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PubblicatoMarino Giannini Modificato 7 anni fa
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«L’Unione europea di fronte alle sfide dell’immigrazione»
Stefania Fenati Responsabile Europe Direct Emilia-Romagna “L’Europa fra crisi di identità e le sfide del futuro” 9 maggio 2017 Crossing Europe «L’Unione europea di fronte alle sfide dell’immigrazione»
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RETE DI INFORMAZIONE EUROPE DIRECT
La rete generalista di informazione dell’UE ( ) One stop-shop: un unico luogo dove recarsi per ottenere consulenze e servizi e anche per essere orientati verso altre reti specialistiche dell’UE (contatti 2016 oltre cittadini) Agisce come intermediario tra l’Unione europea ed i cittadini a livello locale ed è promossa e coordinata dalla Direzione Generale Comunicazione della Commissione europea Feed back circa le opinioni dei cittadini sul nostro territorio
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Sfide di ieri SFIDE PER L’UE Ricostruzione post bellica Sviluppo
Benessere per i cittadini europei Necessario correggere gli squilibri strutturali e regionali della Comunità: Fondi di coesione/politica regionale 1957: la politica regionale trova le sue origini nel trattato di Roma che istituisce la Comunità economica europea. Con i Trattati di Roma nasce il Fondo Sociale europeo (FSE) 1975: viene istituito il Fondo europeo di sviluppo regionale OLTRE 60 ANNI DI PACE HANNO CONSENTITO: Benessere Sviluppo Redistribuzione della ricchezza - Welfare – Diritti dei cittadini/lavoratori/ consumatori/minoranze …
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Globalizzazione si pensava che avrebbe portato + ricchezza e benessere
NODI/SFIDE NUOVE L’UNIONE EUROPEA UE perde forza sullo scacchiere mondiale (economica e di influenza politica). Economia di mercato: finanziarizzazione dell’economia Disoccupazione endemica Lo sviluppo delle tecnologia non ha portato a liberare tempo libero Meno occupati/+ ore lavoro /meno diritti lavoratori Profitti: processo redistributivo inceppato Welfare: così non regge più: agli stati restano gli oneri/i profitti alle multinazionali Demografia: Europa il 34% della popolazione avrà più di 60 anni entro il 2050, mentre Sudamerica e Asia arriveranno al 25% e l’Africa al 9% Eguaglianza: aumenta tasso diseguaglianza, aumentano i poveri Insicurezza: migrazioni forzate (per guerra o per fame) sviluppo di fondamentalismi soprattutto religiosi Terrorismo Medio oriente e Africa, ma anche i paesi occidentali Democrazia: deficit democratico: processo integrazione bloccato ….la democrazia è troppo lenta, costa troppo? Globalizzazione si pensava che avrebbe portato + ricchezza e benessere per tutti: Binomio economica di mercato + democrazia rappresentativa sviluppo della tecnologia più flessibilità /più opportunità Mobilità persone: mobilità professionale per scelta e non migrazioni forzate
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Cittadini Cosa fa l’UE? Le 10 priorità della Commissione Junker e il Programma della Commissione europea per il 2017 Un’Europa che protegge, da forza, difende Eurobarometro: Ue vista come un luogo più sicuro di altri, dove si vive meglio, ma si ha tanta paura di perdere questo «privilegio» Il Libro Bianco sul futuro dell’UE che delinea 5 possibili scenari per il futuro dell’UE Crescita euroscetticismo Crescita spinte nazionaliste/sovranismo Brexit (Frexit?) USA/Trump Dichiarazione di Roma – 25 marzo 2017, 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma
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10 priorità Commissione Juncker
Priorità n. 10: Immigrazione / Un’Agenda europea per l’immigrazione presentata dalla Commissione europea nel maggio del 2015 e definisce un approccio globale alla gestione dei flussi, basato su quattro pilastri fondamentali: • la riduzione degli incentivi alla immigrazione irregolare; • il salvataggio degli uomini, delle donne e dei bambini, rendendo più sicure le frontiere esterne; • La definizione di una politica comune di asilo • una nuova politica per l’immigrazione
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Quali sono gli impegni attuali dell’Ue nella politica dell’immigrazione?
• Attualmente l’Unione europea è il primo donatore mondiale per l’emergenza profughi in Siria con circa 4 miliardi di Euro tra fondi stanziati dalla Commissione europea e dagli Stati nazionali. • Il Consiglio europeo ha deciso di ricollocare persone immigrate dagli Stati membri più colpiti verso altri paesi dell’Ue. • La presenza in mare delle forze di soccorso è stata triplicata, con il salvataggio di persone tra il 2015 ed il 2016 e sono stati raddoppiati gli sforzi per combattere i gruppi criminali responsabili della tratta degli esseri umani. • Raddoppio dei finanziamenti di emergenza per gli stati membri che fanno la prima accoglienza • Assegnati nel bilancio Ue oltre 15 miliardi di euro per le politiche di immigrazione • Costituita una guardia costiera e di frontiera europea in attività dalla fine del 2016 Azione di sostegno alla stipula di protocolli di cooperazione ufficiale con i paesi lungo le rotte migratorie È in corso di Riforma il sistema europeo di asilo attraverso una armonizzazione delle legislazioni nazionali.
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RICHIEDENTI ASILO: PERSONE CHE CHIEDONO PROTEZIONE IN UN PAESE TERZO FUGGENDO DA PERSECUZIONE POLITICA, RAZZIALE, RELIGIOSA O BASATA SU APPARTENENZA A GRUPPO ETNICO SECONDO LA CONVENZIONE DI GINEVRA DEL 1951 I RIFUGIATI OTTENGONO DI SOLITO ASSISTENZA ECONOMICA E ALLOGGIATIVA I RICHIEDENTI ASILO A CUI VIENE NEGATO LO STATUS DI RIFUGIATO, DOPO LE POSSIBILITA’ DI APPELLO PREVISTE, DEVONO LASCIARE IL PAESE OSPITE, DAL MOMENTO CHE DIVENTANO STRANIERI IRREGOLARI IMMIGRATI ECONOMICI: PERSONE CHE LASCIANO IL PROPRIO PAESE PER MIGLIORARE LE PROPRIE CONDIZIONI ECONOMICHE E NON PER SFUGGIRE A PERSECUZIONE REGOLE SPECIFICHE PREVISTE DAI SINGOLI PAESI. POSSONO INCLUDERE QUOTE MASSIME O ALTRI MECCANISMI (DECRETO FLUSSI) SPESSO CON LE PROCEDURE DI RICONGIUNGIMENTO FAMIGLIARE I MIGRANTI REGOLARI POSSONO FARSI RAGGIUNGERE DA MOGLI E FIGLI
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Si sta affrontando nella maniera giusta il problema?
Qual è il problema? Partiamo dai dati 2015: ANNO DEL BOOM DEGLI ARRIVI IN UE Sbarchi sulle coste di Italia-Grecia-Spagna 2015 CIRCA UN MILIONE (860 MILA IN GRECIA; 153 MILA ITALIA E 15 MILA IN SPAGNA) 2014 CIRCA 200 MILA (CIRCA 170 MILA IN ITALIA) 2013 MENO DI 100 MILA CAUSE ESPLOSIONE RICADUTE PRIMAVERE ARABE E CROLLO LIBIA GUERRA IN AFGHANISTAN POST 2001 (RIPRESA CONTROLLO TALEBANI) GUERRA IN IRAQ (RITIRO USA) GUERRA CIVILE IN SIRIA
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Come HA RISPOSTO l’UE a questa situazione?
3 MILIARDI DI EURO ALLA TURCHIA PER FERMARE I MIGRANTI (ROTTA SIRIANO-BALCANICA) HOTSPOTS IN GRECIA E ITALIA - HOTSPOTS E RICOLLOCAZIONE – REVISIONE DEL PIANO DI DUBLINO PIANO DE LA VALLETTA (NOVEMBRE 2015) Trattenere in Africa la più ampia quota di migranti possibile (reinserimento dei migranti espulsi, lotta al traffico di migranti, rafforzamento dei Paesi africani che sono la prima destinazione dei flussi) Promuovere migrazioni per studio, lavoro e brevi periodi PRESA D’ATTO CHE FINCHE’ I LIVELLI DI BENESSERE NON SI STABILIZZANO, IL PROCESSO DI SVILUPPO FINISCE PER INTENSIFICARE LA MOBILITA’ INTERNA ED INTERNAZIONALE
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2016: calo dei flussi, che restano comunque importanti
Sbarchi: Italia – Grecia – MORTI IN MARE: (accertati) 2017: primi tre mesi – dati UNHCR 29758 arrivi di cui Italia: Grecia: (accordo Turchia) Spagna 1500 Paesi di provenienza: Guinea – Niger e Nigeria – Bangladesh – Gambia – Senegal – Marocco (nel 2016 erano soprattutto eritrei) 71% uomini 16% minori non accompagnati
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UNIONE EUROPEA: quale strategia?
Prima accoglienza in Italia e Grecia Accordo con la Turchia Relocation (Accordo del 2015 prevede ricollocazioni entro settembre 2017 Ricollocati al 3/3/2017: 13596 tot di cui dalla Grecia e dall’Italia Il 12% del previsto 4. Chiusura della rotta dalla Libia Febbraio 2017: Accordo Italia/Libia - Italia: assistenza, equipaggiamenti e formazione guardia costiera libica, supporto controllo frontiere sud, centri di accoglienza migranti con sostegno finanziario UE Aprile 2017 – incontro governo italiano con responsabili di due governi libici, nel tentativo di stabilizzare l’area, offerta di sostegno per questo obiettivo Sta funzionando? No, perché? Libia 3 governi/accordo con uno di questi Problema umanitario per i migranti in transito in Libia
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Governo italiano Obiettivi: Diminuire gli arrivi Aumentare i rimpatri
Ridurre tempo di permanenza dei richiedenti asilo nei centri di accoglienza Migliorare la loro distribuzione sul territorio italiano Governo italiano Diminuire gli arrivi: Accordo con Libia non dà risultati sperati 2. Aumento dei rimpatri (sono in corso contatti per accordi bilaterali con paesi africani) 3. Centri di accoglienza/ Decreto Minniti-Orlando di febb 2017 (polemiche in corso) CIE (Centri di identificazione ed espulsione) diventano CPR (Centri di permanenza e rimpatrio e vengono distribuiti sul territorio nazionale. Eliminazione grado di appello per richiedenti asilo (riduzione tempi: ora due anni di media domanda/esame/eventuale ricorso/riesame …). Potenziamento del sistema SPRAR. Il sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati è in capo ai Comuni con progetti finanziamti dallo Stato e, soprattutto, contiene il pezzo mancante negli altri centri: l’integrazione. Nello Sprar c’è lo studio della lingua italiana e processi per portare i migranti a essere più autonomi. Impiego in lavori di pubblica utilità Minori non accompagnati: Approvata legge marzo 2017 (unica in UE) che tutela i diritti dei migranti minori, i quali non possono essere espulsi
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Strade alternative? Corridoi umanitari
ES: Progetto pilota Comunità S. Egidio (S. Egidio/Chiese evangeliche/Tavola valdese/ accordo con Governo italiano). Tra febb 2016 e marzo 2017 arrivati 700 siriani in fuga dalla guerra I controlli per rilascio visti fatti prima dell’arrivo in Italia Accoglienza da parte di associazioni con percorsi mirati (adulti e bambini)
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IMMIGRAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA: uno sguardo sulla Regione
Le 4 fasi dell’immigrazione in Emilia-Romagna 1976 inizia in Emilia-Romagna inizia tecnicamente un fenomeno migratorio esterno. Popolazione stabile negli anni ottanta e novanta, di poco al di sotto di quattro milioni di abitanti. Prevalente immigrazione interna (sud) Anni ‘80 (1 fase) La prima fase dell’immigrazione è quella degli anni ottanta quando il fenomeno è ancora molto contenuto: al di sotto delle unità e dell’1% della popolazione residente. I paesi di provenienza sono quelli nordafricani e si tratta in particolare di maschi adulti. Lavoratori stranieri nelle fonderie e nei cantieri edili in emilia (RE, MO). Le femmine sono soprattutto nel campo dei servizi (colf). Presenza di Rifugiati politici. Anni ‘90 (2 fase) , in particolare dell’emergenza che di seguito agli sconvolgimenti politici dell’Europa Orientale vede crescere l’afflusso dai Balcani (soprattutto dall’Albania). L’immigrazione straniera si avvicina alle unità (3% popolazione) e la percentuale femminile raggiunge il 40% del totale
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Dal 2000 al 2008 (3 fase) da a persone circa il 10% popolazione), in cui i ritmi di crescita del fenomeno superano il 10-15% annuo ( in più ogni anno di media); L’immigrazione tende a stabilizzarsi anche per effetto dei ricongiungimenti famigliari e delle nascite, la percentuale femminile raggiunge il 50%, cresce molto rapidamente la presenza di bambini stranieri nelle scuole. Le aree di provenienza, oltre all’Africa e all’Europa Orientale, si estendono all’Asia e all’America Latina. Abbiamo gli effetti della sanatorie Bossi-Fini ( in Italia nel 2002) e costanti flussi programmati ( ad esempio nel 2006, nel 2007 e nel 2008) Dal 2009 ad oggi (4 fase) inizia con la crisi economica a partire dal 2009 che vede un costante rallentamento della crescita fino ad una sostanziale frenata. Vediamo le crescite in termini percentuali: ,2%, ,9% ,3%, ,1 %, ,4% ,7%
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Si cresce poco e comunque sostanzialmente grazie a ricongiungimenti, nuovi nati, flussi “profughi” non programmati e ai nuovi comunitari bilanciati da uscite attraverso nuove cittadinanze italiane (sempre più in crescita), meno ingressi per lavoro e non rinnovi di permessi di soggiorno in scadenza PRIMATI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Con il 12,0% della popolazione residente complessiva, siamo al primo posto fra le regioni italiane per tasso di incidenza (il dato medio nazionale è pari all’8,3%). • Siamo la regione con la incidenza più elevata di nati stranieri (24,0% del totale rispetto al 15% in Italia) • Siamo la regione al primo posto per incidenza di alunni stranieri nelle scuole (15,6% del totale, a fronte di una media nazionale del 9,2%). L Trend: Rallentamento della crescita della presenza dei cittadini stranieri in Emilia-Romagna Gli elementi predominanti degli ultimi anni: Stabilizzazione delle presenze Crescita della presenza femminile Crescita delle persone con un background interculturale
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I GIOVANI I giovani nati in Italia ma ancora “stranieri” in Emilia-Romagna sono una enormità: oltre Nelle scuole della Regione sono ed oltre il 60% dei cosiddetti bambini “stranieri” è nato in Italia (circa ) Se aggiungiamo circa bambini “stranieri” nati negli ultimi tre anni abbiamo circa minori nati in Italia ma ancora stranieri. Ci sono poi coloro che sono arrivati nel corso dell’infanzia: sono altri ragazzi/e stranieri al di sotto dei 18 anni regolarmente residenti In totale i minori sono (16,7% del totale minori) ed il 22% del totale stranieri
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I RICHIEDENTI E TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE
Sono il 2,3% degli stranieri residenti in Regione Emilia-Romagna Sono il 3% delle persone non comunitarie in EmilaRomagna ( ) Nel 2013 sono Nel 2014 avvio stagione Mare Nostrum.e poi Triton. Nel 2014 sono (dato monitoraggio asilo). Nel 2015 sono (dato monitoraggio asilo) Nel 2016 circa ( stima)
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Il Programma Triennale per l’integrazione dei cittadini stranieri approvato l’8 aprile 2014 dall’Assemblea Legislativa Il Programma Triennale è lo strumento definito dall’art. 3 della L.R. 5/2004 con cui la Regione esercita le funzioni di programmazione, coordinamento e valutazione degli interventi normati dalla legge regionale stessa, in tema di integrazione dei cittadini stranieri. La cornice dei prossimi anni I cambiamenti demografici di una popolazione che invecchia, il calo della fascia di popolazione italiana in età lavorativa, la richiesta di lavoro in alcuni specifici segmenti la esistenza di un consolidato sistema di welfare hanno rappresentato e rappresentano la cornice entro la quale agiranno i flussi migratori in Emilia-Romagna nei prossimi anni
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Cambio di paradigma Lo scenario impone, a monte, un cambio di paradigma: occorre definitivamente abbandonare una lettura del fenomeno migratorio come questione sostanzialmente “di nicchia”, marginale, a cui rispondere con alcuni interventi specifici e con una parte della società organizzata (quella più attenta e sensibile) che si mette in gioco. Le principali sfide: - donne: Le politiche regionali e locali devono assumere tra le questioni prioritarie il tema della integrazione socioeconomica delle donne migranti, della valorizzazione delle loro competenze e della loro capacità di mediazione tra generi, generazioni, contesti di origine e provenienza - giovani: Ragazzi e ragazze di origine straniera chiedono di essere considerati a tutti gli effetti cittadini di questa regione, alla pari dei loro coetanei italiani, e di impegnarsi, insieme a loro, nella vita sociale, culturale, politica per lo sviluppo della comunità locale e regionale. Essi possono davvero contribuire alla costruzione di una regione più creativa, più innovativa, pronta a confrontarsi con le sfide della dimensione internazionale. Capacità inclusiva del sistema scolastico Dare l’opportunità di migliorare la loro condizione socio-economica
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Al 1 gennaio 2016 gli stranieri residenti in Italia sono 5. 026
Al 1 gennaio 2016 gli stranieri residenti in Italia sono , pari all’8,3% della popolazione. sono gli stranieri di altri paesi dell’Unione Europea (5,8% della popolazione) sono extra-comunitari. le donne costituiscono il 52,6% degli stranieri residenti in Italia
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Domande asilo 2015 – paesi di provenienza
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Grazie Europe Direct Emilia-Romagna V.le Aldo Moro 36, 40127 Bologna
Tel #europedirectER
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