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IL NUOVO PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE

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Presentazione sul tema: "IL NUOVO PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE"— Transcript della presentazione:

1 IL NUOVO PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE
IL PROGETTO PILOTA DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI TORINO dott. Giuseppe Formichella Segretario – Direttore Generale della Città Metropolitana di Torino

2 CITTA’ METROPOLITANE ELEMENTI DEI PTPC - Analisi del contesto esterno
- Analisi del contesto interno: mappatura delle attività e individuazione dei comportamenti a rischio di corruzione. - Valutazione del rischio: assessment degli eventi rischiosi ed individuazione delle categorie di comportamento a rischio - Trattamento del rischio: identificazione e programmazione delle misure di prevenzione - Trasparenza - Formazione sui temi dell'etica e della legalità - Monitoraggio sull’attuazione del PTPC

3 mappa delle aree omogenee

4 I numeri della città metropolitana

5 ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO
CITTA’ METROPOLITANE ANALISI DEL CONTESTO ESTERNO COSA SI PUO’ FARE Tavolo di confronto e/o di una consulta tra: responsabili della prevenzione della corruzione dei Comuni e di altri Enti del territorio (Regione, Comuni, Università degli Studi, Camera di Commercio) responsabili delle aree omogenee responsabile per la prevenzione della corruzione della Città Metropolitana con il compito di individuare buone pratiche e programmare attività, tra cui: l’analisi congiunta del contesto esterno, anche in raccordo con l’Ufficio Territoriale del Governo, al fine di individuare gli elementi di criticità e di omogeneizzare l’analisi e i fattori critici del contesto.

6 CITTA’ METROPOLITANE ANALISI DEL CONTESTO INTERNO COSA SI PUO’ FARE
Sulla base dei criteri individuati dal tavolo tecnico metropolitano, verrebbero individuate: metodologie, criteri di analisi, misure tipo per la prevenzione di fenomeni corruttivi, aree di rischio tipo da calare poi nelle singole realtà territoriali.

7 VALUTAZIONE DEL RISCHIO
CITTA’ METROPOLITANE VALUTAZIONE DEL RISCHIO COSA SI PUO’ FARE individuazione delle aree comuni di rischio proprie delle singole amministrazioni, anche per aree omogenee, sulla base dell’analisi del contesto interno dei singoli PTPC adottati dagli enti, al fine di proporre più efficaci misure di prevenzione (risk assessment) individuazione e proposta di buone pratiche, non in termini generali, ma di carattere specifico all’esito di un confronto concreto tra le diverse realtà territoriali e la condivisione delle analisi

8 CITTA’ METROPOLITANE TRATTAMENTO DEL RISCHIO: IDENTIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE COSA SI PUO’ FARE Analisi delle fonti regolamentari vigenti nell’Ente per verificarne la conformità o meno a quanto previsto in materia di anticorruzione e trasparenza; in particolare, occorre garantire l’adeguamento degli strumenti organizzativi e regolamentari ai principi di efficienza, celerità del procedimento, trasparenza, imparzialità, par condicio, con particolare riferimento all’attività contrattuale dell’Ente; Rotazione degli incarichi; Coordinamento del Piano Anticorruzione con il Piano della Performance, con il Documento Unico di Programmazione (DUP) e con gli altri strumenti di programmazione dell’Ente;

9 CITTA’ METROPOLITANE TRATTAMENTO DEL RISCHIO: IDENTIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE COSA SI PUO’ FARE Monitoraggio: funzione attiva dei referenti nell’effettuare verifiche interne e nel trasmetterne le risultanze al RPC per un momento di sintesi; Informativa periodica da parte del Servizio Comunicazione al Responsabile Anticorruzione circa le notizie di mala administration apparse sui mezzi di comunicazione

10 CITTA’ METROPOLITANE TRATTAMENTO DEL RISCHIO: IDENTIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE COSA SI PUO’ FARE Raccolta da parte dell’Avvocatura dell’Ente delle sentenze pronunciate negli ultimi 5 anni in occasione di fattispecie di mala administration, negli ambiti in cui si registrano maggiormente contenziosi; Dematerializzazione ed informatizzazione dei procedimenti; Strutturazione di adeguati percorsi di formazione (implementazione e prosecuzione di quanto già predisposto) che, pur nelle limitate disponibilità di risorse, fornisca ai dipendenti una conoscenza più operativa, dopo una prima fase meramente cognitiva; Collegamento delle misure previste dal Piano con gli obiettivi assegnati dal Piano Esecutivo di Gestione (PEG).

11 CITTA’ METROPOLITANE COSA SI PUO’ FARE
TRASPARENZA COSA SI PUO’ FARE L’ANAC ha adottato le Linee guida, integrative del PNA (delibera n. 1310/16 approvata definitivamente nell’adunanza del ), con le quali ha operato una generale ricognizione dell’ambito soggettivo e oggettivo degli obblighi di trasparenza delle P.A. L’organo di indirizzo politico dovrà definire gli obiettivi strategici in materia di trasparenza, che costituiscono contenuto necessario e parte integrante dei documenti di programmazione strategico - gestionale. Nella misurazione e valutazione della performance occorre tener conto degli obiettivi connessi alla trasparenza.

12 CITTA’ METROPOLITANE TRASPARENZA COSA SI PUO’ FARE
La Città Metropolitana come Ente intermedio di area vasta, fornirà supporto agli enti di piccole dimensioni per aggiornare i propri portali a seguito delle modifiche introdotte in materia di obblighi specifici di pubblicazione; Organizzerà specifici momenti di formazione e di confronto. Fornirà assistenza tecnica e normativa.

13 COSA PREVEDE IL PNA E COSA SI E’ FATTO.
CITTA’ METROPOLITANE FORMAZIONE SUI TEMI DELL'ETICA E DELLA LEGALITÀ COSA PREVEDE IL PNA E COSA SI E’ FATTO. Secondo il PNA, la formazione deve: riguardare, con approcci differenziati, tutti i soggetti che partecipano, a vario titolo, alla formazione e attuazione delle misure: RPC, referenti, organi di indirizzo, titolari di uffici di diretta collaborazione e di incarichi amministrativi di vertice, responsabili degli uffici, dipendenti; essere differenziata in rapporto alla diversa natura dei soggetti tenuti all’adozione di misure di prevenzione e di trasparenza; riguardare, anche in modo specialistico, tutte le diverse fasi: l’analisi di contesto, esterno e interno; la mappatura dei processi; l’individuazione e la valutazione del rischio; l’identificazione delle misure; i profili relativi alle diverse tipologie di misure.

14 FORMAZIONE SUI TEMI DELL'ETICA E DELLA LEGALITÀ
CITTA’ METROPOLITANE FORMAZIONE SUI TEMI DELL'ETICA E DELLA LEGALITÀ COSA SI PUO’ FARE giornate di formazione rivolte a tutti i dipendenti metropolitani, sui temi di etica e legalità e sulla diffusione dei contenuti del codice di comportamento. possibilità di organizzare occasioni formative destinate a tutti gli Enti insistenti sul territorio metropolitano, da tenersi a cura della Città Metropolitana, cui potrebbero prendere parte i Responsabili Anticorruzione delle varie Amministrazioni e/o i loro delegati, in un’ottica di collaborazione e reciprocità con i soggetti del territorio, garantendo in tal modo uniformità della formazione, contenimento dei costi e condivisione delle problematiche e misure proposte.

15 CITTA’ METROPOLITANE MONITORAGGIO
COSA SI PUO’ FARE Monitorare gli affidamenti, vigilando affinchè sia salvaguardato il rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza, correttezza, rotazione, parità di trattamento, economicità, efficacia, tempestività ed adeguata pubblicità. Prevedere a carico dei Direttori di Area un ulteriore adempimento: ogni tre mesi dovranno trasmettere al Responsabile per la prevenzione della corruzione un report che contenga, per il periodo di riferimento, una compiuta analisi relativa all’individuazione dei rischi nelle attività svolte ed al livello ad essi attribuito, alle misure di prevenzione adottate e a quelle che non è stato possibile adottare, con l’indicazione dei motivi per cui non si sono potute attuare.

16 CITTA’ METROPOLITANE MONITORAGGIO COSA SI PUO’ FARE. SEGUE.
Tale report potrà altresì contenere eventuali proposte di modifica da apportare, così come le eventuali criticità, che andranno poi trattate congiuntamente con il Responsabile per la prevenzione della corruzione e con il gruppo di lavoro.

17 CITTA’ METROPOLITANE MONITORAGGIO
COSA SI PUO’ FARE Nell’ambito del ruolo di coordinamento degli strumenti di programmazione e pianificazione, la Città Metropolitana fornirà forme di assistenza tecnico amministrativa, in particolare nei confronti di comuni ed unioni di comuni del territorio. Sono necessari interventi di semplificazione dell’attuazione della normativa per gli enti di piccoli dimensioni, in una logica di ausilio e sostegno e non derogatoria della normativa. Ciò al fine di fornire ai piccoli comuni un supporto per evitare che le attività di individuazione e attuazione delle misure organizzative di prevenzione della corruzione siano intese come un mero adempimento burocratico, piuttosto che come un processo costante e sinergico finalizzato alla ricerca di maggiore funzionalità e - di conseguenza - alla prevenzione di fenomeni di maladministration.

18 CITTA’ METROPOLITANE SUGGESTIONE
Una possibile azione di integrazione tra le diverse realtà territoriali che insistono sul territorio della Città Metropolitana è rappresentata dallo scambio di professionalità tra Enti: si potrebbe immaginare la predisposizione di una vera e propria banca delle professionalità che raduni esperti in diverse materie, cui ogni Ente: partecipi attivamente mediante la messa a disposizione di proprio personale qualificato per un certo periodo (ad esempio un Comune potrebbe mettere a disposizione la competenza di un proprio tecnico per un giorno a settimana per un anno) possa attingere qualora necessiti dell’apporto di una professionalità assente nel proprio organico.

19 CITTA’ METROPOLITANE SINTETIZZANDO
Al riguardo, va segnalata l’ottima esperienza dell’assistenza tecnica ai Comuni, che la Città metropolitana di Torino svolge (dando continuità all'impegno che per anni la Provincia di Torino ha sostenuto) ai sensi del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali e della legge Delrio, mettendo a disposizione dei Comuni e delle loro forme associate, a titolo gratuito, le risorse umane e strumentali del Servizio Assistenza tecnica enti locali per l'attività di progettazione, gestione e direzione di lavori pubblici, e consulenza.

20 CITTA’ METROPOLITANE SINTETIZZANDO
Il Servizio provvede, su richiesta e per conto degli enti locali, alla progettazione e/o all'esecuzione di opere pubbliche, sia direttamente, sia fornendo consulenza e assistenza tecnica ai vari livelli di progettazione. Fornisce inoltre consulenza e pareri agli enti locali in materia di normativa tecnica e di gestione di procedure informatiche relativamente alle opere pubbliche. Si tratta di un servizio molto apprezzato dai piccoli Comuni (che costituiscono la gran parte dei 315 Comuni di cui consta la Città Metropolitana di Torino).

21 CITTA’ METROPOLITANE SINTETIZZANDO
Sarà in tal modo possibile mettere in rete esperienze, condividere proposte e riflessioni, fornendo altresì spunti innovativi per la soluzione di problematiche diffuse, e si realizzerebbe un osservatorio sulle buone pratiche. Lo scambio di professionalità comporterebbe: riduzione della spesa (l’Ente non affiderebbe un incarico all’esterno trovando la professionalità nella banca) controllo dell’attività, svolta da operatori qualificati ed adeguatamente formati anche in materia di anticorruzione; formazione ed ulteriore specializzazione per il personale inserito nella banca delle professionalità.

22 CITTA’ METROPOLITANE SINTETIZZANDO Non si tratta di una sfida del singolo Ente, bensì collettiva, in quanto è più che mai auspicabile un cambio di cultura nella collettività, che consenta di diffondere la tutela della legalità contro comportamenti corruttivi. E più si crea una rete di condivisione di informazioni, misure, soluzioni, più sarà possibile dare risalto ad azioni volte a tutelare la legalità ed il corretto agire della Pubblica Amministrazione.

23

24 Grazie per l’attenzione.


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