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La tutela dell’Ambiente

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Presentazione sul tema: "La tutela dell’Ambiente"— Transcript della presentazione:

1 La tutela dell’Ambiente
Daniela Rabitti Modena, 16 gennaio 2008

2 1° parte: Le Norme 6. Bonifica di siti contaminati
Introduzione Definizioni Ateneo e Ambiente Normative Gestione dei Rifiuti 6. Bonifica di siti contaminati 7. Tutela delle acque 8. Tutela dell’aria 9. Amianto 10. Altri Aspetti ambientali

3 Soluzione “Pipe and chimney”
1. Introduzione Soluzione “Pipe and chimney” All’inizio dell’era industriale, quando per la prima volta vennero notati gli impatti ambientali dovuti ai processi industriali, si pensò che la soluzione a questi problemi fosse l’allontanamento delle sostanze dannose dalla popolazione Invece di rilasciare le emissioni vicino ai centri abitati, furono costruiti tubi più lunghi e ciminiere più alte 3/111

4 Soluzione “End-of-pipe”
1. Introduzione Soluzione “End-of-pipe” Più avanti, ci si rese conto che le emissioni erano ancora presenti, anche se non avevano più un impatto diretto ed immediato sull'uomo Emissioni ed effluenti vennero quindi trattati con filtri, trattamenti chimici o combustione. Gli scarti dei processi erano meno pericolosi, ma ne venivano prodotte grandi quantità. 4/111

5 Soluzione “Tecnologie pulite”
1. Introduzione Soluzione “Tecnologie pulite” Attualmente c’è la consapevolezza che la tutela ambientale va affrontata “a monte”, si deve rendere il processo stesso più pulito ed efficiente risparmio energetico riduzione del consumo di materie prime prevenzione nella produzione di rifiuti (per ridurne la quantità e la pericolosità) riduzione dell’inquinamento ……. 5/111

6 2. Definizioni PRODOTTO Conseguenza voluta del ciclo produttivo e, ancorchè si tratti di prodotto pericoloso, il suo trasporto ed il suo utilizzo non pongono problemi circa il destino finale, né vi è incertezza sul suo effettivo impiego secondo le pertinenti regole di tutela ambientale 6/111

7 2. Definizioni RIFIUTO Conseguenza non voluta del ciclo produttivo, del quale il detentore, in qualche modo, ha interesse a disfarsi. Per cui è necessario che la sua movimentazione ed il suo destino finale siano sottoposti ad un regime di controllo del tutto diverso da quello riservato ai prodotti, poiché lo scopo è quello di evitare che il rifiuto venga disperso nell’ambiente od eliminato in modo improprio 7/111

8 esseri umani e loro interrelazioni
2. Definizioni AMBIENTE Contesto nel quale un’Organizzazione opera Comprende: risorse naturali flora fauna aria acqua terreno esseri umani e loro interrelazioni 8/111

9 ogni elemento di un’attività prodotto o servizio di una Organizzazione
2. Definizioni ASPETTO AMBIENTALE ogni elemento di un’attività prodotto o servizio di una Organizzazione che può interagire con l’ambiente 9/111

10 2. Definizioni IMPATTO AMBIENTALE qualsiasi modifica all’ambiente positiva o negativa, derivante in tutto o in parte dall’attività, dai prodotti o dai servizi di un’Organizzazione 10/111

11 2. Definizioni DANNO AMBIENTALE Qualsiasi deterioramento significativo e misurabile, diretto o indiretto, di una risorsa naturale o dell’utilità assicurata da quest’ultima 11/111

12 ASPETTI AMBIENTALI sotto controllo gestionale
2. Definizioni ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI sotto controllo gestionale disciplinati da norme (e sanzionati) INDIRETTI non sotto controllo gestionale sui quali si può esercitare influenza (es. incentivare/disincentivare con scelte volontarie di politica ambientale) 12/111

13 ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI
2. Definizioni ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI Uso delle risorse naturali e delle materie prime Produzione di rifiuti Emissioni in atmosfera Scarichi nei corpi idrici Scarichi al suolo Amianto Rumore Altro (vibrazioni, campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, polvere, odore, impatto visivo …) Trasporti (merci, servizi, dipendenti) Rischio di incidenti ambientali … …….. 13/111

14 ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI esempi
2. Definizioni ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI esempi 14/111

15 Impostazione di un PROGRAMMA AMBIENTALE
2. Definizioni Impostazione di un PROGRAMMA AMBIENTALE Un’Organizzazione che volesse avere un controllo sulle proprie prestazioni ambientali dovrebbe, prima di tutto, stabilire la propria attuale posizione in rapporto all’Ambiente, effettuando una ANALISI AMBIENTALE INIZIALE (AAI) AAI: esauriente analisi iniziale dei problemi, dell'impatto e delle prestazioni ambientali connesse all' attività di un'organizzazione 15/111

16 Realizzazione di una AAI
2. Definizioni Realizzazione di una AAI identificare gli Aspetti Ambientali connessi alle attività, prodotti o servizi, nel passato, presente e futuro, per determinare i loro impatti ambientali significativi identificare le prescrizioni delle leggi e dei regolamenti pertinenti (anche in funzione della collocazione geografica del sito) verificare la conformità alle normative vigenti (anche mediante misurazioni) considerare eventuali altri problemi locali e della comunità relativi all’ambiente 16/111

17 Principali Aspetti Ambientali Diretti presenti in Ateneo
3. Ateneo e Ambiente Principali Aspetti Ambientali Diretti presenti in Ateneo Rifiuti Scarichi nei corpi idrici Emissioni in atmosfera Contaminazione del terreno Amianto Rumore Odori 17/111

18 La gestione ambientale dell’Università
3. Ateneo e Ambiente La gestione ambientale dell’Università Nella seduta del 17/02/1999 il CdA ha approvato e resa operante la “Procedura per la Gestione dei Rifiuti prodotti nell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia” La Procedura regolamenta la gestione di tutti i rifiuti prodotti istituisce le raccolte differenziate disciplina le immissioni nel sistema fognario 18/111

19 La gestione ambientale dell’Università
3. Ateneo e Ambiente La gestione ambientale dell’Università Negli anni la Procedura redatta per la sede di Modena (sede di Reggio E. non ancora attiva) è stata applicata anche alla sede di Reggio E. ha subito diversi aggiornamenti conseguenti all’emanazione di nuove normative (aggiornamenti attuati mediante circolari e comunicazioni interne) 19/111

20 NORMATIVE AMBIENTALI Direttive europee Normative nazionali
Normative regionali Regolamenti provinciali Regolamenti comunali Prescrizioni Organi vigilanza 20/111

21 NORMATIVE AMBIENTALI di derivazione europea
Scopo e filosofia armonizzazione nella CE al primo posto la PREVENZIONE 21/111

22 4. Normative D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale (cd. “Testo Unico Ambientale” o “Codice dell’Ambiente”) Finalità “promozione dei livelli di qualità della vita umana” da realizzare attraverso salvaguardia e miglioramento delle condizioni dell’ambiente utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali 22/111

23 D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale
4. Normative D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale Parte Prima Disposizioni comuni Parte Seconda Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC) Parte Terza Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche 23/111

24 D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale
4. Normative D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale Parte Quarta Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati Parte Quinta Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera Parte Sesta Norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente 24/111

25 D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale
4. Normative D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale non tratta temi quali: elettrosmog rumore edilizia urbanistica beni ambientali beni culturali …… abroga normative previgenti, con alcune eccezioni: RAEE Rifiuti sanitari Veicoli fuori uso, Prodotti contenenti amianto ………… 25/111

26 5. Gestione dei rifiuti Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati FINALITA’: attività di pubblico interesse disciplinata al fine di assicurare: elevata protezione dell’Ambiente controlli efficaci (specificità rifiuti pericolosi) Recupero o Smaltimento senza pericolo per la salute dell’uomo né pregiudizio all’Ambiente: senza rischi per acqua, aria e suolo, fauna e flora senza causare rumori o odori senza danneggiare il paesaggio ed i siti tutelati 26/111

27 Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti
prevenzione riduzione della produzione riduzione della nocività il tutto attuato mediante sviluppo tecnologie pulite (uso razionale e risparmio di risorse naturali ) immissione sul mercato di prodotti che inquinino il meno possibile (durante tutto il loro ciclo di vita) sviluppo di tecniche idonee a trasformare un rifiuto in materia prima secondaria 27/111

28 POLITICA DI TUTELA AMBIENTALE
5. Gestione dei Rifiuti POLITICA DI TUTELA AMBIENTALE 1 - PREVENZIONE, (riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti) 2 – RICICLAGGIO 3 – RECUPERO 4 - SMALTIMENTO finale in condizioni di sicurezza con riduzione del ricorso alla discarica 28/111

29 NON si devono produrre rifiuti !!!
5. Gestione dei Rifiuti Prevenzione NON si devono produrre rifiuti !!! se non possibile R Riutilizzare Riciclare Recuperare Lo smaltimento in discarica è la soluzione peggiore per l’ambiente, rappresenta una perdita di risorse e, in futuro, potrebbe trasformarsi in una responsabilità ambientale 29/111

30 - fase residuale dell’attività di gestione dei rifiuti
Smaltimento Ogni operazione finalizzata a sottrarre definitivamente una sostanza, un materiale, un oggetto, dal circuito economico e/o di raccolta - fase residuale dell’attività di gestione dei rifiuti dimostrare che non è possibile il recupero un rifiuto è tale quando esce dal circuito economico - deve essere effettuato in condizioni di sicurezza - BAT per garantire l’ambiente e la popolazione 30/111

31 Divieto di abbandono chi inquina paga Sono vietati:
5. Gestione dei Rifiuti Divieto di abbandono Sono vietati: l’abbandono di rifiuti sul suolo e nel suolo l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere (allo stato solido o liquido) nelle acque superficiali e sotterranee Chi viola i divieti, oltre al pagamento di una sanzione, è tenuto a provvedere al ripristino ambientale …. chi inquina paga 31/111

32 5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTO Qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie da Q1 a Q 16 (in allegato al D. Lgs. 152/06) e di cui il detentore: si disfi abbia deciso abbia l’obbligo di disfarsi 32/111

33 5. Gestione dei Rifiuti Categorie di Rifiuti Q1 Residui di produzione o di consumo in appresso non specificati Q2 Prodotti fuori norma Q3 Prodotti scaduti Q4 Sostanze accidentalmente riversate, perdute o aventi subito qualunque altro incidente, compresi tutti i materiali, le attrezzature, ecc.. contaminati in seguito all'incidente in questione Q5 Sostanze contaminate o insudiciate in seguito ad attività volontarie (a esempio residui di operazioni di pulizia, materiali da imballaggio, contenitori, ecc.) Q6 Elementi inutilizzabili (a esempio batterie fuori uso, catalizzatori esausti, ecc.) Q7 Sostanze divenute inadatte all'impiego (a esempio acidi contaminati, solventi contaminati, sali da rinverdimento esauriti, ecc.) Q8 Residui di processi industriali (a esempio scorie, residui di distillazione, ecc.) 33/111

34 5. Gestione dei Rifiuti Categorie di Rifiuti Q9 Residui di procedimenti antinquinamento (a esempio fanghi di lavaggio di gas, polveri di filtri dell'aria, filtri usati, ecc.) Q10 Residui di lavorazione/sagomatura (a esempio trucioli di tornitura o di fresatura, ecc.) Q11 Residui provenienti dall'estrazione e dalla preparazione delle materie prime (a esempio residui provenienti da attività minerarie o petrolifere, ecc.) Q12 Sostanze contaminate (a esempio olio contaminato da PCB, ecc.) Q13 Qualunque materia, sostanza o prodotto la cui utilizzazione è giuridicamente vietata Q14 Prodotti di cui il detentore non si serve più (a esempio articoli messi fra gli scarti dell'agricoltura, dalle famiglie, dagli uffici, dai negozi, dalle officine, ecc.) Q15 Materie, sostanze o prodotti contaminati provenienti da attività di riattamento di terreni Q16 Qualunque sostanza, materia o prodotta che non rientri nelle categorie sopra elencate 34/111

35 RIFIUTI - limiti al campo di applicazione
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI - limiti al campo di applicazione qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell’atmosfera, che possa causare inquinamento gli scarichi idrici, esclusi i rifiuti costituiti da acque reflue i rifiuti radioattivi i rifiuti risultanti dalla prospezione, dall’estrazione, dal trattamento e dall’ammasso di risorse minerali o dallo sfruttamento delle cave carogne e rifiuti agricoli: materie fecali ed altre sost. naturali non pericolose (materiali litoidi o vegetali fanghi di lavaggio ….. etc.) eccedenze dalle preparazioni nelle cucine (cibi solidi, cotti e crudi, non entrati nel circuito distributivo) destinate alle strutture di ricovero di animali di affezione i materiali esplosivi in disuso materiali vegetali non inquinati, provenienti da alvei di scolo e irrigui …… coke da petrolio utilizzato come combustibile per uso produttivo armi, materiali, mezzi e infrastrutture ….. militari ………. sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano 35/111

36 Classificazione secondo l’origine
5. Gestione dei Rifiuti Classificazione secondo l’origine rifiuti urbani (e assimilati) rifiuti speciali secondo le caratteristiche di pericolosità rifiuti pericolosi rifiuti non pericolosi 36/111

37 5. Gestione dei Rifiuti Rifiuti urbani i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 198, comma 2, lettera g) c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e) 37/111

38 Rifiuti speciali - 1 i rifiuti da attività agricole e agro-industriali
5. Gestione dei Rifiuti Rifiuti speciali - 1 i rifiuti da attività agricole e agro-industriali b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall'articolo 186 c) i rifiuti da lavorazioni industriali, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 185, comma 1, lettera i) d) i rifiuti da lavorazioni artigianali e) i rifiuti da attività commerciali f) i rifiuti da attività di servizio 38/111

39 5. Gestione dei Rifiuti Rifiuti speciali - 2 g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti m) il combustibile derivato da rifiuti n) i rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti solidi urbani 39/111

40 RIFIUTI - prodotti in Ateneo
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI - prodotti in Ateneo a seconda dell’attività, si producono rifiuti: urbani e assimilati urbani da conferire alla raccolta differenziata speciali non pericolosi speciali pericolosi 40/111

41 RIFIUTI - prodotti in Ateneo
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI - prodotti in Ateneo urbani e assimilati cassonetti comuni urbani da raccolta differenziata cassonetti specifici urbani pericolosi * * separati da quelli non pericolosi esempi di rifiuti urbani pericolosi: pile … 41/111

42 Raccolte differenziate
5. Gestione dei Rifiuti Raccolte differenziate Le raccolte differenziate devono essere incrementate al fine di raggiungere gli obiettivi di: almeno il 45% entro il almeno il 65% entro il …. addizionale del 20% al tributo per il conferimento dei rifiuti in discarica, applicata ai Comuni che non raggiungono gli obiettivi minimi chi inquina paga 42/111

43 Raccolte differenziate attivate in Ateneo
5. Gestione dei Rifiuti Raccolte differenziate attivate in Ateneo carta e cartone vetro e lattine plastica (bottiglie e flaconi) materiale esausto derivante da sistemi di stampa elettronica batterie (pile) esauste rifiuti di parchi e giardini In prossimità dei vari siti universitari, di entrambe le sedi, sono stati collocati cassonetti specifici ed è stato attivato il servizio di raccolta da parte delle multiutility competenti per territorio 43/111

44 RIFIUTI Speciali regolamentati da normative tecniche
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali regolamentati da normative tecniche amministrative (documentazione) previste sanzioni amministrative penali 44/111

45 RIFIUTI Speciali Normative tecniche Corretto Smaltimento
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali Normative tecniche Divieto di diluizione e miscelazione Codifica CER Etichettatura Deposito Corretto Smaltimento 45/111

46 RIFIUTI Speciali E’ vietato miscelare:
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali E’ vietato miscelare: categorie diverse di rifiuti pericolosi rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi Deroghe per casi particolari, in regime autorizzatorio 46/111

47 RIFIUTI Speciali Codifica CER
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali Codifica CER Decisione del Consiglio 2001/573/CE del 23 luglio 2001 Codifica CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) 3 coppie di numeri selezionate con criteri gerarchici Classi Capitoli o sottoclassi Dettaglio fonte che genera il rifiuto caratterizzazione specifica ancora più specifica XX YY ZZ 47/111

48 RIFIUTI Speciali Codifica CER
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali Codifica CER Categorie o classi (XX prima coppia di numeri) 01 Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera o cava …. …………………………………… 06 Rifiuti dei processi chimici inorganici 07 Rifiuti dei processi chimici organici 09 Rifiuti dell’industria fotografica ……………………………………. 13 Oli esauriti e residui di combustibili liquidi …. ..…………………………………. 16 Rifiuti non specificati altrimenti nell'elenco 18 Rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca collegate 20 Rifiuti urbani ……. 48/111

49 RIFIUTI Speciali Codifica CER
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali Codifica CER 06 Rifiuti dei processi chimici inorganici Capitoli o sottoclassi (YY seconda coppia di numeri) 01 Rifiuti della Produzione, Formulazione, Fornitura ed Uso (PFFU) di acidi 02 rif. della PFFU di basi 03 rif. PFFU di sali, loro soluzioni ed ossidi metallici … …………………… 05 Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti 06 Rif. della PFFU di Zolfo 07 Rif. della PFFU di prodotti alogeni e dei processi chimici... 08 Rif. della PFFU del silicio e dei suoi derivati …. ………………………………………. 49/111

50 RIFIUTI Speciali Codifica CER
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali Codifica CER 06 Rifiuti dei processi chimici inorganici 01 della PFFU di acidi Dettaglio (ZZ terza coppia di numeri ) 01* Acido solforico ed acido solforoso 02* Acido cloridrico 03* Acido fluoridrico 04* Acido fosforico e fosforoso 05* Acido nitrico e acido nitroso 06* Altri acidi 99 Rifiuti non specificati altrimenti 50/111

51 RIFIUTI Speciali - classificazione
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali - classificazione Pericolosi Non Pericolosi quelli che contengono sostanze pericolose sia per qualità che per quantità, e/o che hanno caratteristiche chimiche, fisiche, tossicologiche o infettive che li rendono pericolosi Quelli diversi dai pericolosi 51/111

52 RIFIUTI Speciali - classificazione
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali - classificazione Caratteristiche che rendono pericoloso un rifiuto punto di infiammabilità ≤ 55 °C presenza di una o più sostanze, in concentrazione totale, classificate come: molto tossiche ≥ 0,1 % tossiche ≥ 3 % nocive ≥ 25 % corrosive R35 ≥ 1 % corrosive R34 ≥ 5 % irritanti R41 ≥ 10 % irritanti R36, R37, R38, ≥ 20 % cancerogene (categorie 1 o 2) ≥ 0.1 % cancerogene (categoria 3) ≥ 1 % teratogene (categorie 1 o 2 - R60, R61) ≥ 0.5 % teratogene (categoria 3 - R62, R63) ≥ 5 % mutagene (categoria 1 o 2 - R46) ≥ 0.1 % mutagene (categoria 3 - R40) ≥ 1 % infettività 52/111

53 RIFIUTI Speciali - classificazione
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali - classificazione Metalli pesanti che rendono pericoloso un rifiuto Antimonio Arsenico Cadmio Cromo VI Rame Piombo Mercurio Nichel Selenio Tellurio Tallio Stagno 53/111

54 5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali – classificazione Pericolosità in funzione della concentrazione SODIO IDROSSIDO Conc. Classif. Simboli Frasi di rischio > 5% Corrosivo R35 Provoca gravi ustioni 2% ÷ 5% R34 Provoca ustioni 0.5 ÷ 2% Irritante R36/38 Irritante per gli occhi e la pelle < 0.5% Non classif. / 54/111

55 5. Gestione dei Rifiuti Rifiuti Speciali - Etichettatura Caratteristiche di pericolo dei Rifiuti - H H 01 Esplosivo H 02 Comburente H 03 – A Facilmente infiammabile H 3 - B Infiammabile H 04 Irritante H 05 Nocivo H 06 Tossico H 07 Cancerogeno H 08 Corrosivo H 09 Infettivo 55/111

56 5. Gestione dei Rifiuti Rifiuti Speciali - Etichettatura Caratteristiche di pericolo dei Rifiuti - H H 10 Teratogeno H 11 Mutageno H 12 Sostanze e preparati che, a contatto con l'acqua, l'aria o un acido, sprigionano un gas tossico o molto tossico H 13 Sostanze e preparati suscettibili, dopo l'eliminazione, di dare origine in qualche modo ad un'altra sostanza, ad esempio ad un prodotto di lisciviazione avente una delle caratteristiche sopra elencate H 14 Ecotossico: sostanze e preparati che presentano o possono presentare rischi immediati o differiti per uno o più settori dell'ambiente 56/111

57 Rifiuti Speciali - deposito temporaneo
5. Gestione dei Rifiuti Rifiuti Speciali - deposito temporaneo Durata condizionata da: CONCENTRAZIONI policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani, policlorodibenzofenoli non > a 2.5 ppm policlorobifenile e policlorotrifenile non > 25 ppm VOLUMI di rifiuti (non più di 10 m3 di pericolosi e non più di 20 m3 di non pericolosi ) La durata, comunque, non può MAI superare un anno Effettuato per categorie omogenee di rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche. Per i rifiuti pericolosi si devono rispettare le norme che disciplinano l’imballaggio, l’etichettatura ed il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute 57/111

58 Rifiuti Speciali - deposito temporaneo
5. Gestione dei Rifiuti Rifiuti Speciali - deposito temporaneo in Università no PCDD, PCDF, PCB, PCT rifiuti pericolosi < 10 m3 rifiuti non pericolosi < 20 m3 DURATA MASSIMA 1 ANNO (tranne che per i rifiuti sanitari) 58/111

59 Particolari categorie di rifiuti I Rifiuti Sanitari
5. Gestione dei Rifiuti Particolari categorie di rifiuti I Rifiuti Sanitari DPR 15 luglio 2003 n. 254 Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell’art. 24 della legge 311 luglio 2002, n. 179 1. garantire elevati livelli di tutela dell’ambiente della salute pubblica 2. assicurare controlli efficaci 64/111

60 DPR 15 luglio 2003 n. 254 esclusioni
5. Gestione dei Rifiuti DPR 15 luglio 2003 n esclusioni Sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano disciplinati dal Regolamento 1774/02 MOGM disciplinati dal D. Lgs. n. 206/01 65/111

61 RIFIUTI Speciali adempimenti amministrativi
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali adempimenti amministrativi con pagine numerate e vidimate dall’Agenzia delle entrate Registro di Carico e Scarico Formulario di Identificazione Certificato di avvenuto smaltimento MUD 59/111

62 RIFIUTI Speciali- adempimenti amministrativi Registro di c/s
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali- adempimenti amministrativi Registro di c/s Conservare per 5 anni dall’ultima registrazione 60/111

63 5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali -adempimenti amministrativi Formulario di Identificazione È parte integrante del Registro di C/S Conservare per 5 anni 61/111

64 RIFIUTI Speciali - adempimenti amministrativi MUD
5. Gestione dei Rifiuti RIFIUTI Speciali - adempimenti amministrativi MUD Modello Unico di Dichiarazione in campo ambientale si redige 1 volta l’anno si riferisce all’anno solare precedente si consegna alla CCIAA serve per compilare il Catasto Europeo i produttori sono esonerati dalla compilazione del MUD se i rifiuti pericolosi vengono conferiti al servizio pubblico di raccolta competente per territorio, previa apposita convenzione 62/111

65 Bonifica di siti contaminati
6. Bonifica Siti Bonifica di siti contaminati In Ateneo è presente un serbatoio interrato costruito conformemente alle normative tecniche e di legge vigenti dotato dei necessari dispositivi di controllo gestito secondo procedure prescritte da ARPA Al verificarsi di un evento che sia potenzialmente in grado di contaminare il sito, il responsabile dell’inquinamento mette in opera entro le 24h le misure necessarie di prevenzione e ne dà immediata comunicazione al comune, alla provincia, alla regione nonché al prefetto della Provincia che nelle 24 ore successive informa il Ministro dell’Ambiente…… 63/111

66 Tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche
Disciplina degli scarichi Scarico: qualsiasi immissione diretta, tramite condotta, di acque reflue liquide, semiliquide e comunque convogliabili nelle acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione 66/111

67 Gestione delle risorse idriche Disciplina degli scarichi
7. Tutela delle acque Gestione delle risorse idriche Disciplina degli scarichi i valori limite di emissione non possono essere conseguiti mediante diluizione sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue aventi caratteristiche equivalenti a quelle domestiche Acque reflue domestiche: acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale o da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche 67/111

68 Tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche
Gli scarichi di acque reflue domestiche che recapitano in reti fognarie devono osservare i regolamenti emanati dal soggetto gestore del servizio idrico integrato ed approvati dall’Autorità d’ambito competente è vietato l’utilizzo degli impianti di trattamento di acque reflue urbane, per lo smaltimento di rifiuti 68/111

69 Tutela dell’aria e riduzione delle emissioni in atmosfera
Finalizzate alla prevenzione ed alla limitazione dell’inquinamento atmosferico Stabiliscono: valori di emissione prescrizioni metodi di campionamento metodo di analisi criteri per la valutazione delle conformità dei valori misurati ai valori limite 69/111

70 Tutela dell’aria e riduzione delle emissioni in atmosfera
Autorizzazione alle emissioni in atmosfera .. per tutti gli impianti che producono emissioni deve essere richiesta un’autorizzazione……. Impianto: il macchinario o il sistema o l’insieme di macchinari o di sistemi costituito da una struttura fissa e dotato di autonomia funzionale in quanto destinato ad una specifica attività; la specifica attività a cui è destinato l’impianto può costituire la fase di un ciclo produttivo più ampio 70/111

71 Tutela dell’aria e riduzione delle emissioni in atmosfera
Autorizzazione alle emissioni in atmosfera Esclusioni: ……… Laboratori di analisi e ricerca, impianti pilota per prove, ricerche, sperimentazioni, individuazione di prototipi. L’esenzione non si applica in caso di emissione di sostanze cancerogene, tossiche per la riproduzione o mutagene o di sostanze di tossicità e cumulabilità particolarmente elevate, come individuate……dell’Allegato….. 71/111

72 Amianto (Legge 27 marzo 1992 n. 257 e succ. integr.)
minerali naturali actinolite crisotilo amosite crocidolite antofillite tremolite Recupero dei rifiuti dei beni e prodotti contenenti Amianto (D.M. 248/04) caratterizzati da: elevate prestazioni cancerogenicità per inalazione 72/111

73 9. Amianto. Amianto I materiali contenenti Amianto sono classificati in base alla loro friabilità Friabili: si sbriciolano per semplice pressione manuale Compatti: sono duri e si sbriciolano solo con l’impiego di mezzi meccanici 73/111

74 Amianto Friabile Bonifica per Smaltimento
Compatto Verifica dello stato d’aggregazione 74/111

75 Amianto - Compatto - Integro non suscettibile di danneggiamento
Condizioni Adempimenti Integro non suscettibile di danneggiamento Controllo periodico e procedure di corretta manutenzione Integro suscettibile di danneggiamento Restauro ed eliminazione delle cause che di danneggiamento Danneggiato Bonifica per rimozione o incapsulamento o confinamento 75/111

76 Altri Aspetti Ambientali
10. Altri Aspetto ambientali Altri Aspetti Ambientali RUMORE Legge n. 447 del 26/10/1995 e succ. mod. ed integr. “Legge quadro sull’inquinamento acustico” Inquinamento acustico: l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi ODORI 76/111

77 Daniela Rabitti Responsabile Servizio Ambiente Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente Via Vignolese, Modena tel fax “le cose sono unite da legami indivisibili: non si può cogliere un fiore senza turbare una stella” A. Einstein


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