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Corso di coordinatore delle figure di sostegno a.s. 2015/2016

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Presentazione sul tema: "Corso di coordinatore delle figure di sostegno a.s. 2015/2016"— Transcript della presentazione:

1 Corso di coordinatore delle figure di sostegno a.s. 2015/2016
Corsista : Bello Barbara

2 E’ opportuno distinguere:
Il disturbo di apprendimento è diverso dalla difficoltà di apprendimento.

3 Difficoltà di apprendimento
Con il termine Difficoltà di apprendimento intendiamo un qualsiasi tipo di difficoltà incontrata da uno studente durante la sua carriera scolastica e che è causa di scarso rendimento.

4 Le difficoltà di apprendimento si possono ricondurre a:
Disturbi affettivi primari (emotivo-relazionali, familiari); Deficit intellettivi (ritardo o insufficienza mentale) ; Non opportunità di imparare; Deficit sensoriali (sordità, cecità).

5 Sindrome dislessica Con il termine “sindrome dislessica” si comprendono, oltre alla dislessia (difficoltà di lettura), anche i disturbi definiti come disgrafia (cattiva grafia), disortografia (frequenti errori ortografici), discalculia (difficoltà nel calcolo e nella manipolazione dei numeri), disnomia (difficoltà nel recuperare i termini) e disprassia. In realtà sempre più si tende ad utilizzare la definizione comune di dislessia per comprendere anche le altre difficoltà, spesso ad essa associate.

6 Cosa è La dislessia è un Disturbo Specifico di Apprendimento che può verificarsi in ragazzi per il resto normali, cioè senza handicap neurologici o sensoriali o condizioni di svantaggio sociale.

7 Disturbi specifici (DSA), cause
Le cause sono biologiche dovute all’organizzazione strutturale di determinate aree celebrali interessate ai processi di riconoscimento dei fonemi e alla loro traduzione in grafemi. La base è genetica. I geni implicati sono diversi, non tutti i casi sono familiari. Alcune cause non sono state individuate. Molto spesso i DSA sono associati fra loro.

8 Le cause Si tratta di una caratteristica costituzionale (personale, con cui si nasce), è determinata biologicamente (non dovuta a problemi psicologici o di disagio socio-culturale), si modifica nel tempo (senza tuttavia scomparire).

9 Quando e come si manifesta
Non appena si viene esposti all’apprendimento della letto-scrittura. Si manifesta in un difficile rapporto col testo scritto e la sua decodifica. Incide pesantemente condizionando la vita scolastica e professionale dei soggetti che ne sono affetti.

10 Dislessia Per riuscire a leggere e scrivere devono impegnare al massimo le loro capacità e la loro energia, si stancano molto ed impiegano molto tempo, sono lenti, troppo lenti, commettono errori, saltano parole e righe. Molti dislessici hanno difficoltà a memorizzare sequenze, ad imparare procedure, formule, tabelle, …

11 Dislessia Sostituiscono in lettura e scrittura lettere con grafia simile: pbdq – a/o – e/a; o suoni simili: t/d – r/l – d/b – v/f e altre non prevedibili.

12 Dislessia Decodificano lettera per lettera.
Difficile passare dalla lettera alla parola, … alla frase, … al significato. Anticipano troppo e inventano la parola: sono ipoanalitici.

13 Dislessia Tutti i dislessici hanno grosse difficoltà ad apprendere le lingue straniere, in particolare scritte. La difficoltà maggiore è rappresentata dalla lingua inglese a causa delle differenze molto accentuate tra scrittura e pronuncia delle lettere e pronuncia e scrittura di una stessa lettera in parole diverse.

14 Disgrafia Omissioni di lettere, sostituzioni, lettere speculari (b/d, p/q, u/n, f/v, p/b, un/nu, il/li, a/e, e/o); Omissioni di numeri, inversioni e capovolgimenti; Non distinguono parole simili; Inadeguata padronanza fonologica (confondono i suoni e scrivono in modo errato); Segni uguali o indecodificabili.

15 Disnomia Difficoltà nella MBT; (nell’apprendimento di filastrocche);
nella ripetizione di sequenze ritmiche.

16 Disortografia Difficoltà a comporre la parola (v-f), omissioni, alterano l’ordine, doppie, accenti, elisioni (loro-l’oro, luna-l’una). Difficoltà a comporre la lettera nella mente e quindi a realizzarla… (se è difficile scrivere figuriamoci comporre un testo!)

17 Discalculia Difficoltà nel calcolo scritto e a mente;
nell’identificare le grandezze; nel memorizzare le tabelline; nel calcolo in colonna; all’indietro; nella lettura e scrittura dei numeri (lessicali e sintattici) 5-S-2-Z-N .

18 Discalculia Non automatizzano i calcoli;
non traducono i simboli con immediatezza e quindi non li ricordano se prima non li riempiono di significato; non decodificano le formule con altre formule.

19 Disprassia Disturbo specifico di coordinazione motoria in assenza di paralisi, è il correlato motorio della dislessia; Difficoltà nel programmare i movimenti, può essere isolata o associata con altri DSA. Difficoltà visuo-spaziali, goffaggine, non coordinazione fino e/o grosso-motoria (inciampano, disordinati, poca cura di sé, degli oggetti, …). Colpisce più i maschi che le femmine.

20 INDIVIDUAZIONE PRECOCE
screening . INDIVIDUAZIONE PRECOCE trattamenti preventivi protocollo diagnostico DIAGNOSI Sostegno psicologico TRATTAMENTI RIABILITATIVI Tutoraggio MODIFICAZIONI DIDATTICA Ausili

21 Chi deve fare, che cosa: INSEGNANTI
Collaborare alle iniziative di screening. Individuare casi a rischio. Indirizzare i casi a rischio alla valutazione diagnostica. Cercare la collaborazione di servizi e famiglia. Modificare la didattica tenendo conto dei dati forniti dai servizi sanitari. Favorire l’autostima. Attuare provvedimenti compensativi e dispensativi.

22 Suggerimenti: le cose da non fare
farlo leggere a voce alta ridicolizzarlo correggere tutti gli errori dei testi scritti dare liste di parole da imparare farlo copiare dalla lavagna far ricopiare il lavoro già svolto paragonarlo ad altri.

23 SUGGERIMENTI: le cose da fare
Incoraggiare e lodare; trovare qualcosa in cui è bravo; scrivere le parole importanti alla lavagna; dare molto tempo per copiare dalla lavagna; metterlo in prima fila; lasciarlo lavorare con il testo aperto; alleggerire il carico cognitivo; assegnare meno compiti;

24 Fornire schemi , mappe concettuali, tabelle e tutti quei mediatori che aiutano l’apprendimento visivo, che sollecitano le generalizzazioni e realizzano un quadro d’insieme dell’argomento; Brainstorming dell’argomento poiché sollecita i processi di pensiero e di riflessione; Lettura di immagini, lettura silenziosa, parole-chiave; Valutare il contenuto del lavoro scritto, non l’ortografia. Valutare le risposte orali.

25 Osservazioni Un dislessico si stanca più facilmente ed ha perciò bisogno di molta più concentrazione; Può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato; Può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la musica o qualsiasi cosa che necessita di simboli da interpretare; E’ demotivato ed ha una bassa autostima.

26 Ruolo dell’insegnante referente su dislessia e DSA
All’interno della scuola è un riferimento per i colleghi avendo una formazione specifica sul problema Può fornire informazioni, materiali didattici e di valutazione specifici E’ coinvolto o interviene nella programmazione didattica e nella soluzione dei problemi nella classe quando ci sono alunni con DSA.

27 L’ INTERVENTO EDUCATIVO
Programmazione flessibile (che varia in funzione dei tempi, ritmi e modalità di apprendimento della classe), riferita agli obiettivi della classe e non differenziata condivisa dall’intero C.d.C., dalla famiglia e dagli specialisti. Uso di strumenti compensativi e/o dispensativi che permettano un apprendimento-insegnamento più valido e più stimolante per l’alunno.


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