Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoSimona Alberti Modificato 7 anni fa
1
I SANNITI I Sanniti o Sabelli furono un antico popolo italico stanziato nel Sannio, corrispondente agli attuali territori della Campania nordorientale, dell'alta Puglia, di gran parte del Molise (tranne il tratto frentano), del basso Abruzzo e dell'alta Lucania. Insieme di tribù riunite nella Lega sannitica, estesero nel corso della prima metà del I millennio a.C. la propria area di influenza, fino ad arrivare a comprendere i loro vicini meridionali, gli Osci, ai quali erano linguisticamente molto affini. Nel IV secolo a.C. vennero in contatto con la Repubblica romana, allora potenza in piena ascesa. Tra il 343 e il 290 a.C. le tre Guerre sannitiche sancirono la supremazia dei Romani, incrinata da defezioni e ribellioni nei secoli seguenti, ma mai messa in discussione. I Sanniti furono quindi completamente romanizzati, in un lungo processo che si concluse soltanto nei primi secoli del I millennio d.C.
2
LA STORIA I Sabini che avevano lungamente combattuto contro gli Umbri loro vicini, non potendo prevalere, decisero di sacrificare quanti sarebbero nati in quell'anno, se avessero riportato vittoria sugli Umbri. Ciò accadde, per cui mantennero il voto, ma essendo stati poi oppressi da grave carestia, per liberarsi da tale calamità decisero di consacrare nuovamente agli dei i loro figli nati, pensando di ritrovare l'abbondanza perduta. E questi, consacrati al dio Marte, giunti che furono all'età adulta furono mandati dai loro genitori a cercare altra dimora[senza fonte]. Secondo la leggenda quindi, la tribù sabellica dei Pentri, guidata dal "bove", si sarebbe fermata a nord del fiume Tifernus (presso l'odierno Matese), e avrebbe fondato la città di Bovianum che era, secondo lo storico romano Tito Livio capitale del Sannio. Bovianum ricordava annualmente con il ver sacrum l'arrivo della tribù pentrica guidata dal bue che dà il nome alla città. Una seconda tribù, quella degli Irpini guidata dal "lupo" (in osco hirpus) si sarebbe fermata nelle valli delCalore e del Sabato; una terza, guidata dal "picchio" (picus) si sarebbe fermata a sud del Terminio nel paese detto perciò dei Picentini; una quarta, i Caudini, guidata dal "cinghiale" (aber, donde Abella, l'attuale Avella), si sarebbe stanziata tra imonti del Partenio e il Taburno e fin nella Conca avellana. È molto probabile che non si facesse ricorso ad un animale reale, ma che gli abitanti marciassero sotto un vessillo su cui l’animale era raffigurato. In ogni caso, è chiaro che il motivo reale per celebrare il Ver Sacrum era la sovrappopolazione.
3
Il territorio occupato dalla confederazione sannita si espanse progressivamente, ma giunti a toccare il Basso Lazio e la zona di Napoli i Sanniti dovettero confrontarsi con i Romani, con i quali stipularono in primo luogo un patto di amicizia nel 354 a.C.[2]. Undici anni dopo, nel 343 a.C., la città etrusca di Capua fu occupata dai Sanniti e chiese aiuto al Senato romano, che accolse la supplica. La prima guerra sannitica fu breve e i Romani prevalsero, nonostante alcune difficoltà iniziali, grazie alla Battaglia di Suessula (341 a.C.) Le tensioni sociali interne e la preoccupazione per la possibile infedeltà di altri popoli italici appena sottomessi indussero però il Senato a stipulare un trattato di pace assai mite con i Sanniti[3]. La Battaglia delle Forche Caudine (321 a.C.), dove i Sanniti si imposero duramente sui Romani, in un dipinto romano Casus belli della seconda guerra sannitica fu la fondazione dellacolonia romana di Fregellae, in territorio sannitico; il conflitto divampò nel 326 a.C. e i Sanniti poterono contare sull'appoggio di altri popolirecentemente sottomessi ai Romani e che mal ne tolleravano il giogo. Inizialmente la guerra fu favorevole ai Sanniti: guidati da Gaio Ponzio, umiliarono i Romani nelle Forche Caudine (321 a.C.), nei pressi diCaudium, che impose al Senato una tregua. Le ostilità ripresero nel316 a.C. e i Sanniti ebbero di nuovo inizialmente la meglio, espandendosi verso il Lazio grazie all'appoggio della Lega Ernica; Roma tuttavia riuscì ad imporsi nei pressi di Maleventum (odierna Benevento), grazie alle truppe guidate da le legioni di Papirio Cursore e di Bibulco, e quindi ad avere la meglio sulla Lega ed infine, nella battaglia di Boviano (305 a.C.), sugli stessi Sanniti, che l'anno seguente accettarono un trattato di pace i cui termini ricalcavano formalmente quello precedente, ma che di fatto aprì la strada a una sempre maggiore presenza romana nel Sannio[4]. LE GUERRE
4
LA SOCIETA’ Nel Sannio preromano esistevano pochi centri urbani di una certa grandezza. Quella sannitica era una società rurale e le città erano costituite principalmente da capanne di pastori. Aesernia, Aeclanum, Allifae, Cubulteria, Maleventum, Saepinum,Telesia, Trebula Balliensis e pochi altri centri sembra siano state città di una certa importanza ai tempi in cui il Sannio era indipendente, ma la loro estensione era limitata. Tale società, priva di un governo centrale organizzato e organizzata in comunità rurali, deve aver avuto caratteristiche servili e feudali. Le classi inferiori dipendevano economicamente dagli aristocratici, ma non sembra che la schiavitù vera e propria fosse molto estesa: il sannita medio non era uno schiavo, ma è certo che la sua era una vita di lavoro e sacrificio, alle dipendenze del signore locale. A causa del clima ostico e per la diffusione della pastorizia i Sanniti utilizzavano indumenti di lana. Per quanto riguarda invece gli accessori, nonostante i popoli dell’Italia meridionale in genere amassero molto i gioielli, i Sanniti non essendo ricchi potevano permettersene pochi: sono stati ritrovati più che altro orecchini e forcine, e più di tutti fibulae o coltelli che solevano attaccare alle cinture. I Sanniti erano monogami, ed il divorzio consentito. Secondo Orazio il ruolo della moglie sannita era molto importante, si occupava della casa e dell'allevamento ed educazione dei figli. Molto popolari erano i combattimenti tra gladiatori: fu probabilmente dai Sanniti che tale cruento passatempo venne importato a Roma. Per lungo tempo, infatti, il solo tipo di gladiatore conosciuto a Roma era quello noto come sannita. Originariamente i combattimenti ei funerali.
5
L’ECONOMIA L’economia sannitica non era né complessa né diversificata. Mancavano le materie prime da lavorare e, su un territorio privo di coste, i Sanniti non avevano praticamente nessuna attività connessa col mare: erano un popolo di contadini e in parte allevatori, e la loro vita era dura e frugale. Nel Sannio mancavano vallate feconde o estese, ma nei tratti più fertili, in cui la coltivazione era possibile, essa era praticata estensivamente, specialmente nel Sannio occidentale. Anche le foreste dovevano avere una funzione importante nell’economia: il Molise e la Campania orientale vantano infatti dell’ottimo legname. In alcune zone, tuttavia, l’allevamento del bestiame era prevalente sull’agricoltura, specialmente nelle terre dei Carecini e dei Pentri. Venivano allevati bovini, cavalli e, presumibilmente, asini, muli, pollame, capre e maiali. Ma per i Sanniti gli animali più importanti erano le pecore, per la produzione di latte e derivati, nonché per la lana. Durante l’estate si utilizzavano pascoli situati in altura, durante l’inverno i Sanniti percorrevano con i loro greggi lunghe distanze per raggiungere zone di pascolo in pianura: è la nota pratica della transumanza. La Puglia era la principale destinazione, e i tratturi erano le vie di collegamento utilizzate nella transumanze, ancora oggi in parte rintracciabili. L’industria locale non doveva essere molto sviluppata. La maggior parte della stoffa era tessuta in casa, e consisteva per lo più di lana tessuta dalle donne. Anche la lavorazione del metallo e altre attività artigianali erano praticate, anche se su scala relativamente ridotta. Veniva prodotta anche una certa quantità di ceramiche, per lo più oggetti di impasto semplice e qualità mediocre. Prima della guerra sociale gli Stati del Sannio non coniarono né emisero monete, benché dovessero essere perfettamente a conoscenza dell’esistenza del denaro e, forse, usassero le monete dei paesi vicini. In realtà alcune città sannite emisero moneta, ma ciò avvenne solo quando non facevano più ufficialmente parte del Sannio. Gli scambi commerciali erano pochi e di portata limitata. L'importazione era tutt'altro che estesa, e i pochi prodotti di provenienza straniera rinvenuti non venivano certo da lontano, bensì dalle zone confinanti dell’Italia, come l’Apulia eTaranto
6
LE MONETE SANNITICHE
7
ROMANO DAVIDE CASTELLUCCIO LUCA BOVE ALFONSO VOLPE DINO
Presentazioni simili
© 2025 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.