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La trasmissione degli interventi al sistema
La Politica Fiscale
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La politica Fiscale Capacità del Governo di utilizzare il gettito fiscale e i flussi di spesa (strumenti) per raggiungere i propri obiettivi Ci concentriamo sulla politica fiscale con l’obiettivo di influenzare il livello del reddito, quindi con funzione di stabilizzazione (in seguito ci occuperemo di altri due obiettivi: redistribuzione e sostegno settoriale) L’idea è quella di riprendere il concetto fondamentale proposto da Keynes e ripreso nei primi decenni del secondo dopoguerra dai suoi seguaci, secondo cui la disoccupazione involontaria è una condizione persistente del sistema economico che può essere superata solo con il deficit spending per raggiungere il pieno impiego.
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La ricchezza finanziaria: le attività delle famiglie
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La ricchezza finanziaria: le passività delle famiglie
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Efficacia della politica fiscale: il breve periodo
Spesa pubblica: Spiazzamento della spesa privata o strumento indispensabile al raggiungimento del pieno impiego? Risposta monetarista: utilità in recessione, danno in situazioni di pieno impiego (verso il quale il sistema tende) Il tipo di finanziamento del deficit è importante: titoli o moneta? Effetto spiazzamento: un aumento di Y fa Md e data Ms, i con conseguente Spiazzamento della domanda per I Finanziamento con titoli: Politica fiscale «pura»
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La trasmissione dell’impulso: Keynesiani
Secondo Keynes e i keynesiani la domanda di moneta è sensibile ad i, poiché moneta e attività finanziarie sono altamente sostituibili (= modi alternativi per detenere ricchezza), quindi: Retroazione monetaria: Aggiustamento nel mercato dei titoli: Si riduce quindi la domanda di moneta speculativa (-hi) che compensa quella per transazioni (+kY): effetto spiazzamento molto contenuto
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La trasmissione per i monetaristi
La moneta ha un’utilità intrinseca non sostituibile da altre attività (finanziarie: titoli pubblici e privati, ma anche azioni e capitale umano) Quindi: aumento dei titoli (B), aumento del loro rendimento (riduzione del prezzo), modifica della composizione del portafoglio con riduzione sia della moneta che delle altre componenti della ricchezza L’aumento di i fa variare di poco Md, mentre occorre un forte aumento di i per correggere gli effetti di un aumento di G La politica fiscale ha un impatto ridotto sulla domanda aggregata L’effetto spiazzamento è rilevante: la composizione della domanda aggregata cambia con sostituzione di G a I Danno causato dal fatto che I va a sostenere K, indispensabile alla crescita economica, mentre G è composta per lo più di spesa corrente per consumi (improduttiva) e non per investimenti….
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Riassumendo: il saldo dello Stato
Dai dati ricavati dal bilancio dello Stato abbiamo visto che: D=G-T Se D<0 si registra un surplus o avanzo di bilancio, ma oggi il nostro obiettivo dovrebbe essere D=0 Se D>0 allora si registra un indebitamento netto o saldo netto da finanziare (fabbisogno finanziario) o deficit Consideriamo il legame tra tassazione e reddito (aliquota media= aliquota marginale: D=G0-T0-t0Y. Il moltiplicatore cambia: Ipotesi: G Y e quindi aumenta t0Y <1
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Riduzione della tassazione: T0
Se l’impulso passa dalla tassazione cosa accade? Immaginiamo di ridurre T0: il deficit aumenta, ma attraverso il moltiplicatore, si ha un reddito disponibile più elevato e quindi per questa via il deficit si riduce, pur rimanendo positivo L’effetto diretto sul deficit è lo stesso di G, ma quello indiretto è più piccolo <1
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Riduzione della tassazione: t0
La pressione tributaria può essere ridotta anche agendo sull’aliquota marginale (e media in questo caso) Essendo t1=t0+t e Y1=Y0+Y Perdita di gettito Aumento gettito con vecchia aliquota Effetto composto
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Haavelmo: moltiplicatore del bilancio in pareggio
Il teorema recita: Come funziona: e si dimostra: Questo perché il moltiplicatore Della tassazione autonoma: <
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Bilancio in pareggio e aliquote
Nel caso si voglia agire sulle aliquote occorre ricordare che: Cioè la variazione del gettito è data dall’aumento (dato t) che deriva dalla variazione del reddito (derivante da G) e dall’aumento dell’aliquota rispetto al reddito iniziale, la cui somma uguaglia la variazione della spesa. Anche in questo caso il saldo del bilancio pubblico non cambia e rimane valido il teorema del bilancio in pareggio
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Risultato sempre valido? Curva di Laffer
Secondo l’economista Laffer (1978, Supply side economics) la dimensione dell’aliquota fiscale non è neutrale rispetto alle decisioni di lavoro degli individui In particolare, se l’aliquota è troppo elevata, una parte degli individui potrebbero uscire dal mercato, riducendo la base imponibile (o sottrarre il loro reddito al fisco= evasione fiscale) L’esperimento è stato condotto da Reagan, immaginando che gli USA si trovassero oltre il punto di svolta (t*), in realtà la riduzione delle aliquote fiscali portarono ad aumentare il deficit pubblico t=100% Quale il limite massimo di tassazione? 46% troppo o troppo poco?
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Natura del deficit e politica fiscale
Il disavanzo congiunturale può non essere necessariamente aggiustato con un intervento fiscale (es. riduzione di I0) Un intervento per riportare D=0 provoca maggiore instabilità Meglio avanzi (G) con boom e disavanzi con recessione ( G) Interventi sono invece necessari con la presenza di disavanzi strutturali: Domanda: quali tipi di interventi durante la crisi?
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Gli stabilizzatori automatici e il ciclo economico
Due domande fondamentali: 1. Ci sono dei casi in cui è possibile utilizzare la politica fiscale per stabilizzare il ciclo economico? Sì, attraverso l’impiego degli stabilizzatori automatici. 2. In quali casi è possibile o opportuno finanziare la spesa pubblica in disavanzo (ossia con l’emissione di debito pubblico)? Per il finanziamento degli investimenti pubblici o, più in generale, delle spese in conto capitale. Vediamo il caso degli stabilizzatori
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Gli stabilizzatori automatici
Gli stabilizzatori automatici sono strumenti del sistema fiscale, che contribuiscono ad attenuare, senza alcun intervento ad hoc di politica economica, le fluttuazioni del prodotto derivanti da variazioni della domanda autonoma. Esempi di stabilizzatori automatici sono le imposte (proporzionali e progressive) sul reddito nonché i sussidi di disoccupazione. Il funzionamento di stabilizzatori automatici produce effetti: 1. sul ciclo economico, poiché riduce il valore del moltiplicatore, nel caso della variazione di una componente della domanda autonoma (ad es. un calo degli investimenti). 2. sul bilancio pubblico, poiché determina un andamento ciclico del saldo di bilancio (aumento del disavanzo in caso di recessione e riduzione del disavanzo in fase di boom)
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Gli stabilizzatori automatici
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Il lungo periodo Deficit e debito
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Le misure del disavanzo
Visto l’andamento ciclico del saldo di bilancio in caso di funzionamento degli stabilizzatori automatici, come bisogna giudicare l’andamento della politica fiscale e l’entità del disavanzo pubblico? Per valutare se una data politica di bilancio sia appropriata, gli economisti hanno costruito delle misure del disavanzo che indicano a che livello esso si collocherebbe se la produzione fosse al suo livello naturale (tenendo conto della legislazione fiscale e delle regole di spesa esistenti). Tali misure prendono nomi diversi: disavanzo di pieno impiego, disavanzo standardizzato per la disoccupazione, disavanzo strutturale o disavanzo corretto per il ciclo.
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Disavanzo e investimenti pubblici
Il finanziamento degli investimenti pubblici (tra cui anche gli investimenti bellici) può determinare grandi disavanzi di bilancio. È giusto che i governi ricorrano al disavanzo per finanziare gli investimenti pubblici? Sì, per due motivi: 1. motivo di natura redistributiva Poiché i benefici derivanti dalla costruzione di infrastrutture pubbliche si produrranno specialmente per le generazioni future, l’emissione di debito pubblico è un modo di distribuire parte dell’onere della guerra alle generazioni future. In tal modo, le generazioni presenti sopporteranno solo in parte l’onere derivante dalla realizzazione di investimenti pubblici.
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La golden rule 2. motivo di natura economica
Il finanziamento in deficit consente di ridurre le distorsioni fiscali derivanti da un incremento delle imposte, visto che queste possono distorcere le scelte di lavoro e/o di consumo degli individui. La regola che giustifica il finanziamento in disavanzo della spesa pubblica in conto capitale è detta golden rule ed è stata applicata, per esempio, nel Regno Unito. In tal modo le spese correnti possono essere finanziate soltanto con il gettito delle imposte. Poiché la spesa corrente non può essere finanziata in deficit, mentre le imposte possono essere aumentate solo entro un certo limite, l’applicazione della golden rule richiede al tempo stesso un controllo sulla spesa corrente: Bilancio italiano: la spesa corrente è milioni di euro, mentre le entrate sono , quindi +85,7 miliardi di euro
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Le ragioni del deficit bias
I governi sono indotti a generare disavanzi di bilancio (deficit bias) per varie ragioni: per finanziare la spesa pubblica per investimenti; per consentire il funzionamento degli stabilizzatori automatici; per motivi politico-elettorali (ciclo elettorale) Questo può rendere necessaria l’adozione di particolari regole di politica fiscale. In generale, tali regole possono essere formulate in termini di: 1. obiettivi numerici (determinazione dei livelli massimi di disavanzo e di debito rispetto al PIL, come nel caso delle regole euro) 2. regole procedurali (disciplina della procedura di approvazione del bilancio secondo modalità tali da limitare la crescita della spesa: clausola del bilancio in pareggio)
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Regole procedurali Le regole procedurali possono incidere in modo strutturale sulla condotta dei soggetti politici partecipanti al processo di bilancio, ma non assicurano un risultato immediato in termini di riduzione del deficit. Le regole di spesa (come nel Regno Unito e negli Stati Uniti) definiscono meccanismi atti a innescare tagli automatici della spesa quando il disavanzo supera una certa soglia. Tali regole hanno un importante implicazione: permettono, durante una recessione, di avere un aumento del disavanzo, dovuto al funzionamento degli stabilizzatori automatici, senza che si verifichi un aumento della spesa pubblica di natura discrezionale.
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Il lungo periodo e l’accumulo di deficit
Se il bilancio pubblico non è in pareggio per lunghi periodi e si vuole finanziare tale deficit con titoli, l’effetto è quello di accumulare uno stock di titoli detenuti dal settore privato. Tale finanziamento può avvenire anche con l’utilizzo della manovra di base monetaria e in questo senso il bilancio pubblico diventa nell’anno iniziale (0): Le variabili riportate hanno il solito significato, si sottolinea come al deficit si debba aggiungere l’ammontare di interessi maturati sul debito (+iB0) e sottrarre le imposte ottenute dagli interessi percepiti dal settore privato che costituiscono una quota del proprio reddito (-t0 iB0)
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Le misure del deficit: un confronto
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Il finanziamento del disavanzo pubblico
In generale, il disavanzo di bilancio può essere finanziato o con emissione di titoli o con moneta L’indipendenza della BCE spezza il legame tra disavanzi di bilancio e espansione monetaria. Il vincolo diviene D= G-T+iB= DB Tuttavia si può creare un incentivo per i governi degli Stati membri a indebitarsi eccessivamente perché il comportamento del singolo paese influenza solo parzialmente il tasso di interesse dell’area
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Una impostazione alternativa: l’equivalenza ricardiana
Quali sono le implicazioni dei vincoli sui conti pubblici per le scelte di consumo? In che misura l’efficacia della politica fiscale è influenzata da tali vincoli? Ipotesi di base della teoria tradizionale: Una variazione delle imposte cambia il reddito disponibile e la spesa per consumi. Teoria ricardiana: Il reddito/ricchezza dei consumatori non cambia necessariamente…
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Il Teorema dell’Equivalenza ricardiana
Robert Barro, sviluppando un ragionamento inizialmente proposto da David Ricardo, sostiene sulla base della teoria delle aspettative razionali la tesi dell’integrale capitalizzazione presente dell’onere futuro del debito pubblico. In un articolo del 1974, dal titolo Are Government Bonds Net Wealth? , Barro dimostra che: I titoli del debito pubblico non costituiscono ricchezza per i loro possessori (quindi non generano alcun effetto ricchezza sul livello dei consumi), poiché gli agenti razionali anticipano il futuro incremento delle imposte necessario per ripagare l’onere del debito Un’espansione della spesa pubblica, attuata mediante un aumento del disavanzo (e quindi con l’emissione di debito pubblico) produce gli stessi effetti di un espansione della spesa, finanziata attraverso un incremento delle imposte
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Il taglio delle imposte è solo un’illusione
Un ragionamento simile può essere applicato ad altre ipotesi di politica fiscale espansiva, come la riduzione delle imposte. Supponiamo che, a parità di spesa pubblica, quest’ anno il governo riduca le imposte, finanziandosi con un emissione di debito. Qual è l’effetto sul consumo del taglio delle imposte? Nessuno Per quale motivo? Perché i consumatori si rendono conto che minori imposte quest’anno verranno compensate da maggiori imposte l’anno prossimo. Gli individui razionali anticipano, anche in mancanza di uno specifico annuncio, che l’anno prossimo o negli anni successivi il governo aumenterà le imposte in misura corrispondente per rimborsare il debito.
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Sostituzione di risparmio privato a risparmio pubblico
In entrambi i casi, il valore presente scontato del reddito da lavoro, e dunque il reddito permanente, rimane invariato, anche se avvengono variazioni del reddito transitorio. Il consumatore lungimirante, nella propria scelta di consumo intertemporale, preferisce mantenere un profilo costante di consumo nel corso del tempo. Tale attitudine viene chiamata consumption smoothing , poiché l’individuo vuole smussare l’impatto di variazioni temporanee del reddito sui consumi. A tal fine, i consumatori modificano il livello dei propri risparmi. Di conseguenza, il risparmio privato aumenta esattamente di quanto è cresciuto il disavanzo pubblico. Secondo l’equivalenza ricardiana, se il governo finanzia una data spesa pubblica col debito, il risparmio privato aumenta in misura pari alla riduzione del risparmio pubblico.
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L’informazione sul vincolo di bilancio
L’ipotesi centrale del teorema di equivalenza ricardiana è che i consumatori si rendano perfettamente conto del vincolo di bilancio cui è soggetto il governo. Infatti in un dato tempo t: Tt + Bt = (1 + r) Bt-1 + Gt dove Tt è il gettito fiscale, Bt è l’ammontare del debito pubblico emesso per finanziare il disavanzo, Bt-1 è lo stock di debito pubblico residuo dal periodo precedente (su cui pagare il capitale e gli interessi), Gt è la spesa pubblica Il lato sinistro dell’equazione indica le entrate del bilancio, mentre il lato destro denota le spese del bilancio pubblico. Tale vincolo di bilancio deve essere soddisfatto dal governo in ogni periodo di tempo.
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Il vincolo pubblico Sommando i vincoli di bilancio del governo per un numero di periodi T tendente all’infinito, il vincolo di bilancio intertemporale del governo può essere scritto: Il valore presente scontato del gettito fiscale in tutti i periodi deve essere uguale al valore presente scontato della spesa pubblica in tutti i periodi più il pagamento del debito pubblico ereditato nel tempo iniziale, aumentato degli interessi maturati. Tale risultato assume che il governo non possa avere debiti nel periodo finale T.
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Vincoli di lungo periodo sui conti pubblici
Disavanzo mediamente nullo nel lungo periodo somma delle entrate = somma delle uscite Vincolo intertemporale si considera il valore attuale di entrate e uscite attualizzazione al tasso di interesse i lo Stato esiste per un tempo illimitato si considera un orizzonte infinito
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Vincoli di lungo periodo sui conti pubblici
Vincolo intertemporale spesa di oggi NON deve necessariamente essere finanziata oggi, ma spesa di oggi deve necessariamente essere finanziata oggi o in futuro Vincolo intertemporale sui conti pubblici influenza le scelte di consumo
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Vincoli e decisioni di consumo
Finora abbiamo assunto che C = C (Yd) = C0 + c1Yd Consumo di oggi viene determinato sulla base del reddito di oggi (“reddito corrente”) Teoria alternativa del consumo “Teoria del reddito permanente” Le famiglie pianificano i propri consumi tenendo conto dei redditi correnti e dei redditi futuri
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Vincoli e decisioni di consumo
Consumo di oggi viene determinato sulla base della media dei redditi presente e futuri (reddito medio = “reddito permanente”) C = C (Ydp)= C0+cYD+dW dove Ydp reddito permanente Confrontiamo gli effetti della politica fiscale nei due casi (reddito corrente vs reddito permanente)
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Vincoli e decisioni di consumo
Manovra T senza modificare G 1) Reddito corrente: T oggi Yd correnteC Y Vincolo intertemporale in futuro T T Yd futuri In futuro effetti restrittivi T futuro non influenza Yd corrente non cambia gli effetti di oggi della manovra
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Vincoli e decisioni di consumo
2) Reddito permanente T oggi Yd corrente Y permanente (media di reddito corrente e redditi futuri) C Y Vincolo intertemporale in futuro T T Yd futuri Y permanente (media di reddito corrente e redditi futuri) C Y L’effetto espansivo e quello restrittivo si compensano La manovra è inefficace (T oggi Y invariato)
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Equivalenza ricardiana
La manovra fa aumentare il reddito corrente ma riduce i redditi futuri il reddito permanente è invariato il consumo non cambia Conclusione: Con la teoria del reddito permanente Politica fiscale inefficace
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L’orizzonte temporale
Come dovremmo considerare l’equivalenza ricardiana? Nella realtà, quanto più lontani nel tempo e incerti sembrano gli aumenti delle imposte future agli occhi dei consumatori, tanto più probabile è che essi li ignorino. In questo caso, l’equivalenza ricardiana è destinata a fallire. In generale il disavanzo pubblico ha effetti rilevanti sull’attività economica. Nel breve periodo un forte disavanzo può (ma non sempre) aumentare la domanda, mentre una riduzione del deficit può (ma non sempre) produrre un effetto di contrazione sulla stessa Nel lungo periodo un maggior debito pubblico riduce l’accumulazione di capitale e quindi la produzione. Tuttavia, l’evidenza empirica nel breve periodo è controversa.
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Evidenza contrastante….
cfr. Manasse, 2012
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Riduzione della spesa ed effetti espansivi?
L’evidenza sugli effetti non keynesiani delle politiche fiscali L’evidenza empirica relativa ad alcuni episodi di risanamento fiscale realizzati in paesi europei nel corso degli ultimi decenni ha mostrato, contrariamente ai modelli macroeconomici keynesiani, che in certi casi le politiche di riduzione del disavanzo possono produrre effetti espansivi nel breve periodo.(si tratta della teoria sostenuta anche da Giavazzi, Alesina, Perotti, ma messa in discussione da FMI recentemente, oltre ad altri autori) L’entità di tali effetti positivi dipende in misura determinante dalla: dimensione e dalla persistenza dell’aggiustamento fiscale (misurato in relazione al miglioramento del saldo di bilancio); composizione dell’aggiustamento (la misura in cui esso viene realizzato mediante riduzione della spesa piuttosto che attraverso un aumento delle imposte); situazione iniziale di finanza pubblica (essenzialmente l’entità del rapporto debito/PIL)
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I Limiti del teorema I limiti del teorema dell’equivalenza ricardiana sono dovuti alle assunzioni di base del modello. Il risultato dell’irrilevanza della politica finanziaria del governo è ottenuto sulla base delle seguenti ipotesi: 1. gli agenti sono perfettamente razionali; 2. l’orizzonte temporale dei consumatori è uguale a quello del governo (solidarietà intergenerazionale); 3. i consumatori possono prendere e dare a prestito al medesimo tasso di interesse, senza vincoli nell’accesso al credito; 4. le imposte non sono distorsive. Queste assunzioni non trovano sempre una perfetta corrispondenza nella realtà
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