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Il problema dei Qualia e l’enigma della coscienza
Corso di Filosofia della mente 27 marzo 2017 Nausica Manzi
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Qualia “ Qualia as phenomenal character. Consider your visual experience as you stare at a bright turquoise color patch in a paint store. There is something it is like for you subjectively to undergo that experience. What it is like to undergo the experience is very different from what it is like for you to experience a dull brown color patch. This difference is a difference in what is often called ‘phenomenal character’. The phenomenal character of an experience is what it is like subjectively to undergo the experience. If you are told to focus your attention upon the phenomenal character of your experience, you will find that in doing so you are aware of certain qualities. These qualities — ones that are accessible to you when you introspect and that together make up the phenomenal character of the experience are sometimes called ‘qualia’ “ ( tratto dalla Stanford Encyclopedia of Philosophy) I qualia sono gli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti, le caratteristiche soggettive inesprimibili. Ogni esperienza cosciente ha una sensazione qualitativa diversa. Sono specifici e caratterizzano le singole esperienze coscienti
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Il termine “qualia” descrive quegli aspetti della vita mentale di un individuo, che hanno carattere qualitativo o fenomenico. Sono la risposta all’espressione “che effetto fa” un determinato stato mentale o esperienza. Rappresentano ciò che si prova in una certa condizione.
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Stati mentali e aspetti qualitativi
Michael Tye , filosofo della mente, elenca una serie di stati mentali a cui è possibile attribuire aspetti qualitativi: - Sensazioni corporee -Esperienze percettive - Sentimenti - Stati d’animo
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Due significati di qualia
Bisogna distinguere due significati del termine“qualia”. 1) I qualia sono gli aspetti soggettivi e fenomenici delle sensazioni corporee o delle esperienze percettive. 2) I qualia sono proprietà intrinseche, accessibili alla coscienza e non intenzionali
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Searle sosteneva che “ogni stato cosciente è caratterizzato da una sensazione qualitativa” la qualità di una esperienza muta a seconda dell’operazione eseguita e del modo con cui accede alla coscienza
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Dennett qualia “modi in cui le cose ci sembrano” e sono:
Ineffabili: relativi soltanto ad unico soggetto - Privati: relativi al soggetto e non uguali a nessun altro Apprensibili direttamente o immediatamente nella coscienza: sono cioè esperienze immediate Intrinseci: sono elementi semplici, non riducibili
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Posizioni sui qualia Materialisti monisti tutti gli eventi mentali sono l’esito di processi fisici, esiste solo la materia. I qualia sono i prodotti di processi fisici Dualisti esiste una realtà del pensiero e una realtà della materia e sono tra loro irriducibili. I qualia non sono riducibili alla realtà fisica, della materia
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Excursus sui qualia Democrito
Democrito distingueva due tipi di qualità dei corpi: le qualità primarie e le qualità secondarie. Le qualità primarie, oggettive e quantitative. Le qualità secondarie, ovvero le sensazioni,soggettive.
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Galileo Galilei Sosteneva che ci sono qualità dei corpi che nascono dalla relazione tra oggetto e sensi e qualità oggettive che permangono sempre, in quanto appartengono all’oggetto stesso.
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John Locke Tutta la conoscenza umana deriva dai sensi. Egli quindi distingue le qualità primarie, inseparabili dal corpo e le qualità secondarie che producono sensazioni in noiproprietà fisiche agiscono sui nostri sensi
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Isaac Newton luce e apparato visivo.
I colori, allora, sono particelle della luce bianca che colpiscono il nostro apparato sensoriale attivandolo.
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Per Galilei, Locke e Newton i qualia non esistono nel mondo reale, ma sono sostanzialmente il prodotto dell'interazione tra i sensi del soggetto e l'oggetto.
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Cartesio esistono sia sensazioni che processi fisici arriva a postulare l'esistenza di due realtà : res cogitans e res extensa. Com'è possibile l'interazione tra due sostanze del tutto diverse?
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Il funzionalismo e i qualia
Per il funzionalismo le attività cognitive sono funzioni che vengono eseguite da una macchina. Il funzionalismo fu inaugurato dalla filosofia del grande matematico Alan Turing.
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Il test di Turing serve a stabilire se una macchina è in grado di pensare.
“Si immaginava una persona chiusa in una camera con a disposizione un solo terminale al quale erano connessi altri due: uno gestito da un'altra persona in carne ed ossa, l'altro gestito da una macchina programmata a rispondere alle domande. La prima persona doveva indovinare quale tra i due terminali con cui comunicava era gestito dalla macchina. In tal senso poteva porre agli altri terminali diverse domande con la propria tastiera. Tuttavia se non fosse riuscito a distinguere quale dei due terminali era gestito dalla macchina, allora la macchina testata poteva essere considerata intelligente” per la posizione funzionalista i qualia sono algoritmi eseguiti dagli apparrati percettivi e dai sensi degli organismi, quindi sono delle informazioni che il nostro organismo elabora e registra.
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ARGOMENTI SUI QUALIA “ Gli argomenti sui quali hanno tutti una struttura modale: si immagina un mondo possibile in cui ci sono esseri cognitivamente simili a noi ma fenomenologicamente diversi, eventualmente del tutto privi di coscienza fenomenica. Si tratta di vedere se la situazione controfattuale proposta è davvero ammissibile e a quali condizioni.” ( A.Paternoster, Introduzione alla filosofia della mente, p.175)
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1. L’argomento dei qualia assenti o della possibilità degli zombie
Gli zombie sono esseri fisicamente identici a noi, capaci di stessi stati cognitivi, ma privi di sensazioni, non provano nulla. Dire che è metafisicamente possibile che esistano zombie è dire che uno stesso stato fisico può essere conscio o meno. Critica la sola immaginabilità di qualcosa non è condizione sufficiente per la possibilità della sua esistenza
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Questo dimostra la non deducibilità degli stati qualitativi dagli stati fisici. Chalmers a proposito sostiene che la coscienza non sopravviene logicamentel’esistenza degli zombie non è naturalmente possibile. L’assenza di coscienza in esseri fisicamente identici ad esseri coscienti sarebbe incompatibile con le leggi della fisica.
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2. L’argomento dei quali inversi o dello spettro invertito
Serve a capire che, a parità di fatti fisici, i fatti qualitativi si distribuiscono in modo differente. Si immagina una persona la cui esperienza fenomenica associata alla percezione dei colori è invertita fin dalla nascita. Ma il comportamento linguistico, non rivela questa inversione e ciò dimostrerebbe che gli stati di coscienza qualitativa non sopravvengono agli stati funzionali. Critica non è possibile avere uno spettro invertito che non riveli una differenza funzionale
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3. L’argomento della conoscenza o di Mary
Nel 1986 il filosofo australiano Jackson pubblicò un articolo, chiamato Ciò che Mary non sapeva. “ Immaginava una ragazza, Mary, nata e cresciuta in una stanza priva di colori (gli unici colori permessi erano il bianco e il nero). Tuttavia a Mary era anche permesso leggere libri di neurofisiologia grazie ai quali divenne una grande esperta del funzionamento del cervello. Mary, ad esempio, sapeva come il sistema visivo umano distingueva le diverse frequenze dello spettro elettromagnetico, e quindi cosa fossero i colori. Ora, continua Jackson, supponiamo che Mary sia liberata e fatta uscire dalla stanza. Per la prima volta Mary vedrà i colori e apprenderà, per esempio, com'è vedere un colore rosso anche se sapeva come il suo apparato sensoriale lo distingueva dalle altre frequenze delle spettro elettromagnetico! Paradossalmente, quindi, Mary apprenderà qualcosa di nuovo riguardo ai colori anche se già sapeva cosa fossero. “
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Questo argomento, secondo Jackson, smentisce il fisicalismo
Questo argomento, secondo Jackson, smentisce il fisicalismo. Pertanto se i qualia non esistessero non dovrebbero aggiungere nulla all'esperienza dei colori di Mary, al contrario Mary per la prima volta ha appreso com'è vedere un colore rosso, quindi i qualia esistono. Critica per molti il fare conoscenza del colore è una abilità, per altri qui si parla di conoscenza diversa e non di una conoscenza nuova. Ci sono dei fatti che le scienze allora non possono spiegare.
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La risposta delle neuroscienze
Secondo alcuni neuroscienziati cognitivi le funzioni cognitive, percettive e sensoriali sono ad un certo livello modulari, dunque elaborano l'informazione in modo seriale. La coscienza, per questi studiosi, corrisponderebbe all'attenzione L'attenzione può, per così dire, mettere in stand by alcuni processi modulari a seconda della loro importanza. Ecco perché riusciamo a compiere più attività alla volta. Per esempio ci sarà capitato di guidare mentre stiamo discutendo con il nostro passeggero o ancora, è stato osservato che durante la battaglia i soldati non si accorgono di esser stati feriti tanto da non avvertire dolore. Patrick Wall ha ipotizzato che ciò avviene non perché queste persone ignorano tout court il dolore o perché i loro sistemi nervosi non hanno avviato i processi di difesa contro la lesione, ma perché la loro attenzione è spostata verso il combattimento ed infatti solo successivamente avvertono il dolore. Se i processi neurali che determinano i qualia avvengono in modo inconscio e solo alcuni emergono alla coscienza, allora viene meno una delle condizioni principali dei sostenitori dei qualia: l'esperienza soggettiva e fenomenologica.
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Conclusioni degli argomenti sui Qualia
Argomenti sui qualia sono conclusivi e i qualia non sopravvengono neanche naturalmenteQuesta è la posizione di chi crede che la coscienza sia un problema insolubile Argomenti sui qualia sono conclusivi ma i qualia sopravvengono naturalmente è la posizione del funzionalista. Coscienza è intesa come nozione primitiva che può entrare in leggi psicofisiche o come una proprietà emergente Chalmers
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L’enigma della coscienza ( Chalmers)
2 problemi inerenti alla coscienza: Il problema facile easy problem of consciousness. Riguarda i meccanismi oggettivi del sistema cognitivo. Non spiega il carattere soggettivo ed irriducibile che la coscienza ha per il soggetto cosciente. Il problema difficile hard problem of consciousness. Si interroga su come processi fisici nel cervello possano dare vita ad una esperienza soggettiva, è relativo alla spiegazione degli aspetti qualitativi e soggettivi dell’esperienza cosciente, che sfuggono ad analisi fisicalista e materialista. Problema che va oltre il come le funzioni vengono eseguite.
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Tesi di Chalmers “ Il problema difficile è un difficile problema, ma non c’è motivo di credere che resterà per sempre insoluto”.
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L’esperienza conscia è quella più familiare e più misteriosa, il cervello è relativamente comprensibile, ma di esso abbiamo anche un aspetto soggettivo. I due problemi coinvolgono anche il pensiero e la percezione. Bisogna indagare la relazione tra processi fisici e la coscienza: se ogni funzione comportamentale e cognitiva collegata alla coscienza fosse spiegata, rimarrebbe ancora un ulteriore mistero: perché l’esecuzione di queste funzioni è accompagnata dall’esperienza conscia?
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Chalmers propone, per l’aspetto soggettivo,una spiegazione filosofica che integri le descrizioni più scientifiche della vita mentale e che l’esperienza conscia venga considerata come una caratteristica fondamentale, irriducibile a qualsiasi cosa di più basilare. Leggi fisiche (ci informano dei comportamenti dei sistemi) Leggi psicofisiche (ci informano di come questi sistemi siano associati all’esperienza conscia)
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Esperimento “Un cervello artificiale, se organizzato appropriatamente, avrebbe lo stesso tipo di esperienze consce di un essere umano? Consideriamo pertanto un sistema a base di silicio, nel quale i chips siano organizzati e funzionanti nello stesso modo dei neuroni cerebrali. Ogni chip nel sistema al silicone eseguirà quindi ciò che esegue il suo analogo naturale e sarà interconnesso agli elementi che lo circondano con le medesime modalità. Il comportamento esibito dal sistema artificiale sarà quindi esattamente lo stesso del nostro cervello. La domanda che ci si pone è se esso sia conscio nello stesso nostro modo. Supponiamo che non lo sia e che i chips ed i neuroni, in quanto aventi la stessa funzione, siano intercambiabili. Potremmo, ad esempio, sostituire tutti i neuroni della nostra corteccia visiva con una versione in silicone organizzata in modo identico. Pertanto il cervello risultante, con una corteccia visiva artificiale, avrà un’esperienza conscia diversa dall’originale (dove si vedeva rosso ora si può esperire il viola). Entrambe le cortecce visive sono successivamente attaccate al nostro cervello attraverso un interruttore a doppia posizione. Collocato in una posizione si usa la corteccia visiva naturale, nell’altra è attivata la corteccia artificiale. Quando l’interruttore è azionato la nostra esperienza cambia dal rosso al viola, e viceversa. Quando invece l’interruttore è azionato ripetutamente, la nostra esperienza “danza” tra i due stati consci (rosso e viola) conosciuti come qualia. La tecnica di ragionamento fin qui adottata (conosciuta come reductio ad absurdum) dimostra come sia insostenibile l’ipotesi della diversità dei due sistemi, in quanto elementi intercambiabili tra loro non possono generare risultati differenti. Possiamo dunque concludere che un sistema artificiale, con organizzazione e funzioni identiche, ha un’esperienza conscia uguale a quella di un cervello neurale. L’implicazione incredibile è che la coscienza potrebbe, un giorno, emergere nelle macchine…”
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Continuo conclusioni degli argomenti sui qualia
Argomenti sui qualia non sono conclusivi, i qualia si riducono a proprietà intenzionali tipica delle teorie rappresentazionali della coscienza Argomenti sui qualia non sono conclusivi, i qualia non esistono visione eliminitivista, stati qualitativi sono una illusione
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Sintesi conclusiva generale
“La reazione a questi argomenti va dall’accettazione incondizionata, all’accettazione parziale ( la coscienza non sopravviene logicamente sul fisico, ma emerge da una organizzazione funzionale complessa) al radicale rifiuto eliminativista, che considera la coscienza una costruzione illusoria del senso comune.” (A. Paternoster,Introduzione alla filosofia della mente, p.187)
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QUALIA E INTROSPEZIONE
In the past, philosophers have often appealed directly to introspection on behalf of the view that qualia are intrinsic, non-intentional features of experiences. Recently, a number of philosophers have claimed that introspection reveals no such qualities . Suppose you are facing a white wall, on which you see a bright red, round patch of paint. Suppose you are attending closely to the color and shape of the patch as well as the background. Now turn your attention from what you see out there in the world before you to your visual experience. Focus upon your awareness of the patch as opposed to the patch of which you are aware. Do you find yourself suddenly acquainted with new qualities, qualities that are intrinsic to your visual experience in the way that redness and roundness are qualities intrinsic to the patch of paint? According to some philosophers, the answer to this question is a resounding ‘No’. As you look at the patch, you are aware of certain features out there in the world. When you turn your attention inwards to your experience of those features, you are aware that you are having an experience of a certain sort but you aware of the very same features; no new features of your experience are revealed. In this way, your visual experience is transparent or diaphanous. When you try to examine it, you see right through it, as it were, to the qualities you were experiencing all along in being a subject of the experience, qualities your experience is of. This point holds good, according to the philosophers above, even if you are hallucinating and there is no real patch of paint on the wall before you. Still you have an experience of there being a patch of paint out there with a certain color and shape. It's just that this time your experience is a misrepresentation. And if you turn your attention inwards to your experience, you will ‘see’ right through it again to those very same qualities. These observations suggest that qualia, conceived of as the immediately ‘felt’ qualities of experiences of which we are cognizant when we attend to them introspectively, do not really exist. The qualities of which we are aware are not qualities of experiences at all, but rather qualities that, if they are qualities of anything, are qualities of things in the world (as in the case of perceptual experiences) or of regions of our bodies (as in the case of bodily sensations). This is not to say that experiences do not have qualia. The point is that qualia are not qualities of experiences. This claim, which will be developed further in the next section, is controversial and some philosophers deny outright the thesis of transparency with respect to qualia (see Block 1991, 2000; Stoljar 2004; Nida-Rümelin 2007). According to Block, for example, qualia are not presented to us in introspection as intrinsic, non-intentional properties of our experiences. Still it does not follow from this that we are not introspectively acquainted with such properties. For we do know on the basis of introspection what it is like to undergo a visual experience of blue, say. So, if what a state is like is a matter of which intrinsic, non-intentional properties it tokens, then obviously we are introspectively aware of properties of this sort (in the de re sense of ‘of’). On this view, whether qualia are properties of experiences (in particular, intrinsic, non-intentional properties) is a theoretical matter. Introspection does not settle the matter one way or the other.
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Qualia e introspezione
La caratteristica dei qualia di essere accessibili alla coscienza significa che ognuno di noi può divenire consapevole della propria esperienza attraverso il ricorso all’introspezione. In breve, il tipo di coscienza richiesto per essere consapevoli di qualia è molto complesso: si tratta di una coscienza di secondo ordine nel senso che è coscienza di altre proprietà coscienti (di primo ordine)consapevolezza riflessiva Il ricorso alla consapevolezza introspettiva contrasta con le caratteristiche fenomenologiche
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Un problema aperto Allora, come integrare le qualità della nostra vita mentale all’interno di una spiegazione funzionalista della mente ? E’ questo “il difficile problema della coscienza (hard problem of consciousness)”: i funzionalisti sono riusciti a spiegare come funzionano molti elementi della mente, ma non nel caso dei qualia. Problemi: la realizzazione fisica degli stati mentali, il rapporto fra qualia e proprietà sintattiche e semantiche della mente e dei nostri stati mentali.
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Bibliografia Voce- Qualia-, nella Stanford Encyclopedia of Philosophy, Stanford University A.Paternoster, Introduzione alla filosofia della mente, Laterza, Roma 2002 Searle, Minds, Brains and Programs 1980, rivista scientifica Behavioral and Brain Sciences David Chalmers, The conscious mind 1995 David Chalmers, Che cos’è la coscienza?, Castelvecchi, 2014
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