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Paola Venuti Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione

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Presentazione sul tema: "Paola Venuti Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione"— Transcript della presentazione:

1 Cosa dovrebbero fare i docenti per far sentire gli studenti più felici e competenti
Paola Venuti Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive Università di Trento Convegno: Una scuola per rendere gli studenti felici e competenti: Lavarone 29 aprile 2017

2 Ambiente di apprendimento
Ambiente cognitivo Ambiente di relazioni e affetti SCUOLA Insegnanti RELAZIONI SCUOLA Compagni

3 Scuola come ambiente di relazioni e affetti
RELAZIONE STABILE E SICURA Esplorazione e conoscenza Scuola come ambiente di relazioni e affetti Desiderio curiosità piacere di apprendere L’insegnante è una base sicura da cui partire per esplorare il mondo delle conoscenze, così come la famiglia è la base per esplorare il mondo delle relazioni Non ha importanza nè la quantità di nozioni apprese nè la velocità con cui si apprendono

4 Bambino Reale Bambino immaginario
Ha una sua storia Ha una sua famiglia Ha una sua cultura di appartenenza Ha un suo sviluppo mentale Ha una sua capacità di attenzione Ha una sua capacità di concentrazione Ha una sua capacità di controllo Ha una sua autoregolazione Ha una sua comprensione Ha una sua sensibilità Non ha storia Ha una famiglia normale Ha la cultura di tutti Ha la capacità che deve avere un bambino alla sua età E’ Attento Si concentra per il tempo necessario Si sa controllare Comprende quello che l’insegnante ritiene debba comprendere NON SI PUO’ ESSERE FELICI SE NON SI E’ RICONOSCIUTI PER QUELLO CHE SI E’ NON SI PUO’ MIGLIORARE SE LA RICHIESTA NON E’ ADEGUATA A QUELLO CHE SAPPIAMO FARE

5 La catena delle illusioni
Insegnare con metodi standard Si apprende attraverso spiegazioni e memorizzazioni Avere in classe casi “eccezionali” SI NEGA IL VALORE DELL’INDIVIDUALITA’ E DELLA ESPERIENZA COME BASE PER L’ACQUISIZIONE COGNITIVA E LA COSTRUZIONE DELL’INTELLIGENZA

6 Una scuola che rende felici
Utilizza metodi didattici che siano in sintonia con il livello evolutivo raggiunto da ogni singolo bambino, che significa osservare e valutare quali sono le abilità già possedute e quali quelle su cui lavorare; non presentino nozioni da imparare ma problemi da risolvere con spirito di iniziativa attraverso compiti pratici, esperimenti, gite, gruppi di lavoro e di discussione e ricerche che consentono al bambino di entrare in contatto con la materia;

7 rispettare il ritmo di apprendimento del bambino.
prendere in considerazione le inclinazioni naturali del bambino, che significa riconoscere e partire dalle aree in cui prova un reale piacere (che generalmente sono quelle in cui è più abile) per poi estendere le conoscenze agli altri ambiti; rispettare il ritmo di apprendimento del bambino. Alla base del vero processo di apprendimento ci sono le emozioni e le interazioni e non le nozioni; La forma migliore di apprendimento è quella esperenziale che si realizza in un contesto relazionale sia di piccoli gruppi sia di rapporto individuale con l’insegnante;

8 Cosa fare in classe? Cercare di conoscere i bisogni del bambino
Evitare giudizi di valore Approvare e rinforzare i comportamenti adeguati Individuare gli interessi dei bambini Favorire le relazioni con i pari Evitare di rispondere alle provocazioni Evitare le punizioni

9 Cooperative learning Privilegiare il lavoro in piccoli gruppi secondo le modalità del cooperative learning. Ad ognuno viene affidato un compito specifico facendo attenzione: alla selezione dei bambini da inserire nel gruppo ad assegnare al bambino un compito in cui si senta sicuro.

10 Il Cooperative Learning
Le condizioni fondamentali per costruire un ambiente di apprendimento cooperativo sono quattro: 1. interdipendenza positiva: consapevolezza che non può esistere un successo individuale senza un successo collettivo. In una classe possiamo ritrovare assenza di interdipendenza quando ognuno prosegue il proprio obiettivo da solo, oppure interdipendenza negativa quando vige un clima di competizione. L’interdipendenza positiva può essere realizzata rispetto a: compito, competenze, ruolo, materiali, valutazione.

11 Il Cooperative Learning
2. responsabilità individuale- ognuno è responsabile di una parte del lavoro di gruppo, da cui dipende il lavoro dei compagni e il raggiungimento dell’obiettivo da parte del gruppo. E’ necessario riconoscere ad ognuno la propria responsabilità anche a livello valutativo

12 Il Cooperative Learning
3. interazione costruttiva diretta e uso di abilità sociali- promozione reciproca degli apprendimenti, scambiandosi aiuto ed incoraggiamento e assicurandosi che tutti siano in grado di svolgere e svolgano il compito. Ogni studente deve possedere abilità sociali del tipo: guidare il gruppo, prendere decisioni insieme e favorire la partecipazione. Il punto di partenza del CL è che lo studente non possegga tali abilità e che esse vadano costruite nel corso del lavoro, si mira a far assumere ad ognuno un ruolo specifico e modificabile all’interno del lavoro.

13 Il Cooperative Learning
4. valutazione del gruppo- il gruppo valuta il lavoro svolto e riflette con l’insegnante su come sarebbe possibile migliorare il lavoro. Valutazione dei comportamenti che permettono al gruppo di affrontare efficacemente un compito e valutazione di competenze che contribuiscono a costruire un buon clima.

14 Il Circle Time È una tecnica di discussione in un gruppo formale e formato da pari. Le finalità del circle time: Creare un clima collaborativo e amichevole; Imparare a discutere insieme; Risolvere eventuali conflitti.

15 Il Circle Time Per la realizzazione di un circle time è importante che l’insegnante proponga: la disposizione delle sedie in circolo; la frequenza delle discussioni; la durata delle discussioni; il criterio per decidere quale argomento trattare nel caso ne vengano proposti più di uno.

16 Il Circle Time I compiti dell’insegnante sono : 1. Osservare
come gli alunni si dispongono in cerchio; se tutti sono coinvolti nella discussione tenendo presenti sia gli indicatori verbali che non verbali; a chi sono dirette le comunicazioni; come si svolgono gli interventi.

17 Il Circle Time I compiti dell’insegnante sono :
2. Facilitare la discussione offrire incoraggiamento e sostegno ai più timidi; neutralizzare i più aggressivi; chiedere chiarificazioni in caso d’interventi confusi; riassumere i pareri emersi senza tralasciarne nessuno; esprimere un parere personale su come si è svolta la discussione evidenziando soprattutto gli aspetti positivi. 3. Mediare eventuali conflitti

18 A scuola insegnante Coinvolgimento emotivo Reciprocità
Costruisce e Amplia gli interessi del bambino PARTECIPA ATTIVAMENTE alunno

19 Grazie dell’attenzione


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