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prof.ssa Cristina Catellani
IL TEATRO IN GRECIA prof.ssa Cristina Catellani
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LO SPAZIO TEATRALE Il monumento teatrale antico è composto di cavea (gradinata semicircolare con i sedili degli spettatori), orchestra (spazio circolare in cui danza il coro) scena (edificio che funge da sfondo) prof.ssa Cristina Catellani
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MODALITA’ DI REALIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO ANTICO
Le rappresentazioni tragiche si svolgevano ad Atene all’interno delle feste in onore del dio Dioniso: Piccole Dionisie, Lenee, Antesterie e Grandi Dionisie. Le feste più importanti erano le Grandi Dionisie in marzo, durante le quali venivano rappresentate commedie, tragedie e drammi satireschi: tra gli autori partecipanti, una giuria sceglieva il vincitore, si trattava cioè di un contesto agonico. Le Grandi Dionisie costituivano un evento capitale per la vita della città: partecipavano tutti i cittadini (forse anche le donne ateniesi) ed anche gli stranieri che si trovavano in città (ad esempio per ragioni di lavoro). prof.ssa Cristina Catellani
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IL CONTESTO AGONICO “Quasi tutte le manifestazioni della vita greca erano notevolmente influenzate dall’idea della gara, non già a fini di lucro, ma per il prestigio, la fama, la gloria. La rivalità fra gli eroi dell’Iliade è il modello che più tardi viene applicato sia ad attività dei tempi di pace sia in guerra, e non solo nelle gare atletiche in occasione dei giochi, ma anche nelle gare tra ?rapsodi? Che recitavano Omero, tra i drammaturghi e tra gli attori di teatro.” (H.C.Baldry, I Greci a teatro, Laterza 1972) Nelle Grandi Dionisie gareggiavano tre tragediografi con tre tetralogie ciascuno e cinque commediografi con una commedia ciascuno (c’erano inoltre altre gare poetiche minori). prof.ssa Cristina Catellani
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IL CONTESTO POLITICO La polis svolgeva una funzione importante: attraverso le istituzioni: l’arconte eponimo e i suoi assistenti, i giudici che decretavano la vittoria, il denaro per gli attori e per il compenso che, in alcuni periodi, veniva dato a tutti gli spettatori non abbienti; attraverso i cittadini, che partecipavano in massa e con grande intensità e che, nel caso fossero ricchi, si sentivano in dovere di assumere la coregia. prof.ssa Cristina Catellani
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SIGNIFICATO PROFONDO DELL’EVENTO TEATRALE AD ATENE
Religioso: i Greci ritenevano di assistere non ad uno spettacolo, ma ad un rito; i soggetti tragici sono ispirati al mito, sono quindi episodi della storia sacra della nazione; Politico: organizzazione, selezione, valutazione degli spettacoli erano rigidamente controllati dalle strutture statali; essi infatti erano un’importante occasione educativa e di dibattito socio-politico per la cittadinanza. prof.ssa Cristina Catellani
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GLI ATTORI Sono due con Eschilo, poi diventano tre; recitano quindi parti diverse (aiutati dalle maschere). Può esistere un personaggio muto. Sono esclusivamente uomini (anche per le parti femminili). Devono avere grandi capacità sia nella recitazione e nella gestualità che nel canto. Sono cittadini ateniesi, normalmente persone di prestigio, che – se bravi – guadagnano ulteriore prestigio, tanto da essere talvolta scelti per importanti mansioni civiche (ad esempio ambascerie). Sono scelti e pagati dalla polis; da un certo momento anche al migliore attore protagonista viene assegnato un premio (sempre una corona d’edera). prof.ssa Cristina Catellani
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I COREUTI Sono 12 con Eschilo, poi diventano 15. Impersonano un personaggio collettivo, solitamente collegato alla vicenda (nell’Antigone ad esempio sono i vecchi di Tebe). Cantano e danzano nello spazio loro dedicato, l’orchestra. Uno di loro è il corifeo che rappresenta il coro nei dialoghi con gli attori, con i quali il coro interagisce nelle parti non danzate. Le spese del coro erano coperte dal corego, un cittadino abbiente che spontaneamente – sperando di ricavarne fama e prestigio – metteva a disposizione le proprie sostanze. prof.ssa Cristina Catellani
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GLI AGONI TRAGICI: I PROTAGONISTI
Alle Grandi Dionisie potevano partecipare tre tragediografi, ciascuno presentando tre tragedie e un dramma satiresco (cioè una tetralogia). Gli autori dovevano chiedere un coro all’arconte eponimo, che - coadiuvato da due assistenti - ne selezionava tre. I più importanti tragediografi del V secolo sono Eschilo, Sofocle ed Euripide; dei primi due ci restano sette tragedie, di Euripide diciassette. prof.ssa Cristina Catellani
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TRAGEDIA E MITO Eschilo dice che le sue tragedie sono “fette del grande pranzo di Omero”, cioè riconosce che le vicende messe in scena sono episodi già contenuti nell’epos, in ultima analisi sono fatti mitici. Lo spettatore greco conosce perfettamente la vicenda della tragedia cui sta per assistere, non è interessato a sapere “come va a finire”, ma a capire quale interpretazione del mito dà il poeta e quali riflessioni egli propone al suo pubblico. prof.ssa Cristina Catellani
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STRUTTURA DELLA TRAGEDIA
Prologo: dialogo iniziale Parodo: ingresso del coro e canto corale del coro stesso accompagnato dalla danza 1^ episodio: dialogo tra attori e tra attori e corifeo 1^ stasimo: canto corale 2^ episodio 2^ stasimo ………… N° episodio Esodo: ultimo canto corale ed uscita del coro Epilogo: conclusione prof.ssa Cristina Catellani
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SOFOCLE Visse ad Atene tra il 497 e il 406. Ricoprì anche importanti incarichi pubblici (ad esempio fu stratega). Le sue tragedie: Antigone, Edipo re Edipo a Colono (sul mito di Tebe), Trachinie, Filottete, Aiace, Elettra. Abbiamo scarse informazioni sulla loro cronologia. Ci resta anche parte di un dramma satiresco. Il tema maggiormente presente nell’opera sofoclea è l’inspiegabilità del destino di dolore dell’uomo giusto. prof.ssa Cristina Catellani
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ANTIGONE: L’ANTEFATTO
Sul capo di Edipo incombe un fato terribile: ucciderà suo padre e sposerà sua madre. Egli tenta di sottrarsi, ma l’ignoranza sulla sua origine gli sarà fatale. Dall’unione incestuosa nasceranno quattro figli: Eteocle, Polinice, Antigone e Ismene. I primi due si accorderanno per alternarsi – un anno per uno - a regnare su Tebe dopo l’allontanamento di Edipo, ma Eteocle non rispetterà gli accordi e Polinice, aiutato da sei re amici, marcerà contro Tebe. In un tragico duello Eteocle e Polinice si uccidono a vicenda; la corona di Tebe va allora ad un loro zio, Creonte, fratello della loro madre-sorella e padre del fidanzato di Antigone, Emone. prof.ssa Cristina Catellani
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ANTIGONE: LA VICENDA Antigone vuole dare degna sepoltura la fratello Polinice nonostante l’ordine di Creonte. Viene scoperta e - dopo un durissimo colloquio - condannata a morte. Prima Emone, figlio di Creonte e fidanzato di Antigone, poi Tiresia, indovino, tentano di convincere Creonte a ritornare sulla sua decisione, ma questi si ostina, convinto di dovere affermare la propria autorità sulla città. Creonte infine sconta la sua durezza: Emone, davanti al cadavere di Antigone, tenta prima di uccidere il padre, poi si trafigge; Euridice, moglie di Creonte, avuta notizia della morte del figlio, si uccide a sua volta. prof.ssa Cristina Catellani
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ANTIGONE: I TEMI scontro tra primato della ragione di Stato e ineludibilità dei legami familiari; scontro tra autorità tirannica e libertà interiore; rapporto tra legge scritta/positiva e legge naturale; scontro tra autorità maschile e ruolo della donna; limite dell’odio per i nemici e della rivalsa sui vinti prof.ssa Cristina Catellani
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ANTIGONE: DUE STASIMI IMPORTANTI
Gli stasimi hanno un legame che non sempre è evidente con la vicenda; propongono però in questa tragedia spesso riflessioni interessanti: primo stasimo: il progresso umano (provare ad individuare i fattori enumerati) terzo stasimo: la forza dell’amore (il canto corale prende in prestito temi e motivi della poesia amorosa). prof.ssa Cristina Catellani
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ANTIGONE: VARIAZIONI La tragedia è celeberrima ed è stata ripresa e rielaborata molte volte nella storia della letteratura. L’ultima volta è accaduto per opera di un drammaturgo francese, Anhouill nel 1944. Le vicende e i testi antichi vengono spesso riutilizzati, anche attribuendo loro nuovi significati. prof.ssa Cristina Catellani
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LA MESSA IN SCENA DI OGGI: COSA OSSERVARE
È fedele al testo originale? Quali adattamento sono stati apportati? Che ruolo hanno la musica e il coro? Che tipo di recitazione viene proposta? Com’è la scenografia? Come la regia propone il testo in un contesto così diverso da quello originale (prima contesto agonico, religioso, politico; ora rappresentazione per gli alunni delle scuole)? La regia ha voluto, secondo te, sottolineare in modo particolare qualcuno dei temi che caratterizzano la tragedia? Lo ha voluto attualizzare? prof.ssa Cristina Catellani
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DOMANDONE FINALE Perché dopo 2500 anni, in un contesto così diverso da quello per cui è stata pensata, questa tragedia continua ad essere rappresentata?
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