima né prodotto finito, hanno subito delle trasformazioni ma non sono ancora completi. magazzini di prodotti finiti : contengono il prodotto finito, composto di tutte le sue parti, idoneo ad essere venduto al cliente.
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La gestione di un magazzino comporta alcune voci di costo che riguardano: costi di produzione: dipendono dal volume di produzione, dal metodo di stoccaggio e dalla movimentazione. costi di imballaggio: costi sostenuti per l’acquisto dei materiali idonei ad imballare e proteggere i singoli articoli. costi di elaborazione delle informazioni: costi sostenuti per la raccolta degli ordini, fino alla gestione dei sistemi informativi. costi per le vendite perse : costi che derivano da mancate vendite a causa di inadeguatezze del servizio. costi di mantenimento delle scorte: costi derivanti dall’investimento del capitale in scorte o il costo derivante dall’obsolescenza dei prodotti. costi di trasporto. costi di immagazzinaggio.
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Le principali attività che caratterizzano la gestione di un magazzino sono: entrata delle merci: ovvero, lo scarico, il ricevimento delle merci e la sosta in magazzino; il controllo della qualità e della quantità dei prodotti ricevuti; la registrazione dei prodotti consegnati e la segnalazione di eventuali anomalie; il disimballo e l’allocazione della merce. stoccaggio, nonché trasferimento dei prodotti nei box di riserva, o nella zona di stoccaggio; la conferma della locazione per un eventuale controllo; infine il trasferimento della merce in caso di rifornimento dei box di prelievo. prelievo, vengono riassunte tutte quelle attività necessarie per prelevare i prodotti al fine di evadere l’ordine, per l’imballo e il controllo, comprendono anche il rifornimento del materiale necessario per imballare i prodotti. smistamento: indispensabile per mantenere un certo ordine così da suddividere i prodotti per cliente o veicolo. uscita delle merci: il caricamento dei veicoli e la spedizione.
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Ubicazione, organizzazione e movimentazione del magazzino. Il tema dell’ubicazione va considerato sulla base di due fattori che le aziende devono tenere sempre in considerazione: il costo e il servizio al cliente. Per garantire un adeguato servizio al cliente, il magazzino deve trovarsi in prossimità di quest’ultimo, per velocizzare i tempi di consegna ma anche contenere al proprio interno un elevato numero di scorte, per soddisfare le richieste improvvise.
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La scelta del deposito. La scelta del deposito deve ricadere su un luogo che abbia spazio sufficiente per accogliere tutti i diversi impianti e servizi, come gli uffici, i locali per lo scarico delle merci, lo spazio per le manovre o per il parcheggio dei veicoli. Valutando in maniera approfondita le esigenze spaziali, è possibile ridurre sia eventuali perdite di tempo, per via di manovre, sia i costi causati da danni ad altri mezzi o veicoli nei momenti di manovra. La configurazione e la forma del luogo sono punti da analizzare preventivamente per ubicare il deposito in uno spazio adeguato in cui possono essere affiancati eventuali servizi e dove vi sia uno spazio per consentire una giusta viabilità.
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La scelta del deposito. Altro aspetto da considerare e da monitorare, riguarda la possibilità di accesso a tale luogo da parte di altri veicoli, tenendo sempre presenti eventuali sviluppi ( o allargamenti) futuri dell’azienda. L’azienda è costretta a valutare fattori come la presenza di una rete stradale vicina, ma anche le relative modalità di accesso all’area. Da non sottovalutare sono anche le valutazioni di natura economica : l’investimento iniziale per l’acquisizione dello spazio, i costi di affitto o di proprietà, eventuali interessi, ma anche i costi derivanti dall’assicurazione o da altri servizi (video – sorveglianza).
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L’arrivo della merce. L’attività di ricevimento dei materiali comprende sia le attività fisiche, sia quelle amministrative necessarie per eseguire questa fase nel ciclo produttivo. All’interno di questa fase, vi è anche quella di ispezione dei materiali e del controllo qualità. Le principali attività di questa prima fase sono: il conteggio e la verifica delle bolle ricevute; il movimento della merce consegnata; amministrazione e gestione della documentazione.
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La merce in entrata. Prima dell’arrivo della merce in magazzino è necessario che qualcuno ne abbia richiesto l’approvvigionamento e che sia stato emesso l’ordine di acquisto. Solitamente, viene fatta la richiesta di approvvigionamento, un modulo con valenza interna, che viene compilato in tre copie ( 2 all’ufficio acquisti, 1 all’emittente) dal richiedente e poi inviato all’ ufficio acquisti. Questo ufficio, una volta ricevuta la richiesta deve effettuare i controlli circa la validità della stessa, deve individuare l’approvvigionamento più conveniente, richiedendo ai fornitori i preventivi e, infine, scegliere la più soddisfacente. Dopo la scelta, si potrà emettere l’ordine di acquisto.
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L’ordine di acquisto. La stesura di questo documento deve essere pianificata e progettata sia nella forma che nel suo contenuto. Devono essere riportate le principali voci legate alle condizioni di acquisto che l’azienda propone ai fornitori. Una volta che il fornitore firma l’ordine, e l’ufficio acquisti riceve la conferma dell’ordine da parte del fornitore, la procedura si può definire conclusa. Una copia dell’ordine viene lasciata al fornitore, una viene consegnata all’ufficio ricevimento, una è per l’ufficio gestione merci, una per l’ufficio contabilità e una viene trattenuta dall’emittente. Definito l’approvvigionamento, l’azienda a questo punto deve essere pronta a ricevere la merce. La merce che arriva viene sempre accompagnata dal documento di trasporto (DDT) che non è altro che l’elenco di quello che il fornitore ha spedito rispetto all’ordine precedentemente effettuato.
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Compiti del magazziniere. Il compito del magazziniere è quello di controllare se quello che viene riportato sul DDT corrisponde a quanto riportato nell’ordine di acquisto; ovviamente la congruenza deve riguardare sia la qualità che la quantità. Se non vi sono discrepanze, si procede allo scarico della merce; altrimenti, in genere, si dovrà contattare l’ufficio acquisti per risolvere il problema verificato. Nei casi in cui non fosse possibile visionare tutta la merce che è arrivata, è opportuno effettuare una riserva sulla bolla di consegna firmata dall’operatore addetto al ricevimento. Questo timbro consente, entro 8 giorni dalla data di consegna, agli addetti del magazzino di effettuare i relativi controlli di qualità, quantità e stato della merce.
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E’ prassi che il magazziniere emetta un BEM (buono / bolla entrata merci) ovvero un riassunto dell’ordine di acquisto ma relativo solo alla quantità di materiale che è stata ricevuta. Una volta che il magazziniere firma la bolla di consegna e ne restituisce una copia al fornitore, l’attività di ricevimento si può dire conclusa; un’altra copia della bolla dovrà essere data all’ufficio contabilità che, con l’ordine di acquisto, ne verificherà la congruenza prima di procedere con il pagamento. Se è previsto anche il controllo qualità, questo deve essere eseguito prima di registrare la merce a magazzino perché così viene inserita solo la quantità idonea. Tramite un appropriato sistema informativo, solo la merce idonea verrà caricata e l’altra verrà gestita separatamente.
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Stoccaggio e allocazione. L’attività di allocazione consiste nelle decisioni circa le possibili modalità delle collocazioni delle merci negli scaffali, l’attività di stoccaggio non è altro che la massimizzazione o meno della superficie totale del magazzino. In altre parole, fa riferimento a tutte quelle scelte inerenti il totale o parziale riempimento dello spazio disponibile. L’attività di stoccaggio serve per ottimizzare lo spazio, per ridurre eventuali operazioni come il prelievo o la ricerca dei prodotti, ma anche per ridurre il rischio di danneggiamento della merce.
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Indici di Stoccaggio. Dopo questa premessa, è opportuno fare delle considerazioni su due indici relativi alle modalità di stoccaggio, che vanno monitorati in quanto identificativi della situazione del magazzino. Questi sono: il rendimento superficiale e il rendimento volumetrico. RENDIMENTO SUPERFICIALE: è dato dal rapporto tra la superficie occupata dalla merce e la superficie totale. Più la relazione tra queste due grandezze si avvicina a 1, più il magazzino sarà coperto da merce, ovvero minore sarà lo spazio lasciato libero. Superficie coperta da merce/ superficie totale del magazzino.
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Indici di Stoccaggio. RENDIMENTO VOLUMETRICO: è un indice utile nei casi in cui la merce può essere collocata una sopra l’altra e quindi lo stoccaggio avviene anche in altezza; tale indice esprime il volume del magazzino occupato dalla merce sul volume totale del magazzino. Volume occupato da merce / volume totale di magazzino.
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Indici di Stoccaggio. Vi sono altri tre indici significativi: indice di selettività: è dato dal rapporto tra le locazioni che sono direttamente raggiungibili da parte di un operatore e tutti i posti adibiti allo stoccaggio. Se la percentuale è 100% il rapporto è costante e quindi, nel magazzino di soli pallet, questi sono tutti raggiungibili senza spostarne altri. Viceversa se l’indice dovesse risultare basso significa che non tutte le unità di carico sono raggiungibili direttamente e, quindi, per raggiungere determinati pallet, sarà necessario spostarne altri adiacenti.
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Indici di Stoccaggio. indice di saturazione: indica la disponibilità di spazio in magazzino e per calcolare tale indice la rilevazione dei dati deve essere effettuata in riferimento alla situazione media. Per ottenere questo indice si deve rapportare il numero di allocazioni occupate dalle merce al numero di posti pallet disponibili a magazzino (sia quelli occupati che quelli vuoti). Un rapporto uguale o vicino a 1 implica un’elevata rigidità all’interno del magazzino, ovvero l’inabilità di affrontare eventuali fluttuazioni del mercato. Nel caso in cui la domanda dovesse aumentare, non ci sarebbe spazio sufficiente per tale operazione. Viceversa, se l’indice dovesse risultare troppo inferiore a 1, il magazzino risulterebbe troppo vuoto e quindi, alcuni costi fissi andrebbero a ricadere sul prezzo del prodotto aumentandolo.
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Ricorda... Perché un sistema di stoccaggio funzioni bene è fondamentale studiare i volumi a disposizione, il layout deve essere il più possibile adeguato, lo spazio tra le corsie proporzionale alle attrezzature che si vanno ad utilizzare, l’accesso ai prodotti deve essere semplificato il più possibile; utilizzare sistemi che consentano di controllare la qualità, la posizione, i movimenti e l’eventuale ripristino della merce all’interno del magazzino. Le soluzioni utilizzate devono garantire una certa sicurezza oppure essere tali da fare in modo che la merce non deperisca. La scelta del tipo di stoccaggio dipenderà anche dal tipo di prodotti che si andranno a stoccare; si dovranno considerare eventuali fattori di rischio come il valore e il numero dei prodotti, la loro durata, il capitale disponibile e le attrezzature che si utilizzeranno per queste attività.
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Le modalità di Stoccaggio. stoccaggio a blocchi: prevede che la merce venga allineata e accatastata, una sopra l’altra ; questa tecnica è utilizzabile se i prodotti sono contenuti in scatole regolari o su pallet. Per facilitare la ricerca è opportuno che ogni fila abbia lo stesso prodotto, altrimenti risulta difficile localizzare i singoli prodotti. Per questi motivi si consiglia un magazzino a catasta quando si hanno più lotti dello stesso prodotto, o quando si devono gestire poche referenze.
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Le modalità di Stoccaggio. stoccaggio palettizzabile: si tratta di scaffali dove la merce viene depositata e prelevata. E’ utilizzato per carichi con forma regolare ma è possibile utilizzare anche degli accessori (mensole) per i prodotti di diverse dimensioni. Con tale metodo di stoccaggio le singole unità di carico sono facilmente raggiungibili e, inoltre, è possibile sfruttare lo spazio in altezza. E’ molto utilizzato all’interno dei magazzini perché permette di raggiungere un indice di selettività elevato, ed è una soluzione abbastanza economica.
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Le modalità di Stoccaggio. scaffale drive in e drive – through: mentre nei drive – in l’accesso può avvenire da una sola parte, nei drive – through l’accesso avviene sui due fronti. E’ utilizzato nei contesti in cui si ha un basso numero di referenze, ma per ogni referenza i pallet sono elevati. La struttura è molto simile allo stoccaggio a blocchi, ma con la differenza che questa tecnica riesce a sfruttare lo spazio verticale e può essere utilizzata anche per i prodotti diversi che non è possibile sovrapporre. In questo modo i volumi vengono sfruttati al massimo e i corridoi minimizzati. A differenza del magazzino a catasta, consente un’elevata flessibilità dato che vengono ridotti anche eventuali danni alla merce.
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Le modalità di Stoccaggio. magazzino statico a cantilever: è adatto per tutti quei prodotti di peso elevato e con forme particolari; consente un’elevata flessibilità e selettività comportando anche un basso investimento. E’ necessario però disporre di un corridoio di accesso agli scaffali e l’indice volumetrico e quello superficiale sono molto bassi. magazzino dinamico a gravità : dotato di una struttura simile alla precedente ma con degli appositi rulli pendenti necessari per depositare la merce; in questo modo non è necessario che l’operatore entri tra gli scaffali ma è sufficiente che la merce venga depositata all’inizio di una corsia. Grazie alla pendenza dei rulli, la merce scivolerà fino a raggiungere l’estremità della corsia. Questo metodo ha la caratteristica di velocizzare le attività di stoccaggio e di prelievo, ma anche di migliorare la sicurezza della merce.
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Le modalità di Stoccaggio. magazzino flow - rail: funziona come il precedente, con la sola differenza che la merce viene inserita all’interno delle corsie in contropendenza. I vantaggi sono gli stessi del magazzino a gravità e quindi è adatto per poche referenze e per quei prodotti che non sono a rischio di obsolescenza. magazzino dinamico compattabile : a differenza dei magazzini porta pallet, i corridoi per accedere alle unità di carico sono eliminati e ne è disponibile solo uno per volta. Si avvalgono di carrelli che si muovono su rotaie consentendo l’accesso a tutte le posizioni di stoccaggio. Un magazzino di questo tipo permette di ottenere un buon indice volumetrico. Un primo svantaggio riguarda la bassa selettività, data dall’accesso in un solo corridoio per volta: solo una parte della merce è direttamente accessibile e deve essere stoccata secondo un ordine logico preciso.
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Le modalità di Stoccaggio. magazzino dinamico a trasloelevatore: si caratterizza per la presenza di scaffali porta pallet statici e sui corridoi corre un traslo elevatore, dotato di rotaie che si muove in profondità (tra gli scaffali) che in altezza. Il processo è molto veloce e lo spazio viene il più possibile ottimizzato e l’indice di selettività è molto elevato. E’ possibile avvalersi di corridoi stretti e un’altra caratteristica importante riguarda il fatto che non è l’operatore ad andate a prelevare la merce, ma è la merce che va dall’operatore. Viene applicato in quei contesti che devono gestire diversi codici di prodotto e nei magazzini molto alti.
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Le modalità di Stoccaggio. magazzino dinamico a carosello: dotato di una struttura automatizzata in cui vi sono diversi vassoi che si muovono orizzontalmente o verticalmente. L’operatore si trova in una consolle in prossimità dell’attrezzatura e l’attività di stoccaggio e di prelievo è resa più veloce grazie ad un sistema informatico che consente all’operatore di selezionare il vassoio che contiene il prodotto desiderato. Consente di ottenere un elevato indice di selettività e un ottimo sfruttamento dello spazio, sia a livello superficiale che volumetrico. Non è particolarmente adatto per quei magazzini che devono trattare prodotti voluminosi e pesanti, senza contare l’ingente investimento che comporta.
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Principali tecniche di allocazione. L’attività di allocazione degli articoli possono essere riassunte in: metodo con cui disporre i vari articoli all’interno del magazzino; spazio da dedicare a questi. Per collocare la merce bisogna innanzitutto cercare di minimizzare i tempi necessari a collocare la merce negli scaffali e al prelievo; sfruttare al meglio lo spazio riducendo i corridoi e in generale tutti gli spazi inutilizzati; cercare di disporre gli articoli in modo che si possa applicare il sistema FIFO o LIFO in base alle caratteristiche dei prodotti trattati e alle modalità di stoccaggio utilizzate.
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Il metodo LIFO e FIFO. Il termine LIFO ( Last in First Out) è quel modo di immagazzinare le merci in cui l’ultimo pezzo introdotto è il primo ad uscire. Si rappresenta di solito con una pila di piatti, in cui l’ultimo appoggiato in cima è necessariamente il primo ad essere prelevato, mentre il primo introdotto è raggiunto per ultimo. Il termine FIFO (First in First Out) è quello più comunemente usato: il primo pezzo entrato è il primo ad uscire. Un esempio sono i prodotti del supermercato: quando la commessa porta i formaggi nel banco frigo, sposta quelli che ci sono in avanti e dietro tutti mette quelli nuovi, questo perché i prodotti più vecchi a rischio scadenza, devono essere venduti per primi.
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Sistemi di locazione dei prodotti. I sistemi di locazione dei prodotti possono essere a box fissi o casualizzati: mentre nei primi un determinato box serve esclusivamente per un determinato prodotto e non per altri, nei secondi, invece, la merce viene depositata sul primo box libero. La differenza riguarda principalmente la capacità di stoccaggio che, nella localizzazione fissa, deve essere prevista in modo da accogliere lo stock massimo; in quella casualizzata, invece, può essere calcolata in base alla giacenza media, maggiorata del 10%. La prima tecnica viene utilizzata per gli stock da prelevare, mentre la seconda è utilizzata per quelli di riserva.
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Sistemi di locazione dei prodotti. Un’ultima precisazione deve essere fatta sui criteri che vengono utilizzati per disporre la merce all’interno del magazzino: Ascoli Marchetti (2006) ne individua due: criterio A: gli articoli con una rotazione più alta, vengono posizionati vicino alle rampe; a scalare verranno posizionati gli altri articoli, destinando le zone più lontane ai prodotti che vengono movimentati raramente. Criterio B: gli articoli voluminosi e di grandi dimensioni vengono posizionati nella parte più bassa, mentre quelli più leggeri vengono collocati nella parte più alta.
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Strumenti per la movimentazione interna.
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Nella scelta degli strumenti per la movimentazione interna, si dovranno valutare: i materiali da trasportare; il formato e le dimensioni degli imballi; la frequenza delle operazioni di movimentazione; l’allocazione che viene data ai prodotti; quante persone sono addette a questo tipo di operazione. Nel decidere tutto questo, è opportuno effettuare delle rilevazioni e/o osservazioni sul campo, così da trovare la giusta dotazione di carrelli, senza investire in risorse eccessive e cercando di ridurre il più possibile gli sprechi.
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I Carrelli. In questa categoria rientrano sia i carrelli a mano sia i rimorchi e trattori. I primi vengono utilizzati per trasportare la merce non confezionata e poco pesante; questo tipo di soluzione si caratterizza per l’economicità dello strumento, per le piccole dimensioni e per l’ampia gamma di soluzioni possibili. Non possono essere utilizzati per sollevare merce pesante e non utilizzabili per i pallet. Di questa categoria fanno parte anche i rimorchi e i trattori, si tratta di carrelli che, non sono dotati di dispositivi di sollevamento e vengono utilizzati per percorsi lunghi e su una superficie pianeggiante. Si caratterizzano per la presenza di un trattore che trasporta i prodotti su una piattaforma o un determinato rimorchio. Questa soluzione può essere una valida alternativa al carrello elevatore a forche.
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I Carrelli Elevatori. Si tratta di macchine resistenti e veloci che vengono solitamente utilizzate per il trasporto della merce all’interno di un magazzino in quanto sono dotati di grande flessibilità. Azionati o a motore elettrico o a motore termico, sono meccanizzati sia nell’azione di sollevamento che di traslazione. La loro struttura si caratterizza da delle forche montate su un’apposita piastra scorrevole lungo un montante verticale.
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I Carrelli Elevatori. carrello a forche frontali: le forche servono per prelevare il bancale, infilandosi alla base, e il montante verticale brandeggia, per garantire una maggiore stabilità. Tale soluzione è particolarmente utilizzata in quanto polivalente e flessibile, adattabile anche a spazi di piccole dimensioni; inoltre, la velocità, il basso costo e la facilità delle manovre fanno del carrello a forche una macchina presente nella maggior parte dei magazzini, soprattutto quelli della GDO. carrelli retrattili: la differenza rispetto ai precedenti, risiede nella presenza di un meccanismo che consente di tirare indietro le forche e, durante il trasporto, il carico incombe nell’area delle due ruote del carrello. Questi carrelli consentono di raggiungere i 7/8 metri di altezza. L’unico aspetto negativo riguarda il materiale delle gomme, in plastica, che implica una pavimentazione omogenea e priva di buche.
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I Carrelli Elevatori. carrello a forche laterali: tali carrelli hanno le forche spostate a lato rispetto alla direzione di marcia. Vengono utilizzati per i carichi lunghi e per prelevare le merci a lato di una corsia. Questo implica che le corsie siano il più possibile spaziose per consentire le manovre. Alternative migliori in spazi più ristretti sono i carrelli a forche bilaterali o trilaterali in quanto non è necessaria la sterzatura del veicolo il quale si muove avanti e indietro anche su spazi più ristretti. Carrelli particolarmente utilizzati, per la movimentazione interna, in situazioni che richiedono grandi altezze.
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Transpallet. Utilizzati per trasportare bancali, colli o pedane delle giuste dimensioni così da aderire alle forche. Possono essere sia manuali, azionati dall’operatore, sia elettrici. Data la facilità di utilizzo e la piccola dimensione degli stessi, possono essere utilizzati in contesti di piccole dimensioni. Non sono adatti per le grandi altezze (max capacità di elevazione 12 cm) e neanche per le aziende che necessitano di carrelli veloci. Tra i transpallet, però, vi sono anche quelli con elevatore. A differenza dei precedenti, le forche di sollevamento consentono di sollevare la merce a medi livelli di altezza.
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Commissionatori. Si tratta di carrelli in cui l’operatore si muove su una piattaforma: dotato di forche in cui vengono adagiati i bancali, l’operatore di solito si sposta all’interno del magazzino con la picking list di un determinato ordine ; una volta arrivato nel punto desiderato non deve far altro che prelevare il collo e depositarlo sul bancale. Generalmente ci si avvale di questi mezzi per le operazioni di picking o di prelievo, ma anche per la preparazione di un ordine.
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AGV (Automatic Guided Vehicle). Sono sistemi meccanizzati che non necessitano di un operatore in quanto guidati da un calcolatore elettronico. Il percorso guida può essere fisso o variabile. Nel primo caso la guida può essere di tipo ottico attraverso un lettore ottico che segue una linea nel pavimento, induttiva oppure meccanica (su rotaia). Per quanto riguarda i percorsi variabili, i carrelli possono essere distinti in cartesiani e laser. Questi ultimi sono dotati di un raggio laser e attraverso dei sensori i dati vengono letti così da consentire una corretta posizione del carrello. I cartesiani vengono utilizzati, quando la superficie del magazzino è dotata di appositi sensori così che il carrello possa leggerli e definire la posizione attraverso le coordinate. Nonostante la rigidità dello strumento, consente di svolgere operazioni come lo scarico o carico della merce, comportando anche un elevato grado di autonomia in quanto non richiedono l’impiego di operai e sono utili per le situazioni con percorsi ripetitivi e costanti.
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Convogliatori. Chiamati anche trasportatori, servono per trasportare i prodotti da un punto ad un altro senza l’utilizzo di un operatore. Particolarmente utilizzati quando le traiettorie sono definitive e vi è poco spazio o dove non è possibile avvalersi di nessun altro tipo di mezzo a causa di pavimenti irregolari o qualora dovessero esserci più piani all’interno di un magazzino. Sono veloci e facili da controllare, riducendo eventuali danni o perdite della merce. Solitamente la distribuzione viene gestita attraverso strumenti che consentono l’identificazione dei prodotti, come il codice a barre delle etichette e i relativi lettori ottici.
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Logistica dei Trasporti
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Il sistema dei trasporti. Il sistema dei trasporti è l’insieme delle modalità attraverso cui si realizza il trasferimento delle persone e delle cose da un luogo ad un altro. Un’attenta gestione dei trasporti costituisce uno dei punti focali nella gestione logistica del processo produttivo. Il costo dei trasporti ha un peso superiore al 30% rispetto al costo logistico complessivo di un’impresa industriale; una cattiva gestione del sistema dei trasporti genera una ripercussione negativa sul costo della logistica e sull’incidenza di quest’ultimo sui ricavi aziendali.
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Gestire il sistema dei trasporti. Il binomio costi contenuti / servizio logistico efficace è raggiungibile attraverso una serie di decisioni che ogni impresa deve essere in grado di prendere che sono: gestire internamente o esternalizzare il servizio dei trasporti; definire la frequenza e l’entità media delle spedizioni, inquadrare il mezzo o la modalità di trasporto più opportuno, comparando i relativi costi con le prestazioni in termini di velocità e di capienza di carico.
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Tipologie di mezzi di trasporto Trasporto su strada: continua ad essere quello più utilizzato e in continuo sviluppo nel nostro paese. Consiste nel caricare le merci su automezzi che viaggiano lungo la rete stradale. Consente, a differenza degli altri mezzi di trasporto, di collegare direttamente il mittente (l’impresa che spedisce) con il destinatario (l’impresa che riceve le merci).
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L’autotrasporto di cose si suddivide in: trasporto in conto proprio: deve avvenire con mezzi di proprietà o in usufrutto delle persone fisiche o giuridiche che lo esercitano o acquistati con patto di riservato dominio, e purché alla guida del mezzo siano il titolare della licenza o suoi lavoratori dipendenti. Tale tipo di trasporto non deve costituire attività economicamente prevalente, ma deve rappresentare solo attività complementari e accessorie rispetto a quella principale e i costi di trasporto non devono costituire la parte preponderante dei costi totali dell’attività principale, salvo casi particolari in cui le cose trasportate non abbiano un valore molto basso.
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il trasporto per conto terzi consiste in un’attività imprenditoriale svolta per la prestazione di servizi di trasporto verso un determinato corrispettivo. Le forme più importanti dell’autotrasporto per conto terzi sono: i trasporti a carico completo: nei quali le partite di merci trasportate provengono da uno o pochi mittenti e sono destinate a uno o pochi destinatari. i trasporti a collettame, quando riguardano modeste partite provenienti da più mittenti e dirette a più destinatari.
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Il trasporto su ferrovia. Il trasporto ferroviario è ancora oggi poco sviluppato e competivo soprattutto a causa dello sviluppo del trasporto autostradale. Gli aspetti che caratterizzano il trasporto ferroviario sono: il costo è generalmente basso rispetto agli altri tipi di trasporto. la capacità di carico è piuttosto elevata. i tempi di percorrenza per ricoprire certe distanze sono lunghi. la tipologia di merce trasportata è generalmente di basso valore e in grande quantità.
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Il trasporto marittimo. Consiste nel caricare le merci sulle navi che percorrono la propria rotta marittima da un porto a un altro. Si caratterizza per l’economicità rispetto agli altri tipi di trasporto, grazie alle quantità di merce che una nave riesce a trasportare. Richiede tempi lunghi di percorrenza a causa della lentezza dei mezzi impiegati. La tipologia ideale di merce trasportata è di basso valore e in grandi quantità.
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Il trasporto aereo. Il trasporto aereo pur caratterizzandosi per l’estrema rapidità delle spedizioni, ha ancor oggi un utilizzo limitato a causa dell’alto costo di esercizio per le unità di carico. Viene preso in considerazione per la soluzione di particolari soluzioni come le spedizioni urgenti, le merci deperibili, i prodotti di elevato valore e di scarsa dimensione. Pur comportando un costo più elevato rispetto agli altri sistemi di trasporto, deve essere valutato per i suoi brevi tempi di collegamento e per la copertura di distanze ampie.
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