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La geografia del turismo non ha una grande compattezza teorica.

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1 La geografia del turismo non ha una grande compattezza teorica.
Per questo ci troviamo di fronte a molti tentativi non sempre affini tra loro e non sempre in sequenza logico-scientifica… Ogni scuola e ogni ricercatore lavora su materiale locale, da pochi anni e non per gli stessi scopi. Solo da poco è possibile riscontrare una ipotetica linearità nelle analisi dei modelli.

2 … come una legge matematica…
Un modello è un sistema logico-empirico che vorrebbe essere valido nonostante la realtà, l’osservazione. In qualche modo una struttura che dovrebbe essere in grado di spiegare i fenomeni nonostante lo spazio o nonostante il tempo… … come una legge matematica…

3 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
I primi studi del fenomeno turistico in ambito geografico risalgono agli anni ’30, ma .... si tratta di lavori frammentari, settoriali, monotematici fu il primo geografo italiano a proporre uno schema interpretativo del fenomeno turistico elaborando un modello di configurazione spaziale del turismo (i “tre momenti del turismo”) Toschi (1948) Dagli anni ’60 La ricerca geografica del fatto turistico approda verso un’indagine sistemica di tipo esplicativa Si assiste alla diffusione di numerosi modelli spaziali del turismo, la maggior parte dei quali basati sulla sequenza origine-destinazione (origin-linkage-destination system)

4 Modelli spaziali e turismo
Nella tradizione geografica e economica si individuano alcune forze latenti che strutturano un ordine dell’insieme turistico: La distanza I criteri di scelta localizzativa Caratterizzazione gerarchica Centralità

5 DISTANZA Elemento fondante perché decisivo dell’ordinata distribuzione dell’attività umana

6 CRITERI DI SCELTA LOCALIZZATIVA
Enfatizzano il potere frizionale della distanza e danno senso relazionale alla contiguità

7 CARATTERIZZAZIONE GERARCHICA
Esprime gli effetti coincidenti dell’analisi spaziale: - Accessibilità - Agglomerazione

8 CENTRALITA’ Addensamento di funzioni in determinati punti dotati di potere di irradiazione rispetto all’intorno, con modalità determinate dalle relazioni gerarchiche e dai principi selettivi di strutturazione.

9 Anche lo spazio turistico risponde a questi criteri anche se con modalità proprie
Si individuano quindi possibili REGOLARITA’che producono RAPPRESENTAZIONI della realtà attraverso MODELLI TERRITORIALI SEMPLIFICATI

10 Modelli territoriali turistici
Toschi 1948 Regioni di partenza (attive), arrivo (passive) e transito Christaller 1963 Natura periferica spazi turistici: modello Centro/periferia Plog 1974 psicografico Miossec 1977 evolutivo Butler 1980 ciclo di vita destinazione turistica Lozato-Giotart 1988 naturalistico

11 Modelli di Mobilità turistica
Mariot : percorso di accesso (collegamento tra una area di residenza e quella di arrivo con uso dello spazio e delle strutture lungo il percorso) Percorso di ritorno (come sopra) Percorso ricreativo ( usare solo in parte o in alcuni punti questo percorso)

12 Modelli di mobilità

13 Campbell: tre gruppi Ricreazionista (viaggio per l’attività di ricreazione) Vacanziero (viaggio per il viaggiare, lo spostarsi) Ricrezionista – vacanziero (gruppo intermedio che è un po’ tutt’e due) tipo a si sposta a raggio dalla città verso l’intorno, tipo b si sposta verso le autostrade, tipo ci entrambi gli elementi

14 Modelli di mobilità

15 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Nel 1967, Campbell propone un modello relativo ai viaggi per ricreazione e vacanze, distinguendo gli spostamenti dalla città in 3 tipologie: 1) quelli per motivi di ricreazione intorno alla città si identificano varie località ricreative disperse; 2) motivi di vacanza/ricreazione lo spostamento è diretto verso un centro ricreativo da cui dipartire verso luoghi di ricreazioni minori: si crea un complesso regionale ricreazione-vacanza 3) motivi di vacanza lo spostamento è diretto verso vari tipi di mete

16 Si può analizzare il volume degli spostamenti e non solo degli itinerari:
greer e wall il volume decresce in relazione alla distanza dal centro perché costa, sia in tempo che in denaro ogni area concentrica dalla città è meno appetibile ma anche proporzionalmente più ampia perché corrisponde a spazi più grandi/ ampi…

17 Miossec domanda e offerta si comportano in maniera parallela e dunque si creano cerchi concentrici via via più grandi: 1.4….

18 Modelli di origine-destinazione
Ma i luoghi sono sia di ORIGINE che di DESTINAZIONE

19 Thurot Domanda interna e domanda internazionale
Primo, secondo e terzo mondo

20 Modelli di origine e destinazione
Modello Thurot, 1980, Rappresentazione schematica di offerta e domanda e turistica nazionale e internazionale in diversi paesi

21 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Il modello di Thurot, 1973, descrive i rapporti tra domanda e offerta turistica e fra turismo interno e turismo internazionale La domanda generata dal Paese A è soddisfatta: in parte al suo interno in parte dai Paesi B e C ( è un PVS) La domanda generata dal Paese B è soddisfatta: in parte internamente in parte dai Paesi A e C (PVS) Solo il Paese C, per il modesto livello della sua economia, soddisfa tutta la sua domanda internamente

22 Lundgren I luoghi e non i paesi secondo la RECIPROCA ATTRAZIONE DI VIAGGIO destinazioni metropolitane destinazioni urbane periferiche destinazioni periferiche rurali destinazioni di ambienti naturali

23 Modelli di origine destinazione
Lundgren, 1982 Gerarchia spaziale dei flussi turistici

24 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Il modello di Lundgren, degli anni ’80, indica 4 tipi di mete raggiungibili dai turisti e distinte in base alla loro posizione geografica e politico-economica aree metropolitane, integrate nelle reti di trasporto internazionali, che si scambiano considerevoli flussi di turisti; periferie delle aree metropolitane (suburbi), che pure sono interessate da scambi di turisti e che, per la loro limitata popolosità, vedono prevalere gli afflussi sui deflussi; aree rurali, scelte dai turisti dopo aver visitato le aree metropolitane ed i suburbi, oppure direttamente; ambienti naturali, lontani rispetto ai centri di irradiazione del turismo (esempio i parchi naturali, le regioni esotiche accessibili per via aerea, ecc.)

25 Pearce centralità urbana come provenienza e come destinazione

26 Modelli di origine e destinazione
Modello Pearce, Rappresentazione schematica dei flussi turistici da e per le maggiori aree urbane

27 Modelli strutturali Seguendo il modello di turismo che si compone nei paesi del terzo mondo si verificano Paese A livelli Nazionale Regionale Locale Paese B livello E poi direttamente verso le località con minore possibilità di dispersione locale…..(sistema multinazionale/ controllo del capitale/ controllo del traffico aereo…)

28 Modelli strutturali Modello Britton, 1980, Modello chiuso di turismo in un’economia periferica

29 Modelli evolutivi Ovvero dei modelli dinamici sia dei movimenti turistici sia delle strutture turistiche Uno spazio periferico che circonda le grandi aree industrializzate del mondo:

30 esempi: Caraibi per gli usa Mediterraneo per Europa

31 Thurot: successione di classi sociali
Fase 1 : scoperta di un luogo da parte di una elite e costruzione di un albergo di lusso Fase 2 : sviluppo di alberghi per classe medio alta (espansione flusso turistico) Fase 3 : perdita di originalità e arrivo di classe media

32 Plog personalità dei viaggiatori
asse che va da PSICOCENTRISMO a ALLOCENTRISMO Psicocentrici : tendenz. ansiosi / auto inibiti / non avventurosi / preoccupati dei problemi quotidiani Allocentrici : sicuri di sé / curiosi / avventurosi / estroversi TABELLA

33 PLOG PARAMETRO: Turisti di una destinazione in epoca determinata
DEFINISCE IL TURISTA TIPO rispetto al bacino di domanda DEFINISCE LA FASE CHE ATTRAVERSA

34 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Nel 1974, Plog elabora un modello di organizzazione degli spazi turistici di tipo psicografico, cioè basato sull’analisi della personalità del turista I turisti “psicocentrici”: inibiti, privi di senso dell’avventura, scelgono pacchetti turistici prediligendo luoghi vicini e familiari I turisti “allocentrici”: amanti delle destinazioni poco turistiche, viaggi indipen-denti ed avventurosi I turisti “mediocentrici”, che si spostano gradualmente verso le zone già esplorate dagli allocentrici, ma non intraprendono mai viaggi inusuali La tipologia di turista presente in una destinazione è espressione della fase del ciclo di vita in cui la destinazione stessa si trova presenza di allocentrici fase della scoperta o al più del coinvolgimento presenza di mediocentrici apertura e invasione del turismo di massa presenza di psicocentrici consolidamento e inizio del declino

35 Tipologie turisti - Plog
Allocentrici Disposti a cercare la diversità, il lontano, l’inesplorato Mediocentrici Comportamenti medi Psicocentrici Disposti a muoversi poco e affatto interessati alla diversità

36 Modello Plog, 1973 – Posizioni psicografiche di alcune destinazioni
Modelli evolutivi Modello Plog, 1973 – Posizioni psicografiche di alcune destinazioni

37 Plog - caratteristiche
Allocentrici Preferiscono aree non turistiche Apprezzano il sapore della scoperta e delle nuove esperienze Amano cambiare continuamente destinazione Sono molto intraprendenti Preferiscono l’aereo Si rivolgono a strutture turistiche non standardizzate, chiedono minimi confort Amano l’incontro con popoli e culture diverse Organizzazione del viaggio è flessibile e libera e include al massimo albergo e trasporto Psicocentrici Scelgono destinazioni conosciute Cercano attività rilassanti legate di solito a attività sportive o balneari Preferiscono l’automobile Sono poco attivi Si rivolgono a strutture ricettive standardizzate di livello internazionale a negozi turistici e a ristoranti per famiglie Non cercano novità ma sicurezza Scelgono pacchetti all inclusive e intensa programmazione Sono abitudinari

38 Le attitudini sono opposte e dunque divergono e quindi
DIFFERENTI DESTINAZIONI PER DIFFERENTI TIPOLOGIE FIGURA Da New York È ovvio che una località viene scoperta dagli allocentrici e poi “passa” agli psicocentrici Ovviamente una località attrae molti viaggiatori quando è in fase MEDIOCENTRICA (né esotica né vicina)

39 Gormsen riunifica : Idee di evoluzione spaziale e temporale
Cambiamenti nel grado di partecipazione locale o regionale al progetto turistico Cambiamenti nella struttura sociale del flusso turistico Cambiamenti nella qualità e quantità di alloggi disponibili spazi periferici rispetto allo spazio centrale europeo (germania/francia/ olanda/ Inghilterra) perif 1 coste della Manica e del Baltico perif 2 coste del meridione d’europa perif 3 coste nord africa e baleari e canarie perif 4 coste lontane (africa occidentale, Caraibi, oceano pacifico e indiano, sud est asiatico e sud america)

40 Modelli evolutivi Gormsen, 1981, Rapresentazione schematica dello sviluppo spazio-temporale del turismo balneare internazionale

41 le date si inizia con iniziative esterne e si cresce con la partecipazione locale (A) le differenti classi sociali si aggregano via via al turismo con l’andare del tempo (B)

42 Modelli turistici Descrittivi o matematici
I primi hanno un livello di astrattezza che consente maggiore applicabilità a un universo indagato

43 Miossec - Evoluzione strutturale
Spiega il turismo attraverso il tempo e lo spazio e considerando l’analisi dell’impatto territoriale. Analisi dei meccanismi di conquista progressiva da parte del turismo e delle percezioni che se ne ricavano. Queste ultime ricoprono un ruolo sempre maggiore.

44 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Nel 1977, Miossec elabora un modello dinamico dello spazio turistico in cui il processo di regionalizzazione turistica avviene per “stadi di sviluppo” Il territorio non è interessato da alcuna domanda turistica Non si rileva la presenza di alcuna stazione turistica Fase 0: Preturistica Il territorio esce dall’isolamento grazie alla nascita di una stazione pioniera La posizione marginale della stazione favorisce l’accesso dei turisti che hanno una percezione sommaria del territorio Gli attori locali sono in una fase di osservazione Prime ricadute reddituali e occupazionali del turismo Fase 1: Stazione Pioniera Si intensificano i collegamenti e i servizi tra le stazioni Migliora la percezione dei luoghi e degli itinerari Gli attori locali acquistano consapevolezza dei vantaggi derivanti dallo sviluppo turistico Significative ricadute reddituali e occupazionali del turismo Fase 2: Moltiplicazione delle iniziative

45 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
L’organizzazione dello spazio ricreativo favorisce fenomeni di gerarchizzazione e di specializzazione funzionale Le stazioni entrano in competizione generando a volte fenomeni di segregazione Fase 3: Organizzazione degli spazi Le stazioni si specializzano e tendono al turismo totale, controllato in alcuni casi dagli aménagement (piani di tutela ecologica) Fase 4: Specializzazione Le stazioni turistiche continuano a moltiplicarsi Tendenza alla massima connettività derivante dall’evolu-zione dei servizi e delle infrastrutture Disgregazione dello spazio percepito dai turisti e perdita di originalità Fase 5: Saturazione Il processo di regionalizzazione turistica è legato all’interazione tra turisti e residenti e alla percezione che gli individui hanno del territorio

46 Modello di Sviluppo turistico Miossec, 1976

47 Miossec - Fasi Non turistico Pionieristica Moltiplicazione
Organizzazione/maturità Saturazione

48 Butler Logica del ciclo di vita di una località turistica, considerata alla stregua di un prodotto. Sei fasi di sviluppo che seguono i comportamenti della domanda e dell’offerta e che si riflette i termini di immagine, valorizzazione, mutamento spaziale.

49 Modello di Butler, 1981, ciclo di vita di una località turistica

50 Modello del ciclo di vita di una destinazione turistica
Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Nel 1980, Butler elabora il Modello del ciclo di vita di una destinazione turistica di esplorazione: presenza di pochi turisti definibili “pionieri”, mancanza di ogni forma di organizzazione dell’offerta; I° FASE di coinvolgimento: il turismo inizia a diventare una possibilità di business e di occupazione, si sviluppano le prime forme di organizzazione dell’offerta II° FASE dello sviluppo: intenso sfruttamento delle risorse originarie; forte afflusso di capitali stranieri; elevate ricadute economiche sul territorio; inizia il turismo di massa III° FASE di consolidamento: il turismo diviene l’attività economica principale della destinazione, continua l’aumento dei flussi turistici ma la pressione (economica, sociale, ambientale) sul territorio diviene sempre più forte IV° FASE di stagnazione: si è raggiunto il massimo sfruttamento dell’area; la domanda si riduce quantitativamente e qualitativamente, si supera la soglia della capacità di carico V° FASE di post-stagnazione: possibilità alternative che dipendono dalle decisioni assunte dal management della destinazione VI° FASE

51 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
perdita di competitività rispetto alle nuove aree di attrazione turistica; il numero degli arrivi decresce continuamente e il tenore qualitativo dell’offerta si abbassa. Questo declino potrebbe proseguire fino all’uscita definitiva della destinazione dal mercato turistico Declino: Agli estremi perseguito attraverso la creazione di attrattive complementari di natura artificiale come casinò, parchi acquatici, strutture sportive, oppure con la valorizzazione di risorse fino al quel momento trascurate Rilancio:

52 Butler - Fasi Esplorativa Coinvolgimento
il numero degli arrivi continua ad aumentare ma ad un tasso più basso rispetto alla fase precedente e l’attività turistica si configura come trainante le attività economiche del luogo. A questo livello l’impatto territoriale inizia a manifestare i primi sintomi di degenerazione, il tasso di crescita cala al punto da stimolare l’adozione di incentivi per il prolungamento della stagione turistica e la congestione ed il degrado tendono ad allontanare i segmenti più remunerativi della domanda. L’organizzazione dello spazio turistico si gerarchizza e dà vita a distretti turisti.

53 Butler Fasi Sviluppo e Consolidamento Stagnazione
è il momento in cui l’eccessiva pressione turistica porta al superamento delle soglie dettate dalla carrying capacity (un indicatore qualitativo usato per misurare la pressione turistica sul territorio), gli eventuali ulteriori sviluppi tendono a decentrarsi rispetto al nucleo iniziale e alle risorse originarie si sostituiscono nuove attrattive artificiali.

54 Butler Fasi Declino / Ringiovanimento
Fase del declino: la destinazione perde competitività rispetto a nuove aree, il livello di offerta turistica si abbassa drasticamente, gli arrivi diminuiscono sensibilmente. Si assiste ad una mutazione morfologica con riconversioni immobiliari di molte strutture precedentemente destinate alla ricettività turistica, fino all’uscita definitiva della destinazione dal mercato turistico. A questo punto molto probabilmente le amministrazioni locali cercheranno di rinverdire l’immagine della località con una serie di incentivi che danno vita ad una nuova fase. Fase del ringiovanimento: si tenterà in questa fase di recuperare l’aspetto turistico della località affiancando alle tradizionali, nuove attrattive complementari di natura artificiale: casinò, parchi giochi, campi da golf; oppure si potrà tentare di valorizzare risorse fino a quel momento trascurate.

55 LOZATO-GIOTART Individua regioni poco o molto polarizzate (presenza o meno di una località ad alta capacità di attrazione). Distingue le località in polivalenti o specializzate se di ruolo primario o complementare Distingue le stessi in unipolari, multipolari, mononucleari, polinucleari. Definisce il ruolo di apertura di questi insiemi in base alle relazioni con gli aspetti naturalisitci e ambientali.

56 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali
Lozato Giotard (1988) propone una classificazione tipologica delle forme spaziali sulla base di due criteri di fondo: la distribuzione territoriale delle risorse turistiche e degli insediamenti turistici b) la caratterizzazione tipologica dell’offerta ed il livello di specializzazione Diverse tipologie di spazi turistici: specializzati o polivalenti : in relazione al numero delle attività che si svolgono e, quindi, all'importanza del turismo nella realtà locale; mononucleari o polinucleari : in base al numero degli insediamenti o delle localizzazioni turistiche; polarizzati o multipolari : in relazione alla presenza nella località di una o più attrazioni di tipo diverso

57 Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali

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72 conclusioni: un insieme poco compatto e frammentato in cui ci sono alcuni elementi di base che concordano elemento della distanza (volume del traffico decresce con l’aumento della distanza dal centro generatore) nonostante le deformazioni che si possono notare reciprocità tra le località ricettive e quelle di partenza (si producono flussi tra luoghi differenti che sono sia ricettivi che produttivi) nonostante flussi maggiori da una a l’altra. Importanti sono le funzioni ricettive urbane che prima erano considerate minori gerarchia spaziale (è centrale in tutti gli studi. Esiste una gerarchia tra gli spazi) possono variare nel tempo, la gerarchia, i flussi e le strutture

73 Interazione tra dom e off:
La dimensione geografica dello sviluppo turistico I profondi cambiamenti in atto nelle logiche organizzative delle attività turistiche..... Complessificazione e moltiplicazione dei modelli di fruizione turistica, delle modalità di aggregazione, delle esigenze, ecc; Forte segmentazione della domanda turistica; Differenziazione dei mercati turistici; Destagionalizzazione dei flussi; ..... Domanda: Riorganizzazione delle risorse, delle strutture turistiche, delle professionalità, ecc standard di efficienza sempre più elevati; Coinvolgimento dei territori e delle comunità locali; Evoluzione dello scenario competitivo: ricerca di mete lontane, sviluppo delle destinazioni minori; ..... Offerta: Riorganizzazione della filiera turistica; Ridefinizione degli spazi turistici; Evoluzione dei vettori di trasporto, del sistema di servizi per il turismo; ... Interazione tra dom e off:

74 individuano la regione sulla base dei caratteri di omogeneità
La dimensione geografica dello sviluppo turistico ..... hanno determinato l’esigenza di elaborare nuovi modelli teorici di organizzazione degli spazi turistici in grado di: cogliere la complessità e la dinamicità del settore turistico riconoscere il territorio come nuovo ambito organizzativo del turismo Si afferma il concetto di regione turistica Diverse definizioni: Area idealmente delimitabile che, in virtù delle proprie caratteristiche, riesce ad attrarre, o è potenzialmente in grado di farlo, flussi costanti e periodici di persone che vi trascorrono parte del loro tempo libero dal lavoro e spendono in loco i redditi percepiti altrove (Corna-Pellegrini, 1973) Area geografica in cui si manifesta una determinata forma di turismo o dove sussistono le medesime condizioni di attrattività (Cazes, 1992) individuano la regione sulla base dei caratteri di omogeneità

75 La dimensione geografica dello sviluppo turistico
Territorio in cui il “turismo passivo” si manifesta in forme omogenee e l’organizzazione spaziale risulta fortemente influenzata da questo modello di utilizzo delle risorse (Toschi, 1959) Un’area in cui siano presenti diversi centri di attrazione legati da rapporti di interazione e reciprocità (Nice, 1999) individuano la regione sulla base delle relazioni funzionali che si instaurano tra i diversi elementi Inoltre, se la regione è un sistema territoriale aperto (Vallega 1984), occorre distinguere tra: Regione turistica Regione turistica Area turistica Area turistica Porzioni di territorio la cui struttura è orientata da meccanismi di trasforma-zione turisticamente rilevante che si esprimono in maniera sistemica Porzioni di territorio in cui si presentano i presupposti per uno sviluppo integrato e che si configu-rano, quindi, come regioni turistiche potenziali

76 Recentemente si è avuta una mediazione tra le diverse definizioni.....
La dimensione geografica dello sviluppo turistico Recentemente si è avuta una mediazione tra le diverse definizioni..... Area geografica in cui si manifestano processi di interazione sistemica tra le diverse componenti dell’offerta turistica ed entro la quale tende ad esaurirsi la mobilità del flusso di visitatori (domanda) che a questa offerta si indirizza (Pollice, 2003) Cinque criteri di classificazione delle regioni turistiche: la configurazione spaziale dell’area turistica l’orientamento turistico-ricettivo del sistema di offerta il livello di relazionalità esistente tra gli elementi del sistema di offerta la relazione tra turismo e territorio lo stadio evolutivo del sistema locale

77 5) Regioni turistiche in declino
La dimensione geografica dello sviluppo turistico Sulla base dei contributi di Miossec (1977) e Butler (1980), che hanno analizzato le possibili evoluzioni dello spazio turistico, è possibile individuare cinque distinte tipologie di regioni: Regioni turistiche potenziali Regioni turistiche in espansione Regioni turistiche mature Regioni turistiche sature 5) Regioni turistiche in declino

78 Configurazioni sistemiche Configurazioni reticolari
La dimensione geografica dello sviluppo turistico Altre possibili configurazioni degli spazi turistici..... Considerando i fenomeni di integrazione che si manifestano in tali contesti territoriali possiamo distinguere: Configurazioni sistemiche Configurazioni reticolari L’integrazione è il risultato di un processo socio-culturale che non coinvolge solo lo spazio turistico ma l’intero sistema territoriale L’integrazione nasce come risposta strategica dell’offerta turistica locale all’evoluzione del contesto competitivo L’interazione tra gli operatori turistici è effetto diretto ed indiretto dell’interazione sociale, economica e culturale - Relazioni di tipo collaborativo e competitivo - Determinante il ruolo del settore pubblico soprattutto nel destination management - Precisa individuazione territoriale L’integrazione può essere espressione degli operatori locali o esterni (reti eterodirette) Prevalenza di accordi di co-marketing con ruolo strategico di un leader Relazioni stabili e formalizzate che coinvolgo- no un numero limitato di soggetti - Marginalità della presenza del settore pubblico

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82 L’interpretazione reticolare
La rete è un concetto che si presta con successo ad analisi geografiche, e va intesa come una “combinazione di forma e significato che ben si adatta ad essere utilizzata nell’analisi dei fenomeni di interazione spaziale. Infatti, da un lato, la rete evoca una struttura geometrica ben definita che si riassume in nodi e segmenti;…..dall’altro, delinea un insieme di accordi, rapporti di forza tra gli elementi, ……trame di convergenze e divergenze che esprimono l’interpretazione che ogni geografo ripropone della figura stessa in base al proprio scopo” (Capineri, 1996).

83 Sulla base di questa definizione, lo scopo che si propone la geografia del turismo è utilizzare la metafora reticolare per interpretare l’evoluzione del fenomeno turistico, analizzabile sia nella sua configurazione strutturale (linee e nodi), ma anche per decodificare l’organizzazione che ad essa sottende.

84 Porre l’accento sull’organizzazione significa capire le relazioni fra gli attori. (pubblici e privati, imprese ed organismi istituzionali e scientifici) che interagiscono nella rete allo scopo di perseguire un obiettivo comune: lo sviluppo turistico. In tale contesto dunque le reti possono essere concepite come un insieme dove “ciascun elemento non è soltanto un elemento in sé, ma un elemento che valorizza il tutto” (Capineri, 1996).

85 Si pensi al processo evolutivo di una rete; affinché ci possa essere sviluppo, due sono i gruppi di variabili determinanti: uno riguarda variabili endogene alla rete stessa (caratteristiche strutturali, modalità di produzione del servizio e gestione della rete); l’altro implica variabili esogene, quali l’ambiente, la domanda e le amministrazioni.

86 Si può dunque affermare che una duplice anima controlla la formazione e trasformazione della rete e reclama accordi tra i vari attori. L’aspetto organizzativo risulta determinante, in quanto la rete non è concepibile come semplice somma di soggetti ed attributi diversi, ma va interpretata come un sistema dal quale nascono interazioni sinergiche centrali alla comprensione del funzionamento della rete stessa.

87 Se ci si limitasse ad analizzare un sistema turistico in termini di fattori presenti in un’area, la “cooperazione fra gli elementi che determinano il comportamento del sistema difficilmente potrebbe venir colta, in quanto ci arresteremmo alle proprietà degli elementi individuali, trascurando il fatto che il sistema può avere caratteri propri, diversi e più complessi, che sono appunto l’effetto della cooperazione” (Conti, 1996).

88 Presupponendo invece che il processo turistico vada oltre i singoli elementi che lo compongono, verrà posta al centro dell’attenzione la globalità del fenomeno territoriale con le sue proprietà. Lo studio di un fenomeno attraverso la chiave di lettura reticolare porta automaticamente ad introdurre un nuovo concetto, quello di milieu con cui si fa riferimento ad “insiemi di risorse specifiche non riproducibili (economiche, sociali, culturali, ambientali in senso lato) volte a sostenere un processo di sviluppo in un contesto territoriale che appare così individuabile nella sua relativa autonomia” (Conti, 1996);

89 E’ opportuno riportare sinteticamente una riflessione di Brunet in cui sostiene che i geografi, nelle loro riflessioni teoriche, nell’analisi delle situazioni geografiche concrete e dei sistemi geografici reali, nei loro contributi “di aiuto alla decisione” e alla pianificazione dello spazio, devono portare avanti un lavoro considerevole sulle reti, soprattutto se queste non vengono più contrapposte ai territori. A tal proposito egli suggerisce alcuni punti che sarebbe opportuno non dimenticare per affrontare dibattiti costruttivi; al tal riguardo.

90 Brunet sostiene che: non può esistere una teoria delle organizzazioni spaziali senza un approfondimento delle logiche sociali che le animano e dei processi da cui sono interessate e nemmeno senza un esame attento delle configurazioni spaziali che esse producono: l’esame delle une servirà come controprova delle altre; le reti studiate dal geografo, in qualità esplicitamente di geografo, sono reti tra luoghi, in questi luoghi ci sono attori che operano secondo loro strategie e loro rappresentazioni. La città è nodo di queste relazioni, non esiste come attore, ma come risultato e milieu di azioni. Lo studio delle reti geografiche è inutile se non vengono definite le logiche sociali entro cui si pone; è bene diffidare delle interpretazioni univoche, totalizzanti, che riducono la ricerca ad un solo principio esplicativo;

91 4. è bene non contrapporre reti , territori, grafi ed aree, città e territori,città e Stati ecc, anche se la distinzione ha l’obiettivo di vedere più chiaramente; si osservi piuttosto come gli uni e gli altri si articolano; 5. è interessante vedere l’analogia tra reti geografiche e reti neutrali, tra luoghi di scambio e sinapsi. Reti neutrali e sinapsi hanno circuiti e funzioni straordinariamente complesse e ridondanti. Contrariamente a ciò che afferma una tradizione diffusa che crede alla virtù della parsimonia e alla legge del minimo sforzo anche nella natura, quest’ultima risulta essere prodiga e apparentemente anche sprecona, essa infatti moltiplica i legami come i semi. Le città sembrano aver bisogno di una generosa abbondanza di reti materiali e immateriali: è bene quindi che geografi e pianificatori impostino le loro riflessioni tenendo presente la prodigalità della natura.

92 E’ ovvio quindi quanto il geografo possa trarre dal concetto reticolare per l’elaborazione di modelli interpretativi del turismo;

93 la rete può rappresentare la forma spaziale che il fenomeno turistico ha generato in un territorio;
può descrivere le relazioni e comunicazioni fondamentali dalle quali ha tratto forza l’attività turistica di una particolare regione; può riferirsi a un insieme di soggetti che, astraendo da uno specifico territorio, intendono scambiarsi esperienze ed informazioni affinché una ben definita tipologia di patrimonio meta di turismo possa svilupparsi con successo.

94 Quest’ultimo esempio lo si può avere in una rete che associa i musei tematici, generalmente abbastanza rari, e ne esistono solo alcuni per paese o addirittura uno solo. E’ quindi nel loro interesse “cooperare tra di loro da un paese all'altro, per scambiare le loro tecniche, la loro abilità, le loro esperienze, in mancanza di ciò essi sono condannati all'isolamento se non dispongono del sostegno dei poteri pubblici. Il caso dei musei della scarpa illustra questo intento.

95 Esiste un museo della scarpa in Francia, uno in Svizzera ed uno in Germania. Questi musei hanno deciso di creare una rete, Casseus, cui si associano anche dei musei d’oltre atlantico (Toronto). Questi musei comunicano tra di loro, tengono delle conferenze di rete ed hanno realizzato un film sulla storia generale della scarpa partendo dalle illustrazioni migliori delle collezioni presenti.

96 Alcune esposizioni sono realizzate anche insieme e per coprire i costi di produzione corrispondenti è necessario fare dei cataloghi comuni. Un bollettino di collegamento permette infine di consolidare gli scambi regolari tra i differenti membri della rete” (Greffe, 1999).

97 Una lettura del turismo culturale in Sardegna
Quanto conta il turismo « culturale »? WTO stima al 37% del mercato internazionale = 265 milioni di turisti internazionali ATLAS (Ass. Tourisme Leisure Education) valuta in 5-8% del mercato, volume non superiore ai 60 milioni di turisti

98 Perché? Cosa è il T. C. Interpretazione estensiva: tutti i viaggi hanno una matrice culturale (museo o osservazione naturalistica o in piazza). Differenza di motivazione: ricerca di autenticità (contatto con il locale, con la conoscenza, arricchimento di esperienze)

99 Definizione WTO: Il turismo culturale può essere definito in senso stretto o ampio
Stretto: tutti i movimenti effettuati per motivi culturali (studio, eventi, festival, folklore, siti e momunenti, pellegrinaggi) Ampio: tutti i movimenti perché soddisfano il bisogno umano di diversità, aumenta il livello culturale delle persone, nuove conoscenze e incontri.

100 Il concetto di cultura è fluido e dinamico
Cultura « alta » : musei, monumenti, siti archeologici Cultura « popolare »: gastronomia, spettacoli, folklore Dunque tanto patrimonio materiale quanto patrimonio immateriale (Gavoi, Mamoiada)

101 La cultura è un bene ubiquitario (ovunque ci sia un uomo), rinnovabile, si può inventare, distruggere Come si fa a tradurre un bene culturale in risorsa turistica? Cosa è meritevole, cosa no, su cosa fissare attenzione, quale periodo storico, chi deve operare la scelta, quali interessi perseguire?

102 Ma il turismo culturale è sempre più di moda in particolare nell’accezione della cultura come espressione delle singole peculiarità del territorio. In Sardegna dopo il grande sbilanciamento costiero (90% dei posto letto alberghieri) matura la considerazione che il T.C. possa : Far riscoprire il territorio (entroterra) Ricomporre l’unitarietà territoriale Valorizzare le risorse e le tipicità Ricucire il tessuto storico-sociale Dare impulso a nuove attività per le comunità locali

103 Questo produce una grande moltiplicazione dei musei cresciuti in maniera esponenziale e in gran parte istituiti dai Comuni 143 musei e 53 siti archeologici Cosa rappresenta un museo - Testimonia, conserva, espone, dà visibilità, riscopre autenticità

104 Siti statali: 270.000 ingressi Siti locali: 973.000 ingressi (78%)
2005 Siti statali: ingressi Siti locali: ingressi (78%) Numero medio da a Grafici

105 La legge regionale 4/2000 finanzia la gestione dei musei e dei siti e, quindi, sostiene la loro apertura. Ma criticità: Insufficiente professionalizzazione del personale Personale in deficit Scarsa conoscenza degli utenti Limitata dinamicità e innovatività dei servizi offerti (standard: visite guidate, attività didattico educative) e negli eventi. Servizi aggiuntivi ancora limitati (librerie, ristoro, merchandising) Alcune buone pratiche di governo Assenza di logica di rete

106 La rete museale Filosofia della costituzione di sistemi di grappolo o network nel quale comprendere: Musei, siti arch., teatri, aziende, infrastrutture, esposizioni, alberghi, tour operators, centri commerciali, scuole, uffici pubblici….

107 Maggiore efficienza economica
La costituzione dei sistemi museali favorisce: Maggiore efficienza economica Progetti più qualificati e maggiore gamma servizi offerti Maggiore possibilità di accesso alle risorse pubbliche

108 Si tratta di passare da forme di museo-custode a forme di museo-impresa
Luoghi di conservazione, educazione, incontro, laboratori di idee, per pubblico vasto: studioso, turista, attività ludiche. Mostre, concerti, musica, cibo, Rischi di spettacolarizzazione, mercificazione della cultura, standardizzazione dei processi decisionali e gestionali… il museo è anche luogo di promozione territoriale….

109 La rete sarda dei musei Programma di intervento (2006) ancora non applicativo 1. creazione di un sistema museale regionale articolato in reti costituite su base territoriale nelle varie arie della Sardegna 2. individuazione di requisiti minimi di qualità dei servizi e della dotazione dei musei 3. predisposizione di interventi di aggiornamento e formazione rivolti al personale già in servizio nei musei e a giovani diplomati e laureati (corsi di aggiornamento Parnaso) 4. istituzione di 6 nuovi musei nelle province di Ca, Or, Nu, Ss come centri di massima attrazione, polarizzatori nei confronti delle reti territoriali 5. predisposizione legge organica per settore musei di ente locale (14/2006) 6. sviluppo di una policy territoriale fondata sulla sperimentazione dei distretti cuturali

110 In pratica: Costituzione di associazioni di musei e siti culturali
Associati, i musei potrebbero avvalersi di maggiore peso e mezzi e persone che da soli non potrebbero utilizzare Tutti i musei che aderiscono approfittano di Un logo unico identificativo Progetti coordinati di promozione e comunicazione (web, materiale informativo, marketing) Sperimentazione del biglietto unico o di una card di servizi (come già fatto altrove)

111 7 sub sistemi territoriali
Area metropolitana di Cagliari (Pula e Villasimius) Sulcis Marmilla-Trexenta Montiferru, Barigadu, Sinis Nurra algherese e Turritano Baronie-Barbagia di Nuoro Gallura costiera e interna

112 tematismi Etnografico Archelogico Etno-archeologico
Scientifico-naturalistico Artistico Storico Archeologia industriale

113 6 nuovi musei Archeologia in area Cagliaritana (Arte nuragica e contemporanea - Betile) Etnografica a Nuoro (Museo identità Sarda) Multitematica Sinis (Civiltà Fenicia a Tharros; Sardegna giudicale (Oristano); Bonifiche e elettrificazione (Arborea) Arte del Novecento (Sassari)


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